I Doni di Edo – Recensione

BAO Publishing ci porta a conoscere gli ambienti di un Giappone lontano nel tempo come non l’abbiamo mai visto. La nostra recensione de I Doni di Edo

I Doni di Edo - Recensione del manga di Koichi Masahara

Si torna tra le pagine dei volumi della collana manga “Aiken” di BAO Publishing con “I Doni di Edo”, contenitore per nove brevi storie ambientate nell’antica Edo, sede dello Shogunato che nel diciannovesimo secolo venne nuovamente al mondo con il nome di Tokyo.

Con questa raccolta unica intraprendiamo un viaggio attraverso un Giappone lontano e avvolto dalla polvere della storia, esplorando con profondità gentile e mai scontata la condizione dei diversi ceti sociali su cui si fondava la gerarchia nipponica del tempo. Koichi Masahara ci propone, infatti, scorci di vite da artigiani, pescatori, vecchie cortigiane di alto rango, matriarche severe e anziani capofamiglia smussati dall’età. L’opera si presenta divisa in diverse storie che, come visto anche in Henshin (qui la nostra recensione), non hanno un filo conduttore e sono autoconclusive. Siccome il volume è composto da un totale di nove storie, di seguito faremo riferimento solo a due di esse.

Capitolo 1 – La forcina. Il protagonista della prima storia è il maestro Wasuke, un artigiano rinomato che, mentre gusta una ciotola di ramen sulle sponde del fiume (dopo un appuntamento con “una racchia”), scorge una bambina sola sul molo lì vicino. Quest’ultima poi se ne va, accompagnata da un uomo adulto che tutto sembra fuorché il padre. Da quel momento l’artigiano inizia a preoccuparsi di quale vita e quali ambienti la bambina debba affrontare ogni giorno e di quali siano le sue prospettive future. Sulla scorta di questo senso di paternità inizierà a cercarla per parlarle.

Capitolo 4 – Il Kappa. Kikunosuke, erede della famiglia Tabata al servizio dello Shogun, ha subito violenza sessuale da parte di tre ragazzi. Adesso vive con il nonno, lontano dalla famiglia, e la sua vita quotidiana non è più la stessa. Durante una giornata di pesca al lago, Kikunosuke fa uno strano avvistamento: dopo che la sua canna da pesca viene trascinata in acqua scorge la testa di un kappa che lo osserva. Tornato a casa troverà ad accoglierlo una novità.

Le nove storie, seppur siano autoconclusive, non hanno un epilogo sempre chiaro. È come se al lettore fosse lasciata la facoltà di immaginare verso quale destino si dirigessero i personaggi, senza mai consentirgli però di ergersi a giudice. Non sempre, infatti, le decisioni a cui assistiamo sono condivisibili o anche solo comprensibili. Sono dettate da una morale e da un rigore che ci appaiono sfumati, quasi quanto l’alone che nel nostro immaginario circonda i contorni dello Shogunato. Nonostante i racconti possano sembrare slegati o sconnessi, non sarà difficile scoprire che costituiscono tappe obbligate per la stessa difficile via: quella verso la felicità, che non sempre arriva dalle scelte più semplici e scontate.

Dopo aver letto appena poche pagine, sono stati colpito dalla malinconia che sembrava pervadere ogni azione o pensiero dei personaggi che incontravo. Dietro le loro espressioni percepivo la profondità di parole che non avevano il bisogno o il coraggio di dire. Le loro vite sono chiaramente legate da un comune senso del dovere e da una incrollabile fiducia nel fatto che si debba tener duro, non c’è altro da fare.

Non si può trascurare, inoltre, la bontà dei disegni offerti dal mangaka. A un primo sguardo si potrebbe pensare che quello sviluppato da Masahara sia un disegno infantile e molto semplice, quando invece risulta essere deciso e profondo. La maturità dell’autore traspare tutta nel sapiente utilizzo (frequentissimo) di scene notturne, nelle quali le campiture di nero sono presenti in abbondanza ma non soffocano la scena. Anzi, riescono a fare risaltare ulteriormente i personaggi e le emozioni che provano. La cura degli sfondi e l’utilizzo dei neri si pone anche in perfetto contrasto con gli spazi bianchi che caratterizzano le altre scene. Insomma, quello che il mangaka ha creato con la sua tecnica è un prodotto che riesce a far trasparire tutte le sensazioni e i sentimenti che caratterizzano le diverse storie.

Tener duro, non c’è altro da fare

I Doni di Edo - Recensione del manga di Koichi MasaharaCiò che rende straordinario questo volume è la grande empatia che ci consente di sviluppare con i personaggi e la loro condizione, che aumenta fino a farci sentire non più orfani ma vittime di una società crudele. Siamo mogli che hanno sacrificato e dedicato la propria vita ad un padre che non è il nostro o messo da parte sogni e certezze per un uomo che non potrà mai essere nostro marito. Siamo samurai resi ciechi dall’orgoglio e diseredati. Siamo cadetti alla ricerca di un posto nel mondo, con uno spirito di rivalsa soffocato da proposte di matrimonio che riducono la nostra virilità al mero scopo riproduttivo.

Il dono più grande che Edo ci fa è quello di farci vivere queste molte vite con la grazia di arricchirci con ognuna di esse, preparandoci al fatto che non esistono scelte giuste o sbagliate, ma solo scelte da portare avanti con coraggio.

Per i nostalgici di epoche lontane

A cura di Lorenzo Rodio e Lucky Jack

Nato nel 1993, è disperso dal 2006, l’anno in cui ha scoperto i manga. Ricompare durante il periodo del liceo quando scopre che la mano destra si può usare anche per disegnare. Dopo il liceo smette di dormire. Perché la giustizia non dorme mai.

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