La FFVII House: un culto nascosto all’interno di un fandom

Una storia, o forse una leggenda metropolitana, che coinvolge FINAL FANTASY VII e un pericoloso culto dei primi anni 2000: la FFVII House

La FFVII House: un culto nascosto all'interno di un fandom

In questo periodo, la celebre saga videoludica FINAL FANTASY è tornata sotto i riflettori con l’uscita di FINAL FANTASY VII REBIRTh, seconda parte del progetto di remake dell’originale RPG del 1997. Osservando le varie discussioni e teorie all’interno dei gruppi di appassionati, mi è riaffiorata alla mente una vecchia vicenda che coinvolgeva alcuni fan del videogioco, e a cui oggi ci si riferisce col nome di “FFVII House”.

Si tratta di una storia dei primissimi anni dell’internet, documentata con foto e testimonianze di più persone: i fatti si svolsero all’interno di un piccolo appartamento condiviso, dove i coinquilini erano sottoposti ad abusi e manipolazioni di ogni tipo, costretti a partecipare in veri e propri rituali per la “rinascita” delle loro anime.

Alcuni, trovano che sia una preziosa testimonianza che ci ricorda di stare in guardia con chi possiamo conoscere sul web, mentre qualcun altro la reputa, ancora oggi, una semplice leggenda metropolitana.

In ogni caso, è una storia che è sempre stata abbastanza discussa nella community di FINAL FANTASY e che, nonostante la sua complessità, vogliamo raccontarvi in questo articolo.

“On That Day, Nineteen Years Ago…”

La storia venne pubblicata nel 2005 su LiveJournal, famoso servizio di weblog molto utilizzato ai tempi, dove gli utenti potevano scrivere nei loro blog personali e fare amicizia tramite le community, divise per argomenti d’interesse. Un giorno, un utente di nome “Genkicrack”, decise di raccontare in un post la sua esperienza con alcuni fan di FINAL FANTASY VII, che conobbe sul sito qualche anno prima.

Il suo racconto ci riporta nel 2002: ai tempi, utilizzava il nome utente di “Zack”, un personaggio secondario del videogioco del ’97 e che sarebbe diventato più celebre col prequel Crisis Core (all’epoca non ancora uscito). Il ragazzo iniziò a chattare con altri due membri della community di FFVII che lo avevano avvicinato, una coppia di fidanzate che usavano i nickname di “Hojo” e “Jenova”.

Chi conosce il videogioco sa bene di che personaggi stiamo parlando, ma per chi ne è all’oscuro, possiamo brevemente riassumerli: Hojo è uno scienziato pazzo che si occupa di esperimenti su animali e persone, mentre Jenova è una creatura aliena, nonché uno dei villain principali del gioco.

In una delle loro chiacchierate, la ragazza dietro al nick di “Jenova” (che si farà poi soprannominare Jen) gli disse di credere alla teoria delle vite passate, alla reincarnazione e alla presenza di universi paralleli; inoltre, tentò di convincere Genkicrack che lui, in una vita precedente, era proprio Zack.

Il ragazzo non prese troppo sul serio quel che diceva, ma si era detto incuriosito dalle sue idee. Banalmente, pensò che Jen facesse parte di una di quelle culture o religioni che credevano nella teoria della reincarnazione ed affini, ai tempi abbastanza con0sciute.
In seguito, decise di accettare l’invito a casa di Jen e “Hojo”, le quali volevano fargli fare amicizia con altri membri della community che vivevano con loro.

FFVII House

Una volta arrivato lì, Genkicrack si rese conto che le due ragazze erano andate oltre a quello che sembrava semplice roleplay: entrambe insistevano nell’usare i nomi di “Hojo” e “Jenova” ed erano seriamente convinte dell’idea che loro fossero le reincarnazioni dei personaggi del videogioco. Si aggiunsero poi altri campanelli d’allarme, come i repentini cambi d’umore di Jen, i litigi violenti fra le due e il voler far credere ai coinquilini di essere, a loro volta, reincarnazioni dei rispettivi personaggi di FFVII.

Nonostante l’atteggiamento della coppia, Genkicrack decise di accettare un’altra proposta: quella di convivere con loro. Chiaramente, non possiamo sapere di preciso come mai lui accettò una simile offerta, visto il tipo di persone che si era trovato davanti, ma Genkicrack stesso raccontò che, in quel periodo, aveva gravi problemi economici e di dipendenza dall’alcol, al punto che era rimasto senza casa per diverso tempo e senza rapporti con la sua famiglia.

La scelta, dunque, era quella di vivere da solo in quasi assoluta povertà o avere, quantomeno, un tetto sicuro sulla testa e il possibile aiuto dei suoi coetanei.

FFVII House

“Reunion”

Dopo solo il primo giorno di convivenza, Genkicrack si rese conto che Jen controllava le attività di tutti i coinquilini: che fossero chat online, messaggi o chiamate, Jen faceva in modo di osservare ogni cosa, minacciando di farsi del male se qualcuno non fosse stato d’accordo con lei. Le condizioni dell’appartamento, inoltre, versavano in totale abbandono, con sporcizia e rifiuti che si accumulavano ovunque.

Tutti i ragazzi della casa avevano problemi economici: escluso qualche lavoretto sporadico, Genkicrack e i coinquilini erano arrivati a dover rubare cibo e altri beni di prima necessità nei piccoli negozi della zona. I pochi soldi che guadagnavano, spesso venivano usati per comprare materiali per i “rituali” di Jen, la quale insisteva nel dover compiere magie per “restaurare il legame delle anime” che, a suo dire, collegavano loro con i personaggi di FFVII. La donna costringeva i coinquilini a partecipare a sedute spiritiche con cristalli e tavole Ouija, richiedendo l’attenzione di tutti a ogni ora, impedendo loro di andare a scuola o a lavoro.

A questi rituali si aggiunsero poi gli “esperimenti”, che anche il nostro protagonista dovette subire. Nel suo caso, servivano per fargli ricordare della sua vita passata come “Zack”: in un’occasione lo rinchiusero in una stanza isolato impedendogli di uscire, e in un’altra ancora tentarono di fargli avere rapporti sessuali con una ragazza che usava il nome di “Aerith” (in quanto i due personaggi erano fidanzati nel videogioco), ma fortunatamente ciò non avvenne.

La ragazza in questione, decise poco dopo di andarsene, causando un forte litigio e un attacco isterico da parte di Jen (uno dei tanti), la quale arrivò a tagliarsi con la minaccia di uccidersi. La sanità mentale del ragazzo si andava sempre più a deteriorare, tanto che divenne accondiscendente nei confronti di Jen e di “Hojo” per evitare ulteriori problemi.

FFVII House

Fortunatamente, Genkicrack riuscì ad andarsene grazie all’aiuto di un altro conoscente del gruppo, il cui alias era “Cid”: si trattava di un ragazzo poco più grande di loro e che non aveva mai dato corda ai capricci di Jen. “Cid” offrì a Genkicrack un posto dove stare e gli diede anche una mano nel ricucire i rapporti familiari, facendolo così tornare a convivere con i suoi genitori. Dopo due mesi d’inferno, c’è stato dunque un lieto fine per il nostro narratore.

Nel 2005 Genkicrack ha ormai ripreso controllo della propria vita, ma l’esperienza lo ha inevitabilmente segnato. Decide dunque di raccontare tutta questa storia su LiveJournal, con l’intento di avvisare la community di FFVII per evitare che altri potessero interagire con la coppia: a quel punto però, vennero fuori altre testimonianze di ex-coinquilini come lui. Un ragazzo raccontò di esser stato legato e costretto a guardare “Jenova” e “Hojo” avere un rapporto sessuale particolarmente violento (anch’esso mascherato da “esperimento”), mentre una ragazza (su ordine di Jen) dovette fare trasfusioni per vendere il proprio sangue e ottenere qualche soldo. Se la manipolazione di Jen non funzionava, si passava direttamente agli abusi fisici.

Una delle testimonianze peggiori coinvolge una ragazza che, in un’occasione, venne picchiata ripetutamente da Jen, tanto forte da farle perdere conoscenza: sebbene anche lei riuscì ad andarsene tempo dopo, per diversi mesi fu costretta a restare nella casa, dal momento che non aveva nessun altro posto dove andare e nessuno da poter contattare.

Vista la presenza di altre testimonianze che ampliarono il post, la storia divenne presto famosa anche al di fuori della community di FFVII. Dopo qualche mese, non ci furono più aggiornamenti sul blog, poiché la coppia si separò e Jen si trasferì da qualche altra parte, senza lasciare alcuna traccia.

FFVII House

“Return to the Planet”

Anni dopo questa vicenda divenne particolarmente conosciuta grazie ad alcuni YouTuber che coprirono tutta la storia direttamente dal post originale, oltre che approfondire le altre testimonianze ed aggiunte più o meno attendibili.

Molti arrivarono alla conclusione che Jen stesse creando una specie di “culto in miniatura”, avvicinando giovani in difficoltà e facendoci amicizia con la scusa di un interesse comune, ovvero FINAL FANTASY VII.

Molte testimonianze che arrivarono, non solo confermarono la pericolosità di Jen, ma delinearono anche il tipo di persone che lei reclutava: coloro che venivano invitati in quella casa, erano giovani con problemi economici e familiari, e che avrebbero acconsentito a qualsiasi richiesta della donna perché, banalmente, non avevano nessun altro a cui poter chiedere aiuto.

Quasi tutte le persone che l’hanno conosciuta, affermarono che “Jen sapeva come farti sentire speciale”, con giornate che dedicava interamente ai coinquilini e comprando loro vari regali: ovviamente, questo li rendeva meno inclini all’andarsene, poiché li convinceva del fatto che lei tenesse a ognuno di loro, nonostante i ripetuti abusi. Genkicrack stesso ricorda di come passassero certe giornate a giocare tutti assieme, facendogli totalmente dimenticare i problemi che aveva dovuto affrontare.

Un altro tratto in comune che avevano quasi tutti i coinquilini fu quello di essere appartenenti alla comunità LGBT+: molti di loro erano stati discriminati o cacciati di casa dai propri genitori e trovarono in Jen una persona che li accettava incondizionatamente. Per questi ultimi, lasciare quella casa non era nemmeno un’opzione.

Dal momento che tutta questa storia è stata raccontata su internet, ci sono anche coloro che dubitano della sua veridicità, sebbene siano abbastanza pochi: tra alcune delle cose che non li convincono, c’è la sparizione degli account di “Hojo” e “Jenova”, le quali (stando alle parole di un loro conoscente) avrebbero deciso di cancellare ogni loro traccia online, poiché il post originale stava guadagnando molta attenzione. C’è poi un altro fattore che a molti non torna: il vero nome di Jen è stato scoperto qualche anno dopo, tuttavia nessuno è mai riuscito a capire dove abiti per poterla segnalare alle autorità.

Quasi tutti gli utenti, reputano comunque questa storia vera perché, paradossalmente, non sembra una vicenda così tanto assurda e fuori dal mondo: persone fanatiche come Jen sono sempre esistite, e anzi, i racconti riportati nel post non sono tanto diversi dalle testimonianze lasciate da chi scappa da culti o gruppi simili.

Insomma, che uno ci voglia credere o meno, la storia della “FFVII House” fece da avvertimento per gli utenti di quegli anni, ricordando loro di fare sempre attenzione a chi si potesse celare dietro a un qualsiasi fan-account. Un messaggio forse banale, se visto con gli occhi di oggi, ma che non era da dare per scontato nei primissimi anni di internet, il quale era visto dai più giovani come un mondo alternativo che non avrebbe mai portato a ripercussioni reali.

Ah, un piccolo fun fact: qualche utente che pensa di aver rintracciato Jen, ha avvisato che sembra essersi spostata nel fandom di Hannibal negli ultimi anni…

Creatura notturna appassionata di animazione, fumetti e videogiochi, tende a evitare le persone ma otterrete la sua totale attenzione se vi sente parlare di Ero Guro. Acculturata di film grotteschi e documentari storici, è veramente esperta in cinema trash. Abilità speciale: saper raccontare la storia di Walt Disney a comando.

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