Gal*Gun 2 – Recensione

L’eterna sfida tra bene e male, tra angeli e demoni, ha nuovamente Inizio! Impugnate la pistola a feromoni, indossate il visore angelico, e preparatevi alla guerra. Gal*Gun 2 è arrivato!

Gal*Gun 2

La scoperta di una strana applicazione all’interno del nostro dispositivo mobile, impossibile da eliminare, ci porterà a essere i fortunati vincitori di uno speciale set di oggetti misteriosi marchiati AR Co. (Angel Ring Company). Neanche il tempo di indossare l’apposito visore ricevuto, che una stravagante figura si paleserà davanti ai nostri occhi. Dice di chiamarsi Risu, di essere un angelo il cui compito è quello di accompagnare il “fortunato prescelto” durante la disinfestazione di pestiferi demoni che ormai hanno infestato la nostra scuola!

Dato il buon successo riscontrato con Gal*Gun: Double Peace e Gal*Gun VR, INTI CREATES ha deciso di portare in Occidente anche il secondo capitolo numerato della serie, Gal*Gun 2. Il gioco però non ha avuto vita facile, dal momento che il suo arrivo in Europa pare aver turbato una nazione impavida come la Germania, che prontamente ha deciso di bandirlo dal proprio territorio. Fortunatamente da noi non ha subito la stessa sorte, quindi bando alle ciance e partiamo con la recensione!

  • Titolo: Gal*Gun 2
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch
  • Genere: Rail Shooter
  • Giocatori: 1
  • Software house: PQube
  • Sviluppatore: INTI CREATES
  • Lingua: Inglese e Giapponese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 13 aprile 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi alternativi per le ragazze


Con una intro che prova a strizzare l’occhio a titoli del calibro di Persona 5 o Shin Megami Tensei: Devil Survivor, si aprono le vicendedi Gal*Gun 2, titolo che ci permette di vestire nuovamente i panni di un protagonista reso un “rubacuori” grazie al dispositivo che sarà costretto a indossare, a farsi largo tra orde di ragazze innamorate e, a seconda dell’occasione, anche possedute da piccoli e pestiferi demoni. Le nostre giornate all’interno del gioco si svolgeranno così, in un perfetto mix tra rail shooter (sparatutto su binari) e visual novel, che mira al cuore dei fan di titoli di stampo nipponico amanti di questo particolare genere e delle storie strampalate tipiche di anime a sfondo ecchi.

The Return of the Space Cowboy

All’interno del gioco, gli amanti della serie potranno quindi tornare a impugnare la potente arma angelica caricata a feromoni, capace di tenere bada sia i gruppi di demoni che le orde di ragazzette infatuate, nel migliore dei modi. Non ci vorrà molto, infatti, per capire che ci troviamo davanti a un titolo più curato e con una realizzazione decisamente più apprezzabile, almeno rispetto ai suoi predecessori.

INTI CREATES ha voluto così creare un qualcosa che permettesse all’utenza di giocare e rigiocare al titolo per sbloccare i suoi molteplici finali alternativi, tutti legati alle simpatiche eroine principali ma diversi l’uno dall’altro, cercando di ovviare alla relativa tediosità di dover ricominciare ogni volta un gioco con una discreta longevità. Con questo voglio dire che sì, se si contano i giorni che compongono la storia principale, quello che ci troveremo tra le mani è un gioco fin troppo breve, una corta sfida tra bene e male, che però richiede appunto di essere ripetuta più volte per permetterci di riuscire a far proprio tutto quello che c’è da sbloccare. Se da un lato questa si può definire una scelta sensata, dall’altro rimane comunque un prodotto che, sebbene provi a non stancare, lo farà comunque perché le missioni principali e la maggior parte delle side-mission da effettuare saranno sempre le stesse.

Gira, Gira, Gira, Scegli Rotowash!

Ma cosa rende quindi Gal*Gun 2 un titolo davvero degno di nota per chi è appassionato di questo genere e questa tematica? Non solo i contenuti sbloccabili, che richiederanno una certa dose di abilità, di gestione del tempo e tanta, forse troppa pazienza, ma anche la quantità di novità che questo sequel è riuscito ad apportare alla serie. Ad accompagnarci durante le tante missioni di gioco, assieme all’immancabile pistola a feromoni, ritroveremo anche l’utilissimo Demon Sweeper introdotto in Gal*Gun VR, una sorta di “aspirapolvere demoniaco” con cui risucchiare tutte le pestifere creature in formato mini che infestano le varie aree di gioco, e talvolta capace anche di strappare in un sol colpo i costumi delle ragazze che ci si paleseranno davanti, lasciandole letteralmente in mutande. Vien da sé che il punteggio finale aumenterà anche a seconda di quanti demoni avremo sterminato e risucchiato, spingendoci così a dare sempre il nostro meglio e cercare di migliorarci volta dopo volta a non lasciarne sfuggire neanche uno.

Per tutti coloro che si cimenteranno nella sfida di completare il gioco al 100%, senza stufarsi e fischiare tutto fuori dalla finestra già alla seconda run, giunge in soccorso un’utilissima modalità New Game +, che ci permetterà di riniziare questa avventura paranormale non solo saltando tutto il prologo, ma anche lasciando intatto quanto sbloccato in precedenza, ovvero oggetti ottenuti, snack, e l’arredamento che abbiamo inserito nella nostra camera, e renderà disponibile anche la possibilità di saltare subito a fine gioco non appena un messaggio sullo schermo ci indicherà che avremo sbloccato uno dei finali.

Personalmente ritengo tutto questo una cosa da tenere bene in mente quando si decide di approcciarsi a questo gioco: tutto sommato, in questo caso, si finisce per giocare davvero poco e niente, e per di più rifare le stesse cose fino alla nausea.

Who you gonna call?

Per spezzare un minimo la monotonia, giungono in soccorso dell’utenza le porzioni di dialogo, quelle in stile visual novel, in cui saremo chiamati a interagire con le eroine principali offerte: la nostra stravagante vicina di casa Chiru, una piccola ma tenera nerd-hikikomori con la fissa per i dolci, nonché l’amica di infanzia nonché compagna di classe Nanako, che spesso e volentieri troveremo riversa sul banco a dormirsela in santa pace. Grazie ai dolcetti sbloccati dopo ciascuna missione, sarà possibile corromperle per aumentare il nostro legame con loro, che quasi sempre darà il via a qualche piccolo evento o scena di dialogo a cui dovremo scegliere una tra le risposte multiple offerte, cosa che, ovviamente, ci farà in seguito sbloccare uno dei tanti finali a nostra disposizione.

A seconda delle risposte date, inoltre, queste ci potranno anche affidare delle missioni da effettuare, il cui completamento continuerà comunque a influenzare il nostro rapporto con loro. Fortunatamente non tutte le missioni offerte da Gal*Gun 2 sono della stessa tipologia, anche se alla fin fine quello che dovremo fare sarà sempre la stessa roba. Durante il corso della storia saremo infatti chiamati a completare stage di storia, ovvero quelli principali, ma anche missioni extra che possono differire dal difendere determinati personaggi, sconfiggere demoni, ricercare oggetti, e delle più dirette boss battle. Concludendo con successo le missioni secondarie, riceveremo i contatti di studentesse e professoresse della scuola, che potremo invitare in uno dei luoghi offerti per una semplice chiacchierata o per dare il via alla Doki Doki Mode.

Doki Doki Demon Hunting Club!

Non poteva di certo mancare la Doki Doki Mode, modalità in cui saremo chiamati a provocare piacere alla persona da noi scelta. Trovando le parti sensibili delle varie ragazze e colpendole a ripetizione, manciate di piccoli demonietti usciranno fuori e richiederanno di essere aspirati immediatamente. Se riusciremo a scovarne una determinata quantità, gridolino dopo gridolino della ragazza prescelta, potremo ottenere dei bonus o piccole scenette extra. Roba di poco conto insomma, ma che sicuramente strapperanno qualche sorrisetto malizioso a chi deciderà di cimentarsi in questo gioco, che magari potrà divertirsi ancora di più in questa modalità andando a cambiare i costumi della propria fanciulla.

Otome no Yokubou*Denjarasu

Su PlayStation 4, Gal*Gun 2 può contare su svariate migliorie grafiche (seppur non sostanziali) rispetto al suo predecessore, probabilmente dovuto al fatto che il titolo stavolta è stato ottimizzato per console più permissive di PS Vita. La versione Nintendo Switch ben si comporta sia in modalità TV nella versione portatile, che ci consentirà di utilizzare i precisissimi giroscopi per mirare e sparare in direzione delle decine studentesse che ci si lanceranno contro. Il titolo offre un comparto sonoro davvero molto apprezzabile, con alcuni brani che si sposano bene con la tematica strampalata del gioco e, addirittura, qualche BGM davvero catchy che continuerete a mugugnare di tanto in tanto… anche se per poco.

A chi consigliamo Gal*Gun 2?

Essendo davero un gioco particolare, mi sento di consigliarlo solo ed esclusivamente a chi sa a cosa va incontro. Inanzitutto a chi ama il genere degli sparatutto su binari, decisamente più consono alle sale giochi che alle console casalinghe, ma anche a chi apprezza le storie stravaganti e ammiccanti. Gal*Gun 2 non intende di certo puntare a essere il gioco più coinvolgente dell’anno, ma solamente a intrattenere chi è in cerca di qualcosa di semplice ma condita allo stesso tempo con personaggi femminili accattivanti dal sapore tipicamente nipponico. Il tutto richiede davvero una pazienza fuori dal comune, dal momento che la scarsa longevità e la ripetitività nel dover ripercorrere più volte le stesse missioni possono davvero mettere in ginocchio anche il più paziente dei giocatori. Se non si è amanti di tutto questo e non si riesce a tollerarlo alla lunga, meglio non avvicinarvisi.

  • Un buon miglioramento grafico rispetto al suo predecessore
  • I finali multipli gli conferiscono un discreto fattore rigiocabilità…

  • …Ma la monotonia e la ripetitività finiscono per stancare presto
  • Scarsa longevità. In parte giustificata, ma si poteva comunque fare qualcosa in più
  • Trama poco coinvolgente
Gal*Gun 2
3

Un divertimento per pochi eletti

Gal*Gun 2 riesce sì a essere nettamente migliore dei suoi predecessori, a offrire interessanti meccaniche e novità, a risultare il capitolo “più completo” della saga, ma è il classico prodotto che sprigiona al massimo il suo potenziale solo se si è amanti di qualsiasi lato componga questo titolo, partendo dal suo essere un rail shooter e, soprattutto, alla sua essenza tipicamente ecchi. Un titolo che mira a un target particolare di utenza e, con una precisione balistica, a far breccia nel suo cuore… ma solo del suo. Un prodotto che richiede un determinato pubblico, o sei dentro o sei fuori, e nello sfortunato caso di trovarci fuori, il ripetere più e più volte la stessa storia e le stesse missioni di un gioco la cui trama trova difficoltà a coinvolgerti, a entrarti dentro e catturarti, può davvero finire per diventare tedioso in tempo record.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.