Gal*Gun: Double Peace – Recensione

Lo stravagante Gal*Gun: Double Peace è finalmente approdato in Europa. Riuscirà a superare la prova costume?

Gal*Gun: Double Peace - Recensione

Gal*Gun: Double Peace - RecensioneAvete mai sognato di avere tutte le ragazze del mondo ai vostri piedi? Di ricevere una quantità industriale di letterine amorose e di proposte di fidanzamento? E di avere invece una vista angelica in grado di donarvi il magico potere di vedere attraverso i vestiti delle dolci donzelle della vostra scuola? Allora Gal*Gun: Double Peace è il gioco che fa per voi! Cominciate a scaldare i vostri feromoni, è tempo di stendere vagonate di ragazzine a suon di sorrisi e battiti di ciglia.

Sviluppato dalla software house nipponica INTI CREATES e distribuito da PQube, Gal*Gun è un rail shooter che fa della comicità e dell’ironia in puro stile nipponico i suoi punti di forza. Double Peace è il sequel diretto del primo gioco della serie, rilasciato esclusivamente in Giappone su Xbox 360 e su PlayStation 3. Data la sua natura, non saranno pochi i riferimenti al titolo precedente ma, nonostante personalmente non l’abbia provato, non ho mai sentito particolari disagi durante la storia principale, poiché ci pone in un contesto che ci permette di capire tutto ciò che è avvenuto nel precedente titolo senza, effettivamente, averlo giocato. Quando sentii dell’approdo di Gal*Gun: Double Peace in territorio europeo fui felicissimo, poiché proprio quella demenzialità e quel suo completo surrealismo mi avevano catturato da parecchio tempo. Dopo la sorpresa da parte degli sviluppatori di rilasciarlo qualche tempo prima rispetto alla data di uscita annunciata precedentemente, ho avuto modo di provare il titolo con mano sia su PlayStation 4 che su PlayStation Vita. Volete un piccolo spoiler che riassume ciò di cui andrò a parlare nel corso di questa recensione? Un disastro. Ma procediamo con ordine, iniziando dapprima a discutere della trama che caratterizza questo gioco dall’intimo di mille colori.

  • Titolo: Gal*Gun: Double Peace
  • Piattaforma: PlayStation 4, PS Vita
  • Genere: Rail Shooter
  • Giocatori: 1
  • Software house: PQube
  • Sviluppatore: INTI CREATES
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 22 luglio 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi e oggetti di gioco aggiuntivi a pagamento
  • Note: Pheromon Z, il DLC da 90 $, non è disponibile per l’Europa
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Quando una ha il culo grosso come una casa…

Cupido, il dio dell’indifferenza

La prima persona che farà la sua comparsa sullo schermo della nostra PlayStation Vita (o sul nostro televisore) sarà Ekoro, un angelo studente che, al momento della nostra avventura, si ritroverà alle prese con un esame affidatogli dalla Dea e che prevede di far trovare a una persona l’amore della sua vita. Ovviamente l’obiettivo della piccola Ekoro sarà proprio il nostro protagonista, Houdai Kudoki, un giovane studente tutt’altro che popolare. Tutto sarebbe andato per il verso giusto se non fosse per lo zampino di una piccola guastafeste chiamata Kurona, un demone a sua volta alle prese con un altro esame e che, come obiettivo, aveva scelto lo stesso della giovane Ekoro. Ciò porterà l’angelo a caricare eccessivamente la dose di feromoni della propria freccia, colpendo il nostro protagonista con un colpo di potenza pari a trentadue frecce. Questo “tragico” evento farà sì che ogni donna, studentessa o professoressa che sia (e per quest’ultime riesco già a udire l’eco della magica parola “MILF”), si innamori del nostro giovane Houdai, a tal punto che durante la nostra avventura ci imbatteremo in intere schiere di fanciulle pronte a colpirci con delle potentissime lettere d’amore e con dei rivoltanti baci sul viso.

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“È la vita che desidero!” ― penserete voi. L’ho pensato anche io, ma dato che il gioco necessitava di una trama, verremo a scoprire, tramite il nostro incontro con Ekoro, che nel caso in cui non riuscissimo a trovare la donna della nostra vita entro il tramonto, l’effetto della freccia si ribalterà completamente, a tal punto che ogni donna del globo non proverà altro che odio e indifferenza nei confronto del nostro “fortunato” Houdai. Se all’inizio avessimo avuto la possibilità di scegliere se vivere un giorno da leoni oppure cento da pecora, probabilmente avrei scelto la prima, ma dato che, ahimè, il gioco è dotato della mistica presenza di una trama, il nostro percorso di vita dovrà essere scelto secondo regole ben precise. Ben presto incontreremo due amiche di infanzia del nostro protagonista: Shinobu e Maya, le quali non saranno affette dal potere del nostro giovane compagno di viaggio. “Per quale motivo?”― vi chiederete voi. Beh, la risposta è semplice: o sono perdutamente innamorate del nostro Houdai oppure sono delle potentissime cacciatrici di demoni con dei poteri fuori dal normale. Ovviamente la risposta è la prima, stavo solo cercando di prendervi in giro… Invece no, è la seconda.

Ben presto ci ritroveremo dinanzi a una scelta che porterà a cinque percorsi differenti che cambieranno totalmente l’andamento della storia e della progressione dei nostri sentimenti. In particolare potremo scegliere tra: Shinobu, Maya, entrambe (non ve l’aspettavate, eh?), nessuna delle due e infine il Destino Sconosciuto. Penso che per i primi tre non ci siano bisogno di chiarimenti; per i restanti due, invece, cercherò di darvi delle delucidazioni il più chiare possibili. Nel caso in cui scegliessimo di evitare sia Shinobu che Maya, partirà una route che a un certo punto ci farà scegliere se iniziare la nostra Love Story con Ekoro oppure con Kurona (ovviamente non potevano mancare gli inciuci tra uomini e divinità), mentre nel caso in cui decidessimo il Destino Sconosciuto, avremo modo di fidanzarci con una delle tante ragazzine che ci tempestano di lettere d’amore dall’inizio alla fine del gioco. Personalmente ho ritenuto parecchio interessante quest’ultimo ma premetto che, per sbloccarlo, dovrete prima riuscire a completare i restanti quattro finali. Inizialmente saranno disponibili solo quelli con Shinobu e Maya e, mano a mano che li completeremo, verranno sbloccate le altre route. Da questo punto in poi non possiamo proseguire ulteriormente con la discussione della trama, poiché qualsiasi cosa porterebbe ad anticipazioni sgradite. Quindi, vi auguro di riuscire a vedere ogni singolo finale che il gioco ha da offrire e, soprattutto, di acchiapparle tutte.

Chie da Inaba? Sarà che abbiamo un'amica in comune...

Chie da Inaba? Sarà che abbiamo un’amica in comune…

Lo zoom a infrarossi

Sotto il profilo del gameplay, come precedentemente annunciato, parliamo di un rail shooter, ossia di uno sparatutto su binari ove il nostro obiettivo sarà quello di stendere ogni “nemico” che si interporrà fra noi e la fine del livello. Infatti, ogni capitolo del gioco (che in totale sono sette, a prescindere dal percorso che sceglierete), è suddiviso in due stage, la cui lunghezza varia in base alle scelte che faremo e a quale zona della scuola decideremo di esplorare. Prima di iniziare un nuovo stage, ci troveremo dinanzi alla schermata “hub” tramite la quale potremo accedere al negozio, salvare, modificare le impostazioni, selezionare un livello e controllare il nostro cellulare, sul quale saranno presenti vari messaggi, tra cui consigli di vario genere e missioni secondarie. Ogni singola missione secondaria è localizzata in un punto ben specifico della scuola, il che influenzerà in maniera considerevole lo stage che andremo a giocare successivamente. Infatti, ci saranno parecchi casi in cui avremo modo di scegliere in maniera diretta in quale zona della scuola dirigerci per quel livello senza, tuttavia, aver modo di tornare indietro. Ciò implica che la nostra scelta non è reversibile e che, di conseguenza, dovremo scegliere con cognizione di causa quale parte della scuola esplorare, specie considerando il fatto che in alcune di esse vi saranno delle specifiche quest da portare a termine, le quali, una volta concluse, ci ricompenseranno con dei punti bonus. Questi punti potranno essere spesi all’interno del negozio, sul cui listino saranno presenti potenziamenti di vario tipo quali strumenti per aumentare la vita, la potenza degli attacchi e la potenza degli attacchi caricati. Oltre a questi vi saranno anche alcuni strumenti in grado di offrire ulteriori migliorie passive, quali ad esempio una maggior difesa, la possibilità di rendere i vestiti delle dolci donzelle ancor più trasparenti e via dicendo. Come ciliegina sulla torta, infine, vi saranno degli utili strumenti in grado di potenziare le statistiche del nostro personaggio che sono sostanzialmente quattro: intelligenza, atleticità, stile e perversione, le quali, giungendo a dei determinati valori, ci permetteranno di selezionare alcune risposte nel corso dei nostri dialoghi con le donzelle che corteggeremo. Come ultima chicca, abbiamo la possibilità di finanziare la rockband con a capo la ragazza che si occupa del negozio, Aoi, la quale, tra l’altro, è un personaggio ripreso dal primo capitolo di Gal*Gun.

Una volta scesi sul campo di battaglia non dovremo far altro che sparare, sparare e sparare. Zoomando con il tasto R1 (o R su PlayStation Vita) avremo modo di vedere attraverso gli ostacoli (e non solo) per scoprire le ragazze che si nascondono alla nostra vista. Lungo tutti gli stage sarà possibile ottenere i libretti scolastici delle belle fanciulle che abitano la nostra accademia e gli oggetti relativi alle missioni presenti in quel determinato livello. Inoltre, in alcuni particolari casi, sarà anche possibile scegliere quale strada intraprendere nel corso dell’avanzamento dello stage: tuttavia, questa particolare funzione non porta a nulla se non a un percorso più breve o a uno più lungo. Personalmente consiglio sempre quest’ultimo, poiché maggiore strada da percorrere significa anche più ragazze da colpire e, di conseguenza, più punti ottenibili. Per quanto riguarda la questione relativa ai punteggi finali, a differenza di molti altri titoli appartenenti al genere, la valutazione non sarà in base al singolo stage ma, bensì, in base alla somma dei singoli punteggi ottenuti nel corso di tutta la storia. Mi spiego meglio: per quanto siate bravi, all’inizio non potrete andare oltre alla valutazione E poiché, per salire a D, dovrete raggiungere i 100.000 punti, una quantità decisamente troppo alta per un singolo livello. Infatti, il punteggio effettuato nel livello precedente sarà “salvato” all’interno del gioco e, una volta completato quello corrente, i due punteggi verranno sommati fra di loro. Ciò vi permetterà di arrivare alla fine del gioco con una quantità di punti estremamente elevata e, nel caso in cui riusciate a raggiungere un totale pari a un milione, riuscirete a sbloccare la God Mode, sulla quale vogliamo evitare di farvi anticipazioni. Un’altra funzione di cui potremo usufruire nel corso delle nostre battaglie ai feromoni sarà la Doki Doki Mode, una modalità che ci permetterà di focalizzarci su un numero ristretto di ragazze (al massimo tre) per ammirarle in tutto il loro splendore e per toccarle nei punti che adorano che gli vengano stimolati. La tentazione di essere ben più scurrile di quanto io non sia stato fino ad ora è parecchio forte… Ma devo trattenermi.

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Alla fine di alcuni stage potrebbe accadere che ci imbatteremo in vere e proprie “boss fight” (relegare questo termine a Gal*Gun mi fa davvero piangere il cuore), ove dovremo fronteggiare demoni oppure… Ragazze particolarmente eccitate, e vi lascio immaginare come dovremo sconfiggere queste temibili mostruosità. Ma se da una parte l’ironia e la demenzialità fanno da padroni condendo un gameplay che definire monotono è parecchio riduttivo, come sarà sotto il profilo tecnico questa piccola “meraviglia”…?

PS Vita Master Race (?)

Ovviamente… disastrosa. È incredibile come non siano riusciti a ottimizzare decentemente un titolo con una tale pochezza di dettagli grafici. Modelli tridimensionali da PlayStation 2, compenetrazioni abbastanza importanti, frame rate ballerino e chi più ne ha più ne metta. Pensate a un difetto tecnico che affligge un qualsiasi titolo di provenienza giapponese. Fatto? Beh state certi che quel difetto tecnico è presente anche in Gal*Gun: Double Peace. Se avessimo parlato di un titolo che pone tutta la sua attenzione sulla profondità della trama e del gameplay, questi difetti mi sarebbero relativamente scivolati via ma, purtroppo, per gli sviluppatori parliamo di un gioco (volutamente, per carità) demenziale e privo di qualsivoglia tipologia di narrazione. Con ciò non intendo scagliarmi sulla volontà dei developer di creare un gioco “stupido”, bensì sulla loro mancanza di rendere ferreo, almeno sotto il profilo tecnico, ciò che non lo è sotto quello narrativo.

Su PlayStation Vita il titolo è praticamente ingiocabile, senza se e senza ma. Ho trascorso diverse ore su entrambe le piattaforme di Sony e se da una parte abbiamo PlayStation 4 ove i cali di frame rate da sessanta a circa quaranta fotogrammi al secondo si notano, ma senza inficiare eccessivamente sull’esperienza, dall’altra abbiamo PlayStation Vita, ove i fotogrammi al secondo sono fissati a trenta e dove, nelle scene più concitate, scendono a circa dieci. Avete capito bene, dieci-fotogrammi-al-secondo. Per non parlare poi dei tempi di caricamento, la cui durata tende all’infinito. Personalmente ho sempre pensato che Gal*Gun sarebbe un titolo perfetto per la portatile di Sony, sia perché è un gioco poco impegnativo e sia perché la sua natura a livelli si lega perfettamente alla concezione di console portatile. Purtroppo mi son dovuto ricredere, poiché ci troviamo di fronte a uno dei più grandi disastri tecnici presenti sulla handheld di casa Sony. E chiariamoci, parliamo di quella che, probabilmente, è la console portatile più potente mai creata. Ricordiamo, tra l’altro, che questa oscenità portatile viene venduta a quaranta euro, per dire. Ma se il gioco è così tanto disastroso… A chi potrei consigliarlo?

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A chi consigliamo Gal*Gun: Double Peace?

Personalmente mi sento di consigliarlo esclusivamente a coloro che hanno intenzione di staccare un attimo dalla realtà per porre l’attenzione su qualcosa di totalmente ignorante e a tratti divertente. Tuttavia, se pensate di acquistare Gal*Gun: Double Peace per la sua natura di dating sim, ve lo sconsigliamo vivamente, poiché sul mercato sono presenti titoli che, in tal senso, sarebbero in grado di offrirvi molto di più. Se dicessi di non essere rimasto deluso dalla qualità tecnica del titolo vi mentirei: ancora oggi, dopo parecchie ore di gioco, mi chiedo come sia possibile che, almeno nella sua versione PS Vita, non solo sia disponibile sul mercato ma sia anche possibile acquistarlo in copia fisica. Ciò non toglie che il titolo non possa darvi soddisfazioni, sia chiaro. Ciò che io condanno agli sviluppatori non è la qualità della sceneggiatura (che diciamocelo, era noto sin dall’inizio che sarebbe stata così), bensì la totale assenza di cura nell’ottimizzazione del titolo sulle due uniche console su cui è stato rilasciato (peraltro, entrambe Sony). Con una maggiore attenzione sarebbe sicuramente riuscito a venir fuori qualcosa di decisamente migliore, ma dato che la realtà dei fatti è differente, non posso far altro che propinargli voto che vedrete più in basso.

  • Possibilità di intraprendere storie differenti
  • Le scelte condizionano notevolmente il finale
  • Gameplay divertente…

  • …Ma solo per poche ore
  • Qualità grafica da PlayStation 2
  • Frame rate ballerino
  • Ingiocabile su PlayStation Vita
Gal*Gun: Double Peace
2.7

Dei feromoni meno eccitanti del previsto

Non posso che ritenermi deluso da questo Gal*Gun: Double Peace, sia per la sua resa tecnica che per la monotonia del gameplay. Sotto il profilo narrativo non avevo aspettative di alcun genere, d’altronde basta guardare la copertina per capire il tipo di videogioco a cui stiamo giocando. Tuttavia, se inizialmente ero più che felice di annullare il mio quoziente intellettivo pur di giocarlo, poco dopo mi sono ritrovato dinanzi a un disastro tecnico di proporzioni colossali, che manifesta chiaramente come e quanto gli sviluppatori giapponesi (in casi come questo) non siano bravi a ottimizzare i loro prodotti. Parliamo di un titolo con una grafica e un gameplay che sarebbero stati considerati vecchi anche sulla scorsa generazione di console, quindi è inammissibile un prodotto del genere, oltre ad essere venduto a cifre piuttosto alte, sia stato, effettivamente, commercializzato. Su PlayStation Vita il titolo non merita nemmeno di essere considerato “gioco”; piuttosto, sarebbe meglio definirlo come “Scorrimento di immagini con funzionalità interattive di dubbia utilità” data la pochezza di frame che lo caratterizza sulla handheld di Sony. Personalmente, e più che da redattore ve lo dico da amico, evitate più che potete il gioco su questa console e, se proprio non potete farne a meno, pensate di virare l’acquisto sulla versione PS4. Sarà forse per la mia natura maschile, ma su di me i feromoni di Houdai hanno sortito l’effetto opposto a quello desiderato da INTI CREATES, ossia disprezzo e repulsione.

Videogiocatore da molto, forse troppo tempo. Amante di tutto ciò che è giapponese, compresi i JRPG e il sushi... Soprattutto il sushi.