Sony acquista Crunchyroll: ecco cosa potrebbe succedere

Sony ha confermato di aver acquisito la piattaforma di streaming Crunchyroll per 1,175 miliardi di dollari. Analizziamo le potenziali conseguenze di questo evento

Sony acquista Crunchyroll: ecco cosa potrebbe succedere

Poco più di un mese fa, la notizia della possibile acquisizione di Crunchyroll da parte di Sony, giunta alle sue fasi finali, ha avuto una grande risonanza nel mondo degli anime e dello streaming, per via del notevole impatto di un evento del genere nel settore in esame. Nei giorni scorsi è arrivata, infine, la conferma: Crunchyroll è diventato di proprietà del colosso giapponese. Analizziamo perciò quali conseguenze potrebbe avere questo avvenimento per un settore sempre più in crescita, anche nel nostro paese.

Prima di proseguire, parliamo brevemente delle parti in gioco in questo processo. Sulla prima, e più importante, pensiamo ci sia poco da dire. Sony è uno dei colossi mondiali dell’elettronica di consumo (e non solo), e quest’anno è stato protagonista del lancio – non privo di problemi e difficoltà – della sua ultima console casalinga: se volete sapere cosa pensiamo di PlayStation 5, qui trovate la nostra recensione. Non è la prima volta che Sony prova a entrare di prepotenza nel mercato dell’animazione giapponese, come avremo modo di spiegarvi fra poco.

Crunchyroll, fondata nel 2006 da un gruppo di laureati dell’Università di Berkeley, fra cui Kun Gao (l’attuale CEO), è un’azienda che licenzia, pubblica e distribuisce prodotti legati al mondo dell’intrattenimento quali anime, manga e drama. La maggior parte di voi la conosce sicuramente grazie alla sua piattaforma di streaming, dove ogni stagione vengono trasmesse in simulcast numerose serie animate, disponibili in contemporanea con il Giappone per chi è abbonato al servizio — cosa che conferisce ulteriori vantaggi — o con un ritardo di una settimana per gli utenti free. Allo stato attuale, gli abbonati paganti di Crunchyroll hanno raggiunto la quota di 3 milioni, mentre gli utenti totali hanno superato i 90 milioni.

Sony acquista Crunchyroll: ecco cosa potrebbe succedere

Oltre alle due parti direttamente coinvolte in questa acquisizione, è doveroso menzionare anche Funimation. Si tratta di un’azienda statunitense, fondata nel 1994 da Gen Fukunaga, che si occupa anch’essa dell’acquisizione e commercializzazione di materiale legato all’animazione giapponese, molto attiva soprattutto nel mondo del doppiaggio e dell’home video. Non ancora disponibile nel nostro paese, Funimation ha annunciato nel 2016 una partnership proprio con Crunchyroll, collaborazione interrotta tuttavia a seguito dell’acquisizione della piattaforma da parte di, indovinate un po’, proprio Sony. Attraverso la sua divisione Sony Pictures Television, nell’ottobre 2017 il colosso giapponese ha comprato il 95% di Funimation per 143 milioni di dollari, compiendo così un passo importante nel mondo dell’animazione in streaming.

Sony acquista Crunchyroll: ecco cosa potrebbe succedere

Le prime informazioni in merito alla trattativa in esame risalgono allo scorso agosto, quando il quotidiano online The Information riporta per la prima volta che Sony è interessata a comprare Crunchyroll con un’offerta di 1,5 miliardi di dollari, cifra “ridimensionata” a 1 miliardo da altre fonti (come Variety). La notizia riprende forza verso la fine di ottobre 2020, quando un articolo di Nikkei Asia indica Sony vicinissima all’acquisto di Crunchyroll da AT&T (proprietario di WarnerMedia) per 100 miliardi di yen, equivalenti a circa 957 milioni di dollari. Il 10 dicembre 2020 Sony conferma in modo definitivo l’acquisizione della piattaforma di streaming per la cifra di 1,175 miliardi di dollari (circa 970 milioni di euro), una somma grande quasi dieci volte tanto quella spesa per Funimation tre anni fa.

Un nuovo colosso dell’animazione?

Cosa potrebbe significare tutto questo per il mercato dell’animazione e soprattutto per noi consumatori? Molte cose, sia positive che negative. Chiaramente, tutto quello che scriveremo da qui alla fine dell’articolo rimarrà nell’ambito delle ipotesi, in attesa di scoprire quali mosse attueranno le due aziende, ma è ragionevole pensare che alcuni punti non si discosteranno troppo dalla realtà. Innanzitutto, con l’acquisizione di Crunchyroll, Sony si avvicina a un monopolio delle licenze nell’ambito dello streaming degli anime, non solo per gli Stati Uniti ma per l’intero mercato internazionale.

Oltre a Funimation, il colosso nipponico ha sotto il suo controllo anche altre compagnie di licenza e distribuzione come Aniplex, Wakanim (francese) e Madman Anime Group (australiana), e l’arrivo di Crunchyroll la pone in netto vantaggio rispetto a due avversari del calibro di Netflix e Amazon Prime Video. Se il secondo negli ultimi anni sembra aver allentato un po’ la presa per quanto riguarda le produzioni animate originali (alias in esclusiva) sulla sua piattaforma, Netflix rimane invece il rivale diretto e uno dei principali attori sulla scena anche alla luce dei recenti accordi stretti con famosi studi d’animazione quali Science Saru, MAPPA e Studio Mir. In un mercato sempre più redditizio e in crescita, specialmente nel caso di opere di grande successo (una su tutte, Demon Slayer), sarà molto interessante vedere se e quali contromisure metterà in campo Netflix alla luce dell’entrata in scena di un nuovo, temibile concorrente.

Sony acquista Crunchyroll: ecco cosa potrebbe succedere

Oltre al discorso delle licenze, l’arrivo di Sony potrebbe avere delle conseguenze sui progetti e sulle collaborazioni in atto di Crunchyroll. Nei primi mesi del 2020 la piattaforma ha inaugurato una serie di produzioni animate esclusive denominate Crunchyroll Originals, finanziate dall’azienda stessa, fra cui spiccano i primi adattamenti animati di webtoon coreani quali Tower of God, The God of High School e Noblesse. Proprio Webtoon, il celebre portale di fumetti online, e VIZ Media sono due dei partner di Crunchyroll per questa iniziativa. Sony potrebbe decidere di fermare tutto e rimescolare le carte in tavola per lanciare nuovi progetti legati al mondo dell’animazione? Solo il tempo potrà dircelo, ma qualora il successo dei Crunchyroll Originals (e simili) dovesse rivelarsi almeno all’altezza delle aspettative difficilmente vedremo Sony ostacolare i processi in atto.

È stata già confermata invece l’annessione di Crunchyroll a Funimation, ricucendo così lo strappo avvenuto due anni fa proprio a causa della stessa Sony. La sinergia tra le due piattaforme porterà indubbiamente molti benefici ai consumatori, ma sono in molti a sperare che possa essere Crunchyroll a influenzare Funimation e non viceversa, visti i commenti non proprio entusiasti di molti utenti sull’operato della seconda (che non possiamo confermare o smentire, non essendo il servizio disponibile in Italia). È lecito inoltre aspettarsi un aggiornamento dell’interfaccia di Crunchyroll, rimasta quasi inalterata nel corso degli ultimi anni, e un potenziamento delle sue infrastrutture: il fatto che l’app del servizio compaia già preinstallata su PlayStation 5 è un indice evidente di quanto Sony voglia investire in questo settore. Infine, riteniamo improbabili, almeno nel breve periodo, aumenti o in generale variazioni delle tariffe dell’abbonamento premium, che tuttavia non possiamo escludere, specialmente se accompagnate da miglioramenti nell’offerta proposta.

Ma per quanto riguarda il nostro paese? Al di là dei possibili cambiamenti citati nel paragrafo precedente, l’entrata in scena di Sony potrebbe segnare quella scossa di cui la piattaforma aveva finalmente bisogno per sbloccare l’attuale situazione delle licenze. Il catalogo italiano di Crunchyroll, infatti, rappresenta se va bene un misero 30-40% di quello degli Stati Uniti, o addirittura di altri stati europei. L’Italia è un paese notoriamente “complicato” per quanto riguarda la gestione delle licenze, e in questa sede non ci addentreremo in un’analisi più approfondita dell’argomento, anche per via delle poche competenze in materia di chi vi scrive. Tuttavia, da inguaribile ottimista, è lecito sperare che l’acquisizione da parte di Sony possa permettere agli utenti di Crunchyroll, almeno quelli paganti, di accedere a un catalogo di serie e altri prodotti animati ancora più ampio e variegato di quello attuale.

Con questo articolo abbiamo fatto un riassunto di tutto quello che è successo in merito all’acquisizione di Crunchyroll da parte di Sony, abbiamo descritto le principali parti in gioco e abbiamo fatto alcune ipotesi su quali conseguenze potrebbe avere questo evento per il mercato mondiale dell’animazione. Quando un colosso entra di prepotenza in un nuovo settore è facile cedere al pessimismo per l’insorgere di un possibile monopolio, ma è altresì fuori discussione che le finanze e la visibilità di Sony potrebbero avere molti risvolti positivi per un mercato sempre più in crescita. Non ci resta dunque che attendere ulteriori notizie e vedere quali saranno le mosse di Sony e Crunchyroll, adesso che la trattativa è andata in porto.

Figura mitologica, ossessionata da tutto ciò che proviene dal Giappone, che ama districarsi abilmente fra mille impegni e buoni propositi che non realizzerà mai. Quando non impugna un controller, si diletta a guardare anime e leggere manga di dubbio gusto. Tendenzialmente ti vuole bene, soprattutto se gli parli delle serie Trails, Ys e Utawarerumono.

1 commento

  1. Spero che Crunchy continui con gli original, webtoon o no che siano, altrimenti rovineranno tutto. La maggior parte dei Crunchyroll Original, pur non essendo esente da difetti (ovvero il famigerato effetto-riassuntone delle trasposizioni), è comunque molto migliore della maggior parte degli anime originali commissionati da Netflix. Con la competenza maggiore che Crunchyroll ha in campo anime e un budget superiore fornito da Sony, i Netflix Original non reggeranno la concorrenza (non che la reggano neanche adesso, lol).
    Spero anche in doppiaggi in italiano, possibilmente ben fatti, e che non esagerino con la CGI.
    La branca anime di Netflix per reggere la concorrenza dovrebbe cambiare mentalità e capire quello che piace davvero agli appassionati, invece di continuare a produrre “anime” in CGI, insipidi polpettoni di azione-fantascienza stile Sword Gai, Revisions eccetera, o adattamenti indegni come 7 Seeds (affidare la trasposizione animata di uno degli shoujo più belli di sempre alla GONZO, che ha sì un passato glorioso, ma è ormai finita in rovina già da ben prima del 2019? Ma seriamente?); oppure lasciarle perdere e puntare esclusivamente ad accaparrarsi l’esclusiva streaming per le serie più succose.

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