Re:ZERO Starting Life in Another World 2 – Recensione della prima parte

La nostra recensione della prima parte della seconda stagione di Re:ZERO Starting Life in Another World, adattamento della Light Novel isekai

Re:Zero Starting Life in Another World 2 - Recensione della prima parte

Se c’è una serie animata giapponese che più di tutte quest’anno ha subito l’influenza della pandemia ancora in atto, un colpo quasi fatale a una lavorazione che già di suo deve aver avuto molti problemi, quella è senza dubbio la seconda stagione di Re:ZERO – Starting Life in Another World. Originariamente prevista per la primavera di quest’anno, la serie doveva essere la naturale prosecuzione della nuova messa in onda della prima stagione in versione Director’s Cut avvenuta nel periodo precedente, quello invernale, caratterizzata da alcuni piccoli cambiamenti e soprattutto da un finale fedele a quello dei romanzi. Purtroppo l’arrivo della pandemia, che ha costretto lo staff a lavorare in smartworking a partire dal quinto episodio (come confermato dal direttore delle animazioni), ha determinato il rinvio della seconda stagione a luglio 2020 suddivisa in due blocchi. Il secondo andrà in onda a partire da gennaio 2021, portando così a compimento i 25 episodi annunciati del nuovo adattamento del romanzo di Tappei Nagatsuki e Shin’ichirō Ōtsuka.

Nell’articolo sulle mie prime impressioni della seconda stagione di Re:ZERO, mi sono espresso in maniera molto positiva e fiduciosa sul ritorno di uno degli anime fantasy più apprezzati, ma anche controversi, degli ultimi anni. Adesso che sono giunto al termine dei primi 13 episodi disponibili in streaming su Crunchyroll, nonostante le avversità incontrate e in attesa del prosieguo che avrà l’arduo compito di chiudere il cerchio, non posso che confermare ancora una volta l’ottimo lavoro svolto dallo studio White Fox nell’adattamento di uno dei pochi isekai davvero meritevoli in mezzo alla marea che ha invaso gli scaffali delle librerie giapponesi (e non solo) negli ultimi anni. Al netto di qualche difetto che non compromette la godibilità della serie.

  • Titolo originale: Re:ZERO kara Hajimeru Isekai Seikatsu 2nd Season
  • Titolo inglese: Re:ZERO -Starting Life in Another World- Season 2
  • Uscita giapponese: Estate 2020
  • Uscita italiana: Estate 2020 (Simulcast)
  • Piattaforma: Crunchyroll
  • Genere: Fantasy, Drammatico, Azione
  • Numero di episodi: 13
  • Durata: 24 minuti
  • Studio di animazione: White Fox
  • Adattato da: Light Novel
  • Lingua: doppiaggio giapponese, sottotitoli in italiano

Abbiamo recensito Re:ZERO -Starting Life in Another World- Season 2 tramite piattaforma streaming Crunchyroll.

Darker than black

Per maggiori informazioni sulle numerose opere che compongono il vasto media franchise di Re:ZERO vi rimando all’articolo con le prime impressioni menzionato in precedenza, ma facciamo comunque un ripasso della trama per contestualizzare la recensione. Raccomando ancora una volta di non proseguire la lettura se non avete terminato la prima stagione dell’anime – o non conoscete gli eventi grazie alle opere cartacee – onde evitare spoiler sul relativo finale.

Re:ZERO Starting Life in Another World 2 - Recensione della prima parte

Dopo aver sconfitto ed eliminato la Balena Bianca e l’arcivescovo dell’accidia Petelgeuse Romanee-Conti, portando in salvo la dolce Emilia e gli abitanti del villaggio di Irlam, il protagonista Subaru – NEET giapponese trasportato nel regno fantastico di Lugnica per motivi misteriosi, come in ogni isekai che si rispetti – non può ancora cantare vittoria e godersi il meritato riposo assieme alla sua amata. A causa dell’arrivo di una terribile minaccia, Subaru rimane l’unico a ricordarsi di Rem, la dolce domestica dai capelli blu che cade in un sonno profondo da cui sembra impossibile risvegliarsi. Questo e altri eventi costringeranno Subaru ed Emilia ad affrontare nuovi nemici e prove durissime che porteranno alla luce il lato più oscuro del mondo in cui vivono.

La seconda stagione di Re:ZERO introduce infatti un tono molto più dark rispetto alla prima, che già proponeva qualche momento abbastanza cupo e violento. Non ci troviamo di fronte a un nuovo Berserk o nulla di simile: la serie ha sempre fatto dell’equilibrio fra il lato artistico vivace e colorato – senza dimenticare il character design di Ōtsuka che aderisce in pieno ai canoni del moe – e la durezza di molti passaggi uno dei suoi principali punti di forza, senza che i secondi sfociassero in un inutile autocompiacimento dell’autore relativo alla tortura del povero protagonista.

Re:ZERO Starting Life in Another World 2 - Recensione della prima parte

Anzi, ogni morte e successivo reset temporale di Subaru, potere “gentilmente” concessogli dalla Strega della Gelosia Satella, sono serviti per plasmare la sua evoluzione e la sua crescita come personaggio. Come ho già avuto modo di esporre durante le mie prime impressioni, Subaru è diventato un protagonista davvero convincente, maturo e più affidabile, eccentrico ma mai sopra le righe, con il quale è facile creare empatia. Ad affiancarlo nella maggior parte degli episodi stavolta troviamo il personaggio più interessante introdotto in questa nuova stagione, Echidna. L’affascinante Strega dell’Avidità, che gioca un ruolo fondamentale negli sviluppi della trama, ha incontrato sin da subito il favore degli appassionati ed è diventata in breve tempo una delle best girl della stagione estiva da poco conclusa.

Tante domande, ma nessuna risposta

Dal punto di vista narrativo questo nuovo arco di Re:ZERO, il quarto della storia raccontata nelle light novel, espande ulteriormente il background e la caratterizzazione di Lugnica, il regno fantasy in cui hanno luogo tutte le vicende. Un mondo così incantevole all’apparenza ma in realtà spietato e pieno di insidie, come chiunque abbia visto l’episodio 8 della stagione si sarà reso conto. Purtroppo questa prima parte soffre di tutti limiti legati al suo essere… una prima parte!

Re:ZERO Starting Life in Another World 2 - Recensione della prima parte

Al termine dei 13 episodi lo spettatore viene lasciato con molte domande e pochissime risposte, anzi quasi nessuna, rimandando la risoluzione di tutti i misteri alla restante seconda metà. Come se non bastasse, i progressi svolti da Subaru e i suoi alleati sono davvero miseri e, senza fare troppi spoiler, all’atto pratico la stagione termina quasi nello stesso modo con cui è cominciata. Questo mi permette di parlare di un altro dei problemi della serie: il ritmo. In questa prima parte abbiamo infatti numerosi dialoghi e poca azione, con i primi necessari per lo sviluppo della trama e delle molte novità legate alla lore e al background, mentre la seconda è limitata a pochi ma ben piazzati momenti di grande intensità. Ciò nonostante, chiunque abbia apprezzato la prima stagione di Re:ZERO amerà anche questa, e sono certo che tutti i nodi verranno al pettine nel prosieguo che si preannuncia davvero esplosivo.

Tecnicamente, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria in atto, la serie si difende bene rappresentando un netto miglioramento rispetto alla qualità media dell’iterazione precedente, caratterizzata da un numero elevato di episodi con disegni e animazioni ai limiti dell’accettabile. Qui abbiamo invece un comparto grafico degno del materiale di partenza, che non presenta particolari picchi ma nemmeno cali per l’intera durata e che spero si mantenga così anche nei restanti 12 episodi. Ottimo l’accompagnamento musicale di Kenichiro Suehiro, così come le sigle di apertura e chiusura, spesso sacrificate per aumentare il minutaggio a disposizione. Assolutamente impeccabile, infine, il doppiaggio giapponese che vede il ritorno di tutti i doppiatori della prima stagione, ma a spiccare è la nuova entrata Maaya Sakamoto. La sua performance nei panni di Echidna è senza ombra di dubbio una delle migliori dell’anno.

L’isekai che vorrei sempre

Re:ZERO Starting Life in Another World 2 - Recensione della prima parte

La seconda stagione di Re:ZERO – Starting Life in Another World, o meglio la sua prima metà, ripaga ampiamente i fan del franchise che hanno dovuto attendere quattro anni per un sequel animato, ma al tempo stesso li costringe ad aspettare di nuovo (meno tempo, fortunatamente) per il prosieguo che porterà a termine tutti i punti aperti di questo nuovo arco narrativo. La serie conferma ancora una volta l’impegno dello staff e dello studio White Fox nel regalare agli appassionati il miglior adattamento possibile di una delle light novel fantasy più amate degli ultimi anni, e si caratterizza per un tono più cupo e maturo rispetto al passato, nonché per una narrazione a tratti discontinua che sacrifica l’azione e i combattimenti favorendo al suo posto la caratterizzazione del mondo e dei personaggi.

Solo i restanti 12 episodi sapranno dirci con certezza se ci troviamo di fronte a un seguito superiore sotto ogni punto di vista, ma nel frattempo non posso che consigliare la visione della serie a tutti gli appassionati del fantasy giapponese, a patto ovviamente di recuperare la prima stagione disponibile su Crunchyroll anche nella versione Director’s Cut.

Un seguito imperdibile

Figura mitologica, ossessionata da tutto ciò che proviene dal Giappone, che ama districarsi abilmente fra mille impegni e buoni propositi che non realizzerà mai. Quando non impugna un controller, si diletta a guardare anime e leggere manga di dubbio gusto. Tendenzialmente ti vuole bene, soprattutto se gli parli delle serie Trails, Ys e Utawarerumono.

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