Nintendo produrrà meno Switch a causa della carenza di chip

Nintendo produrrà meno console a causa della carenza di chip

Non c’è fine alla crisi dei semiconduttori che sta flagellando tutto il mercato dell’elettronica ormai da più di un anno. Iniziato come una diminuzione dell’offerta dovuta alla chiusura delle fabbriche e al Coronavirus, con i produttori di chip costretti a chiudere per mesi e mesi, la carenza di chip si è allungata a causa di mancanza di materie prime, di spazio nelle fabbriche e di una domanda che aumenta sempre più e a cui le aziende come TSMC e simili proprio non riescono a far fronte.  Nel mercato PC, questo ha portato ad un aumento vertiginoso del prezzo dei componenti, mentre in altri ha portato ad un drastico rallentamento della produzione, come nel settore automobilistico, con intere linee che lavorano a meno della metà del proprio regime. Anche le console stanno soffrendo di questa mancanza, e vediamo tutti i risultati che questo sta avendo sull’approvigionamento di PlayStation 5 e di Xbox Series S|X. Anche Nintendo, nella giornata di oggi, è stata costretta a gettare la spugna: secondo un report di Nikkei Asia, infatti, in questo anno fiscale si produrranno decisamente meno console Nintendo Switch.

Nello specifico (ricordiamo che l’anno fiscale giapponese è diverso da quello occidentale, e finisce a marzo 2022), l’azienda di Kyoto aveva previsto di produrre circa 30 milioni di Nintendo Switch fra il 2021 e il 2022, inclusi il modello OLED e Lite. Questa previsione è stata però ridotta a circa 24 milioni di unità. Questo effettivamente vorrà dire che verranno prodotte circa il 20% di Nintendo Switch in meno, e ancora non sappiamo per quanto durerà questo brutto periodo. La produzione ridotta non sembra essere motivata da una diminuzione della domanda, infatti Nintendo Switch al momento sta ancora dominando le classifiche di vendita rispetto ai competitor.

Costruire fabbriche per produrre semiconduttori è un processo molto lungo ed incredibilmente dispendioso, che richiede anni e svariati miliardi di dollari. Proprio per far fronte a questa crisi e per ridurre la propria dipendenza dalla Cina e da Taiwan per ottenere dei componenti ormai così essenziali nella vita di tutti i giorni, diversi governi mondiali si stanno adoperando per dotarsi di ulteriori fabbriche di produzione di semiconduttori e processori: sembra che Intel, per esempio, stia valutando l’Europa come possibile sede di una grossa azienda manifatturiera per i propri chip.

Fonte: Nikkei Asia via Siliconera

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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