The Good Life – Recensione

Recensione di The Good Life su Nintendo Switch, titolo rilassato e open world nonché ultima fatica di Hidetaka Suehiro, in arte SWERY

The Good Life, la recensione di Akiba Gamers

“Ti stai facendo i copponi”: tipica espressione dialettale che sta ad indicare che il tuo interlocutore si sta indebitando pesantemente. Ed è con questa frase che si può riassumere l’ultima fatica dello studio di sviluppo White Owls, The Good Life, finanziato da una campagna su Kickstarter e finalmente uscito lo scorso 15 ottobre. E non perché SWERY, alias di Hidetaka Suehiro e autore di questo videogioco, debba dei soldi a qualcuno, ma perché è il leitmotiv che spinge la protagonista del titolo a fare… beh, tutto! Prendiamoci una vacanza nelle campagne di Rainy Woods e vediamo come procede il suo tentativo di ripagare ciò che deve.

The Good Life - Recensione

  • Titolo: The Good Life
  • Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: Avventura
  • Giocatori: 1
  • Publisher: White Owls, Playism, Active Gaming Media
  • Sviluppatore: White Owls
  • Lingua: Giapponese, Inglese (testi, doppiaggio)
  • Data di uscita: 15 ottobre 2021
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno

Abbiamo Recensito The Good Life con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da White Owls tramite PLAYISM.

La Bella Vita

L’inizio della nostra bucolica avventura coincide con l’arrivo della giovane fotografa investigativa Naomi Hayward nello sperduto villaggio di Rainy Woods, “il posto più felice del mondo“, mandata lì dalla sua agenzia con lo scopo di scoprire le motivazioni dietro questa nomea affibbiata alla cittadina. Nonostante la protagonista non sia evidentemente tipa da vita in campagna, accetterà di malavoglia questa missione per ripagare l’ingente debito che ha con i suoi datori di lavoro. Questo, come dicevamo precedentemente, è il filo conduttore di tutta l’avventura. Ogni attività secondaria che svolgeremo all’interno del gioco, infatti, avrà il duplice scopo di migliorare le condizioni di vita di Naomi, dai progetti di ristrutturazione della sua villetta diroccata al rinnovamento del suo guardaroba, e di farle restituire i soldi che deve.

Ma torniamo alla trama: una volta arrivata, Naomi incontrerà una misteriosa ragazza su una sedia a rotelle, prima tra tutta una sequela di strani e peculiari personaggi con cui nel corso della storia potremo interagire e potremo imparare a conoscere. La cittadina più felice del mondo non è però ciò che sembra. Dopo pochissime ore infatti Naomi scoprirà il primo strano segreto di Rainy Woods: di notte gli abitanti si trasformano in cani e gatti, perdendo poi i ricordi di quanto accaduto il mattino seguente. La stessa protagonista, proseguendo nel gioco, acquisirà il potere di trasformarsi in entrambi gli animali, acquisendo capacità peculiari in ogni trasformazione: per esempio, in forma di gatto potrà arrampicarsi su determinati palazzi, e in quella di cane seguire le tracce odorose grazie all’olfatto ipersviluppato. Ma le stranezze non si fermeranno di certo qui. Un misterioso omicidio infatti darà il là ad una serie di eventi su cui la reporter sarà chiamata a investigare.

E forse quel che cerchi neanche c’è!

Come ogni buon open world che si rispetti, però, The Good Life non è solo trama principale. Il grosso del gioco è dato dall’esplorazione di Rainy Woods e dei suoi dintorni, e dallo svolgimento di tutta una serie di missioni e attività secondarie. E qui comincia anche la sfilza dei difetti che il gioco offre. Fin da subito, aprendo la mappa, noteremo che il villaggio di Rainy Woods è solo una piccola parte del mondo di gioco, che si dipana in ambienti campagnoli di ogni genere. Le distanze da coprire però sono grandi, e tutto per scoprire che fuori dal villaggio la cura con cui la routine dei personaggi è stata creata viene decisamente meno. Infatti, se all’interno del paesino noteremo che i personaggi non giocabili, sempre pronti a darci compiti ingrati o a venderci qualsiasi cosa, si muovono con un determinato criterio dato dall’ora del giorno o dalla missione che abbiamo attivato, nelle campagne circostanti questa attenzione verrà assolutamente a mancare. E sono proprio le missioni secondarie il successivo tasto dolente della produzione.

The Good Life - Recensione

Per la maggior parte del tempo saremo difatti costretti a correre a destra e a manca alla ricerca di uno tra i parecchi materiali esistenti, tra piccoli insetti, piante, funghi e chi più ne ha più ne metta, per far felice qualche abitante e racimolare qualche spicciolo e qualche possibilità di ristrutturare casa nostra. Purtroppo questi compiti sono parecchio noiosi e ripetitivi, e vengono rallegrati solo dalle tante battute sagaci e sarcastiche della nostra protagonista abituata ai comfort della città. Il resto delle attività, seppure sulla carta relativamente interessanti, ci vengono gettate addosso tutte insieme nei primi minuti di gioco, e potrebbero farvi perdere la voglia di esplorarle tutte al meglio. Per esempio, molto interessante è la possibilità, grazie al social media ingame Flamingo, di diventare degli influencer di successo e, indovinate un po’, guadagnare qualche altro spicciolo. La giornalista infatti, grazie alla sua fida macchina fotografica, avrà modo di scattare e pubblicare foto, seguire le tendenze tramite gli hashtag di successo e guadagnare like e follower, e di conseguenza denaro.

Potremo poi notare una insolita e interessante meccanica, quella della divisione degli abitanti in cani e gatti, due veri e propri clan inconsapevoli, e avvicinandoci più agli uni o agli altri (tramite un sistema di punti che aumenteranno se, per esempio, parleremo con una persona dell’uno o dell’altro gruppo come prima cosa al mattino, o se di notte interagiremo con l’uno o con l’altro animale) verranno sbloccate missioni secondarie uniche. Allo stesso modo, i santuari dedicati a cani e gatti ci permetteranno di fare offerte all’uno o all’altro clan, altra attività che ci avvicinerà alle controparti animalesche degli abitanti del villaggetto, così come di ottenere determinate missioni secondarie da affrontare e, cosa più importante, di teletrasportarci da una parte all’altra dell’immensa mappa di gioco. Potremo inoltre coltivare piante nel nostro giardino, da ristrutturare come tutto nella nostra proprietà, girare per negozi e comprare una moltitudine di cibi, materiali e oggetti in generale. Tutto questo servirà per migliorare le nostre statistiche e le nostre condizioni. La protagonista infatti avrà dei valori di attacco per le pochissime porzioni di combattimento, oltre che dei valori di energia, fame e sonno, da ricaricare mangiando e dormendo per evitare di finire in ospedale e spendere in cure mediche i pochi soldi che ci ritroveremo in tasca. Per non parlare del valore di resistenza, che ci impedirà di scattare per più di qualche secondo e appesantirà quella che è giù una fase di esplorazione non proprio splendente. Insomma, a Rainy Woods (e dintorni) potrete trovare una montagna di cose da fare, a patto di non annoiarvi nel frattempo.

Cheese!

Per quanto riguarda la parte tecnica, il gioco è esattamente ciò che, guardando un trailer, ci si aspetterebbe. La grafica è simile a quella di un cartone animato e aiuta a rendere perfettamente i tratti dei personaggi, grazie a spigoli e curve, facendo sorridere il giocatore ad ogni stramba espressione facciale. Il risvolto della medaglia è però un’ambientazione semplice, senza fronzoli e senza particolari dettagli, con una certa sfocatura su ogni cosa che non sia direttamente punto focale di attenzione: le facce dei personaggi durante i dialoghi, per esempio, risulteranno più o meno messe a fuoco, mentre i loro vestiti inspiegabilmente no. tutto questo si aggiunge a problemi di compenetrazioni, di espressioni statiche e di animazioni sempre uguali tra loro, oltre a cali di frame rate, almeno su Nintendo Switch.

The Good Life - Recensione

Il tutto corredato da errori sparsi qui e lì, come nelle caselle di testo. Insomma, un lavoro abbastanza approssimativo, che rende l’esperienza di gioco di The Good Life notevolmente più esasperante e meno divertente. Anche il comparto sonoro, nonostante non sia da buttare, è facilmente dimenticabile, e non riesce a sollevare l’opera di SWERY. Ultima ed ennesima pecca, il gioco è disponibile solo in lingua inglese e giapponese, e non è possibile scegliere di avere l’audio di una lingua e i sottotitoli dell’altra. Per farla breve, vi sembrerà di giocare ad un gioco di qualche generazione fa, con i problemi tecnici e grafici che magari all’epoca non notavate, ma che al giorno d’oggi sono diventati impossibili da ignorare.

A chi consigliamo The Good Life?

Onestamente, mi sento di consigliare questo titolo unicamente a giocatori con una grandissima pazienza all’attivo. Se cercate qualcosa di attivo per sfogare le frustrazioni di una giornata scolastica o lavorativa, lasciate perdere. Questo titolo vi porterà solo altro nervoso. Se invece siete cittadini alla ricerca di un titolo in cui scoprire le gioie e i dolori di una vita in campagna, allora questo è ciò che fa per voi. La misteriosa trama inoltre rende l’opera adatta agli amanti della narrativa e a chi gioca poche ore al giorno, il tutto però solo se siete avvezzi alla lingua inglese, unica disponibile oltre al giapponese.

  • Trama avvincente e strutturata
  • Molte meccaniche interessanti…

  • …Forse troppe, sfruttate poco e male
  • Comparto tecnico e grafico pessimo
  • Impossibile cambiare indipendentemente lingua del sonoro e dei testi
The Good Life
3

La vita di campagna non è questo granché...

Che dire, se siete arrivati fin qui nella lettura, avrete capito che la nuova produzione di SWERY non è degna di questa generazione di videogiochi. Al netto di una trama comunque interessante e misteriosa, il tutto viene rovinato da… beh, quasi tutto il resto. Le missioni secondarie sono noiose e inutilmente complicate da portare a termine, a causa della mancanza di indizi fondamentali nelle missioni di ricerca, per dirne una. Le fasi di esplorazione risultano pesanti e inutilmente rallentate dal valore della resistenza e dall’immensità di una mappa in cui, a conti fatti, non c’è molto. La restante sequela di attività e di accorgimenti, seppure sulla carta interessanti come l’inserimento di un social network simile a Instagram e della divisione tra cani e gatti degli abitanti, purtroppo vengono sfruttati male a dir poco, e il tutto a volte vi sembrerà inutilmente complicato, specie all’inizio del gioco prima di prendere la mano con tutte le meccaniche. I poteri di trasformazione della protagonista e la imponente dose di battute e sarcasmo purtroppo non riesce a pareggiare queste problematiche, senza contare gli evidenti limiti tecnici e grafici che inficiano la già difficile esperienza di gioco. Insomma, la trama risulta essere interessante, ma per arrivare alla fine di The Good Life dovrete davvero armarvi di pazienza, e il sottoscritto ha finito su questo titolo tutta quella del 2022.

Dai fantasy agli anime, dai manga ai videogiochi, cerca ancora un equilibrio tra storie fantastiche e dura realtà… preferendo su tutto un piatto di lasagne.

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