Deadpool Samurai – Recensione

Abbiamo recensito la miniserie manga dedicata a Deadpool, che strizza l’occhio agli scenari e agli stereotipi dei fumetti made in Japan

Deadpool Samurai – Recensione del primo volume

Il grande successo del mercato dei manga e il continuo amore del pubblico mostrato verso il fumetto giapponese non è passato inosservato agli occhi della Marvel che negli ultimi tempi si è aperta a diverse collaborazioni con alcune delle case editrici nipponiche più famose. Ad esempio, quest’oggi, vi andremo a raccontare di Deadpool Samurai, edito qui da noi da Planet Manga e nato dall’unione delle forze della Casa delle idee e Shonen Jump Plus. Come si intuisce dal titolo, quindi, il protagonista del manga è il famoso mercenario chiacchierone e chi, d’altronde, meglio di lui sarebbe riuscito a calarsi nei panni deliranti e fuori dalle righe degli shonen? Non solo, come ci lascia intuire la cover del primo volume dell’opera, omaggio a Demon Slayer, l’intento di Deadpool Samurai è quello in primis di prendere in giro i capi saldi dell’industria dei manga come Dragon Ball, My Hero Academia e compagnia bella.

Deadpool Samurai – Recensione del primo volume

  • Titolo originale: デッドプール:SAMURAI (Deadpool: SAMURAI)
  • Titolo italiano: Deadpool Samurai
  • Uscita giapponese: dicembre 2020
  • Uscita italiana: 16 febbraio 2023
  • Numero di volumi: 2 (completo)
  • Casa editrice: Panini Comics
  • Genere: Azione/ Commedia
  • Disegni: Hikaru Uesugi
  • Storia: Sanshiro Kasama
  • Formato: 13×18, brossurato
  • Numero di pagine: 224

Abbiamo recensito Deadpool Samurai tramite volume stampa fornitoci da Panini Comics.

Una comicità sopra le righe

La prima impressione, leggendo il manga, è quella che Deadpool Samurai sia un classico shonen di serie B, con Deadpool che riesce abilmente a tramutarlo in un gag manga con però dei combattimenti degni di nota. L’opera, dunque, si apre proprio con il mercenario chiacchierone intento a fermare un’organizzazione malvagia che starebbe creando una sorta di siero del super soldato, in grado di mutare in un mostro colui che ne viene infettato. Le battute si aprono già a partire dalla terza pagina quando il protagonista, rigorosamente in taxi, chiede di addebitare il prezzo della corsa a Kodansha, facendoci intuire fin da subito il motivetto della miniserie: Deadpool, infatti, non solo sa di trovarsi in un fumetto, ma sa persino di essere di stampo Marvel e solamente “prestato” a Jump. Nel corso della lettura, infatti, saranno diverse le volte in cui le due realtà fumettistiche verranno nominate e derise dal nostro eroe mascherato.

Inoltre, a differenza di tanti altri gag manga (i quali presentano storie autoconclusive ad ogni capitolo) Deadpool Samurai ha una propria storia che, per quanto priva di colpi di scena memorabili, risulta godibile e continuativa. A dare il via alla trama saranno due altre vecchie conoscenze di casa Marvel, ossia Captain America, alias Steve Rogers e Iron Man, alter-ego di Tony Stark. I due Vendicatori stanno osservando le gesta del mercenario quando decideranno di proporre a Deadpool un accordo, entrare nella divisione giapponese degli Avengers, la Samurai Squad. Il protagonista dapprima rifiuterà sperando in futuro di poter collaborare con la vera formazione dei Vendicatori, per poi accettare appena Tony gli svelerà l’offerta economica.

Tanti eroi Marvel per questa miniserie!

Ovviamente nel gruppo l’ex Arma X non sarà solo ma avremo una versione femminile ed originale dell’Uomo Ragno chiamata Sakura Spider-Man e che si scontrerà subito con Deadpool a causa del suo carattere a dir poco irritante. I due sventeranno un rapimento contro dei semplici malviventi mettendo in mostra le loro capacità. Deadpool inoltre mostrerà, anche a chi non conosce il suo passato in Marvel, la sua invulnerabilità imitando (e fallendo) la schivata all’indietro celebre di Matrix. Qui, infatti, i proiettili lo perforeranno in più punti, ma grazie al suo fattore rigenerativo l’eroe non accuserà minimamente il colpo e riuscirà in questa sua prima missione. Il ruolo dell’antagonista in questo stravagante spinoff verrà ricoperto da Loki, il quale prima tenterà di riportare il mercenario fra le fila dei villain per poi combatterlo al seguito del suo rifiuto. Saputa dell’intromissione di Loki in Giappone (colpevole della crescente ondata di violenza nella Nazione) Cap suggerirà ai due eroi di reclutare nuovi membri per la Samurai Squad. Proprio in questo frangente faremo la conoscenza del secondo personaggio originale del manga, la idol Neiro, la quale possiede un simbionte con cui è in completa sintonia. Deadpool e Sakura, dunque, dopo aver assistito al concerto della giovane, proveranno a raggiungerla nel suo camerino fingendosi i suoi genitori… come andrà il piano e se riusciranno a formare la Samurai Squad potrete scoprirlo leggendo i due volumi!

Deadpool Samurai sa prendersi poco sul serio

Giudicare quest’opera è tutt’altro che semplice. Come ogni parodia non si può limitare il tutto ad una trama banale, pur supportata da ottimi disegni, perché il cuore pulsante del manga è Deadpool stesso, non ciò che lui fa. Devo dire però, allo stesso tempo, che vederlo rompere la quarta parete in ogni singola pagina ha iniziato presto a stufarmi. Anche perché, ad essere onesto, mi aspettavo qualcosa di più divertente piuttosto di scenette “sceme” (come l’atterrare con le parti intime sulla faccia di Loki). Certe cose mi sono sembrate davvero infantili e le uniche citazioni degne di nota o, che perlomeno ho colto io, sono praticamente solo quelle che ho citato sopra, o quella riferita a Broly di Dragon Ball.

Davvero troppo poco per un fumetto venduto con la premessa di parodizzare i mostri sacri del genere. Lo stesso protagonista, inoltre, svaluta spesso e volentieri il lavoro fatto dagli sceneggiatori e dagli editor dell’opera trovando, ad esempio, la scelta di inserire il Dio dell’inganno una mera “commercialata”, come se gli stessi autori si rendessero conto che senza i vari personaggi Marvel l’opera sarebbe finita presto nel dimenticatoio. Passando al lato tecnico del manga, Deadpool Samurai è in grado di catturare il lettore grazie a una geniale scelta delle copertine: è uno dei pochi casi dove la decisione relativa alla copertina regular, a mio parere, è addirittura migliore di quella della variant, nonostante quest’ultima presenti una colorazione davvero particolare. Per quanto riguarda il prezzo inoltre è perfettamente in linea con gli altri prodotti della casa editrice. Un plauso, infine, va fatto anche al disegnatore Hikaru Uesugi, in grado di riprodurre alla perfezione sia le scene d’azione tipiche degli shonen che i personaggi, i quali sembrano venuti fuori dai più famosi shojo.

Deadpool Samurai è l’ennesimo intreccio tra personaggi Marvel e orientali, che punta ad ampliare la platea di pubblico. Una parodia che punta al cuore dei lettori con battute, gag, comicità e grazie all’amato anti-eroe a ad una combriccola di personaggi pescati dai fumetti. Un viaggio avventuroso per riuscire a creare la divisione giapponese degli Avengers, la Samurai Squad!

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A chi consigliamo Deadpool Samurai?

Il manga funziona praticamente solo come lettura leggera e per chi, magari, cerca di fare un salto dalla Marvel ai manga, scegliendo di iniziare con qualcosa di familiare. Altro punto a favore è la breve durata, dato che Deadpool Samurai è composto solamente da due volumi da 5,20 euro l’uno. Di conseguenza consigliamo questa mini serie solamente a chi si è appena approcciato al mondo dei manga e a chi era già fan del mercenario chiacchierone.

  • Una lettura semplice senza molte pretese che prova a divertire i più giovani

  • L’eccentricità di Deadpool a volte sarà decisamente troppo pesante
  • I personaggi originali hanno troppo poco spazio e si limitano ad essere degli stereotipi manga
Deadpool Samurai
2

Deadpool non fa centro!

Deadpool Samurai non è brutto, anzi, paradossalmente il suo essere così mediocre e scialbo lo rende una grande occasione persa per vedere ancora i fumetti americani e giapponesi mescolarsi. Purtroppo però la scelta di focalizzare tutta l’attenzione sull’umorismo dell’eroe non ha pagato, anzi, secondo me c’è un vero e proprio problema di target: alternare delle battute sui maniaci che molestano le idols e scene simil-splatter a battutine per i più piccoli è probabilmente troppo strano.

 

Sceneggiatore e giornalista, passa le sue giornate a leggere e scrivere manga, la sua più grande passione.

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