BERSERK and the Band of the Hawk – Recensione

KOEI TECMO GAMES e Omega Force lanciano un nuovo titolo del franchise Warriors ispirato a un’altra celebre opera giapponese: BERSERK and the Band of the Hawk

BERSERK and the Band of the Hawk - Recensione

Orfano,raccolto da un violento mercenario che lo inizierà all’arte della guerra, Guts incrocerà il suo destino con quello della Squadra dei Falchi. Qui conoscerà Griffith, con il quale legherà un sentimento quasi fraterno, Caska, la donna della quale si innamorerà, nonché i compagni d’armi con i quali instaurerà una profonda amicizia. L’ambizione di Griffith, tuttavia, porterà quest’ultimo ad essere torturato quasi fino alla morte. Dopo un salvataggio eroico da parte della Squadra dei Falchi, incapace fisicamente e mentalmente di raggiungere il suo sogno, Griffith deciderà di sacrificare ai demoni il suo esercito, diventando uno dei cinque della Mano di Dio, Femto. Dalla carneficina si salveranno solo Guts (che perderà un braccio ed un occhio) e Caska, violentata da Femto e ridotta alla pazzia. Cercando disperatamente un modo per far tornare la ragione alla sua compagna, Guts vivrà braccato dai demoni un’esistenza tutt’altro che tranquilla e, diventato un mietitore di demoni con lo pseudonimo di “spadaccino nero”, vivrà con l’unico scopo di vendicarsi di quella tragica Eclissi.

Kentaro Miura è un famoso mangaka che sta portando avanti un’opera dal 1989. Un’opera che parla di amicizia, fiducia, amore, tradimenti e guerra e che rimescola tutti questi termini interpretandoli spesso e volentieri in un modo violento e malato. In uno scenario fantasy, tra uomini, demoni, elfi e streghe, si svolge Berserk, la storia del nostro protagonista, lo spadaccino nero Guts, del suo percorso di crescita da mercenario a sterminatore di demoni e di tutte le figure, alleate o malevole, che incrocerà sul suo cammino.

  • Titolo: BERSERK and the Band of the Hawk
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, Steam
  • Genere: Hack and slash
  • Giocatori: 1
  • Software house: KOEI TECMO GAMES
  • Sviluppatore: Omega Force
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 24 febbraio 2017
  • Disponibilità: retail (solo PS4), digital delivery
  • DLC: costumi alternativi e scenari extra a pagamento
  • Note: disponibile in Giappone come Berserk Musou, anche su PS3

Forti di una notevole esperienza con trasposizioni di anime e manga in forma di videogioco, KOEI TECMO GAMES e lo studio di sviluppo Omega Force hanno deciso di unire uno dei pezzi forti del loro repertorio, i cosiddetti Musou con il contorto e oscuro mondo di Berserk. Questa, nonostante il gioco sia da poco uscito sulle nostre sponde, è una recensione che mi appresto a scrivere dopo averne testato a fondo anche la versione giapponese uscita lo scorso ottobre, visto che da buon fan della serie ne ho acquistata una copia durante il “Grosso Guaio a Ikebukuro” con gli Akiba Gamers ma, vuoi per poco tempo, vuoi per altri giochi con alta priorità di recensione, ho dovuto rimandare fino ad ora queste mie impressioni. Ho giocato ai precedenti titoli per PlayStation 2 e Dreamcast basati su Berserk rimanendone all’epoca decisamente stregato, in particolare dall’ultimo titolo disponibile per la console SEGAGuts’ Rage. Siete curiosi di sapere se “consacrerò” o meno il titolo di KOEI TECMO GAMES ispirato alla favola di Kentaro Miura? Vi invito allora a proseguire nella lettura, che vi prometto procederà spedita, a differenza del manga stesso.

Escalabar, Escansbar, Eschizbul, Escanza

In seguito ad uno splendido filmato in CGI entreremo nel menu principale, tramite il quale potremo affrontare varie modalità. La più classica delle modalità, ovvero la Storia, ci permetterà di rivivere le avventure di Guts e compagnia cantante, dai suoi esordi come mercenario fino a quasi al punto in cui l’opera si è interrotta, attraverso missioni giocabili che saranno intervallate da scene animate tratti dagli ultimi film animati de L’epoca d’oro. Purtroppo, nonostante l’opera originale sia momentaneamente germa, non è presente in maniera completa nei canoni in cui è narrata, tralasciando alcuni episodi come quello di Lucine e molti altri, e a mio avviso queste dimenticanze sono un peccato.

Come piacevole intermezzo invece, durante le missioni potremo scambiare qualche chiacchiera con i nostri compagni, osservando piacevolmente la bellezza dei modelli poligonali e la bravura dei seiyuu. Inoltre, la “Free Mode” ci permetterà di affrontare le missioni completate in precedenza utilizzando altri personaggi, mentre la modalità “Eclipse” è una sorta di Survival Mode nella quale dovremo completare alcune missioni fino all’ultimo piano disponibile, stando attenti alla nostra barra della vita, che potrà essere ripristinata solo salendo di livello durante la discesa infernale. Devo dire che la modalità Eclipse offre una sfida valida, al contrario dello Story Mode che rimane troppo facile, anche alla massima difficoltà.

Era l’insegna della locanda “Il Girarrosto”, sponsor ufficiale di quel concorrente

Come ogni Musou che si rispetti, avremo a disposizione un’attacco debole e uno forte, con varie combinazioni ottenibili salendo di livello; infatti in questo particolare Warriors potremo contare su alcuni elementi RPG inseriti per cercare di personalizzare un minimo i propri personaggi e variare leggermente lo stile di gioco. I nostri guerrieri potranno infatti salire di livello e potremo fornire loro equipaggiamento che troveremo durante le missioni o dal mercante, di solito presente prima di affrontare una missione. Gli equipaggiamenti potranno essere successivamente migliorati, a patto di trovare i materiali necessari per poterlo fare e ovviamente i materiali più rari saranno la ricompensa per i nemici più duri che ci troveremo ad affrontare.

Come prevedibile non sarà possibile compiere azioni come il salto, ma potremo utilizzare alcune armi secondarie come i coltelli da lancio di Judo, frecce, dardi o “la bomba di Maradona” presente nel braccio meccanico di Guts. Uccidendo nemici (e in questo titolo posso affermare che i nemici presenti sullo schermo mi sono sembrati moltiplicati rispetto ai precedenti Musou che ho potuto giocare) potremo far caricare la barra del Berserk che, una volta piena, ci permetterà di resistere agli attacchi deboli e di caricare un’altra barra necessaria a scatenare i devastanti attacchi speciali, piuttosto spettacolari da vedere. Anche i modelli poligonali sono eccellenti e vedrete i vostri eroi sporcarsi di sangue durante le fasi più concitate della battaglia.

Ferroni da stiro a carbonella di piombo fuso

The Band of the Hawk, ovviamente, offre anche altro rispetto all’uccidere inermi soldati e demoni: completando alcune missioni o sconfiggendo speciali nemici infatti potremo raccogliere i Bejelit. Le contorte e misteriose “uova” infatti ci permetteranno di sbloccare elementi della galleria, presente anche in questo titolo e contenente numerose immagini, le biografie dei personaggi e altro ancora. Il titolo di Omega Force, comunque, non offre nulla di nuovo rispetto alla storia dell’opera di Kentaro Miura, se non qualche dialogo esclusivo tra i personaggi protagonisti, che in qualche modo risulta utile per ingannare l’enorme attesa alla quale Miura ci ha abituati da anni per la stesura anche di un solo capitolo. Il comparto audio è invece ottimo, oltre ai suoni e alle voci originali possiamo deliziarci con alcune musiche bellissime, come quella dell’Eclipse Mode o quella di Guts appena indossa l’Armatura del Berserker. Inoltre, i personaggi che potremo utilizzare sono tanti e ben bilanciati, chi non ha mai voluto, da fan di Berserk, poter scatenare l’estrema violenza di Zodd? Oppure, parlando di esperienze personali, posso dire di aver adorato la caratterizzazione di Serpico, senza ombra di dubbio il mio personaggio preferito all’interno dell’opera. Ora, purtroppo, andrò ad analizzare i numerosi difetti del gioco in esame.

Tieni merdaccia, marrano, plebeo!

Il difetto più grande di BERSERK and the Band of the Hawk, per mio sommo dispiacere, è la quasi totale assenza di gore. Stiamo parlando di Berserk ragazzi, mica della Melevisione. Semplicemente gli effetti di luce presenti nei precedenti Musou sono stati sostituiti con degli schizzi di sangue. Ok, bellissimo, ma dove sono le mutilazioni, le viscere a mezz’aria, lo splatter visto in titoli analoghi come Ken’s Rage? Completamente assenti. Questo fatto mi ha lasciato davvero una delusione immensa, sommato inoltre ai difetti provenienti dai giochi della medesima tipologia: la noia nel fare sempre le stesse cose, la longevità non troppo esaltante e un pessimo utilizzo della telecamera. Considerando che ho potuto acquistarne una copia usata per circa 30 euro in Giappone a un mese dalla sua uscita credo che anche i giocatori nipponici se ne siano resi finalmente conto.

A chi consigliamo BERSERK and the Band of the Hawk?

Consiglio BERSERK and the Band of the Hawk solamente ai fan della tipologia hack and slash e in particolare ai fan di Berserk, visto che son passati più di dieci anni dal titolo per il Dreamcast, che preferisco di gran lunga a questo nonostante i numerosi difetti. Coloro che cercano un gameplay profondo o un’esperienza di gioco duratura farebbero meglio a stare alla larga da questo titolo.

  • Finalmente un nuovo gioco di Berserk!
  • Buon sistema di crescita del personaggio
  • Ottimo il comparto audio
  • Tanti personaggi giocabili

  • Annoia dopo poco tempo
  • Gore quasi completamente assente
  • Poche novità rispetto ad altri Musou
  • Frammenti di storia inspiegabilmente assenti
BERSERK and the Band of the Hawk
3.2

Lo consacro.

Scelgo di sacrificare BERSERK and the Band of the Hawk perché spero possa, in un futuro abbastanza lontano ed improbabile, diventare qualcosa di meglio con un eventuale sequel. Le basi ci sono, ma con esse ci sono pure i difetti che caratterizzano da sempre i giochi del franchise che risponde in Giappone al nome di Musou. KOEI TECMO GAMES e Omega Force dovrebbero pensare prima di tutto che non bastano tanti personaggi e ottimi modelli poligonali uniti al nome Berserk per fare un titolo memorabile. Non è di certo un brutto titolo, ma ci lascia con l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere, con piccoli ma opportuni miglioramenti e idee che non sono state, purtroppo, prese in considerazione. E ribadisco ancora una volta che un gioco di Berserk senza mutilazioni è come Shu di Hokuto no Ken sorpreso a guardarsi un porno.

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.