Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

SEGA ci regala una nuova avventura con Kiryu protagonista. Anzi, Joryu. La nostra recensione di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name!

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

Negli ultimi anni la saga di Yakuza, nota adesso come Like a Dragon in linea con la nomenclatura giapponese, ha visto il suo periodo di massimo splendore, ma parlando sinceramente mai mi sarei aspettato di poter giocare un nuovo titolo della serie a cadenza annuale. Figuriamoci due nello stesso anno. Se l’ultima volta vi ho parlato dello spin-off Like a Dragon: Ishin! — disponibile dallo scorso febbraio e da pochi giorni anche su Xbox Game Pass — oggi è il turno di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name, un episodio intermedio che ci mette ancora una volta nei panni di Kazuma Kiryu, il Drago di Dojima. O per meglio dire di Joryu, agente speciale per la misteriosa Daidoji che ha rinunciato al suo nome e al suo passato.

Come se non bastasse, Like a Dragon Gaiden — oltre che essere un episodio della serie di tutto rispetto — contiene al suo interno un ghiotto antipasto di ciò che ci attende il prossimo gennaio, una demo speciale di Like a Dragon: Infinite Wealth. Ma scopriamo insieme cosa vi aspetta questo 9 novembre.

Attenzione però, vi consiglio di saltare il prossimo paragrafo dedicato alla trama del gioco se non avete avuto modo di portare a termine gli eventi di Yakuza 6: The Song of Life e Yakuza: Like a Dragon.

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

  • Titolo: Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name
  • Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC (Steam, Microsoft Store)
  • Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: SEGA
  • Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku Studio
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 9 novembre 2023
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: personaggi aggiuntivi da usare nell’Arena
  • Note: include una speciale demo di Like a Dragon: Infinite Wealth accessibile dopo aver completato il gioco principale

Abbiamo recensito Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da SEGA tramite PLAION.

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Like an Agent

Dopo gli eventi di Onomichi narrati in Yakuza 6: The Song of Life, Kazuma Kiryu ha dovuto inscenare la sua morte per proteggere i suoi cari: i bambini del Morning Glory, Haruka e il piccolo Haruto. Per farlo ha accettato l’aiuto proprio dell’individuo che è riuscito a smascherare, promettendogli tuttavia di non svelare il segreto di Onomichi. Il Drago di Dojima è morto quel giorno, su quel letto di ospedale. La sua vita adesso è consacrata a Daidoji e il suo nome in codice è Joryu.

Nonostante la scomparsa di Minoru Daidoji, la fazione che porta il suo nome ha continuato ad agire nell’ombra, con Joryu come agente al suo servizio. Confinato all’interno di un tempio dove ha imparato il nuovo stile di combattimento, che fa utilizzo di gadget come il potentissimo filo del ragno, il suo unico contatto con il mondo esterno è Hanawa, l’uomo che gli affida ogni missione. Tuttavia, durante la prima a cui prenderemo effettivamente parte nel gioco, succederà qualcosa di imprevisto e l’esito della stessa verrà compromesso: qualcuno ha riconosciuto in Joryu, il redivivo yakuza leggendario.

Kiryu in meditazione - Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

La trama di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name comincia dove il sesto capitolo numerato ci ha lasciati e segue in qualche modo la storia di Yakuza: Like a Dragon (Ryu Ga Gotoku 7) dal punto di vista dello storico protagonista della serie. Cosa è successo a Kiryu mentre Ichiban ha vissuto la propria odissea a Yokohama e quali eventi hanno portato Daigo Dojima e Masaru Watase, leader del Clan Tojo e dell’Alleanza Omi, a sciogliere il proprio impero malavitoso, come abbiamo visto nel gioco precedente? Sono tutte cose che scopriremo avanzando nella trama di Gaiden, ma non sono gli unici eventi a cui prenderemo parte.

Like a Dragon Gaiden

Like a Guardian

Il patto stretto con Daidoji non è per niente piacevole da rispettare. “Joryu” è costretto a passare le sue giornate meditando, quando non è in missione, ed è costantemente osservato dagli agenti della corporazione. Non può svelare ad anima viva la sua vera identità e farà di tutto per tentare di proteggere il suo segreto. Dopo una breve introduzione ambientata nell’Isezaki Ijincho di Yokohama, già ampiamente esplorata nel Like a Dragon precedente e in LOST JUDGMENT, il teatro delle vicende si sposterà fino ai titoli di coda a Sotenbori, il quartiere di Osaka che abbiamo imparato a conoscere e amare in Yakuza 0 e Yakuza Kiwami 2.

Durante le indagini nei panni di Joryu ci imbatteremo in un personaggio chiave di Like a Dragon: Gaiden. Si tratta di Akame, una donna che in qualche modo è diventata il “Fiorista” di Sotenbori, il cui scopo è quello di offrire aiuto ai senzatetto e a tutti i cittadini bisognosi. In cambio, si fa aiutare da loro a costruire una rete di informazioni di cui può servirsi per numerosi scopi. In Joryu la bella Akame troverà un valido braccio destro e, offrendogli il suo aiuto per introdursi nel Castello (di cui vi parlerò più avanti) chiederà in cambio di svolgere una serie di missioni e di aiutare i cittadini durante le passeggiate di pattuglia.

È proprio all’interno del covo di Akame che potremo accedere alle “Substory” di questo capitolo, chiamate Richieste. Dovremo parlare con Akame per accettarle e seguire il segnalino che comparirà sulla mappa. Il nostro scopo sarà quello smascherare truffatori ansiosi di mettere le mani su un orfanotrofio in fallimento, punire teppisti che maltrattano gattini randagi, trovare le sette sfere del drago, mettere a tacere le bande criminali che infestano le strade della città, oppure incontrare volti noti come la vecchia obatarian Etsuko e, come già anticipato dal Ryu Ga Gotoku Studio prima dell’uscita del gioco, alcuni apprezzatissimi cameo dalla serie di Judgment.

Kaito da Judgment

A queste, che sono vere e proprie missioni, si aggiungono degli incarichi più rapidi da portare a termine, definiti “passeggiate di pattuglia”. Nella mappa di Sotenbori troveremo personaggi contrassegnati da icone come un punto esclamativo oppure un pugno che richiedono la nostra assistenza. Nel primo caso dovremo aiutarli a recuperare oggetti con il nostro Ragno, trovare persone scomparse o fotografare determinate zone della città, nel secondo dovremo semplicemente risolvere la situazione di pericolo con la forza bruta che ci contraddistingue.

In entrambe le tipologie di missioni e incarichi accumuleremo, oltre che denaro, i punti che serviranno a far salire di livello l’agenzia di Akame e sbloccare nuove funzionalità. Da lei potremo acquistare oggetti speciali o finanziarla per ottenere potenziamenti e agevolazioni. Potremo andare a bere con Akame, che ci confiderà i suoi segreti e svelerà il suo passato, approfondendo il rapporto con lei fino a poterla invitare a giocare con noi a uno dei minigame disponibili, oppure a cantare “Like a Butterfly” al karaoke sfoggiando gli occhiali da sole più tamarri del nostro repertorio.

Like a Spider

Avendo per protagonista Kazuma Kiryu, sebbene adesso abbia rinunciato a questo nome, il sistema di combattimento di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name torna action come quello dei capitoli precedenti, o come la saga di Judgment. In maniera analoga a Yakuza 0 avremo a disposizione due stili di combattimento. Il primo di cui potremo disporre sin da subito, sarà quello da agente Daidoji, mentre il secondo sarà quello da yakuza. Se in quest’ultimo caso ci ritroveremo immediatamente a nostro agio con il moveset più utilizzato dal Drago di Dojima nel corso della saga, il secondo sarà invece totalmente inedito.

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

Lo stile agente è composto da arti marziali dal ritmo rapido e pericoloso che, sebbene non sia in grado di arrecare i danni dello stile più brutale, è in grado di bloccare i nemici tramite combo devastanti. La peculiarità di questo stile, tuttavia, è l’utilizzo dei gadget a nostra disposizione, a cominciare dal filo in dotazione sin dall’inizio, il Ragno, per finire con quelli che ci fornità Mizorogi, uno degli alleati di Akame. Questi prendono il nome di altri tre animali: Calabrone, Lucciola e Serpente.

Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

Il Ragno, che utilizzeremo anche durante l’esplorazione per recuperare oggetti nascosti (o durante la storia principale come fa Batman con il suo rampino), avrà una funzione vitale nelle battaglie contro i nemici numerosi. Tenendo premuto cerchio (su PlayStation) potremo lanciare il filo e accalappiare uno o più nemici, a seconda dello stato di avanzamento delle abilità, e scaraventarli contro gli elementi di scenario o contro altri nemici, provocando loro ingenti danni e, in fasi più avanzate, causandone il K.O. istantaneo. Il Calabrone altri non è che uno sciame di droni che potremo invocare tenendo premuto il tasto triangolo, più o meno numerosi a seconda delle abilità apprese, che ci difenderanno e attaccheranno il nemico più vicino tenendolo impegnato. La Lucciola, che ci fornirà la vecchia della tabaccheria, è una vera e propria sigaretta esplosiva che potremo lanciare tenendo premuto quadrato, che causerà piccole esplosioni in grado di danneggiare tutti i nemici nell’area, ma personalmente è il gadget che ho apprezzato di meno in termini di utilità.

A chiudere questo poker di oggetti è il Serpente, ovvero le scarpe a reazione di cui verrà dotato Joryu e che ci permetteranno di scorrazzare a tutta velocità durante le battaglie per investire i nostri nemici con violenza inaudita: decisamente utile nelle battaglie contro gruppi di nemici, avrei apprezzato la possibilità di utilizzarlo anche per spostarci in giro per le strade durante la semplice esplorazione, un po’ come Yagami utilizzava lo skateboard a Yokohama. Il sistema di combattimento è stato inoltre arricchito con la possibilità di contrattaccare le heat action nemiche con la pressione del tasto cerchio con il giusto tempismo, nonché con la possibilità, se saremo abbastanza abili, di effettuare il “juggling” coi nemici arrecandogli danni mentre rimangono fermi a mezz’aria. Come si suol dire, se Kiryu non va da Tekken, Tekken va da Kiryu.

L’immancabile lista di abilità da apprendere che incrementeranno la nostra forza, energia, indicatore heat e quant’altro sfrutterà — come già accadeva in Yakuza 0il denaro al posto dei punti esperienza. Tuttavia, se inizialmente sarà difficile riuscire ad accaparrarci una discreta dose di yen necessari a potenziare il nostro Joryu, una volta approdati al Castello fare soldi diventerà davvero un gioco da ragazzi.

Like a King

Come sempre, non possiamo parlare di Yakuza (anche se adesso si chiama Like a Dragon) senza parlare di minigiochi e attività secondarie con cui distrarsi dall’avventura principale e dalle missioni secondarie. All’interno di Gaiden troveremo molti dei minigame che abbiamo già avuto modo di provare negli ultimi prodotti del RGG Studio, come alcuni dei giochi del Club SEGA (Virtua Fighter 2, Fighting Vipers, Motor Raid e altri ancora) a cu i si aggiunge l’inedito SEGA Racing Classic 2, nonché il Master System già visto nell’ufficio di Yagami e per il quale troveremo varie cartucce spasse per la città. A questi si aggiungono classici come mahjong, oicho-kabu, poker e blackjack, ma anche graditi ritorni come freccette, biliardo e golf. Il karaoke di Sotenbori metterà a nostra disposizione ben sei canzoni, fra cui figurano Baka Mitai, TONIGHT, Hands e Like a Butterfly, una versione moderna della Ichizu Samurai vista in Ishin! e un brano inedito chiamato Sayonara Silent Night.

Sayonara Silent Night

Piccola rivoluzione invece per il cabaret club, che questa volta troveremo in due differenti location e che utilizza filmati girati con vere attrici al posto dei soliti modelli poligonali. Tra le varie modelle presenti non si può non riconoscere e apprezzare la streamer Kson, che ha messo a disposizione la sua simpatia e il suo carisma per uno dei suoi franchise preferiti. Completando al massimo il legame con una delle ragazze, come già sappiamo, sbloccheremo un filmato “finale” nel quale il nostro Joryu entrerà in intimità con essa — ma non aspettatevi di vedere nulla di particolarmente piccante. Di certo non siamo ai livelli del gestionale che abbiamo avuto modo di vivere in occasione di Yakuza 0 e Kiwami 2, ma si lascia giocare più che volentieri. Tra le strade di Sotenbori troveremo anche un café che ospiterà gare di Pocket Circuit con le quali Joryu amerà ricordare i bei tempi andati: potremo costruire le nostre auto e vincere tornei, sfidare i rivali che troveremo in giro per la città e tornare a dominare le piste.

Ryuji Goda?

È lui o non è lui…?

L’impegno maggiore da parte del team di sviluppatori, tuttavia, è stato riposto nella location del Castello, una sorta di Shangri La che si trova a bordo di una gigantesca nave a largo delle coste del Giappone controllata dalla clan Kijin dell’Alleanza Omi, a cui l’accesso è garantito solo per pochi eletti. Nel Castello troveremo varie attrazioni come il casinò e il secondo cabaret club, ma fra tutti non posso che citare la boutique, il luogo in cui potremo acquistare vestiti e accessori con cui personalizzare l’aspetto di Joryu per tutto il gioco. Al suo interno troveremo vari completi, ma anche costumi speciali come quello di Goro Majima e il testone della mascotte Ono Michio. Potrete persino truccare Joryu da attore kabuki o da clown, vestirlo in maniera estremamente trash, ma fate attenzione: la boutique del castello è l’unico luogo in cui potremo cambiarci d’abito e a volte durante la storia il Castello non risulterà accessibile. Avrei certamente preferito poter cambiare d’abito Joryu in qualsiasi momento dal menù principale, così come accade per il normale equipaggiamento che influisce sulle statisiche di battaglia, ma purtroppo a volte ci ritroveremo ad avanzare nella trama principale con un look decisamente inadatto all’occasione.

La funzione principale del Castello però è quella di ospitare una rinnovata Arena in cui i migliori guerrieri del mondo si sfidano all’ultimo sangue e senza esclusioni di colpi. Rispetto alle altre iterazioni di questo minigame, l’arena di Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name è stata arricchita con diverse modalità e tipologie di scontri. Potremo utilizzare Joryu o uno qualsiasi dei personaggi a nostra disposizione — nel DLC troveremo Majima, Daigo e Saejima — per scalare la vetta del più forte negli scontri uno contro uno o uno contro orde di nemici. Infine, potremo formare la nostra squadra, in maniera simile al Clan Creator visto in altri episodi, per affrontare team di nemici sempre più pericolosi. I nostri alleati saliranno di livello e di legame con il nostro protagonista e fra loro troveremo volti nuovi ma anche vecchie conoscenze, come Gary Buster Holmes, Susumu Gondawara, il venditore di armi Kamiyama oppure la copia sputata di Ryuji Goda. Completando gli incarichi di Akame potremo aggiungere nuovi personaggi alla nostra squadra, fra cui alcuni volti noti provenienti da un certo gioco del medesimo developer che i fan più fedeli apprezzeranno di sicuro.

Joryu e Hannya

Like a Boss

Ho avuto modo di giocare in anteprima Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name in versione PlayStation 5 e di portarlo a termine in circa una ventina ore, completando la trama principale formata da soli cinque capitoli e quasi tutti gli incarichi e le sfide dell’Arena. Le passeggiate di pattuglia e minigame come il cabaret club e il Pocket Circuit richiederanno ancora qualche ora per essere completati al 100%, ma in linea generale ci troviamo di fronte a un volume di contenuti abbastanza ridotto rispetto a un capitolo principale della serie. La trama si svolge parallelamente all’avventura di Ichiban e ci traghetterà fino all’inizio dell’ottavo capitolo con una demo speciale che potremo sbloccare dopo aver completato la campagna principale, e di cui vi parlo in un apposito articolo.

Kirui vestito da Majima

Diversamente da Yakuza: Like a Dragon l’unica opzione grafica a disposizione di Gaiden sarà la scelta di attivare o disattivare l’HDR, non è presente infatti la scelta fra modalità risoluzione e frame rate. Il titolo gira a 60fps senza cali di sorta e i caricamenti sono decisamente rapidi, anche in seguito agli spostamenti a bordo del taxi. Il doppiaggio giapponese è sempre di ottimo livello, ma non ho avuto modo di saggiare quello inglese perché verrà aggiunto gratuitamente dopo il lancio del gioco. Per quanto concerne la traduzione italiana, inizialmente ho dovuto fare i conti con alcune problematiche, ma in corso d’opera è stato rilasciato un corposo aggiornamento che ha migliorato alcuni aspetti dell’adattamento e corretto tutti gli errori in cui mi ero imbattuto in precedenza.

A chi consigliamo Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name?

Sebbene il Ryu Ga Gotoku Studio abbia progettato Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name per essere un ulteriore punto di ingresso nella saga da parte dei nuovi fan, il mio consiglio è quello di recuperare tutti i precedenti capitoli con Kiryu protagonista e giocare, prima di Gaiden, anche il settimo episodio con Ichiban protagonista. Nonostante la durata risicata rispetto agli altri titoli, The Man Who Erased His Name risulta importante ai fini della trama generale e probabilmente sarà l’ultima volta in cui vedremo il Drago di Dojima nel suo massimo splendore, prima di ciò che lo aspetta alle Hawaii in Like a Dragon: Infinite Wealth. Anche questo capitolo, come i più recenti, è stato tradotto in italiano in tutti i suoi testi.

Kiryu di schiena - Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name – Recensione

  • Un gradito ritorno a Sotenbori
  • Minigiochi, attività secondarie e lo stile agente
  • Contiene una demo speciale di Infinite Wealth
  • Copre tutti i retroscena di RGG7 dal punto di vista di Kiryu…

  • …O quasi. Alcuni vengono solo raccontati tramite brevi dialoghi
  • La trama principale dura solo pochi capitoli
  • Impossibile cambiarsi d’abito fuori dal Castello
Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name
4.4

Un emozionante intermezzo

Inizialmente progettato per essere solo un DLC e sviluppato in soli sei mesi, Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name ha finito col diventare un capitolo importante per le vicende dell’universo del Ryu Ga Gotoku Studio. Collegandosi al finale di Yakuza 6: The Song of Life, ci mostra cosa è successo a Kiryu dopo che ha rinunciato alla sua vita e alla sua identità per proteggere i suoi cari e ci porterà verso un finale pregno di lacrime che, se da una parte chiude in maniera magistrale il capitolo dedicato al Drago di Dojima, dall’altra anticipa ciò che vedremo fra meno di tre mesi in Like a Dragon: Infinite Wealth, a cui l’eroe del clan Tojo prenderà parte nel ruolo di comprimario. Non fate l’errore di lasciarvi sfuggire questa nuova iterazione della saga, nonostante in Occidente venga distribuita solo in formato digitale. Un consiglio personale: preparate i fazzoletti per l’emozionante finale.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

2 commenti

  1. ciao
    secondo te è possibile giocare Gaiden senza aver fatto nessun altro Yakuza? sicuramente si perderà qualcosa, ma l’esperienza risulta comunque comprensibile e godibile oppure serve proprio aver giocato i capitoli 6 e 7 a cui si collega?

    Rispondi
    • Ciao Nemo,
      è possibile, il RGG Studio ha fatto in modo che sia un nuovo punto di ingresso nella saga, come il settimo, che faccia conoscere Kiryu anche a chi ha cominciato o vuole cominciare col “soft reboot” di Yakuza: Like a Dragon. Però secondo me ti perderesti moltissimo di quello che è successo in passato, l’intera epopea di Kiryu merita di essere vissuta, prenditi il tuo tempo e comincia dal principio, non te ne pentirai.

      Rispondi

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