BATMAN NINJA – Recensione

Warner Bros. dà nuova vita al Cavaliere Oscuro rivoluzionandone i tratti distintivi con un lungometraggio che lascia nel passato le tinte dark in favore di scenari del periodo Edo

BATMAN NINJA - Recensione

Nell’ormai lontano 1966 arrivava sugli schermi delle famiglie americane quella che tutt’oggi è considerata una delle serie cult “supereroistiche” più popolari: Batman con Adam West, che ha scagliato il personaggio di di Bob Kane e Bill Finger nell’olimpo della cultura pop occidentale. Di tempo da allora ne è passato e il Cavaliere Oscuro è stato fin troppe volte rivisitato e svecchiato con serie animate e film, che passano da capolavori indimenticabili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del medium come i lungometraggi di Tim Burton (1989) o la trilogia del cavaliere oscuro di Christopher Nolan (2005-2012) a pellicole che al contrario hanno allontanato drasticamente gran parte della fanbase dal personaggio.

BATMAN NINJA - Recensione

Warner Bros. e DC Entertaiment, avvalendosi della collaborazione di alcuni importanti nomi del panorama nipponico, si cimentano in quello che può essere visto come un esperimento riuscito in parte: BATMAN NINJA, film d’animazione giapponese del 2018 diretto da Junpei Mizusaki (Le Bizzarre avventure di JoJo) e scritto da Kazuki Nakashima (Kill la Kill).

L’incipit del film è accattivante, presentando un Batman deciso a sventare l’attacco di Gorilla Grodd ai danni dell’Arkham Asylum, manicomio criminale di Gotham City. Fallendo nel suo intento, e permettendo a Grodd di dar il via al suo esperimento, Batman si ritroverà catapultato indietro nel tempo, precisamente nel Giappone feudale, assieme ai suoi amici e ai villain rinchiusi nel manicomio. Presa consapevolezza di aver viaggiato nel tempo, Bruce viene a conoscenza grazie a Selina (Catwoman) che il suo arrivo è stato sfalsato di due anni rispetto a quello di tutti gli altri e che in quel periodo Pinguino, Poison Ivy, Deathstroke e Due Facce hanno conquistato il feudo. Ma la minaccia più temibile è il perfido Joker che, con l’aiuto di Harley Quinn, ha preso il controllo del Giappone intero. Così inizia l’avventura che vedrà il Crociato Incappucciato vestire i panni di un leggendario samurai con il compito di riportare pace nel feudo conteso dai supercriminali di Gotham.

La pellicola esordisce nel migliore dei modi, presentando un comparto visivo straordinario, che fonde sapientemente animazione tradizionale e computer grafica, lasciando anche spazio a sequenze deliziosamente acquerellate. Il tutto è guarnito da una regia dinamica, grazie alla quale i personaggi splendidamente disegnati dalla mano di Okazaki (Afro Samurai), riescono a immergersi alla perfezione nell’ambiente che li circonda. Il principale difetto di BATMAN NINJA non è da ricercarsi nel suo comparto tecnico, ma nella sua struttura narrativa, che evade prepotentemente dai limiti della sospensione dell’incredulità, presentando a schermo un intreccio che fatica a reggersi su sé stesso e che ha come colonna portante eventi completamente privi di qualsivoglia coerenza logica.

L’esagerazione di alcuni elementi della narrazione è un punto cardine dell’animazione giapponese, ma in questo contesto è tutto così forzato da sembrare quasi un gigantesco calderone dove vengono tirannicamente inseriti archetipi casuali della cultura, e nello specifico dell’animazione, giapponese. Ad aggravare la già di per sé carente narrativa, vi sono anche personaggi poco approfonditi che fanno vanto di una caratterizzazione pre-esistente, ma che al posto di esprimere il loro rinnovato potenziale si limitano ad essere macchiette, in netto contrasto con un mondo che invece è molto più che semplicemente curato.

BATMAN NINJA - Recensione

Pochi muscoli sotto l’armatura da pipistrello

Tirando le somme, BATMAN NINJA è una pellicola che fa dell’aspetto tecnico il suo punto di forza, ma che crolla su una sceneggiatura tragicamente insufficiente, vittima anche di un adattamento schiavo di manovre di mercato assai svogliate. Resta il fatto che la drastica carenza qualitativa della narrazione non vi impedirà di divertivi per tutto il tempo della visione: le battaglie a suon di katana e le magistrali scenografie vi terranno incollati allo schermo per tutta la durata del lungometraggio. Il film è di conseguenza un ottimo modo per trascorrere del tempo contemplando la bellezza delle immagini che scorrono sullo schermo senza alcuna pretesa di impegno intellettuale.

Consigliato con riserva

Cresciuto a pane e picchiaduro giapponesi, appassionato del lavoro di Hidetaka Miyazaki. Quando non rigioca alla saga di KINGDOM HEARTS, passa il tempo a difendere FINAL FANTASY XV dalle grinfie di BaSS.

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