Yashahime: Princess Half-Demon – Recensione

Il sequel di Inuysha, famosa opera di Rumiko Takahashi, si è conclusa. Avrà soddisfatto i fan?

Yashahime: Princess Half-Demon – Recensione

Si è concluso in questa stagione invernale l’attesissimo sequel di Inuyasha, ovvero Yashahime: Princess Half Demon (Yashashime: Principessa Mezzo-demone) o per usare il titolo originale, Hanyō no Yashahime. Un anime che ha portato una ventata di nostalgia a moltissimi spettatori (molti dei quali, diciamolo, già con qualche decade sul groppone) spronandoli a credere in un titolo all’altezza di quello che era stato Inuyasha nei loro ricordi. Il cuore pulsante delle serate su MTV Anime Night! Yashashime è il sequel che si meritava il franchise? Sarà riuscito a sostenere le elevate attese dei fan oppure si è trattato di un flop preannunciato? Beh, se avete seguito la serie per intero saprete già dove sto andando a parare, e tuttavia questo giudizio in parte vi stupirà.

Yashahime: Princess Half-Demon - Recensione

  • Titolo originale: Hanyō no Yashahime
  • Titolo inglese: Yashahime: Princess Half-Demon
  • Uscita giapponese: 3 ottobre 2020 
  • Uscita italiana: 3 ottobre 2020 
  • Piattaforma: Crunchyroll
  • Genere: Avventura, Azione
  • Numero di episodi: 24
  • Durata: 24 minuti
  • Studio di animazione: Sunrise
  • Adattato da: originale 
  • Lingua: Giapponese, sottotitoli in italiano

Abbiamo recensito Hanyō no yashahime tramite la piattaforma streaming Crunchyroll.

La trama di Yashahime in breve

La storia è ambientata nella stessa era di Inuyasha, una quindicina d’anni dopo ai fatti come li conosciamo. Due gemelle di nome Towa e Setsuna, le figlie di Sesshomaru e Rin, vengono separate da un incendio a soli quattro anni: una delle due, Towa, finisce nel Giappone moderno attraversando il portale dell’albero Goshinboku (dove viene adottata da Koga), mentre la sorella, Setsuna, viene allevata da alcuni mezzodemoni, per poi diventare una cacciatrice di demoni con Kohaku. Solo raggiunti i quattordici anni la ragazza ritrova il varco e ritorna nella sua epoca: qui ritroverà la sorella e incontrerà Moroa, la figlia di Inuyasha e Kagome. Le tre ragazze si troveranno così, tra vecchie e nuove conoscenze, a svolgere varie missioni di caccia ai demoni, che le porteranno non solo a potenziare le loro capacità, ma anche a interferire nei piani di un potente demone: Kirinmaru. Il tutto mentre proveranno a ricercare i loro genitori scomparsi, dei quali non hanno notizie (che è poi il motivo per cui abbiamo seguito la serie!). Se le tre protagoniste riusciranno a superare le avversità sul loro cammino lo scoprirete solo guardando la serie, in attesa del già annunciato sequel.

Yashahime: Princess Half-Demon - Recensione

Un’avventura quasi forzata

Partiamo da un presupposto: se tutti noi abbiamo iniziato a guardare Yashahime: Princess Half Demon non è stato certo perché abbiamo trovato attraenti le anteprime che erano state diffuse. Tra storia e nuovi personaggi introdotti qualche malumore si era già diffuso, e i primi episodi non hanno avuto la capacità di catturare un grande interesse, se non per la curiosità di scoprire cosa fosse accaduto ai nostri amati protagonisti al termine di Inuyasha. Un “E vissero per sempre felici e contenti nell’epoca Sengoku” forse non ci bastava! Sarà forse per la non necessità di farsi un pubblico che la trama ne risente, presentandosi senza delle reali motivazioni: non ci troviamo di fronte a un’avventura dovuta, alla ricerca dei frammenti di una sfera in possesso di demoni che tormentano i villaggi, per salvare il mondo. Abbiamo invece dei viaggi in balia degli eventi e una tragicomica riscossione di taglie (che spesso nemmeno rimangono nelle loro tasche). Una motivazione ridicola, che nulla aggiunge a quella che dovrebbe essere la missione dei personaggi… e al loro carattere: in quasi tutte le puntate né Moroa né Setsuna superano la fase della spalla superflua. Anche la stessa Towa, che dovrebbe essere la vera protagonista della serie, nonostante il buon background iniziale, finisce per scadere nel solito cliché della ragazza buona e ingenua che si sente diversa, fermandosi ad anni luce dal personaggio di Kagome.

Non come me lo ricordavo

Un secondo punto, fondamentale per molti, è per l’appunto la caratterizzazione dei personaggi. Se lo stile generale è rimasto lo stesso, con tratti e ambientazioni “invecchiate” pressoché simili a quelle dell’anime che abbiamo tanto amato, così non è stato per i personaggi, che siano nuovi o, ancor peggio, presenti nella serie originale. Tanto per farvi un esempio, sarò banale, ma io ho sempre adorato Sesshomaru: quell’alone “figo” tipico dei personaggi distaccati dalla realtà, dotati di potere e orgogliosi, ma non privi di cuore e coraggio nei momenti di necessità. Ecco, la sua figura in questa saga non è che un’ombra dei nostri ricordi, e i suoi comportamenti (almeno per ora) non rispecchiano il background creato con fatica nella precedente saga. La stessa cosa si riscontra per altri personaggi ripresi (che non cito per non spoilerare eventuali sorprese), i quali, tra fugaci apparizioni, destini immeritati e scenette che paiono viste e riviste, finiscono per essere insipidi. Alla fine la serie si presenta come una miscela delle stesse tipologie di personaggi e modelli narrativi (come l’uso delle perle dell’arcobaleno in sostituzione alla sfera di Naraku) di Inuyasha, tranciandone i fili che mantenevano l’ordine. Raggiunge quindi lo scopo di rievocare molti ricordi, ma lo fa nel modo errato.

Yashahime: Princess Half-Demon - Recensione

A chi consigliato Yashahime: Princess Half-Demon?

Vi dirò, questa domanda me la sono fatta anche io verso metà della stagione quando, per un attimo, considerai l’anime in modo distaccato: un qualcosa di già visto, banale e senza eccellenze, né grafiche né musicali (nonostante la buona colonna sonora di Kaoru Wada). Insomma, forse persino sotto la media degli anime! Eppure non si può negare che sia stato nel complesso piacevole: nonostante tutto lo studio Sunrise ha fatto un buon lavoro, e ci sono ottimi spunti narrativi, per quanto concentrati soprattutto in pochi episodi. Se infatti molte puntate appaiono inutili a livello di trama, questo non significa che non possano essere apprezzate (a loro modo). I molti misteri introdotti, che non hanno trovato spiegazione negli ultimi episodi, inducono poi ulteriore curiosità. Diciamolo, qualcosa di buono c’è, come alcuni dei nuovi personaggi, come Kirinmaru e il pirata Riku, ma non riescono a risollevare l’intera serie, che rimane aperta. Ci penserà la seconda stagione, annunciata poco dopo la fine dei 24 episodi di Yashahime: Princess Half Demon, a fornire le spiegazioni che non sono arrivate sino a ora, e speriamo, a migliorare l’opera in corso.

CrunchyrollQuesto anime è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.

  • Format semplice
  • Alcuni personaggi interessanti
  • Stile grafico e immagini classiche come ce le ricordavamo

  • Caratteri di alcuni personaggi stravolti
  • Trama a tratti noiosa e scontata
  • Troppi personaggi e scene banali
Yashahime: Princess Half-Demon
3

Ammesso con riserva

Yashahime è un anime guardabile? La risposta è sì, pur con moltissime riserve. In fondo raggiungere la sufficienza è fin troppo semplice per un anime in grado di rievocare così tanti ricordi. Le scenette ritrite, quasi copiate, le immagini classiche, le conversazioni scontate e una trama molto lineare e rivista, tra scontri con demoni, perle dell’arcobaleno e la ricerca dei genitori sono sia pecche che parti apprezzabili di quest’opera. Nonostante l’abbia seguito (a tratti) con la stessa sofferenza di SWORD ART ONLINE: Alicization – War of Underworld, non me la sentirei di sconsigliarlo a un fan di Inuyasha, se non per la curiosità anche solo di sentirsi di nuovo bambini, rievocandone i ricordi. In conclusione, Yashahime: Princess Half-Demon è il tipico anime che non aggiunge nulla di nuovo e si dilunga fin troppo in inutili teatrini, ma dotato di una semplicità che lo rende guardabile: il tipico ultimo anime dello slot settimanale “da vedere”. Non è brutto, ma non offre la frenesia e le novità alle quali siamo stati abituati negli ultimi anni. Uno schema in cui 9 episodi su 10 sono scontati o autoconclusivi, come per Sailor Moon o per lo stesso Inuyasha, che però sono rimasti nei nostri cuori. Ecco, forse la maggior pecca di Yashahime è proprio questa, aver mantenuto lo stesso format che abbiamo apprezzato da bambini per un sequel principalmente destinato agli adulti.

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

2 commenti

  1. Sia per i fan di Inuyasha, sia per chi come me segue passivamente questo pseudo-sequel soltanto perchè ai tempi ha visto l’originale e non gli è dispiaciuto, Yashahime è un disastro su tutta la linea: personaggi e spunti interessanti rovinati da una sceneggiatura assurda, trama che fa acqua da tutte le parti, troppi episodi “filler” per una serie di 14 puntate (mentre la seconda di The Promised Neverland ne ha avuti solo 11, le ingiustizie…)… Non ultimo il mancato character development di Sesshomaru che sarebbe stato obbligatorio, dal momento che si è innamorato di un’umana e ha procreato con lei, e invece nada (perfino DB Super ha saputo fare di meglio con Vegeta). L’unica cosa che si salva è la colonna sonora, bella come sempre. Eppure lo staff è quasi lo stesso dell’originale: Katsuyuki Sumisawa ha sceneggiato Gundam Wing (uscito prima di Inuyasha, tra l’altro), quindi non si può neanche dire che non sappia sceneggiare un anime originale: forse perchè gli hanno affiancato novellini non altezza e/o non c’era Masashi Ikeda alla regia? O forse perchè, a parte qualche serie di Gundam, dopo il 2008 la Sunrise ha deciso di votarsi agli otaku in cerca di waifu e non ha più tirato fuori niente di buono?
    Yashahime è “guardabile” sì, ma solo per chi ha seguito Inuyasha e soprattutto è fan del franchise, ma consiglio di guardare solo gli episodi che aggiungono qualcosa alla trama (tra l’altro svelata con lentezza esasperante nonostante la brevità della serie): se si ignorano quelli riempitivi non si perde nulla, sono perfino più inutili dei filler di Naruto. Voto 4 solo perchè è Inuyasha (che comunque per me non va oltre il 7, nei momenti migliori).

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  2. Concordo (ancora una volta) su molto.
    Come ho scritto nell’articolo, se non fosse stato per l’effetto nostalgia/mistero legato a Inuyasha e per pochi episodi degni di attenzione avrebbe preso un’insufficienza. Anche Inuyasha aveva parecchi episodi “inutili” ai fini della trama, ma si percepivano mooolto meno, forse perché, in un modo o nell’altro, portavano comunque un contributo ai personaggi, o forse perché erano comunque fantasiosi. Sta di fatto che questa serie poteva durare tranquillamente 10 episodi ed essere molto meglio, mantenendo più coerenza e un maggior focus sui nuovi personaggi e sul loro background.
    Vedremo cosa accadrà alla seconda…

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