Seven Pirates H – Recensione

eastasiasoft continua la localizzazione dei vari capitoli della serie Genkai Tokki in versione Nintendo Switch, e stavolta tocca a Seven Pirates H!

Seven Pirates H – Recensione

Dopo l’ottimo lavoro svolto per la localizzazione di Moero Crystal H, eastasiasoft ha deciso di continuare la serie Genkai Tokki portando in Ocidente anche Seven Pirates H, chiamata così la versione Nintendo Switch del capitolo mai uscito fuori dal Giappone nella sua edizione originale PS Vita. Sarà all’altezza delle aspettative? Riuscirà a farsi apprezzare nonostante gli anni sulle spalle? Issate le vele ciurma, si parte!

Colpita da una bussola piovuta dal cielo, la scaltra capitana Parute Kairi si convince di essere una prescelta e inizia a solcare il mare Monsupi con la sua ciurma in cerca di un grande tesoro, che crede di riuscire a trovare solo quando lo strumento “affidatole dal destino” inizierà a muoversi e punterà finalmente da qualche parte. Con incredulità generale, la bussola inizia veramente a muoversi e puntare verso l’alto, giusto pochi istanti prima che dal cielo cada qualcosa di sconosciuto e colpisca in pieno la giovane pirata scaraventandola in mare.

Al suo risveglio, Parute si trova faccia a faccia con una strana creatura dall’indole perversa e molesta di nome Otton, autoproclamatosi pirata veterano in possesso di una tecnica per risvegliare il potere latente nascosto nelle tette: il Booby Training! Misteriosamente però, quella che sembrava una semplice bussola rotta gettata via da qualcuno si rivela essere veramente un oggetto magico, in grado di captare dei particolari tesori e puntare verso la loro direzione. Si dice che questi tesori racchiudano un particolare potere, che venga liberato una volta che tutti e sette verranno collezionati.

Seven Pirates H – Recensione

  • Titolo: Seven Pirates H
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: RPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: eastasiasoft
  • Sviluppatore: Compile Heart, Felistella
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 12 maggio 2022
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: inclusi
  • Note: Include i vari contenuti aggiuntivi rilasciati per la versione PS Vita nel corso del tempo

Abbiamo recensito Seven Pirates H con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da eastasiasoft.

Per la serie “meglio tardi che mai“, la piccante saga videoludica Genkai Tokki è tornata a nuova vita grazie alle varie release Nintendo Switch avvenute nel corso del tempo, dove sebbene non siano partiti proprio dall’apripista (RIP Monster Monpiece), è comunque apprezzabile l’impegno mostrato nel portare, e in seguito localizzare, quantomeno i capitoli della serie in salsa RPG.

Seven Pirates H – Recensione

Prescelta dal destino

Con un traguardo ben preciso in mente, la giovane capitana Parute e la perversa creatura Otton si mettono in viaggio in cerca delle sette sfere del drago dei sette tesori che, una volta raccolti, porteranno a qualcosa di davvero importante. Le vicende iniziano all’interno della Forest of Purity, luogo dove i due sono naufragati in seguito all’impatto, nonché primo e vero dungeon che ci ritroveremo a esplorare e che ha il compito di mostrarci il cambiamento sostanziale rispetto ai precedenti due capitoli della serie: lo stile grafico. Se in Moero Chronicle Hyper e Moero Crystal H veniva proposto in tutto e per tutto un dungeon crawler in prima persona, stavolta ci troviamo davanti a un RPG più consueto e attuale con modelli 3D ed esplorazione in terza persona. Di conseguenza anche le battaglie contro i buffi H Monster e le provocanti Monster Girl, che venivano in precedenza rappresentate su schermo attraverso sprite o illustrazioni accattivanti che venivano colpite da effetti visivi dei nostri attacchi, ora sono sostituiti da fasi di battaglie vere e proprie in cui possiamo gistarci effettivamente i nostri personaggi che eseguono e subiscono fisicamente i colpi.

Non si tratta però dell’unico cambiamento apportato alla saga Genkai Tokki, in quanto quello che ha voluto fare il team di sviluppo è palesemente offrire un approccio nuovo, e non una prosecuzione con consueto miglioramento di un prodotto già consolidato. Per dirla in parole povere: dimenticate (quasi) tutto quello visto in precedenza, che si parte verso nuovi orizzonti!

Porta in alto la mano, segui il tuo capitano

Il gameplay proposto in Seven Pirates H si divide in due fasi abbastanza semplici: la prima ci richiederà di girare in lungo e in largo per la mappa del mondo con la nostra nave, sbloccando sempre nuove isole su cui scovare eventi, supporter, e ovviamente i dungeon, mentre la seconda consiste appunto nell’esplorazione dei suddetti dungeon scoperti, dove non mancheranno combattimenti con le varie creature che li popolano. Proseguire nel gioco, nella storia e nella scoperta delle isole varie non è però immediato come si può pensare, e io stesso sono rimasto molto confuso prima di capire come dovessi fare per proseguire, in quanto non viene spiegato proprio in modo chiarissimo.

Sia per sbloccare le isole che per proseguire con la storia sarà infatti necessario completare parallelamente anche alcune Richieste e sbloccare Info presenti nella categoria del menù dedicata ai Booby Kin, perché altrimenti ci si ritrova a girare in lungo e in largo con la nostra nave senza trovare dove andare, o ritrovarsi all’interno di un nuovo dungeon senza che sia presente la relativa scena evento. Nonostante questa trovata per allungare un minimo l’esperienza principale fin da subito, nel complesso è tutto davvero poco longevo, e quanto proposto si può portare a termine nel giro di qualche giorno.

Booby Training is the best Training

I personaggi che potremo reclutare come alleati in Seven Pirates H, tutti ovviamente di sesso femminile, saranno soltanto sette, ma saranno ben inglobati nella trama principale, a differenza delle precedenti iterazioni dove le Monster Girl da poter reclutare erano sì davvero tante, ma non tutte godevano di scene di introduzione degne di nota. Quello che però mi ha colpito molto a livello tecnico è il sistema di crescita dei personaggi, una meccanica in parte ben pensata che non avrebbe di certo stonato neanche nei predecessori della saga in quanto avevano un cast più corposo.

Seven Pirates H – Recensione

Le sette eroine di gioco non si svilupperanno tramite consueto level up, ma per aumentare le loro statistiche ci penserà la feature Booby Training, la stessa che vi ho citato proprio a inizio recensione. Attraverso l’uso di vari elisir, le bellissime piratesse della nostra ciurma potranno essere portate in un mini-game in cui noi giocatori dovremo interagire con i loro seni, sbloccando così il loro potenziale (anziano saggio di Dragon Ball Z spostati proprio) e facendole diventare sempre più forti. Questa meccanica andrà non solo a modificare visivamente il comparto tette delle ragazze aumentando la taglia, morbidezza, forma e altro, ma a ogni modifica corrisponderà anche un miglioramento delle varie statistiche come HP, attacco, difesa, e velocità.

Per quanto a volte la Booby Training possa essere brutta a vedersi, perché alla lunga i seni delle nostre piratesse inizieranno a deformarsi in modi abominevoli sessione dopo sessione di elisir, questa meccanica regala la possibilità a ciascuna di loro di essere tranquillamente recuperata e tornare attiva nel party in qualsiasi momento, anche se è stata a lungo inutilizzata o proprio mai presa in considerazione. Particolarità che in un gioco con sistema di level up è praticamente impensabile, dato che quando un personaggio non viene usato per un bel po’ di tempo e resta molto indietro con i livelli, tende a restare nel dimenticatoio per tutti i secoldi dei secoli a meno che non si voglia impiegare tempo per un grind assurdo.

No Horny!

Come detto in precedenza, Seven Pirates H è il primo titolo della saga realizzato come RPG in terza persona con modelli 3D, dove anche le battaglie adesso si mostrano ai giocatori in modo completo e non più solo come illustrazioni e sprite con effetti visivi dei vari attacchi. Sebbene i giocatori continueranno a trovarsi contro i particolari H Monster già visti in precedenza nella saga, dove ciascuno ha un design che richiama la sfera sessuale, le boss battle contro le Monster Girl hanno perso di mordente, salutando una volta per tutta la meccanica dello strip dei vari indumenti per lasciarle in intimo. Al suo posto, le nostre piratesse entreranno in uno stato di eccitazione ogni volta che raggiungeranno i 200 MP, sbloccando l’uso di un potente attacco speciale e proponendo giusto una piccola scenetta provocante della rispettiva ragazza. Fine.

Inutile dire che, essendo nata proprio come serie la cui particolarità stava proprio nel fanservice e tutti questi richiami al sesso, vedere il tutto così risicato all’osso finisce per farlo diventare spesso e volentieri un RPG nella media come tanti altri.

Seven Pirates H – Recensione

Quando ho detto di volere Pietro Ubaldi a doppiare qualsiasi cosa, scherzavo…

Graficamente parlando credo di aver già ripetuto fin troppe volte che, a differenza dei precedenti capitoli, stavolta viene offerta una visione generale proposta in terza persona e con modelli 3D. Un cambiamento abbastanza importante, e cercherò di spiegarmi meglio: se nei capitoli precedenti le belle illustrazioni dei personaggi e mostri continuavano a restare qualitativamente ottimi sia nella release originale PS Vita che su Nintendo Switch, e il lato dungeon crawler sta bene oggi come allora (fatta eccezione per alcuni scenari un pelino low quality) in quanto si tratta di una tipologia proprio pensata per essere proposta in quel modo, la decisione di rendere il tutto con modelli 3D poteva andare bene su PS Vita, ma su Switch nel 2022 non può che far notare una grafica abbastanza datata.

Seven Pirates H – Recensione

Non è tutto! A cambiare è stato anche lo stile artistico dei personaggi, molto più in chiave moe e abbastanza delicato, dove anche l’eroina dall’aspetto più maturo non trasmette le classiche “ara ara vibes”. Anche in questo caso ovviamente non parliamo di un lato positivo o negativo, di un elemento migliorato o peggiorato, in quanto a decidere sarà proprio il gusto dei giocatori.

L’esperienza proposta dal gioco è spalleggiata da un comparto sonoro un po’ altalenante, con alcune delle BGM molto carine ma altre abbastanza discutibili, arrivando talvolta ad affrontare boss battle dove troveremo la stessa identica canzone che, ahimé, dopo un po’ finisce per stufare. Ottimo però il lato doppiaggio, con voci che si sposano bene ai relativi personaggi, sebbene Tomokazu Sugita nei panni di Otton stavolta convince talmente poco che, in alcune fasi, sembra quasi Pietro Ubaldi. E no, non sto scherzando, a volte ho avuto seriamente l’impressione che la voce fosse la sua.

A chi consigliamo Seven Pirates H?

Un paragrafo davvero spinoso, in quanto sotto molti aspetti il tutto si riduce a “questione di gusti” per via del cambiamento della tipologia di RPG, dello stile artistico dei personaggi, e soprattutto se non vi interessa che il lato fanservice sia ridotto. Se vi piacciono gli RPG in terza persona senza tante pretese e molto tranquillo, chissà che Seven Pirates H non riesca a sorprendervi. Se preferivate la formula precedente, o quantomeno siete favorevoli a qualche cambiamento ma non in modo totale, allora meglio se vi tenete il ricordo dei vecchi capitoli.

  • Finalmente in Occidente!
  • Ottimo sistema di crescita dei personaggi
  • Giusto livello di difficoltà

  • Pochi personaggi rispetto a quanto ci ha abituato la serie
  • Probabilmente il meno hot fra i Genkai Tokki
  • La longevità lascia un po’ a desiderare
Seven Pirates H
3

Piacere di ri-conoscerti!

Seven Pirates H non rappresenta la classica continuazione di un gioco già consolidato con le consuete migliorie, ma bensì si tratta più di un nuovo approccio alla saga hot targata Compile Heart. A esser così diverso non è solo la tipologia generale di gioco, che passa da dungeon cralwer in prima persona a un più consueto e attuale RPG 3D in terza persona, ma anche gran parte delle meccaniche che hanno contraddistinto la saga Genkai Tokki fino a oggi hanno lasciato posto, nel bene e nel male, a tutt’altre. Diverso è anche lo stile artistico dei (purtroppo pochi) personaggi, proposto più in chiave moe. Con i suoi pregi e i suoi difetti, riesce a essere un gioco spensierato e senza pretese capace di regalare qualche momento in totale relax. Ma giusto qualche momento, dato che la longevità non è il suo punto forte. Per il resto, si tratta principalmente di cambiamenti e novità che non si possono qualificare più di tanto in “meglio o peggio”, ma che vanno a discrezione dei gusti del giocatore.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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