Le storie dell’orrore di Mimi – Recensione

La collana di J-POP Manga dedicata alle storie di Junji Ito si arricchisce di un nuovo volume: Le storie dell'orrore di Mimi. Ecco la nostra recensione!

Le storie dell'orrore di Mimi – Recensione

L’uscita di una nuova opera del maestro Junji Ito è sempre un evento per i fan del genere horror. Questa volta, grazie a J-POP, possiamo recuperare un manga di Ito a cui ha lavorato tra il 2002 e 2003, rimasto inedito fino ad ora, ovvero “Le storie dell’orrore di Mimi”: si tratta di un volume unico, un antologia di racconti brevi che sono stati ispirati da alcune delle leggende urbane narrate nel libro “Shin Mimibukuro”, molto celebre in Giappone.

Ai tempi della pubblicazione di queste storie, Junji Ito aveva già creato opere come Tomie e Uzumaki, ma “Le storie dell’orrore di Mimi” fu il suo primo manga a basarsi interamente su un libro. Diamo dunque un’occhiata a quest’ultima uscita di J-POP Manga, che andrà ad ampliare la sua collana Junji Ito Collection.

Le storie dell'orrore di Mimi – Recensione

  • Titolo originale: ミミの怪談 (Mimi no Kaidan)
  • Titolo italiano: Le storie dell’orrore di Mimi
  • Uscita giapponese: 2002-2003
  • Uscita italiana: 18 dicembre 2024
  • Numero di volumi: 1 (volume unico)
  • Casa editrice: J-POP Manga
  • Genere: Horror
  • Disegni: Junji Ito
  • Storia: Junji Ito
  • Formato: 15×21 brossurato
  • Numero di pagine: 226

Abbiamo recensito Le storie dell’orrore di Mimi tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da J-POP Manga.

“Poco oltre la veranda …”

Innanzitutto, introduciamo brevemente l’opera originale di riferimento: Shin Mimibukuro è un libro scritto da Hirokatsu Kihara e Ichiro Nakayama, e si tratta di un’antologia di racconti horror che fondono leggende metropolitane e fatti reali. Questa raccolta è particolarmente famosa ed apprezzata in Giappone, tanto che ha ispirato serie TV e film, come ad esempio The Haunted Apartments del 2005, mentre altri sono rimasti inediti. Il libro originale piacque particolarmente a Junji Ito, il quale decise di creare un manga che adattasse alcune delle storie, aggiungendo il suo tocco personale nella narrazione e prendendosi delle libertà artistiche per trasporle al meglio.

La protagonista di tutte le storie del volume è Mimi, una semplice ragazza che vorrebbe avere una vita normale, ma che è perseguitata da fenomeni paranormali inspiegabili: infatti, tra inquietanti coinquilini, fantasmi, spettri e strane apparizioni, Mimi non sembra avere un momento di pace. Questi strani avvenimenti non coinvolgono solo lei, ma anche la sua famiglia, i suoi amici e il suo fidanzato, il quale è convinto che ci sia una spiegazione razionale dietro a tutte questi fenomeni. Il ragazzo di Mimi farà da contrariano col suo scetticismo, ma non mancherà di aiutare Mimi in queste situazioni, la quale invece crede fermamente all’esistenza degli spiriti e delle loro maledizioni.

Questo volume unico contiene 6 storie principali, 2 racconti da poche pagine e un racconto a sé stante dopo la postfazione; ogni storia del volume presenta fenomeni abbastanza diversi tra loro, che vanno da semplici incontri con personaggi bizzarri, a veri e propri mostri deformi o spiriti di morti che tormentano i vivi.

Sebbene i racconti siano inquietanti, non si spingono mai ai soliti livelli di paura e di body-horror a cui i lettori di Junji Ito sono abituati; le storie originali hanno infatti uno stile molto classico, più vicino alle leggende urbane e alle storielle dell’orrore più leggere. Sebbene il mangaka si sia preso delle piccole libertà artistiche, si è voluto chiaramente attenere al libro originale per presentare degli adattamenti più fedeli possibili. Ciò non toglie il fascino che hanno questi racconti, capaci di offrire una buona dose di inquietudine pur mantenendo una certa semplicità.

“…Gli spiriti mi stanno guardando.”

Ogni racconto parte da una premessa abbastanza solida: un comune aspetto della vita quotidiana viene distorto e reso sconosciuto per creare angoscia nei protagonisti, che si trovano in balia degli eventi senza un apparente motivo.
Seppur presentino una struttura molto basilare, i racconti sono intriganti ed efficaci al punto giusto, e viene dato un ulteriore tocco di mistero con dei finali aperti.

Difatti, come espresso da Junji Ito stesso, le storie sembrano quasi venir “troncate” sul finale, una scelta voluta per aggiungere un senso di confusione e smarrimento dovuto alla mancanza di una spiegazione razionale degli eventi. La minaccia sembra scomparsa, facendo tirare un sospiro di sollievo alla protagonista, ma resta ad aleggiare un senso di inquietudine nel non sapere cosa potrebbe aver scatenato tale fenomeno paranormale e chi potrebbe esserne la prossima vittima.

I disegni di Junji Ito si prestano perfettamente ad ogni tipo di racconto horror, e anche questo volume non fa eccezione: il mangaka riesce sempre a colpire con il suo stile semplice e al contempo realistico, andando ad aggiungere dettagli e sfumature di chiaroscuro per rendere i mostri e gli spettri ancor più raccapriccianti, così come per enfatizzare le espressioni folli e terrorizzate dei personaggi.

A fronte del buon numero di pagine e della qualità ottima della carte (che riesce ad evitare trasparenze anche con le tavole più scure), il prezzo di 13,00 euro è abbastanza buono, mentre il design scelto per la sovraccoperta resta in linea con quello degli altri volumi editi da J-POP per la Junji Ito Collection, con la protagonista in primo piano ed il titolo del volume in basso che presenta una chiazza di sangue a decorarlo.

Il geniale Junji Ito, il maestro del J-Horror torna con una nuova appassionante antologia di racconti brevi. A ispirarlo, questa volta, alcune delle più folli e disturbanti leggende metropolitane del Giappone, descritte in prosa nel libro di culto Shin Mimibukuro, di H. Kihara e I. Nakayama. Mimi, una giovane studentessa, sembra non riuscire a tenersi lontana dalle situazioni più misteriose, danzando sulla linea sottile che separa l’inquietante dal sovrannaturale: riuscirà a uscire indenne dalla sua stessa curiosità?

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A chi consigliamo Le storie dell’orrore di Mimi?

Se siete già fan del maestro del J-horror, non c’è motivo per non aggiungere questo volume alla vostra collezione, soprattutto se già possedete uno o più degli altri manga della raccolta di J-POP. Tuttavia, se non avete mai letto opere di Junji Ito, sarebbe preferibile andarlo a scoprire con storie scritte di suo pugno, con ad esempio Tomie, ormai divenuto un classico imperdibile nel panorama dei manga di genere horror. C’è da notare però, che alcuni lettori (sia fan che non) potrebbero non apprezzare la scelta del mangaka riguardante i finali di questi racconti: come accennato prima, le storie lasciano il lettore senza una chiara spiegazione, pertanto, se preferite leggere racconti più complessi e che presentino una risoluzione vera e propria, questo volumetto potrebbe non incontrare del tutto il vostro gusto.

  • Storie classiche brevi ma affascinanti per i fan del genere
  • Ritmo della narrazione e qualità dei disegni ottima

  • La scelta dei finali “incompleti” potrebbe lasciare alcuni lettori insoddisfatti
Le storie dell'orrore di Mimi
4

Il fascino delle storie classiche

Alla base, i racconti originali del libro “Shin Mimibukuro” sono già gradevoli nella loro semplicità, ma certamente lo stile di Junji Ito li rende più coinvolgenti. Si tratta di storie classiche ma efficaci, che ancora oggi riescono ad attrarre coloro che sono affascinati dalle leggende urbane meno conosciute. Nonostante parliamo di un volume unico molto buono, non si arriva ai livelli più alti raggiunti dagli altri manga dell’autore, che si esprime al meglio nelle proprie opere originali.
La scelta di voler lasciare dei finali aperti per i racconti va a gusto prettamente personale, ed influisce pesantemente sul giudizio che potreste avere sul volume intero: se per alcuni lettori ciò potrebbe far elevare le storie, per altri potrebbe risultare frustrante e lasciare l’amaro in bocca. Che siate fan di Junji Ito o dei manga horror in generale, potreste trovare piacevole una lettura come “Le storie dell’orrore di Mimi”, in quanto riesce a intrattenere, senza troppe pretese, con una buona varietà di storie; tuttavia, non risalta particolarmente se messa a confronto con le altre opere dell’autore.

Creatura notturna appassionata di animazione, fumetti e videogiochi, tende a evitare le persone ma otterrete la sua totale attenzione se vi sente parlare di Ero Guro. Acculturata di film grotteschi e documentari storici, è veramente esperta in cinema trash. Abilità speciale: saper raccontare la storia di Walt Disney a comando.

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