Prison Princess – Recensione

Puzzle e belle ragazze si incontrano in Prison Princess, il titolo di qureate per Nintendo Switch in esclusiva digitale. La nostra recensione!

Prison Princess

Nel continente di Maygard, tanti anni fa, pace e prosperità erano le caratteristiche che contraddistinguevano i regni di Aria Zaza e Zanji Zed. Ma quei tempi ormai sono finiti… Liberato dal sigillo che lo teneva imprigionato, il Re Demone ha trasformato l’intero continente in un mare di fiamme. Nessuno osa contrastarlo in alcun modo, tranne un uomo, un impavido eroe che ha scelto di dedicare la sua vita a questa importante e ardua missione. Ma sfortunatamente, durante il suo viaggio, il prode eroe ha incontrato la sua morte. Come se non bastasse, i sottoposti del terribile Re Demone si sono insediati nei due regni, e hanno rapito le due principesse. Tutte le speranze sono ormai perse.

Ma nonostante tutto, sembra che il grande eroe non sia ancora completamente deceduto…

Era appena lo scorso dicembre, mese in cui la compagnia nipponica qureate annunciò ufficialmente che il suo nuovo titolo Prison Princess sarebbe arrivato su Nintendo Switch non solo in Giappone, ma fortunatamente anche in Occidente, proprio alla fine di questo gennaio. Questa piccola esclusiva digitale promette di regalarci tanto divertimento misto a tanto fanservice. Ma ci riuscirà? Non ci resta che metterlo alla prova!

Prison Princess

  • Titolo: Prison Princess
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: Avventura grafica, Puzzle
  • Giocatori: 1
  • Publisher: qureate
  • Sviluppatore: qureate
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 30 gennaio 2020
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno

Abbiamo recensito Prison Princess attraverso una copia digitale del gioco acquistata tramite Nintendo eShop.

Prison Princess

Quando ho visto le prime immagini del gioco, e ho scoperto il suo lato fanservice, l’unica cosa che sono riuscito a pensare è stata deve essere mio! L’unica cosa che mi ha lasciato stranito è stata la poca distanza trascorsa dal suo annuncio al suo rilascio, facendomi arrivare a due conclusioni:

  1. Non aver paura Robè, il gioco è stato annunciato da poco ed esce a breve, ma magari è in sviluppo da tanto.
  2. I miei sensi di ragno mi dicono che in un tempo così breve, prezzo davvero contenuto e solo in digitale sarà una produzione decisamente piccola.

E da amante di titoli eroge (abbreviativo di erotic game), ho immediatamente capito quale delle due opzioni era quella giusta non appena ho visto le dimensioni del gioco.

L’eroe è morto

Con il peso di quasi 500 MB, nell’angolo rosso abbiamo Prison Princess, una piccola avventura grafica che mischia una narrazione divertente a tanti intricati puzzle e qualche scena fanservice. Durante il corso della storia vestiremo i panni di un prode eroe deceduto, ormai ridotto a mero spirito, risvegliatosi all’interno del misterioso castello in cui vengono tenute prigioniere anche le due principesse rapite Aria e Zena, rispettivamente appartenenti ai regni di Aria Zaza e Zanji Zed. Dopo aver compreso la nostra inutilità sul piano di supporto fisico, l’unico modo che avremo per trarre in salvo le due principesse in difficoltà sarà offrir loro la nostra astuzia e la nostra capacità di osservazione, cercando di guidarle passo dopo passo durante la fuga.

Riuscire a fuggire da questo luogo non sarà affatto facile, e sebbene non ci siano guardie, a intralciare la nostra missione ci si metteranno una serie di trappole e puzzle da dover risolvere mettendo in moto il nostro cervello. E magari cercando di farci distrarre il meno possibile dalle due bellissime principesse e da alcuni momenti davvero provocanti.

(N)SFW

Ci troviamo infatti davanti a una sorta di ibrido tra un punta e clicca e una classica visual novel di stampo vagamente erotico, dove ci sarà richiesto di esplorare ogni anfratto delle (sfortunatamente poche) stanze dell’impervio castello per scovare oggetti, meccanismi, stranezze, e tanto altro ancora. Dopo averle abilmente salvate dalle catene che le tengono imprigionate (sì, come no…), le due principesse inizieranno a popolare i vari scenari offrendoci più distrazioni che aiuti, mettendosi di tanto in tanto in pose provocanti durante l’ispezione dei vari scenari seguendo le nostre direttive. Ovviamente non mancheranno alcuni siparietti imbarazzanti al solo scopo di proporre un pizzico di fanservice con mutandine in bella vista, anche se devo ammettere che me ne aspettavo davvero molti di più.

Quanto proposto da questo gioco dal lato NSFW è infatti minimo rispetto a quanto lasciato intuire durante il suo annuncio, tanto da lasciarmi con l’amaro in bocca più di una volta durante il corso della breve storia. Dopotutto parliamo di un gioco targato Qureate, a cui si devono eroge del calibro di NekoMiko o NinNinDays, e sebbene sappia anche da solo che un titolo console non può contenere scene esplicitamente spinte come alcuni dei titoli della compagnia, si poteva decisamente fare di più! Voglio dire, se mi prometti una bistecca ma mi porti una braciola, chi si aspettava una bella mangiata tornerà a casa con lo stomaco un po’ vuoto.

Prison Princess

Quanto proposto all’interno del titolo si può infatti completare in pochissime ore, una soluzione magari pensata come giusta dal momento che il gioco conta più finali e altri sbloccabili che, almeno alcuni di questi, vengono resi accessibili solo al termine della prima run, richiedendo quindi ai giocatori di dover affrontare questa avventura più e più volte. Tutto sommato una durata e un formato davvero tipico per chi è abituato ad alcuni eroge basici.

Oltre al lato fanservice, quello che sembra perdersi durante il corso del gioco sono anche i vari puzzle: al di là della difficoltà altalenante e per nulla crescente, alcuni degli enigmi vengono proposti in maniera libera, ovvero con la possibilità di essere affrontati in qualsiasi momento dell’avventura, e per questo motivo si ha sempre il sentore di esserci dimenticati qualcosa per strada, anche quando invece non è così. E non è che impazzisca molto per i giochi che non ti fanno capire quando hai finalmente completato tutto senza lasciti, e obbligandoti quasi moralmente a rifarlo da capo per l’ennesima volta e scoprire che no, è stata una run inutile. Insomma, in linea di massima, potrebbe sembrare che questo titolo sia veramente stato realizzato in appena un mese.

You can leave your Joy-Con on

Prison Princess mi ha allo stesso tempo colpito e deluso anche dal lato grafico. Le bellissime illustrazioni di scenari, elementi vari, e anche il design stesso delle bellissime eroine sono riusciti a catturarmi in modo davvero molto positivo, ma l’ago della bilancia è stato riportato al pari dalla promessa di un gioco con una solida base fanservice che invece è troppo poco presente. Molto carino invece il lato audio, con brani che spaziano dal serio, dal mistico allo scherzoso a seconda della situazione proposta da questa strampalata ma divertente avventura.

A chi consigliamo Prison Princess?

Ammetto che dal suo annuncio mi aspettavo un gioco uguale ma diverso. Voglio dire, quel che propone è bello e divertente, seppur breve, ma alcune di quelle che vengono professate come caratteristiche iconiche vengono toccate davvero col contagocce. Se avete notevoli aspettative, voglio consigliarvi di ridimensionarle abbastanza in modo da non rimanere delusi, ma piacevolmente sorpresi da un prodotto fin troppo tranquillo. Se invece anche voi vi aspettavate qualcosa di vagamente più corposo, più curato, e con un lato NSFW più marcato e presente, lasciate stare.

  • Riesce benissimo nel suo compito: divertire
  • Ottimo comparto visivo
  • Tanti finali e contenuti da scoprire

  • Durata davvero irrisoria…
  • Lato fanservice ridotto all’osso
  • Un po’ confusionario sulla gestione di quanto dover affrontare
Prison Princess
3

Pensavo fosse amore, e invece…

Prison Princess è una simpatica avventura grafica capace di sorprendere coloro che sanno quello a cui vanno incontro. Nonostante i piccoli problemi che si porta dietro, come un lato puzzle notevole ma dalla difficoltà altalenante e una non linearità capace di confondere e non farti capire se hai affrontato tutto nell’ordine giusto, questo titolo può contare su tanti altri lati che invece sanno il fatto loro, tra cui una storia divertente, un comparto visivo davvero ben realizzato, e una buona rigiocabilità grazie ai tanti finali alternativi, sebbene vada un po’ a discapito della longevità generale di ogni run, che può essere completata in una manciata di ore. Personalmente però sono rimasto in parte deluso, perché sin dal suo annuncio era stato proposto come titolo con una notevole base fanservice, e vederne una quantità così scarsa provenire da una compagnia come qureate, che da questo lato potrebbe avere tanto da dire pur rimanendo nei limiti per console, non me lo ha fatto apprezzare al 100%. Sin dal suo annuncio sono rimasto innamorato di questo gioco, e per quanto a conti fatti l’amore sia scemato notevolmente, almeno non ha fallito nel riuscire a regalare una buona dose di divertimento nelle poche ore della sua durata.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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