Kirby: Planet Robobot – Recensione

Kirby: Planet Robobot – Recensione

Kirby: Planet RobobotÈ una giornata tranquilla sul pianeta Pop Star. King Dedede è intento a banchettare e gozzovigliare con i suoi scagnozzi mentre medita sulla conquista del pianeta a forma di stella; Meta Knight, invece, monitora gli ignari abitanti di Dream Land mentre sorvola i cieli al timone della gigantesca Halberd. Kirby, in preda a uno dei suoi soliti attacchi di narcolessia, riposa beato all’ombra di un albero. Tutto sembra scorrere nella solita tranquillità, quindi. Peccato che i robot a bordo dell’astronave Access abbiano altri progetti.

Dopo l’ottimo Kirby Triple Deluxe, Nintendo riporta la palletta rosa nata dalla fantasia di Mr. Smash Bros. Masahiro Sakurai a saltare, correre, rotolare, galleggiare in aria e soprattutto ingollare nemici sui due schermi del Nintendo 3DS, senza modificare la struttura di gameplay (ormai canonica) della serie, ma aggiungendo interessanti novità e con il solito, curatissimo, level design made in Kyoto.

  • Titolo: Kirby: Planet Robobot
  • Piattaforma: Nintendo 3DS
  • Genere: Platform, Adventure
  • Giocatori: 1-4
  • Software house: Nintendo
  • Sviluppatore: HAL Laboratory
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 10 giugno 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: disponibile in bundle con l’amiibo di Kirby appartenente alla nuova linea

Kirby robot d’acciaio

Nonostante sia da annoverare fra le serie storiche di casa Nintendo, nel corso dei suoi vent’anni e rotti di vita Kirby non ha dovuto fare da cavia come gli altri suoi fratelli: niente isole tropicali da ripulire dall’inchiostro, niente sistema di controllo costruito attorno a dei bonghi di plastica, niente passaggio dal 2D ad un 3D con visuale in prima persona, niente mondi inondati o città sulle nuvole. Se si escludono alcuni spin off come Air Ride, racing game apparso su Game Cube, o il preistorico titolo per Game Boy Kirby’s Pinball Land, la serie main è praticamente composta soltanto da platform 2D. La formula base rimane sempre la stessa: c’è Kirby, c’è un mondo colorato con tinte pastello, ci sono nemici da fagocitare per assorbirne i poteri e usarli poi contro altri nemici più grandi e più cattivi. Quello che cambia è il modo in cui Kirby decide di salvare il mondo per poter tornarsene a dormire: talvolta può diventare una perfetta circonferenza in grado di rotolare su binari disegnati dal giocatore, altre volte invece può trasformarsi in un piccolo gomitolo di lana e sfruttare tutti i pro del caso (trattamento riservato, per questo giro di console, al buon Yoshi). In occasione di Kirby: Planet Robobot, la novità risiede nell’abitacolo di un mecha: questa volta, infatti, Kirby può sfruttare la tecnologia robotica dei suoi nemici e usare le loro macchine per salvinamente rimandarli a casa loro. Il robot, inoltre, può anch’esso assorbire il potere dei mob deputati a rompere le uova nel paniere, e anzi, riesce anche a declinarli in modi diversi rispetto a quanto succede all’utilizzo da parte del solo Kirby. Ci si ritrova a lanciare enormi ingranaggi rotanti, sparare onde sonore forti come tsunami, ma anche a vedere la struttura della macchina cambiare in qualcosa di molto simile a uno shuttle, necessario a superare alcuni livelli a scorrimento automatico.

I fan del franchise possono dormire tranquilli: i power up classici della serie resistono, e anzi sono più vari che mai: dalla spada al raggio laser, passando per i blocchi di ghiaccio e le vampate di fuoco,  le abilità sono tantissime e molto approfondite, con più di un occhiolino ad alcune serie storiche, sia delle scuderie Nintendo che non. Alcuni poteri, come è possibile notare mettendo in pausa il gioco e leggendo le istruzioni per l’uso, sono talmente curati da porre nel dubbio il recensore, indeciso se catalogare il gioco solo come platform o anche come picchiaduro a scorrimento, segno di un lavoro certosino, realizzato con cura e dedizione.

Level Genesis EvanKirby

Il vero punto di forza di Kirby: Planet Robobot, comunque, non risiede nei seppur vari e divertenti potenziamenti, quanto piuttosto nel level design: nonostante il numero relativamente alto di livelli (trentaquattro, contando le boss fight), la varietà, salvo un paio di occasioni, non manca. Divisi in sei mondi, i vari livelli presentano molteplici declinazioni sul tema del mondo di appartenenza, andando dalle ambientazioni bucoliche a quelle marine, senza tralasciare viaggi nel deserto o nelle grandi metropoli. Accompagnati da una buona realizzazione tecnica, con un frame rate che però inizia a traballare appena si sposta un po’ più in su la levetta dell’effetto 3D, i livelli vengono costruiti attorno a due elementi base, ossia i power up e i cubi codice. Cosa sono i cubi codice? Se ne trovano tre in ogni livello, un po’ come le monete stella dei vari New Super Mario Bros. Per ottenerli c’è bisogno di sfruttare intelligentemente le trasformazioni di Kirby e del suo mecha, in alcuni enigmi ambientali mai particolarmente ostici. Tale semplicità, inoltre, è confermata dal fatto che, in prossimità di tali enigmi, i designer di Nintendo hanno avuto la premura di posizionare il mostro la cui abilità è necessaria a risolvere il puzzle, scelta di design che scema soltanto verso il finire del gioco. I cubi codice, poi, servono ad aprire la via per sfidare il boss di fine mondo. Capitolarsi alla fine del livello non può che essere deleterio, in quanto compiere un’azione del genere obbliga il giocatore a tornare sui suoi passi. Le boss fight, poi, sanno essere divertenti senza ripetersi, se non nel caso di un singolo boss, che andrà sconfitto nella versione 2.0 a pochi passi dal traguardo.

Robot con la marmitta bucata…

Tutto bello quindi? Purtroppo no. Tralasciando la già citata insicurezza del frame rate con il gioco in 3D, ciò che lascia con l’amaro in bocca in questa ultima produzione Nintendo è sicuramente la mancata voglia di osare: chiunque abbia precedentemente giocato un titolo della serie sa già inconsciamente cosa andrà a trovare una volta infilata la cartuccia nel vano della console, una formula di gioco diventa ormai canonica, se non addirittura stantia. Se a questo sommiamo il generale bassissimo livello di intensità di gioco, una velocità di svolgimento che assomiglia ad un’azione di possesso palla manovrata dai piedi della coppia Montolivo-Motta e un livello di sfida mai realmente impegnativo, si capisce come il gioco sia stato realizzato con in mente un target di giocatori dall’età decisamente bassa.

Kumazaki, lanciami i componenti!

Sebbene basti una manciata di ore per arrivare a vedere i titoli di coda (sul serio, siamo sotto alla decina), i soldi spesi per portarsi a casa l’ultima fatica di Shinya Kumazaki, già director di Kirby Super Star Ultra, Adventure e Triple Deluxe, vengono ripagati anche dalla moltitudine di minigiochi presenti, due sin dal primo avvio, altri due disponibili solo dopo aver completato la storia principale. I primi due rispondono al nome di Sfida 3D Kirby e Squadra Kirby in Azione: per quanto riguarda il primo, non è nient’altro che una modalità arena con una visuale non più in 2D, bensì una più moderna inquadratura a volo d’uccello, quindi nelle tre dimensioni dello spazio; il secondo invece, molto più sfizioso e senza ombra di dubbio il migliore della rosa, è pensato per essere fruito in cooperativa con gli amici, chiamati ad aiutarsi vicendevolmente per sconfiggere una serie di boss, sfruttando ognuno una diversa incarnazione ruolistica di quattro diversi Kirby. Le due modalità ottenibili dopo aver completato la main quest sono Meta Knight: il Ritorno, ovvero sia una survival mode del gioco standard da affrontare nei panni di Meta Knight senza poter uscire a riprendere fiato, e Arena, anch’essa survival, che sfida il giocatore ad abbattere tutti i boss del gioco uno dopo l’altro.

A chi consigliamo Kirby: Planet Robobot?

L’estate si avvicina e, con essa, la voglia di stendersi a non fare niente tutto il giorno (che poi a me questa voglia prende indipendentemente dalla stagione, poi non so voi). In tal caso, un prodotto simpatico e leggero come Kirby: Planet Robobot può fungere benissimo come passatempo per i giocatori più canuti e sicuramente smaliziati. Per i giocatori imberbi, invece, l’ultima incarnazione di Kirby può essere un ottimo punto di partenza per avvicinarsi a un genere storico e fondamentale per l’industria dei videogame, ma che, ahimé, se non fosse per Nintendo sarebbe già scomparso da tempo.

  • Ottimo level design
  • Buona realizzazione tecnica
  • Minigiochi divertenti e variegati, non semplici riempitivi

  • Scarsa se non alcuna innovazione
  • Effetto 3D stereoscopico scadente
  • Livello di sfida mai realmente impegnativo
Kirby: Planet Robobot
3.8

Divertente da giocare e facile da affrontare, ma senza il necessario coraggio di rinnovare

Per chi fosse atterrato da Saturno soltanto giovedì scorso e sia rimasto un po’ fuori dalle questioni terrestri, la softeca DS/3DS si conferma una delle più ricche e variegate di sempre nel panorama videoludico. Kirby: Planet Robobot magari non sarà una rivoluzione nel genere platform, ma sicuramente va ad aumentare il volume di titoli notevoli presenti nella libreria della console portatile Nintendo. Un gioco semplice da assaporare a piccole dosi, che sa sicuramente divertire senza allontanarsi troppo dalla strada segnata dai suoi predecessori. Al prossimo Kirby, comunque, una bella svecchiata non farebbe affatto male.

Studente di architettura napoletano, ha imparato a giocare a Super Mario Bros. prima ancora di saper leggere. Il resto è tutta una logica conseguenza.