Fire Emblem Fates – Recensione

Fire Emblem Fates

Fire Emblem Fates - RecensioneCorrin, membro della famiglia reale del regno di Nohr, vive le sue giornate segregato all’interno di un castello insieme al resto della sua famiglia, pur non avendo alcun ricordo della sua infanzia. Dopo numerosi allenamenti con i suoi fratelli e dopo aver disobbedito ad un ordine diretto del Re, il nostro eroe viene mandato in una spedizione contro un forte del confinante regno di Hoshido. A seguito della battaglia, si ritroverà nella capitale del regno da lui considerato finora ostile e qui, dopo aver appreso le sue origini e le vicende che lo hanno portato a vivere a Nohr, assisterà a una realtà differente: il Re da lui considerato giusto è in realtà uno spietato conquistatore che, tramite un ordito stratagemma, riesce a rimuovere le barriere che proteggevano Hoshido. A questo punto la guerra tra le due fazioni è inevitabile, ma quale sarà la scelta di Corrin? Riunirsi alla famiglia con cui ha passato buona parte della sua vita o combattere a fianco dei suoi veri fratelli per difendere Hoshido dalla spietato invasore?

Fire Emblem Fates è il quindicesimo capitolo della serie creata da Intelligent Systems e pubblicata da Nintendo. Questo nuovo capitolo per Nintendo 3DS si differenzia notevolmente dai precedenti per la decisione di rilasciare due differenti versioni del gioco: Retaggio e Conquista, ognuna delle quali racconta una versione differente della storia di Corrin, a seconda di quale dei due regni in guerre decideremo di supportare. A queste si aggiungerà una terza storia, Rivelazione, che verrà resa disponibile in seguito tramite contenuto scaricabile e che racconterà una terza versione dei fatti. Il successo di Fire Emblem Awakening ha contribuito ad aumentare notevolmente il favore dei giocatori in confronto di questa serie che di conseguenza ripropone numerose meccaniche già viste in questo capitolo. Riuscirà Fire Emblem Fates a incantare i giocatori come il titolo che lo ha preceduto? Scopriamolo assieme.

  • Titolo: Fire Emblem Fates
  • Piattaforma: Nintendo 3DS
  • Genere: RPG Strategico
  • Giocatori: 1
  • Software house: Nintendo
  • Sviluppatore: Intelligent Systems
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 20 maggio 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: mappe aggiuntive, route Rivelazione
  • Note: disponibile in due versioni, Retaggio e Conquista; la terza verrà rilasciata come DLC ed è disponibile da subito nella Special Edition

Una delle prime cose che dovremo fare in Fire Emblem Fates è creare il nostro avatar che, a differenza di quanto accadeva nel capitolo Awakening, questa volta rivestirà il luogo di unico protagonista delle vicende narrate. Potremo deciderne il sesso e modificarne l’aspetto, sceglierne il nome e infine selezionare una classe da utilizzare e determinare la crescita delle sue statistiche scegliendo quali parametri influenzare. Per comodità durante questa anteprima, mi riferirò all’avatar usando il suo nome predefinito, ovvero Corrin, parlando di lui come se fosse un personaggio maschile. Corrin è un giovane appartenente alla famiglia reale del potente regno di Nohr che passa le sue giornate in compagnia dei suoi familiari e dei suoi fedeli servitori e, pur sapendo di essere stato adottato ignora completamente le sue vere origini non ricordando nulla della sua infanzia. Un giorno, dopo l’ennesimo allenamento con il fratello Xander, erede alla corona del regno, verrà chiamato assieme a lui dall’attuale sovrano, Re Garon, per giustiziare in sua presenza alcuni prigionieri provenienti dal vicino regno di Hoshido, con il quale Nohr si trova da tempo in conflitto. Il nostro protagonista ovviamente si opporrà allo spietato comando del re, ma Garon lo accuserà non solo di essere un debole ma di tradimento nei confronti della sua persona, ma per consentirci di ricevere il suo perdono, deciderà di mandarci in una missione per occupare un forte di Hoshido. Dopo una serie di eventi che lo vedono protagonista, il nostro eroe si ritroverà casualmente nella capitale del regno nemico e qui scoprirà numerosi dettagli circa la sua reale provenienza. Verrà infatti rivelato dalla regina Mikoto che Corrin è in realtà suo figlio rapito anni prima da Re Garon. Il nostro eroe, visibilmente confuso da questa rivelazione, farà la conoscenza di Azura, una ragazza che si trova in una situazione simile alla sua, essendo una principessa di Nohr che ha vissuto gran parte della sua vita nel regno di Hoshido, nonché della sua famiglia, tra i quali troviamo il fratello Ryoma. Questa situazione idilliaca verrà immediatamente interrotta quando, attraverso uno stratagemma, Garon riuscirà a sferrare un potente colpo al regno avversario, distruggendo così la barriera che preveniva alle forze di Nohr di entrare a Hoshido. A questo punto il nostro protagonista si troverà di fronte a un’importante scelta: appoggiare la sua vera famiglia vittima di un orribile complotto oppure riunirsi ai suoi fratelli adottivi con il quale ha condiviso buona parte delle sua vita e cercare di fermare i piani di Garon dall’interno.

Questi sono gli eventi che danno il via alla trama di Fire Emblem Fates, come ormai ben sapete sarà disponibile in due differenti versioni a seconda dello schieramento che decideremo di appoggiare, scelta che cambierà totalmente lo svolgersi degli eventi. Oltre a queste due prime versioni della storia, ve ne è una terza chiamata Rivelazione in cui il nostro eroe deciderà di non schierarsi con nessuna delle sue famiglie, trovando una strada alternativa di cui vi parleremo più avanti a ridosso dell’uscita. La cosa che mi ha fatto molto piacere giocando tutti e tre le route è stato constatare che le storie narrate, tolti alcuni parallelismi e un paio di eventi in comune, sono completamente differenti. I personaggi utilizzabili inoltre, fatta eccezione per un paio, variano del tutto, consentendo di sperimentare esperienze di gioco che son tutto tranne che uguali. Purtroppo però mi tocca aggiungere che, per avere una comprensione totale di molti aspetti della trama, sarà essenziale giocarle tutte e soprattutto lasciare per ultima la versione Rivelazione in quanto potrebbe rovinare alcuni colpi di scena presenti nelle altre due. Inoltre, la presenza dei personaggi di seconda generazione è completamente inutile ai fini narrativi.

Strategia senza sprechi

Dal punto di vista del gameplay, il nostro gioco si presenta molto simile ai suoi predecessori ma con alcune modifiche. Come al solito ci ritroveremo a dover comandare i membri del nostro esercito schierandoli su una griglia ortogonale. Ognuna delle nostre unità avrà un determinato numero di passi che potrà compiere e, a seconda della propria classe, varierà la gittata e il suo utilizzo in battaglia. Una volta che avremo completato le azioni con tutti i personaggi a nostra disposizione il turno passerà al nostro avversario e, durante la nostra fase, potremo scegliere l’ordine in cui muovere i soldati, ma una volta confermata l’azione eseguita non potremo in alcun modo cancellarla. Esattamente come nel capitolo precedente, potremo creare delle coppie con i personaggi durante il combattimento, consentendogli di combattere uno di fianco all’altro, ricevendo bonus offensivi, o come un’unica unità, cosa che ci garantirà vantaggi difensivi. A differenza del capitolo precedente, dove solo i nostri personaggi potevano sfruttare questa possibilità, stavolta anche i nostri avversari potranno usufruire con successo di questa tecnica andando a condizionare le nostre strategie. Esattamente come in passato inoltre, una volta che attaccheremo o verremo attaccati, il personaggio che subisce il danno potrà sferrare un contrattacco, quando possibile, infliggendo un colpo al suo avversario. Le statistiche influenzano l’esito di queste battaglie e, fortunatamente, prima di lanciarci alla cieca contro il nemico, il gioco ci consentirà di verificare il possibile esito dello scontro, consentendoci di valutare le nostre scelte. Un’ulteriore differenza introdotta in questo capitolo sta nella rimozione del numero di utilizzo delle armi. Molti di voi che hanno avuto modo di giocare a capitoli precedenti, si ricorderanno sicuramente che dopo aver usato una spada per un certo numero di volte essa veniva distrutta senza possibilità alcuna di recupero. In Fates le armi, eccetto i bastoni da guaritore, avranno un uso illimitato e non dovremo quindi preoccuparci più di tanto di sprecare le nostre risorse. Rilevante resta il sistema di debolezza e resistenza tra gli stessi equipaggiamenti, da sempre presente nella serie, in cui unità che adoperano spade si trovano in netto vantaggio contro personaggi che usano asce, ma in svantaggio contro chi invece usa le lance. Sfruttare al meglio questo sistema si rivelerà vitale, soprattutto nelle difficoltà più elevate per riuscire ad avere la meglio in battaglia.

Una delle nuove meccaniche introdotte è la Vena del Drago: interagendo con dei pannelli speciali posizionati sul campo di battaglia, i personaggi di sangue reale possono modificare il terreno di gioco per creare ad esempio dei nuovi passaggi dal nulla o delle zone curative in cui recuperare le forze. Qui ho avuto modo di notare che in Conquista si fa un uso maggiore di questa meccanica rispetto a Retaggio, e che in generale molte delle mappe della versione legata a Nohr sono più complesse. Come fu infatti dichiarato sin dai tempi dell’annuncio di questo nuovo capitolo, le differenze tra le due versioni sono anche legate a una scelta di level design che verte verso un sistema legato ai Fire Emblem più classici in Conquista e in un sistema più simile al recente Awakening in Retaggio. Se in quest’ultima, ci è concesso infatti allenare le nostre unità tra un capitolo e l’altro generando un combattimento in cambio di un po’ di denaro, in Conquista non avremo questa possibilità, potremo infatti affrontare solo ed esclusivamente le battaglie che fanno parte della storia del gioco e, a meno che non decideremo di acquistare il contenuto scaricabile dedicato al grinding di esperienza e oro, ci sarà impossibile avere accesso illimitato a queste importanti risorse. Come vi ho accennato prima, il gioco offrirà diversi livelli di difficoltà e tre diverse opzioni sul sistema di decesso dei personaggi. Alle due modalità già presenti in Awakening, dove potevamo scegliere se rendere le morti dei nostri personaggi permanenti per il resto del gioco o limitate al solo combattimento, se ne aggiunge una nuova decisamente indicata per i novellini in cui i personaggi caduti ritornano a far parte del combattimento al turno successivo, utile a mio parere per imparare le basi, ma che ammazza il divertimento e la possibilità di studiare strategie che non comportino alcuna perdita.

Bonds between people are the true strength

Vi voglio adesso parlare del sistema di crescita dei nostri personaggi. Il sistema delle classi presente nel gioco è stato leggermente rivisitato rispetto al capitolo precedente e per spiegarvelo meglio voglio partire dalla situazione del nostro Avatar. Se in Fire Emblem Awakening Daraen aveva fin da subito a sua disposizione praticamente tutte le classi del gioco eccetto quelle esclusive, Corrin sarà decisamente molto più limitato, avremo infatti a disposizione, oltre alla classe preimpostata, solamente un’altra da noi scelta all’inizio tra quelle disponibili. Fortunatamente avremo un modo per ampliare la rosa delle classi per ogni personaggio e, per fare questo, ci verranno in aiuto i legami che riusciremo a stabilire con gli altri personaggi e due nuovi sigilli che ci consentiranno di utilizzare le classi delle unità amiche.

Esattamente come nel precedente capitolo potremo rafforzare l’amicizia con i membri del nostro esercito facendoli interagire tra loro durante i combattimenti e nuovamente i gradi dei loro supporti varieranno da C a S, quest’ultimo riservato solo alle coppie sposate e da C a A+ per i rapporti d’amicizia con personaggi dello stesso sesso. Qui troviamo però una novità, i supporti di Grado S e A+, limitati ad uno per tipo a personaggio, ci consentiranno, tramite l’utilizzo di due nuovi sigilli, di utilizzare un set di classi posseduto dal proprio compagno, allargando leggermente la rosa delle classi disponibili per ciascuno di loro. Il nostro avatar non potrà creare un supporto di grado A+, ma gli basterà semplicemente raggiungere il grado A con qualsiasi altro personaggio per aver accesso anche a quei Job.

Esattamente come nei capitoli precedenti, una volta superato il livello 10, i nostri personaggi potranno passare da una classe base a una avanzata migliorando così le loro statistiche e apprendendo nuove abilità. Le armi che i nostri personaggi potranno utilizzare, le modifiche alle statistiche e le abilità che apprenderemo salendo di livello, sono determinate dalla classe selezionata. Ogni personaggio potrà infatti equipaggiarsi un massimo di sei abilità, una delle quali esclusiva di quella unità e altre cinque scelte da noi tra quelle apprese salendo di livello. In questo capitolo però non sarà possibile resettare i livelli dei nostri personaggi passando da una classe all’altra. Vi faccio un esempio più pratico, se si decide di usare un Sigillo Supremo per cambiare la propria classe al livello 20, passeremo a una avanzata tornando al livello 1 ma mantenendo gli aumenti alle statistiche, ma se successivamente dovessimo decidere al livello 3 di passare a un’altra classe, il nostro livello non verrà in alcun modo resettato e cambieremo solamente classe restando comunque al livello 3. Inutile dirvi che questo sistema ci costringerà a scegliere con cautela quando e come riclassare i nostri personaggi, soprattutto per apprendere le abilità. Verso la fine del gioco ci sarà possibile incrementare il livello massimo raggiungibile utilizzando un sigillo dal costo decisamente elevato, che pur essendoci d’aiuto non ci consente la stessa libertà offerta in Awakening che, dal mio punto di vista, è stato fin troppo permissivo.

Un’altra menzione va fatta riguardo la possibilità per le coppie sposate di ottenere un figlio. L’identità di queste unità di seconda generazione, decisamente meno giustificate dalla trama rispetto al capitolo precedente, sarà determinata dal padre mentre il colore dei capelli sarà determinato dalla madre, e la scelta del genitore andrà a influenzare non solo le statistiche ma anche le classi disponibili. Corrin sarà inoltre l’unica unità che potrà sposarsi con un personaggio di questi. Un’altra delle cose che differenzia sostanzialmente le due versioni sono le classi dei personaggi, visto che i due team di guerrieri utilizzabili differiscono quasi completamente a seconda di quale dei due percorsi standard sceglieremo. In Conquista, ritroveremo nuovamente classi provenienti dai capitoli precedenti e legate tra loro da un’aspetto che ricorda le milizie del medioevo europeo, mentre in Retaggio troveremo sì classi che funzionano in maniera analoga ai precedenti episodi, ma che sono state rivisitate per integrarsi al meglio nel contesto tipicamente giapponese del regno di Hoshido, un esempio è la classe Mirmidone che adesso è diventata Samurai. Saranno presenti anche alcune classi esclusive per alcuni personaggi, come ad esempio le classi Ulfhedin e Kitsune, che analogamente ai Laguz o ai Manakete dei precedenti episodi consentiranno a queste particolari unità di tramutarsi in potentissime bestie o, come nel caso di Azura, di donare un turno aggiuntivo ai nostri personaggi sfruttando le sue abilità da Cantrice.

My Castle

Un’altra novità introdotta in Fates è la possibilità di personalizzare il proprio castello. Al termine di ogni combattimento otterremo un punto Vena di Drago, che potrà essere speso per aggiungere e potenziare alcune strutture, scegliendo anche dove posizionarle. Inizialmente solo un paio di queste saranno disponibili, ma se ne sbloccheranno altre proseguendo con la storia del gioco. Molte di esse varieranno in base alla versione che stiamo utilizzando e, visto che alcune di loro funzioneranno da negozio, anche le armi e gli oggetti in vendita varieranno da versione a versione. Qui oltre a questi edifici saranno presenti alcune risorse come boschi, laghetti o riserve di minerali, che ci faranno ottenere oggetti da scambiare nei negozi. Una struttura interessante è il piccolo tempio in cui risiede Lilith, un draghetto che potremo aiutare a crescere tra una battaglia e l’altra donando del cibo. Troveremo anche alcune strutture ricreative quali le Terme, l’Arena, il Carro della Lotteria e gli Alloggi Personali. Nelle nostre stanze potremo, oltre a cambiare il nostro taglio di capelli, invitare alcuni personaggi per interagire con loro al fine di aumentare il legame con Corrin. Nella versione giapponese del gioco, una volta scelto il personaggio, si dava il via ad un singolare minigioco che ci consentiva di accarezzare il volto di quella unità fin quando non si riempiva un cuore posto sullo schermo superiore e tutto si concludeva con una frase rivolta al nostro personaggio. Nelle versioni europee invece, la sola fase in cui si poteva toccare i personaggi è stata rimossa, mentre tutto il resto è rimasto invariato, consentendoci comunque di ascoltare questi dialoghi bonus. Nel caso in cui dovessimo prendere moglie o marito, troveremo la nostra consorte ad attenderci nelle nostre stanze e, interagendo con lei, si sbloccheranno alcuni eventi. La funzionalità del nostro castello non è solo quella di farci da base operativa, ma potremo anche scegliere di visitare, tramite la connessione via internet, i castelli di altri giocatori, consentendoci di fare acquisti nei loro negozi o di ingaggiare in combattimento la loro squadra. Queste sfide avvengono all’interno del castello selezionato e per questo motivo potremo piazzare numerose torrette o altri strumenti difensivi che possano aiutarci durante questa fase. Infine, è presente anche un Archivio in cui potremo rivedere i filmati di storia, rileggere i dialoghi dei Supporti tra i nostri personaggi o in alternativa selezionare due minigiochi, inutili dal punto di vista pratico ma utili solo per un breve svago, in cui potremo chiedere al Saggio il suo responso sul rapporto tra i personaggi. Devo dire che questa possibilità di interagire con gli altri giocatori mi è alquanto piaciuta visto che potrebbe essere una ottimo modo per potenziare ulteriormente le nostre unità in vista di queste sfide.

Lost in Thoughts All Alone

Dal punto di vista grafico il gioco presenta un leggero miglioramento rispetto ad Awakening e questa volta i personaggi hanno un aspetto decisamente meno deforme. Ho apprezzato parecchio inoltre il lavoro svolto da Yusuke Kozaki, che già aveva rivestito il ruolo di character designer nel precedente episodio della serie e di altri giochi quali No More Heroes. Le musiche sono abbastanza orecchiabili e nelle due diverse versioni adotteranno un differente stile che si va ad amalgamare con le differenti atmosfere, mentre invece ho parecchio apprezzato la canzone spesso intonata da Azura, Lost in Thoughts All Alone, soprattutto nella sua versione giapponese. Mi è dispiaciuta la scelta di non includere nella versione europea anche il doppiaggio originale, consentendoci dunque si ascoltare le sole versioni inglesi delle voci, alcune delle quali sono piacevoli da ascoltare, mentre molte altre mi han quasi fatto sanguinare le orecchie, visto che alcuni personaggi sembrano doppiati da gente presa a caso che ha, tra le altre cose, doppiato più di un personaggio, facendo si che alcuni di essi parlino esattamente allo stesso modo. Avrei dunque gradito un lavoro migliore rispetto a quanto fatto con Fates in occidente. Infine mi tocca dire che nella versione europea si è scelto di conformarsi agli adattamenti eseguiti dalla versione americana del gioco, per cui alcuni dialoghi saranno leggermente meno cupi o meno equivoci rispetto alla versione giapponese, in modo da togliere qualsiasi riferimento a tematiche ritenute devianti dagli americani. Resto del parere che molte di queste censure siano di secondo piano e non incidono più di tanto sul gioco in sé e, per tutti coloro che se lo chiedevano, non è stata apportata alcun tipo di censura sulla sessualità di un paio di personaggi, ma posso capire che per alcuni possa considerarsi motivo di fastidio.

Una terza strada: Rivelazione

Nella terza versione di Fire Emblem Fates, Rivelazione, il nostro Corrin sceglierà di fuggire durante lo scontro tra Hoshido e Nohr, anziché schierarsi con una delle due fazioni, preferendo tentare di trovare un metodo per ricongiungere pacificamente le sue due famiglie. Anche in questo caso ci troveremo ad assistere a una storia completamente diversa da quella delle altre versioni, caratterizzata da eventi esclusivi. Il numero di personaggi disponibili sarà decisamente superiore a quello delle altre due, vista che nel corso della stessa recluteremo figure appartenenti ai due diversi schieramenti e questo ci consentirà non solo di poter stringere legami esclusivi tra i personaggi, facendo interagire tra loro Hoshidiesi e Nohriani, ma ci consentirà di avere accesso alle classi orientali su personaggi della versione Conquista e viceversa. Ovviamente potendo far sposare personaggi dei due diversi schieramenti, in questa versione sarà possibile sperimentare ulteriormente sui guerrieri di seconda generazione, consentendoci ulteriori possibilità di personalizzazione. Anche all’interno del nostro castello potremo avere tranquillamente accesso alle strutture di Conquista e Retaggio, usufruendo di tutti gli oggetti messi a disposizione nelle due route principali. Quella di Rivelazione è stata dal mio punto di vista la migliore tra le esperienze del gioco in quanto, oltre ad avere la funzione di colmare numerosi buchi narrativi delle altre due versioni e di porsi a conclusione di questa triade di giochi, fonde i due diversi stili di gioco di Conquista e Retaggio. Manterremo infatti la possibilità di affrontare scontri aggiuntivi per allenarci, ma le mappe disponibili giungeranno a livelli di difficoltà simili a quanto visto nella versione Conquista.

A chi consigliamo Fire Emblem Fates?

Mi sento di consigliare il gioco non solo ai fan della serie o a chi ha apprezzato il precedente episodio, ma a chiunque sia in cerca di un valido strategico, essendo a mio avviso il miglior esponente del genere su Nintendo 3DS. Il mio consiglio è che recuperiate tutte e tre le versioni della storia, in quanto ognuna di esse, a partire dal sesto capitolo in poi, offre un’esperienza unica. Le diverse possibilità offerte dai supporti tra i personaggi e i personaggi di seconda generazione, aumentano di molto la rigiocabilità già elevata di questo titolo, consentendoci facilmente di fare più partite sperimentando cose nuove. Io, escluso per alcune scelte di adattamento, mi ritengo molto soddisfatto da questo titolo.

  • Grande varietà di classi e possibilità di personalizzazione del proprio esercito
  • Possibilità di visitare e sfidare altri giocatori
  • Alta rigiocabilità
  • Esperienza di gioco che si adegua a tutti i tipi di giocatori
  • Le diverse versioni raccontano avvenimenti completamente differenti ma…

  • … con numerosi buchi di trama se giocate singolarmente
  • Alcune scelte di adattamento infelici
  • Mancanza del doppiaggio giapponese
  • Il voice acting americano è in parte scadente
Fire Emblem Fates
4.5

Il ritorno del miglior strategico per 3DS, ma con qualche scelta discutibile

Fire Emblem Fates in tutte le sue versioni è, a mio avviso, il miglior gioco di ruolo strategico su Nintendo 3DS. Ognuna delle differenti route racconta storie diverse, che però necessitano l’una dell’altra per dare un senso di completezza agli eventi narrati. La cosa che ho apprezzato maggiormente del gioco è stata non solo la differente varietà di classi e personaggi disponibili nelle due versioni ma che si possa creare un team praticamente personalizzato a seconda dei legami che formeremo e del nostro modo di giocare. Il ritorno dei personaggi di seconda generazione è una cosa che ho apprezzato molto per le varietà che porta nelle differenti partite ma, purtroppo, la loro presenza non è in alcun modo giustificata dalla trama. Alcune scelte di localizzazione sono state un po’ infelici, tra tagli e adattamenti un po’ libertini, alcuni dei quali volti a rimuovere riferimenti a elementi ritenuti non consoni, particolare che magari darà fastidio ad alcuni giocatori. Rimosso nelle nostre versioni il doppiaggio originale giapponese, decisamente superiore alla sua controparte anglofona, che si presenta abbastanza scadente sotto molti punti di vista. Detto questo, posso affermare con certezza di essermi divertito parecchio con questo titolo, che ritengo uno dei migliori per l’attuale console portatile Nintendo.

Giocatore accanito di JRPG, Musou e quant'altro di tipicamente giapponese. Il suo sogno nel cassetto è quello di poter un giorno iniziare dei Social Link con le ragazze di SENRAN KAGURA.