Yomawari: Night Alone – Recensione

Yu Mizokami ci regala Yomawari, un'autentica esperienza survival horror capace di farci emozionare... anche se per pochissimo tempo.

Yomawari: Night Alone - Recensione

Yomawari: Night Alone - RecensioneSono una bambina di undici anni. Portavo a spasso il mio cane Poro, quando è successo qualcosa di davvero brutto. Un camioncino è passato per la strada, il collare di Poro si è spezzato e lui è sparito. Sono tornata a casa e ho raccontato tutto a mia sorella maggiore, che si è armata di torcia e coraggio per andare a cercare Poro a notte fonda. Non è più tornata. Devo andare a cercarla. Il posto in cui vivo sembra deserto e la sorellona non torna a casa.

Dopo averla brevemente riabbracciata, qualcosa ci ha attaccate, mi sono nascosta e una volta uscita lei non era più con me. Ho trovato la sua torcia, l’unico strumento che può aiutarmi a vedere nel buio pesto che mi circonda. Con un inaspettato coraggio cercherò di riportare a casa Poro e mia sorella, anche se non sono sicura di farcela. In fondo, sono solo una bambina di undici anni.

Yomawari: Night Alone è un survival horror di Nippon Ichi Software arrivato da noi, come al solito, dopo la sua release giapponese. Scrivendo per Akiba Gamers mi sono imbattuto in parecchie notizie su questo titolo e in particolare sono rimasto colpito dallo spettrale teaser trailer che lo presentava: una visione in prima persona attraverso la torcia di un individuo che cerca qualcosa, o qualcuno, e alla fine lo trova… anche se forse sarebbe stato meglio non trovare nulla. Successivamente, Yomawari si è rivelato al mondo con una grafica davvero carina che ricordava l’hack’n’slash per mobile Zenonia e il mio interesse per questo gioco per PlayStation Vita (disponibile anche per PC attraverso Steam) crebbe a dismisura. Zechs mi ha convinto a non comprare la versione giapponese del titolo, perché secondo lui sarebbe approdato anche nel nostro paese, e così è stato. Una volta ricevuto il codice ho preso due birrette e mi sono recato nelle campagne del mio sperduto paesino per godere al meglio delle possibilità di Yomawari.

Volete sapere se mi sono cagato addosso? Vi consiglio di leggere la testimonianza di questo breve, ma intenso gioco.

  • Titolo: Yomawari: Night Alone
  • Piattaforma: PlayStation Vita, PC
  • Genere: Survival Horror, Stealth
  • Giocatori: 1
  • Software house: Nippon Ichi Software
  • Sviluppatore: Nippon Ichi Software
  • Lingua: Inglese (testi)
  • Data di uscita: 29 ottobre 2016
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: disponibile in versione retail assieme a htoL#NiQ: The Firefly Diary

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Childhood’s End

Yomawari si presenta subito come un survival horror con elementi stealth. Dico subito che non apprezzo particolarmente il genere stealth, tranne che per alcuni immancabili esemplari del genere (come non si può apprezzare METAL GEAR SOLID?); per questo sono partito leggermente titubante, anche se l’atmosfera del gioco mi è subito entrata nelle ossa come il freddo più rigido. La nostra protagonista dovrà aggirarsi in un paesino deserto alla ricerca della sorella e di Poro, e avventurandoci insieme a lei dovremo prestare molta attenzione perché, come prevedibile, in questo posto non saremo mai realmente soli. Infatti, nonostante gli abitanti e i vicini di casa siano spariti misteriosamente, avremo a che fare con degli Yokai, che il più delle volte vorranno farci del male. Basterà solo un contatto fisico con queste entità per ucciderci e perdere la possibilità di riportare cane e sorellona a casa. Da qui ho capito che questo presupposto fosse l’ideale per questa tipologia di gioco, visto che una ragazzina di undici anni, per di più da sola, non poteva avere il potenziale offensivo del Serpente Solido, tanto meno contro avversari sovrannaturali. Dopo il tutorial più sconvolgente della storia dei videogames scopriremo che il paesino dove le vicende sono ambientate è bello grande, ma non potremo visitarlo tutto e subito (e ti pareva!) e dovremo recarci in particolari aree, completarle e poi potremo visitarne delle altre, che si aggiungeranno come zone esplorabili nella grande mappa. Ovviamente, aree più grandi significherà Yokai più pericolosi e imprevedibili: proprio mainagioia.

Fear of the dark

Durante le sessioni di esplorazione scopriremo come la torcia sarà la nostra migliore amica per tutta la durata dell’avventura. Grazie ad essa infatti potremo trovare gli oggetti con cui interagire attraverso dei punti di domanda e dei punti esclamativi, intravedere il luccichio degli oggetti da raccogliere e mostrare alcuni Yokai non visibili a occhio nudo nel gioco. Gli oggetti che di norma potremo acquisire saranno i sassi, utili per attirare altrove l’attenzione degli spettrali brutti signori o le sempre utili monete da 10 yen, che ci permetteranno di effettuare un quicksave attraverso le statue Jizo sparse in mezzo alla mappa. Sarà utile avere sempre a portata di mano una moneta da 10 yen per salvare la partita perché anche un minimo spostamento ci sembrerà pericolosissimo e talvolta potremo anche cadere vittima degli Yokai vicini a un falò— emh… una statua che avrebbe potuto salvarci il disturbo di dover tentare di nuovo la traversata. Infatti, alcuni spettrali nemici non avranno un pattern di movimento fisso e potrebbe capitarcene improvvisamente davanti uno pronto a romperci le uova nel paniere, facendoci ricominciare la partita.

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Only the good die young

Il design degli Yokai è “come se fossero disegnati da un bambino” così come il design della mappa ma, a discapito del loro aspetto, gli spiritelli vorranno farci a pezzi e brindare con il nostro sangue da minorenne in tutti i modi possibili. I bastardi infatti, oltre a comparire all’improvviso, potranno camuffarsi da oggetti apparentemente inanimati come distributori automatici o tombini e, come già ripetuto, non avendo nulla per difenderci dovremo correre. Purtroppo il correre in vicinanza di uno Yokai ci farà calare la già debole barra della stamina e dovremo quindi dosarla per dare un rischioso sprint quando questi saranno il più vicini possibile al nostro personaggio. Capiterà anche che qualche Yokai sia più grande e veloce del nostro alter-ego in gonnella, non lasciandoci possibilità di fuga; ecco quindi che la componente stealth del gioco si arricchisce con la funzionalità dei nascondigli: potremo infatti celare la nostra presenza ai nemici in alcuni punti come cespugli, muretti o segnali stradali per ingannare gli spiriti malvagi. Una volta nascosti, potremo scorgere il nemico attraverso il suono e delle macchie rosse che, una volta perse le nostre tracce, si allontaneranno dal nostro nascondiglio. È scontato che nelle nostre partite moriremo più e più volte per completare alcuni passaggi e, anche se la difficoltà non è particolarmente alta, spesso periremo per mano degli Yokai, facendo venire il dubbio alla nostra protagonista che forse sarebbe stata migliore una vita da figlia unica e senza animali domestici.

Twilight Zone

Tornando alla domanda fondamentale iniziale: “Mi sono cagato addosso?“— rispondo con un , e solo grazie al comparto audio. A mio parere, la parte migliore di questo gioco è proprio il sonoro e posso dire senza sbilanciarmi che gli effetti presenti su Yomawari: Night Alone entrano di diritto ai primi posti dei miei survival horror preferiti (il primo rimane saldo Clock Tower per SNES e al secondo Eternal Darkness per GameCube). Sarà impossibile infatti rimanere impassibili ai rumori ambientali presenti nel titolo, specialmente se siete cresciuti in un paesino e avete bene in mente quei rumori molesti di un qualcosa che si muove tra i cespugli, di un rubinetto gocciolante o anche solo quello del vento che muove gli alberi. Tutti questi rumori e ben altri sono presenti nel gioco e non sempre sarà un qualcosa di minaccioso a minare la nostra quiete. Basterà infatti anche una misera busta di plastica mossa dal vento a farci spaventare, anche perché nel gioco la situazione rimane sempre la stessa: siamo la preda e non il predatore, quindi costantemente braccati senza la minima possibilità di difenderci.

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Heaven Can Wait

Ovviamente Yomawari non è esente dai difetti. Il più importante, a mio avviso, che pesa come un macigno sulla valutazione finale, è la scarsissima longevità. Ho completato il gioco in poco più di sette ore e ho sbloccato la modalità Free Roaming, che mi consente di girare il paese per cercare di recuperare tutti gli oggetti. Questa modalità è utile certamente per i trofei, ma una volta esaurita la trama, vero cardine del gioco, c’è davvero poco da fare. C’è anche da considerare che il titolo viene venduto ad un prezzo non propriamente basso, e l’unica edizione retail è disponibile in combo con htoL#NiQ: The Firefly Diary, sul negozio online della compagnia o presso i maggiori retailer europei.

A chi consigliamo Yomawari: Night Alone?

Consiglio l’acquisto del gioco agli amanti dei survival horror. Non fatevi ingannare dalla grafica carina che lo contraddistingue , questo gioco è una vera perla horror che nelle poche ore in cui dovrete impegnarvi per completarlo vi regalerà una genuina esperienza, se questa è la vostra tipologia ideale di gioco.

Anche gli amanti degli stealth game potrebbero farci un pensierino, mentre i più casinisti e senza pazienza farebbero meglio a virare la propria attenzione verso altri titoli.

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  • Un bel survival horror dopo anni di mediocrità
  • Avversari spesso imprevedibili
  • Componente sonora illustre e da brividi

  • Davvero troppo breve
  • Una volta finito potrete lasciarlo perdere
Yomawari: Night Alone
3.4

Un horror coi fiocchi, finché dura

Yowamari: Night Alone è un gioco bellissimo, senza ombra di dubbio, ma la longevità quasi inesistente (è imbarazzante che un gioco per console nel 2016 duri così poco) e il fattore da stealth game, non proprio tipologia di cui vado matto, hanno influenzato la mia valutazione. L’ultima fatica di Yu Mizokami, in fin dei conti, è un gioco valido, divertente e inquietante al punto giusto: starà a voi se decidere di farlo vostro al prezzo di lancio, nonostante i difetti elencati. Nippon Ichi Software ha creato solide basi per un esperimento che diverte e inquieta al punto giusto e, se ci sarà un seguito, avrà da lavorare sugli evidenti difetti elencati nella recensione. Sta a voi decidere se sarete coraggiosi al punto da acquistare questo breve passatempo… e riuscire a sopravvivere.

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.