Gun Gun Pixies – Recensione

Dopo il suo debutto su PS Vita in Giappone, Gun Gun Pixies torna a nuova vita su piattaforme più grandi… E stavolta in Occidente!

Gun Gun Pixies recensione

Gli alieni sono tra noi! Ma non sono esattamente come ce li aspettavamo. Per via di alcuni spiacevoli incidenti di natura sociale che attanagliano il pianeta Pandemo, mandandolo pian piano verso un inesorabile declino, uno speciale duo elite è stato inviato d’urgenza sulla Terra. Il suo compito è quello di studiare usi e interazioni sociali degli abitanti, per collezionare dati a sufficienza e riuscire finalmente a offrire un punto di sblocco per il lontano pianeta e i suoi problemi. Protagonista di queste avventure sono Kameriel e Usamael, piccole ma caratterialmente diverse, alle prese con una missione di dimensioni GIGANTESCHE… quantomeno rispetto alla loro statura: questo è Gun Gun Pixies!

Giappone, anno 2017. Sugli scaffali di tantissimi negozi debutta su PS Vita uno sparatutto in terza persona targato Compile Heart rimasto sfortunatamente confinato nella sola patria del Sol Levante. Solo due anni dopo questo particolare gioco è tornato a far parlare di sé, ricevendo anche un annuncio occidentale che lo avrebbe portato su piattaforme più grandi quali Nintendo Switch e PC. Ne sarà valsa l’attesa?

  • Titolo: Gun Gun Pixies
  • Piattaforma: Nintendo Switch, PC / Steam
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: Action, Sparatutto in terza persona
  • Giocatori: 1
  • Software house: Compile Heart
  • Sviluppatore: SHADE
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 6 settembre 2019 (Switch), 1 novembre 2019 (PC)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • Note: porting del titolo uscito originariamente su PlayStation Vita solo in Giappone

Abbiamo recensito Gun Gun Pixies con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da PQube.

Avendo particolarmente apprezzato la serie Bullet Girls, altra opera sviluppata proprio da SHADE, sono sempre stato interessato a questo Gun Gun Pixies, tanto da acquistarlo nel dicembre 2018 durante uno dei nostri consueti viaggi in Giappone. Con la mia solita fortuna e un tempismo fuori del normale, tre mesi dopo, ovvero nel marzo 2019, PQube ci ha fatto dono del suo annuncio occidentale su piattaforme ben più grandi della console portatile su cui originariamente il gioco è nato.

Piccoli criceti, grandi avventure

Cosa c’entra Hamtaro? Niente, ma mi piaceva la citazione. Proprio in questo modo ho deciso di iniziare la recensione di questo action/sparatutto in terza persona che mi ha dato molto da pensare. All’interno di questo prodotto vestiremo i panni di due personaggi, le due microscopiche aliene Kameriel e Usamael del pianeta Pandemo, protagoniste assolute di questo titolo assieme alle belle ragazze che popoleranno il dormitorio scelto come luogo di studio degli esseri umani. Tra alcune scene di dialogo talvolta prolisse in cui si svolge la fase narrativa di gioco, dove man mano con il proseguimento conosceremo alcune nuove ragazze oltre quelle iniziali, avremo modo di comandare il duo alieno all’interno di missioni esplorative nelle vite e nelle varie camere dei soggetti presi in esame.

Ci ritroveremo così a vagare in lungo e in largo per alcune stanze quasi fossimo in Shingeki no Kyojin (L’Attacco dei Giganti), forse un po’ troppo a casaccio e con pochi indizi, intenti a cercare elementi vari nascosti in giro per spiegare i comportamenti inusuali delle ragazze mentre queste girano in modo casuale come fiere gigantesse pronte a proteggere il loro territorio. Di norma il tutto si svolge a capitoli, ciascuno composto da una manciata di stage, dove dovremo esplorare le stesse stanze in cerca di elementi utili per capire le motivazioni dietro alcune situazioni che si verranno a creare, talvolta ostacolati dalle stesse ragazze umane o da pestiferi calamaretti che tentano in tutti i modi di metterci i bastoni tra le ruote.

Per quanto gli scenari siano ben curati, l’essere ambientato in un dormitorio fa si che i luoghi che saremo chiamati a esplorare saranno praticamente sempre i soliti, portando così un po’ di ripetitività al gioco. L’idea base dietro a tutto il prodotto è interessante e spesso anche divertente, sebbene presenti qualche problema tedioso rilegato alla telecamera di gioco, in genere abbastanza libera ma che improvvisamente viene bloccata nei momenti meno opportuni e da controlli a volte non reattivi come ci si aspetterebbe.

Kiss Kiss Bang Bang

Per riuscire nelle nostre missioni, oltre a esplorare o darci allo sterminio di calamari, sarà necessario colpire le varie ragazze umane con le nostre armi da fuoco in tre punti precisi quali testa, busto e sedere, e lasciare che i nostri proiettili della felicità le mandino in estasi per strappargli con la forza qualche dettaglio importante. Sebbene l’eccessiva facilità di queste parti, ci penseranno le boss battle offerte al termine di ciascun capitolo a offrire un minimo di sfida per non far crollare il giocatore in un sonno profondo. Fortunatamente ci riusciranno, talvolta anche in modo un pelino imbarazzante, creando così uno dei pochi pilastri capace di sorreggere il gioco dal crollo totale.

Che sparatutto in terza persona sarebbe senza offrire qualche arma alternativa? Sì ok, non sono proprio a portata di mano, ma sappiate che un minimo di possibilità per rafforzare la potenza di fuoco delle nostre eroine c’è. Non saranno tantissime, vero, ma quantomeno giungeranno in tempo con il proseguimento della storia, capitolo dopo capitolo, quando anche le ragazze umane e i vari calamaretti rompiballe si saranno fatti sempre più forti, rendendoci quindi necessario un piccolo upgrade. Kameriel e Usamael sono dotate di due armi diverse, un fucile per la prima e una più semplice pistola per la seconda, e quelle che sbloccheremo useranno come base l’arma preferita dal personaggio senza possibilità di variare tipologia. L’apposito negozietto dove sarà possibile acquistarle, mediante monete di gioco raccolte nei vari stage, sarà in grado di offrirci anche qualche piccolo extra, tra cui divise o indumenti intimi da poter cambiare alle due protagoniste, ma anche alcuni particolari visori in grado di migliorare la visuale dei bersagli che inquadreremo o, sebbene siano costosi, di poter ammirare le ragazze umane anche ai raggi-X. Non male, non trovate?

Bullet Aliens

Le prime cose che saltano all’occhio in questo titolo targato SHADE sono alcune similitudini con un altro gioco dello stesso sviluppatore, Bullet Girls. Con ben tre capitoli all’attivo, la divertente serie dedicata alle soldatesse provette dell’accademia femminile Misakimori sembra essere stata ben più che di ispirazione per la realizzazione di questo Gun Gun Pixies, e lo si capisce sotto più di un punto. Guardando il pattern dei movimenti, della corsa e altri elementi del genere, sembra quasi che lo sviluppatore abbia riciclato qui e là qualche cosetta per poi donarlo al duo di piccole aliene protagoniste. Anche la componente fanservice pare esser passata dalla stessa strada: ogni volta che Kameriel e Usamael verranno colpite assisteremo a una sorta di rapida cutscene in cui i vestiti di una delle due vengono pian piano danneggiati fino a lasciarle in intimo, dove spesso le pose che il duo alieno ci propone su schermo sembrano riprese pari pari dall’altra serie. Nonostante tutto però sarà davvero, ma DAVVERO difficile assistere a queste scene, dal momento che negli stage iniziali di ciascun capitolo ci saranno pochi spunti per essere colpiti e arrivare ad ammirare questi filmati, lasciando come unica possibilità quella di venir colpiti apposta. Fortunatamente le boss battle riescono in qualche modo a dare uno scossone al gioco, non solo per senso di difficoltà ma anche per poter essere colpiti improvvisamente e gustarsi una di queste scene piccanti. Insomma, per farvela breve, se da una parte abbiamo Bullet Girls, dove andiamo contro eserciti nemici che ci sparano contro in continuazione e il rischio di rimanere colpiti e assistere a una di queste scene è ricorrente, in Gun Gun Pixies questo lato è davvero ridotto all’osso, con pochissime possibilità e occasioni di vederle.

Dalla sua però può contare su una meccanica abbastanza carina, ovvero quella di spacciarsi per una action figure per passare inosservati. Nel corso di questa avventura, come detto in precedenza, saremo più volte chiamati a esplorare in lungo e in largo alcune stanze da letto (anche se sempre le stesse…), talvolta con la sua proprietaria all’interno che gira in modo casuale e capace di notare quello che succede entro un preciso raggio d’azione. Se entreremo all’interno del suo campo visivo, uno speciale indicatore inizierà a riempirsi, risultando in un fallimento della missione nel caso che l’indicatore in questione si riempia totalmente. Proprio a questo proposito, ciascuna delle due eroine di gioco aliene potrà contare su alcune pose eseguibili con la croce direzionale, che ci permetterà di assumere sul posto una posa stravagante per cercare di farci passare per una action figure e non destare il minimo sospetto. Anche le piccole cose talvolta possono strappare qualche sorriso e far apprezzare di più un prodotto che ne ha bisogno.

Mission: Commandoll

Parlando di un gioco nato originariamente su PS Vita, Gun Gun Pixies sprigiona il 100% delle sue possibilità in portatile, ma devo dire che giocarlo anche su TV è abbastanza soddisfacente, e la conversione a piattaforme più potenti quale Nintendo Switch e PC è alquanto riuscita. Se devo essere sincero sono rimasto in parte deluso dalle scene di danneggiamento vestiti e da qualche altro dettaglio che, come detto chiaramente in recensione, è stato riciclato pari pari da Bullet Girls piuttosto che limitarsi a riproporne l’idea ma con una realizzazione quantomeno diversa e originale. Tutto il resto è ben realizzato, a partire dalle simpatiche protagoniste, alle ragazze umane che dovremo spiare e agli scenari, ma hanno tutti una cosa che li accomuna: sono pochi.

Invece il comparto sonoro mi ha decisamente catturato, con brani sia per menu che per fasi di gioco con un sound che richiama in qualche modo il tema alieni. Insomma, un feeling riuscitissimo per quello che si vuole offrire.

La popolazione di Pandemo, pianeta natale delle protagoniste, saccheggia regolarmente diversi pianeti. Di conseguenza, nessuno riesce a fidarsi e vi è una grossa mancanza di comunicazione. Le persone non si sposano e il pianeta è ormai in declino; si è così deciso di investigare sulla interazione con il genere umano, sperando di riuscire a sbloccare questa situazione. I giocatori avranno possesso di due piccole aliene con la missione di infiltrarsi all’interno dei dormitori femminili terrestri.

Questo pazzo third-person shooter nipponico è pronto a sbarcare in Europa! Nei panni di due piccole ragazze provenienti da un pianeta lontano dovremo infiltrarci in un dormitorio femminile e spiare le sue ospiti. Le due Pixies dovranno tenere sott’occhio le belle ragazze per poter riuscire a capire le abitudini degli esseri umani.

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A chi consigliamo Gun Gun Pixies?

Se preso a poco prezzo, Gun Gun Pixies può essere un gioco a tratti divertente… seppur molto limitato. Se vi piacciono i titoli stravaganti di casa Compile Heart, gli sparatutto in terza persona con meccaniche semplicissime e conditi con un pizzico (stavolta davvero poco) di fanservice, allora si può prendere in considerazione il suo acquisto senza problemi.

  • Carino il concept generale dietro al gioco
  • Porting ben riuscito su piattaforme più permissive

  • Gioco davvero limitato sotto molti punti di vista
  • Controlli e telecamera se la prendono un po’ comoda
Gun Gun Pixies
3

Piccoli giochi crescono, ma alcuni decisamente poco

Eccoci infine giunti al giudizio finale, io e Gun Gun Pixies, uno contro uno. Che dire? È un prodotto un po’ limitato da tante cose, a partire dalla due sole protagoniste giocabili, passando dal setting principale, ben realizzato ma sempre lo stesso, e alcune piccole pecche riguardo i controlli e la visuale. Sarebbe potuto essere qualcosa di più, anche se ovviamente vista la tematica non mi sarei aspettato TANTO di più, non il titolone che puntasse alle stelle, ma quantomeno qualcosa di un pelino più ambizioso in quello che propone al giocatore. Contando anche che alcune cose sembrano davvero prese pari pari da Bullet Girls. Comunque sia non gli posso negare una cosa: se preso per quel che è, acquistato magari al giusto prezzo e giocato con parsimonia, può riuscire a regalare qualche divertente sessione di gameplay per smorzare un po’ l’atmosfera di titoli decisamente più seri. Sinceramente dubito che Gun Gun Pixies diventerà mai una serie, non lo è diventata dopo la sua release nipponica originale e non credo sia adatto per una continuazione neanche adesso nella sua re-release mirata stavolta al pubblico occidentale, ma se il miracolo dovesse avvenire mi aspetto davvero di vedere qualcosa di più accattivante.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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