DRAGON QUEST HEROES: L’Albero del Mondo e le radici del male – Recensione

DRAGON QUEST HEROES I

dragon-quest-heroes-recensione-boxartNella dimensione in cui sorge la città di Arba, umani e mostri vivono insieme pacificamente. Durante una delle feste di paese più attese dell’anno, Lucyus e Aurora, i due abili guerrieri a capo delle guardie reali, si divertono spensieratamente assieme al piccolo Koro, mostrando ognuno il lato caratteristico della propria personalità in occasione di una classica gara di tiro a segno. Tuttavia, la pace che fino a questo momento sembrava intaccabile, viene improvvisamente minacciata da un potere oscuro: un misterioso stregone, dal suo covo situato chissà dove, lancia un perfido incantesimo sulla città, facendo calare una coltre grigia e oscura che rende tutti i mostri di Arba aggressivi nei confronti degli umani che li circondano. Senza perdere tempo, i due eroi raccolgono il piccolo amico, che a quanto pare non ha subito gli effetti del maleficio, e si dirigono verso la corte reale per trarre in salvo il loro amato Re Doric.

Quello che avete appena letto è l’incipit di DRAGON QUEST HEROES: L’Albero del Mondo e le radici del male, spin-off in salsa action della saga RPG più famosa in Giappone, ideata dall’allora giovane Yūji Horii nel lontano 1986. All’alba del trentesimo anniversario della saga, SQUARE ENIX ha deciso di regalare ai fan un’esperienza alternativa al classico gioco di ruolo a turni, affidandosi a quello che può essere considerato un dei re indiscussi dei giochi d’azione tattica, KOEI TECMO Games, nello specifico, il team di sviluppo Omega Force. Piano: so già a cosa state pensando. Sin dal suo primo trailer e dalle prime immagini diffuse in rete, DRAGON QUEST HEROES è stato erroneamente scambiato per un nuovo Musou (Warriors, in occidente), uno dei tanti giochi che portano la firma dei developer in questione, ma prima di analizzarlo a fondo vorrei mettere in chiaro una cosa: L’Albero del Mondo e le radici del male non fa parte della stessa tipologia di gioco di Dynasty Warriors, bensì è un gioco che riesce a mescolare al meglio due generi del tutto differenti.

  • Titolo: DRAGON QUEST HEROES: L’Albero del Mondo e le radici del male
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Genere: Action RPG, Hack and Slash
  • Giocatori: 1
  • Software house: SQUARE ENIX, KOEI TECMO Games
  • Sviluppatore: Omega Force
  • Lingua: Italiano (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 16 ottobre 2015
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: armi ed equipaggiamenti aggiuntivi; costumi, boss e missioni sono inclusi nel pacchetto base
  • Note: disponibile una Slime Collector’s Edition, con scrigno, peluche dello Slime, portabadge e DLC esclusivi

Sebbene ci troviamo di fronte a battaglie che ci vedono impegnati in assalti da parte di decine e decine di nemici, DRAGON QUEST HEROES non possiede le caratteristiche che contraddistinguono la tipologia di giochi succitata: la conquista di territori nemici, un contatore per gli avversari abbattuti, il classico indicatore per gli attacchi speciali e così via. Questi lasciano il posto a obiettivi da difendere, incantesimi e relativi punti magia, un vero e proprio party a supportarci, incarichi da affrontare e molto altro. Scordatevi le mappe sconfinate in cui siamo chiamati a correre da un punto all’altro nel cercare di conquistarne tutti i settori, perché L’Albero del Mondo e le radici del male è a tutti gli effetti un miscuglio fra i generi action RPG e hack and slash in cui è l’elemento narrativo a far da padrone.

Have a GIGABREAK

Inizialmente, DQ HEROES è strutturato in modo da consentirci di affrontare la storia una battaglia dopo l’altra, intervallando sessioni di combattimento a cutscene e sequenze di dialogo che andranno a dipanare la trama. Come sempre, in questi casi, la prima missione del gioco fungerà da tutorial. Non prima, tuttavia, di aver deciso quale sarà il nostro alter-ego in pixel e poligoni, a scelta fra Lucyus, un protagonista maschile calmo e calcolatore, e Aurora, eroina di sesso femminile dal carattere impulsivo e deciso (con la possibilità di cambiare il nome di entrambi). Tuttavia, si tratta di una scelta che non influenzerà prepotentemente trama e gameplay, poiché il personaggio rimasto occuperà il ruolo di comprimario e, come vedremo più avanti, potrà essere utilizzato in battaglia con la semplice pressione di un tasto. La prima configurazione non si limiterà a questo: ci verrà chiesto, infatti, se preferiamo scegliere un sistema di comandi manuali (che risulteranno alquanto familiari a chi gioca abitualmente ai titoli di Omega Force) oppure automatici, più indicati a chi invece preferisce godersi le spettacolari tecniche di spada senza il minimo sforzo (sebbene abbia trovato questi ultimi decisamente scomodi e un po’ troppo semplificati).

Oltre ai classici comandi salto, attacco rapido e attacco potente, il battle system di questo spin-off ci darà la possibilità, sfruttando un’apposita barra di Punti Magia, di eseguire magie e tecniche speciali, tenendo premuto uno dei tasti dorsali di destra (l’altro servirà a tuffarsi in avanti) e uno dei tasti azione che avremo precedentemente assegnato alle abilità imparate da ciascun personaggio. Il tasto cerchio, invece, non sarà assegnato al consueto attacco speciale come nei Warriors, bensì servirà ad attivare lo stato di Tensione, familiare a chi ha avuto modo di giocare a DRAGON QUEST VIII: una volta riempito l’apposito indicatore, potremo trasformarci in Super Saiyan verremo avvolti da un’aura scarlatta che ci garantirà una maggiore potenza d’attacco, immunità a status alterati, doppio salto e schivata in volo, nonché l’azzeramento del consumo di MP quando utilizzeremo le magie. Lo stato di Tensione culminerà con un colpo decisivo all’esaurirsi della barra, oppure alla seconda pressione del tasto cerchio. Esistono personaggi, come per esempio Re Doric, che hanno la capacità di accorciare i tempi di caricamento dell’apposito indicatore mediante l’uso di particolari abilità.

"Certo nonno, ma potresti gentilmente smetterla di fissarmi il pacco?"

“Certo nonno, ma potresti gentilmente smetterla di fissarmi il pacco?”

Largo, mostriciattoli!

Chi conosce DRAGON QUEST sa bene quanto, ben da prima dell’avvento di Pokémon, i mostri siano importanti all’interno dell’universo plasmato da Horii. Sia per merito dell’inconfondibile design dell’autore di Dragon Ball, ma anche grazie a una scelta dei nomi che li caratterizza ulteriormente, le creature di questa saga sono riuscite a strapparmi più di un sorriso durante i combattimenti casuali, nei classici RPG visti in passato. Nell’action game sviluppato da Omega Force i mostri occuperanno un duplice ruolo: quello di carne da macello e quello di preziosi alleati, seppur temporanei. Nel primo caso, come è facile immaginare, rientrano tutti i mostriciattoli che ci si pareranno davanti durante le missioni: gli iconici Slime, i buffi Martellus, e poi Vampistrelli, Skeletri, Golem e tanti altri. Ce ne troveremo di fronte a decine, tutti insieme, a causa della presenza dei misteriosi varchi oscuri all’interno delle mappe di gioco: tali varchi, presenziati dai rispettivi Guardiavarco, sputeranno fuori creature a oltranza fino a che non sconfiggeremo il loro protettore; spesso capiterà che l’obiettivo della missione sia appunto quello di ripulire l’area da tutti i mostri e, per farlo, dovremo sigillare ognuno di questi portali malefici. Di tanto in tanto, quando la missione lo richiederà, saremo anche chiamati ad affrontare mostri giganti in delle vere e proprie boss battle, nel corso delle quali dovremo scoprire il punto debole del nemico e attaccarlo con tutto ciò che abbiamo a disposizione. Tra questi rientrano i Koguar, i possenti Giganti, gli immancabili draghi e tutti i nemici incredibilmente grossi che affronteremo nel corso della storia e delle missioni secondarie rese disponibili tramite DLC: fra tutti spicca l’immenso Bjørn di DRAGON QUEST V, il più grosso nemico che troveremo all’interno del gioco.

SEID IHR DAS ESSEN? NEIN, WIR SIND DER JÄGER!

SEID IHR DAS ESSEN? NEIN, WIR SIND DER JÄGER!

La seconda tipologia di mostri, se così vogliamo definirla, è data da quelli che accorreranno in nostro aiuto durante le battaglie. Poco dopo averla reclutata nel gruppo, infatti, Juliette ci regalerà un dispositivo di sua invenzione che permetterà di catturare l’essenza delle belve e di racchiuderla all’interno di speciali Medaglie dei Mostri, le quali permetteranno di evocare taluni avversari appena sconfitti in battaglia nelle vesti di alleati. Potremo, inizialmente, avere a disposizione un party di sei mostri (o meno, a seconda dello spazio occupato da ciascuno) da lanciare tramite il D-Pad in direzione degli avversari, che combatteranno al nostro fianco finché non esauriranno i propri HP. I mostri delle medaglie verranno suddivisi in due tipologie: Sentinelle, che rimangono di guardia nel luogo in cui li evocheremo, nonché Attivisti, che innescheranno la propria abilità speciale per poi sparire nel nulla. Tuttavia, tali mostri saranno selezionabili solo per la battaglia in corso e scompariranno non appena torneremo alla nostra base operativa.

Doctor Slime & Alena-chan

Come già accennato nell’introduzione, nella dimensione di DRAGON QUEST HEROES esiste solo un mostro immune all’incantesimo del cattivone di turno: si tratta di Koro, il Dottor Slime con indosso la corona, mascotte di questo spin-off. Essendo dotato di parola, Koro non sarà solo uno dei tanti mostri come gli alleati citati poc’anzi, bensì sarà un personaggio vero e proprio all’interno del cast: parteciperà alle battaglie fornendo supporto curativo e, durante le sequenze di dialogo, sfoggerà un modo tutto particolare di parlare. Chiaramente, oltre al caro Koro, il nostro eroe verrà accompagnato da una folta schiera di alleati. Vi abbiamo già parlato di Lucyus, Aurora e del Re Doric: ognuno di loro è caratterizzato da una diversa affinità elementale e tipologia di attacco. Mentre Lucyus sferrerà principalmente magie di fuoco incantando la propria spada, Aurora sfrutterà il suo fioretto per invocare l’elemento ghiaccio, mentre Re Doric farà sfoggio di pesanti attacchi fisici brandendo un gigantesco bastone ferrato. Avanzando nelle missioni a noi si unirà Juliette, bella e ingegnosa utilizzatrice di boomerang, che ci fornirà di tutti i dispositivi tecnologici che utilizzeremo nel corso della nostra avventura, come lo Sparafiamme che sfrutteremo per respingere orde di mostri nella città di Mechania. Ma come ben saprete, anche solo dopo averne ammirato il trailer di annuncio, la particolarità di DRAGON QUEST HEROES: L’Albero del Mondo e le radici del male risiede proprio nella presenza dei cari vecchi protagonisti dei DRAGON QUEST regolari. Per meglio dire, di importanti comprimari del calibro di Alena e Kyril (DRAGON QUEST IV) che nella versione italiana saranno caratterizzati da righe di dialogo che richiamano l’idioma russo, il formidabile Terry da DRAGON QUEST VI e gli inarrivabili Jessica e Yangus da DRAGON QUEST VIII, il capitolo più amato e apprezzato nel nostro paese.

Il nostro party in battaglia sarà formato da quattro guerrieri, che potremo selezionare prima di ogni missione nella nostra base operativa, e scambiare con la sola pressione del tasto L2 in qualsiasi momento durante la battaglia. Potrebbe sembrare scontato, ma la possibilità di passare da un guerriero all’altro del nostro party durante le missioni è un valore aggiunto non indifferente, che contribuisce ulteriormente a impreziosire un gameplay già ricco di buone caratteristiche. Ciascuno dei personaggi a nostra disposizione, proprio come nel più classico RPG, potrà crescere nelle statistiche ed essere equipaggiato di armi e accessori sempre più potenti. Salendo di livello, inoltre, otterremo punti abilità, che ci consentiranno di accrescere il potenziale di ciascuno di loro incrementandone le statistiche nonché insegnandogli nuove abilità, incantesimi e molto altro.

"Al diavolo le sorti del mondo. Voglio un lavoro più tranquillo."

“Al diavolo le sorti del mondo. Voglio un lavoro più tranquillo.”

Con la testa fra le nuvole

Nella prima porzione di storia, quella che possiamo considerare l’introduzione, le missioni in cui saremo impegnati a combattere orde di mostri e difendere determinati obiettivi saranno intervallate da sezioni ambientate all’interno di una prima hub, l’Accampamento. Si tratta di un piccolo agglomerato di tende che sorgerà in una zona boschiva che ci mette a disposizione tutte le strutture basilari come il classico negozio di armi e armature e la chiesa dove poter salvare i nostri progressi, e ci consentirà di parlare con i nostri compagni d’avventura e con alcuni NPC che ci illustreranno il funzionamento dei vari sistemi di gioco. Superato un certo punto all’interno della storia ci verrà data la possibilità di spostarci sulla più classica delle world map e, per farlo, ci verrà messa a disposizione una sorta di aeronave. O meglio, un intero, piccolo castello che si solleverà in volo, diventando la hub definitiva a cui accedere a una miriade di nuove funzioni, oltre quelle già citate per il primo accampamento.

Sulla Nubirock, questo è il nome del nostro immenso velivolo e futura base operativa, potremo compiere un gran numero di azioni. Alle strutture adibite alla vendita di armi ed equipaggiamenti si aggiungono il pentolone alchemico (direttamente dal carro di Re Trode dell’ottavo DQ), la taverna di Greta (tramite la quale potremo cambiare i membri del party), il banco delle missioni, l’ufficio postale, il banco dei riconoscimenti e altro ancora.

Sono proprio questi ultimi tre a determinare uno degli aspetti secondari più interessanti di DRAGON QUEST HEROES. Quando saremo pronti a prenderci una pausa dall’avventura principale, il banco delle missioni ci metterà a disposizione una serie di quest (missioni secondarie) che ci chiederanno di raccogliere un certo numero di oggetti, di sconfiggere determinati nemici, o di affrontare speciali missioni per liberare certe zone dall’invasione dei mostri. Nei primi due casi, ma anche per salire più velocemente di livello e accumulare oro, potremo utilizzare la mappa del mondo per dirigerci nelle zone già affrontate nella storia, all’interno delle quali troveremo ad attenderci nuovi incarichi secondari. Una volta soddisfatte le condizioni, dovremo tornare al banco e riportare i nostri risultati: spesso, dopo averlo fatto, riceveremo delle nuove lettere da consultare presso l’ufficio postale, e a volte verremo ricompensati da nuovi oggetti o equipaggiamenti speciali che troveremo allegati ai messaggi. Accanto al banco delle missioni troveremo il banco dei riconoscimenti: qui potremo ottenere delle ricompense se avremo soddisfatto alcuni degli obiettivi in-game (che a volte coincideranno con i trofei PSN) che spaziano dall’abbattimento di determinati mostri giganti, alla sintesi alchemica di determinati oggetti; ogni qual volta riceveremo un riconoscimento ci verrà assegnata un delle immcancabili minimedaglie: come consuetudine all’interno della serie, queste ultime potranno essere scambiate dall’apposito NPC con oggetti ed equipaggiamenti esclusivi.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Ma di cosa stiamo parlando esattamente?

Per concludere, nel corso delle battaglie verremo premiati con una lunga serie di oggetti e materiali: quelli che non ci serviranno per il pentolone alchemico potranno essere usati in battaglia, ma i più importanti sono certamente le mappe del tesoro. Tramite esse scopriremo nuove location sulla world map, a cui corrisponderanno altrettante missioni secondarie più o meno difficili, che ci garantiranno succose ricompense. Avanzando nella storia, inoltre, ci imbatteremo nell’Isola dei Cimenti, un luogo dove il grande maestro Dragardio potrà insegnarci nuove tecniche che diverranno presto indispensabili in combattimento, come la magia Teletrasporto.

L’Emblema di Tori

Disponibile unicamente nella sua versione PlayStation 4 qui in Europa, DRAGON QUEST HEROES mi ha immediatamente colpito per la sua resa grafica limpida e dettagliata, che valorizza al meglio delle possibilità il riconoscibile tratto di Akira Toriyama e dipinge nella maniera migliore che potessimo immaginare l’universo di DRAGON QUEST. I modelli poligonali di alleati e nemici sono di livello piuttosto alto, così come le texture sempre incredibilmente dettagliate; il frame rate, impostato sui 60 fotogrammi al secondo, contribuisce a far apparire il gioco più fluido che mai, ma purtroppo non è esente da episodi di tearing che, paradossalmente, si verificano maggiormente durante situazioni statiche, ad esempio quando ci troveremo sulla Nubirock. A valorizzare ulteriormente un pacchetto dall’indiscutibile qualità ci pensa la storica colonna sonora di Koichi Sugiyama, che riprende il tema principale “Overture” e molti dei brani che abbiamo imparato ad apprezzare nei capitoli regolari della serie, assieme a tutti gli effetti sonori che suoneranno familiari ai giocatori di vecchia data, udibili anche attraverso gli speaker del nostro fido DualShock 4. Fortunatamente, subito dopo l’introduzione, ci verrà data la possibilità di scegliere se giocare ascoltando il doppiaggio americano realizzato per la versione occidentale oppure quello originale giapponese che ne ha accompagnato il lancio in terra natia.

Sembra talco ma non è, serve a darti la magia!

Sembra talco ma non è, serve a darti la magia!

A chi consigliamo DRAGON QUEST HEROES: L’Albero del Mondo e le radici del male?

Sono in molti dalle nostre parti ad attendere con ansia l’uscita di un nuovo capitolo regolare della classica saga RPG di SQUARE ENIX, assente sulle console nostrane ormai da quasi cinque anni. Per mitigare l’attesa del colossale DRAGON QUEST XI (dopo aver saltato a piè pari il decimo capitolo online) gli appassionati possono consolarsi con l’ottimo gioco di ruolo d’azione di Omega Force che mi ritrovo tra le mani. Consigliato agli amanti del genere hack and slash, ma anche a chi apprezza gli RPG moderni, potrà non appagare completamente chi predilige unicamente i canonici combattimenti a turni e le lunghe traversate a piedi nella world map. DRAGON QUEST HEROES: L’Albero del Mondo e le radici del male è accessibile a tutti per via di un’ottima localizzazione italiana che rimane fedele alle versioni Nintendo DS nostrane, sia per quanto riguarda i nomi, sia per il modo in cui taluni personaggi scimmiotteranno dialetti e lingue straniere. I fan delle produzioni animate potranno godersi per la prima volta nella saga un doppiaggio di alto livello che, nella versione giapponese, può contare su nomi illustri quali Hiroshi Kamiya nel ruolo di Terry (ma in questo caso scordatevi di sentir parlare Alena e Kyril con l’accento russo).

  • Graficamente appagante
  • Contiene sia il doppiaggio inglese che quello giapponese
  • Un variegato cast di personaggi storici e originali
  • Capitoli DLC inclusi su disco nella versione europea
  • Buon adattamento italiano, con dialetti e accenti a cui siamo stati abituati, ma…

  • …purtroppo fa perdere ogni mordente ai nomi di tecniche e magie
  • Ritmi di gioco un po’ troppo lenti
  • Monotonia nella struttura delle missioni
  • Manca una componente esplorativa
DRAGON QUEST HEROES: L'Albero del Mondo e le radici del male
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Una slimetastica svolta action per la saga di Horii

Amo DRAGON QUEST. Apprezzo molto i giochi sviluppati da Omega Force. Per questo motivo attendevo con ansia l’arrivo di questo titolo sul suolo occidentale, sin dal suo primo trailer. Devo dire che inizialmente, durante le missioni introduttive, ho reagito in maniera un po’ fredda di fronte al risultato finale, ma fortunatamente ho dovuto un rivedere abbastanza il mio giudizio avanzando all’interno del gioco. L’albero della vita non è uno di quei titoli che ti spiattella in faccia tutto e subito, ma ti lascia scoprire poco a poco i suoi pregi e i suoi difetti, dandoti il tempo di assimilare al meglio ogni funzionalità senza metterti troppa fretta. Sebbene le missioni non offrano la struttura variegata che offrirebbe una tipologia di gameplay meno ridondante, l’acquisizione della Nubirock contribuisce ad aumentare il numero di attività a nostra disposizione, tra missioni secondarie, sfide più ardue e incarichi che porteranno via un bel po’ di tempo. Peccato manchi solo la componente esplorativa che caratterizza il classico DRAGON QUEST e la maggior parte degli RPG giapponesi. Sotto un certo punto di vista, HEROES mi ha ricordato l’esperimento riuscito a metà che prende il nome di DRAGON QUEST Swords ma, fortunatamente, c’è da dire che il lavoro svolto dal team di sviluppo è di gran lunga migliore rispetto a quanto visto nell’appena citato titolo per Wii, e può certamente entrare a far parte della lista di esclusive di prim’ordine dell’attuale console da salotto di Sony. A impreziosire ulteriormente il pacchetto, SQUARE ENIX ha deciso di includere nel disco di gioco i capitoli DLC usciti separatamente in Giappone, che ci permetteranno di affrontare nuovi boss e di sbloccare costumi alternativi e, come personaggio segreto, uno dei guerrieri più amati della saga.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.