Tactics Ogre: Reborn – Recensione

Uno storico RPG riemerge dal passato impreziosito da tante novità. Mettete alla prova la vostra abilità di strateghi in Tactics Ogre: Reborn

Tactics Ogre: Reborn – Recensione

Prima di poter parlare del titolo che tratteremo oggi, è necessario fare un piccolo balzo indietro di quasi trent’anni, al tempo in cui esistevano le ormai preistoriche console a 16-bit. A quel tempo vi era una piccola casa di sviluppo giapponese di nicchia chiamata Quest Corporation, che in maniera analoga a quella che all’epoca era ancora nota come SquareSoft (Dio, quanto tempo è passato?), sfornò una serie di giochi al meglio mediocri spesso poco più che cloni inferiori di giochi più famosi, e che nel 1992 trovò una sua fetta di popolarità quando un suo visionario sviluppatore, Yasumi Matsuno (che lasciò poi Quest col collega Akihiko Yoshida per andare a lavorare per SquareSoft e fu il cervello dietro ai due capolavori FINAL FANTASY TACTICS  Vagrant Story, entrambi ambientati nell’ambientazione da lui creata di Ivalice, ma questa è un’altra storia), creò un intrigante strategico chiamato Ogre Battle: March of the Black Queen.

Il successo di Ogre Battle fu sufficiente da garantire a Quest la possibilità di creare un sequel. Nacque così, nel 1995, Tactics Ogre: Let Us Cling Together, uno dei più titoli più cari al cuore degli appassionati di SRPG, oltre che il gioco originale da cui è tratta la doppia remaster che oggi andremo a recensire. Perché doppia, vi chiederete? Beh, perché non si tratta della prima versione modernizzata di questo ormai arcaico strategico. Nel 2010, SQUARE ENIX — che aveva inglobato in sé l’intero team di sviluppo Quest, facendolo lavorare sui due FINAL FANTASY TACTICS ADVANCE — fece un’elaborata remaster del titolo, ribilanciando gli scontri e svecchiando alcune meccaniche ormai forse troppo frustranti. E ora, l’11 novembre del 2022, a sorpresa, ecco che SQUARE ENIX lancia una versione ancora più modernizzata e semplificata di Let Us Cling Together con questo nuovissimo Tactics Ogre: Reborn. Vediamo insieme cosa è cambiato e quali novità bollono in pentola in questa nuova, moderna versione di questo classico, e se ancora oggi, a quasi trent’anni dall’uscita originale, regge al flusso del tempo.

Tactics Ogre: Reborn – Recensione

  • Titolo: Tactics Ogre: Reborn
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC / Steam
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: RPG Strategico
  • Giocatori: 1
  • Publisher: SQUARE ENIX
  • Sviluppatore: SQUARE ENIX
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese e Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 11 novembre 2022
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: N/A
  • Note: Il titolo è una remaster della versione PSP di Tactics Ogre:  Let Us Cling Together con ulteriori migliorie

Abbiamo recensito Tactics Ogre: Reborn con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da SQUARE ENIX tramite PLAION.

La trama di Tactics Ogre non è esattamente semplice da spiegare, perché è ricchissima di personaggi, fazioni in guerra, cambi di alleanza e molteplici diramazioni (parleremo più approfonditamente di questo aspetto in seguito) degne di un più moderno Game of Thrones. Per non rendere questa recensione un vero e proprio romanzo e non complicarci la vita, elencheremo l’essenziale. Ci troviamo nell’arcipelago di Valeria, ora piombato nell’inquietudine e in una guerra civile a tre dopo la morte del sovrano che lasciò il regno senza eredi. Le tre fazioni politiche a contendersi il dominio delle isole sono, rispettivamente: il Regno di Bakram-Valeria comandato dal reggente Abuna Brantyn che ha preso il potere dopo la morte del vecchio re, il Regno espansionista di Galgastan, che sotto il dominio del sanguinario Pontefice Balbatos, ha ottenuto la superiorità in guerra dichiarandosi di fatto la vera fazione al vertice dell’arcipelago e, per ultima, la Resistenza dei Walister del duca Rowney, la più debole delle tre fazioni che, in seguito alla vittoria schiacciante dei Galgastani, è diventata vittima di orribili persecuzioni e relegata su un piccolo isolotto.

Ed è qui che facciamo la conoscenza dei tre protagonisti della storia: il giovane Denam, sua sorella maggiore Catiua, e Vyce, loro amico d’infanzia. I tre ragazzi furono costretti alla fuga dopo che l’invasione dei Galgastani alle terre dei Walister li ebbe privati di tutto, e ora i tre hanno stabilito, in una casetta abbandonata, un fronte di resistenza contro la crudeltà di Galgastan in nome dei Walister. La storia prende il via quando i tre intercettano un contingente di mercenari esuli del vicino regno di Xenobia, scambiando il loro leader Lancelot con lo spietato leader dei Cavalieri Oscuri di Loslorien, ovvero Lanselot, loro giurato nemico, poiché responsabile del massacro alla loro casa. Da questo malinteso che porterà ad un’alleanza inaspettata, partirà la lunga, lunga campagna di guerra di Denam, che si vedrà coinvolto negli spietati giochi di potere dei politici valeriani e nelle loro oscure trame, in un’avventura dark fantasy carica di scelte morali, dove la linea di confine fra il bene e il male non è così marcata come ci si aspetterebbe.

L’arcano è il mezzo dal quale tutto è rivelato…

Cominciamo a parlare di tutti i cambiamenti fatti al gameplay di Tactics Ogre rispetto alle versioni precedenti, ma principalmente alla versione PSP di cui è un remaster: innanzitutto bisogna parlare di come viene gestita la crescita delle proprie unità. Invece di far salire di livello le varie classi dei propri personaggi, Reborn ricompensa tutte le unità schierate in campo dal giocatore con un totale di punti esperienza che vengono distribuiti in maniera equa alla fine di ogni battaglia — e il cui valore può essere aumentato svolgendo delle azioni extra durante la battaglia, come ad esempio schierare in campo una determinata unità, usare un certo tipo di abilità, raccogliere una carta potenziamento e così via. Tuttavia, vale la pena di ricordare che ogni evento di trama avrà un level cap massimo entro il quale non si potrà andare fino al superamento di determinati scenari, e l’esperienza in più verrà convertita in dei pratici portafortuna da poter utilizzare sui personaggi che hanno bisogno di salire di livello in fretta (altra novità inedita della versione Reborn). Inoltre, salire di livello è stato semplificato dalla rimozione degli incontri casuali, sostituiti da pratici scontri di allenamento selezionabili in ogni città principale.

E visto che le ho appena citate, parliamo anche delle carte potenziamento, ulteriore novità di questa versione: si tratta di carte blu che appaiono magicamente sul campo nel corso della battaglia occupando spazi casuali, e che daranno dei buff temporanei a chiunque la raccolga, sia questo amico o nemico. Questi potenziamenti verranno azzerati alla fine della battaglia, o raccogliendo le carte rosse col simbolo dello stop durante le battaglie. Oltre alle carte già citate, ci sono anche le carte verdi, che appaiono uccidendo certi nemici o, più raramente, rompendo oggetti come casse e barili. Queste carte sono decisamente preziose, visto che concederanno un buff permanente a una statistica specifica a chiunque la raccolga, motivo per cui, se possibile, è sempre meglio raccoglierla prima della fine di una battaglia o evitare che un nemico ci metta le mani.
Anche il menu di gestione delle unità è stato ampliamente migliorato e semplificato. I personaggi saranno in grado di equipaggiare qualunque equipaggiamento richiesto dalla propria classe di appartenenza senza restrizioni di alcun tipo, e potranno equipaggiare un massimo di quattro oggetti, quattro incantesimi (se sono capaci di utilizzare la magia), quattro abilità fra attive, passive, automatiche e specifiche di una classe o una razza, e molteplici colpi finali, tutti ottenibili aumentando il proprio livello e le proprie abilità con armi e magie.

Al giocatore viene inoltre data la possibilità di fare appello a diversi arcani dei tarocchi per poter agevolare la sua esperienza di gioco in maniera più facile e immediata. Tramite il Warren Report (l’utilissimo glossario dove troveremo le cronache degli avvenimenti, le biografie dei personaggi, i tutorial, le musiche da ascoltare e tanto altro ancora), avremo modo di accedere alla Ruota della Fortuna, un vero e proprio diagramma che ci mostra le diramazioni prese durante la nostra partita e ci permetterà di riguardare le cutscene di dialogo in qualunque momento e, magari, usarlo per reclutare quei personaggi che prima non volevano unirsi a noi per le nostre scelte, o salvare persone che le nostre azioni precedenti hanno condannato, oltre che permettendoci di vedere eventi extra che altrimenti ci sarebbero sfuggiti. l’arcano del Carro, invece, è accessibile solo e unicamente durante le battaglie, e funziona in maniera analoga al Battito Divino di Fire Emblem: Three Houses.

Ci permetterà, quindi, di riavvolgere l’andamento dei turni (sebbene in maniera molto più limitata) e cambiare la nostra strategia se l’esito di una determinata azione sul campo non ha sortito l’effetto sperato, con l’IA che cambierà strategia in base alle nostre azioni. L’intelligenza artificiale è piuttosto buona, anche se talvolta fa scelte discutibili — come far usare un colpo fisico da un mago su un cavaliere corazzato, o far andare allo sbaraglio gli ospiti gestiti dal computer col risultato di farli morire, e voi vi ritrovate a sbraitare contro lo schermo perché magari erano ospiti che se vanno a 0 HP, muoiono permanentemente. Ultimo, ma non meno importante, è l’arcano del Mondo, che una volta sbloccato, ci permetterà addirittura di tornare indietro a punti focali della trama per ottenere le diverse route della storia senza dover per forza ogni volta ricominciare il gioco da zero. Cosa molto utile in un gioco come Tactics Ogre, che presenta molteplici scelte e ben otto finali!

Moralità ed etica

Come avete avuto modo di leggere, Tactics Ogre mette ripetutamente in mano al giocatore le redini morali delle decisioni di Denam nel corso dell’avventura, ritrovandosi spesso a dover pesare le proprie opzioni in base a quanto siano più o meno moralmente giuste rispetto a quanto siano cinicamente razionali. Ed è proprio in questo che brilla la sceneggiatura di questo titolo e il contributo di Yasumi Matsuno come autore — specialmente se consideriamo che il titolo originale è uscito nel 1995! Matsuno abbandona le convinzioni più tipiche dei giochi fantasy del tempo per portarci in un mondo che è, sì, fantasy con spade, magie, mostri e così via, ma dalla trama molto più coi piedi per terra e radicata in un contesto sociopolitico da libro di storia del medioevo, e ci mostra che, come nel mondo reale, la guerra, i giochi di potere, di rado sono una questione di bene contro male, dove una fazione è santa e l’altra è il diavolo, e dove essere buoni e idealisti a tutti i costi assicura un avvenire sereno e il lieto fine da favola. Denam (e quindi il giocatore), si ritroverà davanti scelte morali molto spesso forti, che andranno a delineare non solo l’esito della guerra civile e la sorte dei suoi alleati, ma anche l’opinione che il popolo ha di lui e dei suoi compagni, sia in positivo che in negativo.

Questo, nel gioco, viene rispecchiato dall’appartenenza dei personaggi a uno dei tre allineamenti corrispondenti ai tre gradi dello spettro etico: legale, neutrale e caotico (mostrati da una lgettera L, N o C vicino al nome del personaggio nel menu). Questo allineamento cambierà in base alle scelte cruciali fatte in determinati punti della trama, ed è il fulcro da cui nascono le diramazioni nella storia di Tactics Ogre. Non solo, ma le nostre azioni potrebbero persino portare le nostre unità standard a voltarci le spalle, ad esempio uccidendo troppi esponenti di un determinato clan o una determinata fazione.

Tactics Ogre: Reborn, basato sulla versione del 2010, offre grafica e audio migliori, oltre a dinamiche rifinite che danno vita a un Tactics Ogre rinnovato ma fedele alle sue origini. I veterani di Tactics Ogre troveranno un gioco che va oltre i loro più bei ricordi, mentre i neofiti scopriranno un gioco unico nel suo genere. Ancora più profondo in questa sua nuova incarnazione, il gioco permette di immergersi nel mondo e negli intrighi di Tactics Ogre come mai prima d’ora. Le tue scelte incidono sullo sviluppo e sull’epilogo della storia, grazie a un sistema che consente di progredire nel gioco su numerosi percorsi differenti e giungere a finali multipli. La storia è narrata dal punto di vista di un giovane di nome Denam, le cui decisioni influenzeranno il destino di chi lo circonda e la storia di Valeria.

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La miopia della guerra

Rispetto alla versione PSP di Let Us Cling Together, Reborn gode di una maggiore risoluzione sia negli ambienti che nei ritratti dei personaggi, che sono stati completamente ridisegnati per avere la maggior definizione possibile e sono davvero belli da guardare. Anche gli effetti visivi di tecniche speciali, abilità e magie sono veramente una gioia per gli occhi, e aiutano a rendere gli scontri più piacevoli da giocare. Unica nota negativa di questa versione è la risoluzione degli sprite dei personaggi. Visti da lontano, durante le battaglie, rendono bene, mantenendo una nota stilistica di semplicità e di animazioni essenziali ma comunque curate. Il problema sorge quando la telecamera si avvicina e partono le cutscene, mostrando come gli sprite dei personaggi abbiano un filtro che ne smussa la spigolosità dei pixel, rendendoli tuttavia molto meno nitidi e decisamente meno piacevoli da guardare. Un difetto minore, ma che decisamente stona col resto del gioco. Possiamo solo sperare che SQUARE ENIX aggiunga almeno l’opzione di disattivare il filtro o di renderlo meno evidente.

Quanto al comparto sonoro? Non c’è spazio per le lamentele. Hitoshi Sakimoto è al massimo della forma nel darci delle epiche rese orchestrate dei temi che già ci deliziarono nel 1995, con temi di battaglia che sono uno meglio dell’altro e che rievocano molto lo stile utilizzato nello storico FINAL FANTASY TACTICS (vero erede spirituale di questo Tactics Ogre). Anche il doppiaggio è piuttosto buono, sia in giapponese che in inglese, quest’ultimo con voci marcatamente britanniche che si addicono forse un po’ meglio al contesto cavalleresco in cui siamo immersi e all’idioma inglese simil-elisabettiano che ormai SQUARE ENIX non lesina mai quando un suo gioco è ambientato in un mondo fantasy medievale. Già, perché questo tocca dirlo, non solo Reborn non ha l’opzione della lingua italiana, ma presenta un inglese decisamente complesso e dal linguaggio molto aulico, che dà parecchio da sudare persino a chi conosce bene la lingua nel capire i dialoghi dei personaggi.

A chi consigliamo Tactics Ogre: Reborn?

Inutile dire che si tratta di un titolo storico che dovrebbe figurare nella collezione di ogni amante di giochi di strategia, specialmente se non hanno ancora avuto modo di giocare all’originale Tactics Ogre. Ha molte opzioni che facilitano la vita al giocatore, ma non per questo si rende meno ostico da giocare, dando sempre sfide diverse che man mano si fanno sempre più difficili da mordersi le unghie, specie quando i nemici cominciano a sfruttare abilità passive e mosse finali. I neofiti potrebbero restare intimoriti dalle molteplici opzioni che vengono date già da subito fra classi, abilità ed equipaggiamenti, ma se avranno pazienza di prenderci la mano, non è da escludere che lo trovino appagante. E i fan di FINAL FANTASY TACTICS che hanno apprezzato sia la versione PSX che il remaster War of The Lions avranno finalmente modo di vedere il titolo che, nelle meccaniche e nell’ambientazione, ha dato vita a uno dei loro giochi preferiti.

  • Una trama matura radicata nella sociopolitica storica
  • Tanti miglioramenti e semplificazioni al gameplay
  • Molteplici diramazioni da scegliere

  • La difficoltà di certi scenari può scoraggiare
  • Gli sprite dei personaggi sono poco nitidi
  • Manca l’italiano fra le lingue selezionabili
Tactics Ogre: Reborn
4

Un gioiellino che ha fatto Storia... letteralmente!

Tactics Ogre: Reborn è tutto quello che promette di essere: una versione modernizzata di uno strategico storico che riesce a semplificare e velocizzare gli aspetti più macchinosi nel gameplay dandoci un’esperienza scorrevole che si lascia giocare con estremo piacere, accompagnato da una storia intensa e matura, che non ha paura di tirare al giocatore palle curve per paura di turbarlo, mettendolo proprio nell’occhio del ciclone in un contesto di guerra medievale al contempo fantastico ma realistico, dove spade, mostri e magie si mescolano con la cruda realtà del mondo, le sue ingiustizie e la cupidigia di chi sta al vertice. Fa desiderare che ci siano più giochi (e sviluppatori) che trattino la cosa in maniera così adulta e riflessiva.

Una normalissima bimba ultraventenne che ha trafficato con computer e videogiochi per tutta la vita. Nel tempo libero le piace scarabocchiare sul suo sketchbook.

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