Filo diretto: EPISODIO UNO

Filo diretto: EPISODIO UNO

OSSU! Ora Goku! È Zechs che vi parla, direttamente dal centro di comando di Another Castle, quello pieno di bottoni, leve e codici JavaScript incomprensibili (anche per me). Cos’è filo diretto? Col passare del tempo ci siamo accorti che, nonostante tanta gente stia finalmente iniziando a conoscere Another Castle, non sa chi si cela dietro articoli, recensioni e tutte le squallide battute che condividiamo sulla pagina Facebook. Beh, chi non ha mai fatto un giro sulla pagina Redazione merita solo una combo di calci nelle gonadi, ma in ogni caso c’è scritto ben poco di quello che siamo in realtà. Filo diretto servirà proprio a questo, a comunicarvi in maniera spedita tutto ciò che non traspare attraverso il resto degli articoli. Che ne dite di iniziare proprio con una serie di Frequently Asked Questions?

Domande frequenti

“Ma chi le ha chieste ‘ste cose, poi?”

Dove si trova la vostra redazione?

Dato che al momento viviamo un po’ sparsi fra Puglia, Abruzzo, Toscana, Sardegna e quant’altro, possiamo dire che la nostra redazione si trova nel cloud. No, non quello di FINAL FANTASY VII. Ci coordiniamo attraverso una rete interna supersegreta e almeno un paio di volte a settimana ci riuniamo per discutere a voce delle questioni più impellenti. Peccato che il più delle volte tali riunioni finiscano con Kurama, Kilroy e gli altri che cazzeggiano linkando YouTube Poop, Vaporwave, video di cantanti neomelodici napoletani e tanta altra merda fino a che arrivano le due del mattino. Sono ormai lontani i bei tempi in cui si discuteva di Hitomi Tanaka

Perché Another Castle è diverso da gli altri siti?

Perché parliamo solo di videogiochi di provenienza giapponese, sebbene evitiamo molto spesso giochi a carattere sportivo come Winning Eleven, gli innumerevoli titoli di baseball e poco altro. In Giappone esce davvero tanta roba, ma spesso si tratta anche di visual novel dal bassissimo budget che richiederebbero una perfetta padronanza dell’idioma nativo e che difficilmente potrebbero mai vedere la luce in occidente. Anche volendo, col tempo che abbiamo a disposizione non riusciremmo a scrivere di tutto quanto.

Perché si chiama Another Castle? È un sito che parla di Nintendo?

Questa è una delle domande che ci vengono poste più spesso. No, Another Castle non è un sito che parla solo di giochi Nintendo, come molti credono non appena lo sentono nominare. Parliamo anche di giochi Nintendo, essendo per la maggior parte produzioni nipponiche. Il nome Another Castle è stato scelto anni fa, perché inizialmente la nostra linea editoriale differiva un po’ da quella attuale. Volevamo creare un punto di ritrovo diverso dagli altri siti, dove parlare liberamente dei titoli che più ci piacciono in maniera non troppo formale, esprimendo una certa nota di disappunto (condivisa da tutta la redazione) nei confronti dell’attuale direzione intrapresa dal mercato videoludico, tra DLC onnipresenti e la minaccia del digital-only, spauracchio dei collezionisti. Qualche tempo dopo ci siamo ritrovati a decidere di modificare, per vari motivi, questa linea editoriale, adottando lo slogan “Videogiochi Made in Japan” tutt’ora presente sotto al logo. Molto presto anche qualcos’altro potrebbe cambiare, ma non voglio anticiparvi nulla.

Ma Another Castle è il vostro lavoro? Vi pagano per scrivere le recensioni?

Al momento è praticamente un hobby, sebbene ci mettiamo dentro tutto l’impegno possibile. Sarebbe bello, ovviamente, riuscire a campare solamente grazie alle pagine del sito, ma sappiate che gli unici soldi che è possibile guadagnare con un progetto di questo calibro provengono unicamente dalla pubblicità. Allo stesso tempo cerchiamo di mantenere uno status non troppo invasivo per quest’ultima, ed è lo stesso motivo per il quale non possiamo ancora vivere solamente di questo. È chiaro che nessuno viene pagato dai publisher per scrivere le recensioni; l’unico “pagamento” se così possiamo definirlo, risiede nelle review copy che ci vengono mandate per recensire i giochi, spesso unicamente in formato digitale, che rimangono a noi anche dopo la pubblicazione. Un paio di noi studiano all’università, ma la maggior parte lavora negli ambiti più disparati: abbiamo impiegati, gestori di attività commerciali, commessi, nonché programmatori e webdesigner. Per questo motivo, lavorare con noi, per il momento, non prevede alcuna retribuzione in denaro. Però provateci lo stesso: siamo sempre alla ricerca di nuovi schiavi redattori da addestare per crescere insieme (sebbene mi renda conto di quanto spesso io sia rompicoglioni nei confronti dei miei compagni).

Perché state ritardando così tanto con le recensioni?

Ve ne siete accorti, eh? Abbiamo perso il ritmo, come dice Rob. Avete presente quando in un rhythm game interrompete la combo e finite per missare un sacco di note, rimanendo con pochissima energia? Allo stesso modo abbiamo finito per accumulare un po’ troppe recensioni da correggere e impaginare, persino ancora da cominciare, per i motivi più disparati. Qualcuno di noi è rimasto senza PC, altri hanno perso la connessione a internet per qualche tempo, qualcuno si è trasferito per lavoro, e poi qualcun altro ancora è rimasto senza PC. A volte vi capiterà di vedere online la recensione di qualche gioco ormai un po’ datato, ma non preoccupatevi: riusciremo a tornare in carreggiata e a rispettare le scadenze, siamo ottimisti. Continuate a supportarci!

Se volete porci altre domande, siano esse serie o del tutto prive di senso, mandateci un messaggio all’indirizzo di posta elettronica posta@anothercastle.it, vi risponderemo proprio in questa nuova rubrica.

Nelle prossime puntate

Ok, poco fa vi ho detto che non avrei anticipato nulla del futuro di Another Castle, ma in questi ultimi giorni siamo riusciti a progredire più in fretta del previsto, grazie all’ottimo lavoro svolto da Cantilux, il nostro developer. Nelle prossime settimane avvieremo una vera e propria operazione di rebranding, che dapprima coinvolgerà solo il look del sito attuale ma che, col tempo, sconvolgerà in profondità ciò che siete abituati a vedere dalle nostre parti. Volete una piccola anteprima di ciò che vi aspetta nelle prime fasi? Cliccate qui e fateci sapere che ve ne pare. Attendiamo i vostri commenti.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.