Gintama Rumble – Recensione

I bizzarri personaggi di Gintama tornano con una nuova trasposizione videoludica! Riuscirà Gintama Rumble a tenere alto il nome della serie?

Gintama Rumble – Recensione

Gintama Rumble – RecensioneUna feroce guerra tra gli Amanto e gli esseri umani ha avuto luogo durante il periodo Edo, e la sconfitta di quest’ultimi ha costretto lo shogunato ad arrendersi e aprire le porte alla convivenza con questa particolare razza aliena. La loro presenza ha portato a una frettolosa evoluzione, che ha donato all’uomo oggetti moderni e “futuristici” all’interno di un Giappone feudale. Le persone iniziano a modernizzarsi, adattandosi anche alla rigida regola imposta dagli Amanto che vietare ai civili di portare alcun tipo di Katana. In un’era ormai a metà tra il futuro e il passato, il giovane aspirante samurai Shimura Shimpachi conoscerà in circostanze abbastanza particolari il bizzarro Sakata Gintoki, una delle poche persone a portare ancora con sé una spada… anche se di legno. I suoi ideali “vecchia scuola” colpiscono il giovane Shimpachi tanto da farlo desiderare di essere suo apprendista, ma non ci vorrà molto prima che il duo diventi un trio con l’aggiunta di Kagura, ragazza dall’aspetto innocente che, in quanto membro della tribù Yato, considerata la più forte dell’universo, nasconde dentro di sé una forza sovrumana.

Guidati dallo stravagante Gintoki, Kagura e Shimpachi lavorano come come tuttofare all’interno dell’agenzia Yorozuya, disposti a fare qualsiasi cosa per soldi. Quali avventure senza senso li attendono?

Nato originariamente come manga, pubblicato nella celebre rivista Shonen Jump di Shueisha, Gintama è una serie che ha ricevuto il massimo apprezzamento grazie alla divertentissima trasposizione animata mandata in onda per la prima volta nel 2006. È proprio durante il corso dell’anime che i celebri personaggi originariamente creati dal maestro Hideaki Sorachi hanno iniziato, come spesso accade per serie di discreto successo, a ricevere trasposizioni videoludiche dei generi più disparati. Siamo qui oggi per parlarvi di Gintama Rumble, ultima fatica targata BANDAI NAMCO Entertainment e Tamsoft che stavolta promette di offrire un’esperienza hack ’n’ slash musou-like tanto bizzarra quanto la serie da cui è tratto.

  • Titolo: Gintama Rumble
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Genere: hack ’n’ slash
  • Giocatori: 1
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Tamsoft
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 18 gennaio 2018
  • Disponibilità: Retail, digital delivery
  • DLC: attualmente non disponibili
  • Note: disponibile anche in Giappone su PS4 e PS Vita interamente in lingua giapponese

BANDAI NAMCO Entertainment e i musou-like ormai si sa, hanno da sempre avuto GROSSI problemi, ma non si può di certo negare che la compagnia si sia sempre messa in gioco, volta dopo volta, e non si è mai arresa nel corso di tutti questi anni, provando e riprovando a sfondare un muro che, almeno per il genere di cui stiamo parlando, al momento solo KOEI TECMO GAMES è riuscita a oltrepassare. La serie di Gintama è bella lunga, spesso e volentieri condita da episodi autoconclusivi altamente nonsense che iniziano a spianare la strada a quello che è di volta in volta il vero arco narrativo, qualcosa di magico, capace di farti passare in neanche mezzo secondo dalle risate più sguaiate alle emozioni forti e una serietà inaspettata. Gintama Rumble è un titolo che si pone come obiettivo quello di offrire le tantissime stravaganze della serie racchiuse negli archi di storia principali, qualcosa che punta direttamente alla portata principale senza soffermarsi al contorno, ma ficcandocelo comunque dentro di prepotenza in qualche modo.

Uovo sodo sul cuore di un uomo

Il primo approccio con il gioco è dei più diretti e immediati possibile, dal momento che subito dopo averlo avviato e aver assistito a una piccola introduzione, Gintama Rumble ci catapulterà immediatamente all’interno della guerra Joui dove, vestendo i panni del protagonista della serie Gintoki affronteremo un breve ma esaustivo tutorial mirato a introdurre le varie meccaniche di gioco. Un qualcosa che gli amanti dei celebri musou di KOEI TECMO GAMES riconosceranno sicuramente come familiare, sebbene presenti svariati cambiamenti, specialmente nell’esecuzione di attacchi speciali vari. Ma insomma… il feeling è quello!

Una volta terminato il tutorial avremo finalmente davanti quello che sarà il menù iniziale vero e proprio, inizialmente un po’ spoglio, con solo la Story Mode, un pratico negozio che sfrutta apposita valuta di gioco e una sorta di gallery, ma che si arricchirà pian piano con il proseguimento aggiungendo anche una classica Free Mode dove poter effettuare partite veloci senza dover obbligatoriamente star dietro alla narrazione offerta dai vari capitoli principali. Una volta tirate le conclusioni, si capisce che resta davvero pochissimo da giocare una volta finita la modalità principale, dal momento che la modalità libera spesso e volentieri lascia il tempo che trova dopo un veloce test di tutti i personaggi giocabili sbloccati nel corso della nostra avventura, e non riesco davvero a comprendere la motivazione per cui la compagnia non lo abbia quantomeno arricchito con altro, magari qualche missione extra o online, con cui aumentare la longevità di un gioco di per sé abbastanza corto.

Una faccia carina nasconde sempre qualcosa

I vari capitoli di storia offerti da Gintama Rumble sono principalmente dieci, tutti suddivisi principalmente in due parti. La prima, quella dedicata alla narrazione, è una sorta di introduzione a quello che ci aspetta nell’arco narrativo che stiamo affrontando, che vi verrà mostrato non tramite filmati realizzati in CG o con lo stesso motore grafico del gioco, ma con una più scarna compilation di screeshot ripresi dalla serie animata. Questo sfortunatamente porta il gioco ad avere parti protette, in cui un simpatico pop-up ci informerà che la scena in questione sarà bloccata, e successivamente sbloccata. Dal momento che tutta la narrazione del gioco è affidata a screenshot dei vari episodi dell’anime, entreremo in un ciclo continuo di rumorini molesti e pop-up continui che ci informano che la scena è bloccata poi sbloccata poi ribloccata e poi sbloccata nuovamente, tutto nel giro di pochi minuti, che faranno salire un discreto senso di nausea. Nonostante questo problema, si poteva davvero puntare a offrire un’esperienza enfatizzante al 100%, visto che il titolo talvolta offre spezzoni realizzati con grafica poligonale e sono davvero ben realizzati, e non posso fare a meno di pensare che se si fosse deciso di estenderli a tutto quanto il gioco, ne sarebbe uscito fuori un Gintama Rumble dal sapore diverso.

La seconda invece è la parte giocata vera e propria, dove verremo gettati sul campo di battaglia e, soddisfacendo via via i vari requisiti che appariranno su schermo, dovremo uscire trionfanti dai vari capitoli. Sebbene sia così facile da spiegare a grandi linee, il tutto diventa più complicato quando si inizia a discutere di quello che non va. La difficoltà di gioco è bilanciata nel peggiore dei modi possibile, tant’è che anche i vari problemi che si porta dietro contibuiscono ad aumentarla solo in alcuni punti, mentre nel resto sarà di una facilità disarmante. Durante la nostra avventura troveremo sfortunatamente orde su orde di avversari comuni dotati di una scarissima intelligenza, ma con una consistenza fisica pari a quella del cemento armato. Corrergli incontro, infatti, non li farà spostare per via dell’urto, così come in tantissimi altri giochi di questo genere, ma ci sbatteremo contro e ci bloccheremo quasi come avessimo urtato contro un edificio. O perché non citare anche le varie fasi di dialogo che i personaggi terranno nel corso delle varie missioni giocate, interagendo tra di loro tramite un’apposita finestrella piazzata a metà schermo che, indiscutibilmente, intralcia abbastanza la visuale di gioco e, come se non bastasse, talvolta rendono addirittura invincibili alcuni dei boss fino alla fine delle suddette discussioni, i quali però non si faranno minimamente problemi a continuare a pestarci e toglierci regolarmente energia vitale come se niente fosse.

La modalità storia offre anche un undicesimo capitolo, dedicato però alle Side Story, i cui contenuti dovranno essere sbloccati man mano con il completamento dei vari archi narrativi e soddisfacendo alcune particolari condizioni. All’interno di questo troveremo principalmente solo missioni, senza parti esclusivamente narrative. Si scende in campo e si combatte, talvolta pure tanto, vista la sempre crescente difficoltà dei contenuti presenti al suo interno.

La vita e i videogiochi sono pieni di bug

Ciascuno dei personaggi giocabili di Gintama Rumble è purtroppo affetto da parco mosse fin troppo semplice e spoglio, e non sarà poi tanto difficile ritrovarci ad andare davvero avanti continuando a premere un solo pulsante per attaccare, considerando che tutto quello che eseguiremo sarà praticamente sempre uguale anche quando sbloccheremo nuove abilità. Fortunatamente a tutto questo sarà affiancato un sistema di mosse speciali e finisher davvero interessante e divertente. Se le mosse finali sono originali e davvero belle da vedersi grazie ai filmati dedicati, le special di alcuni personaggi sono cose altamente senza senso e positivamente disorientanti, come per esempio la Kamehameha di Gintoki.

Durante il corso delle varie missioni avremo anche modo di prendere familiarità con il Ginpachinko, meccanica che ci offrirà i bonus e i boost più svariati soddisfacendo alcuni particolari requisiti e a seconda del risultato ottenuto dalla schermata simil-slot machine. Meccanica divertente e senza dubbio utilissima, specialmente nei punti in cui il gioco si fa davvero duro, anche se avrei personalmente preferito che in queste particolari situazioni, visto che la schermata di Ginpachinko avviene a tutto campo, il gioco si fermasse per qualche istante invece di proseguire sullo sfondo senza che il giocatore ci capisca più niente.

Ad accompagnarci all’interno delle missioni troveremo anche improponibili supporter da poter selezionare per ciascuno dei combattenti, come Brieza e Cello, in tutto e per tutto parodie di Freezer e Cell di Dragon Ball, o il Neo Armstrong Cyclone Jet Armstrong Cannon caratterizzato dalla tipica forma fallica. Come detto in apertura di questa recensione, sebbene il gioco punti a offrire solo pezzi di storia degli archi narrativi principali, senza fermarsi a perdere tempo con gli episodi di contorno, spesso e volentieri questi vengono in qualche modo ficcati dentro di prepotenza. E questa, se non si fosse capito, la ritengo davvero una bella trovata. Fortunatamente il gioco è condito anche da tantissimi elementi sbloccabili, come gran parte dei personaggi giocabili e degli innumerevoli supporter, così come gli oggetti acquistabili all’interno dell’apposito negozio in-game tra cui a costumi alternativi, cut-in e frasi da impostare per personalizzare gli splendidi attacchi finali. Grazie a questo piccolo ma fondamentale lato, il gioco diventa un po’ meno immediato di quanto effettivamente è, allungando così l’esperienza anche solo per riuscire a sbloccare tutti gli elementi offerti.

Pray

Devo ammettere che, trattandosi di un titolo multipiattaforma, Gintama Rumble mi ha lasciato davvero sorpreso dal lato visivo. Su PlayStation 4 il gioco rende davvero bene, e la scelta della resa grafica lo rende pertinente all’opera originale da cui è tratto. Alcuni piccoli e sporadici spezzoni che prenderanno luogo durante la nostra avventura, realizzati con il motore grafico di gioco, sono talmente ben realizzati che mi hanno fatto addirittura desiderare di vederli nell’intera narrazione della storia, invece che nel modo più semplice e terra terra che è stato effettivamente scelto, ovvero con screenshot riprese pari pari dall’anime. Specialmente se consideriamo che, così come in alcuni episodi, si porta dietro anche qualche sprazzo di “quality”. Discorso un po’ inverso devo purtroppo fare per gli scenari in cui ci ritroveremo a combattere, non proprio dei migliori che abbia visto in un titolo di questo calibro.

Niente da dire per quanto riguarda il comparto sonoro, i cui pochi brani offerti sono enfatizzanti e danno un buon senso di hype durante le battaglie, dove talvolta ritroviamo anche qualcosa di già sentito nella serie animata. Buona la possibilità di cambiare le musiche nel corso delle varie missioni, anche se, sfortunatamente, avendone offerte poche c’è davvero una scarsa scelta su cui puntare e difficilmente le cambieremo.

A chi consigliamo Gintama Rumble?

Visti i vari problemi che lo affliggono, mi sento di consigliare Gintama Rumble principalmente ai fan dell’opera da cui è tratto, ovvero il target di utenza a cui questo è stato originariamente destinato. È davvero difficile poterlo consigliare a qualche altra tipologia di giocatore, ed è davvero un peccato, specie se consideriamo quello che lo sviluppatore voleva fare ma che non è riuscito a farlo. In caso rientriate in questa cerchia e amate gli hack ’n’ slash musou-like, la presenza della versione asiatica con testi in lingua inglese lo rende fortunatamente acessibile anche a chi non mastica la lingua Giapponese.

  • Visivamente ottimo
  • Tanti contenuti sbloccabili

  • Longevità alquanto scarsa
  • Presenta di base davvero troppi problemi
  • Difficoltà di gioco altalenante
  • Discutibile la scelta di narrare la storia a suon di screenshot dell’anime
Gintama Rumble
3.2

Anche le cose detestabili possono essere belle

E con il titolo di uno degli episodi della serie animata, siamo arrivati alle battute finali di questa recensione. Avevo tantissime aspettative riguardo Gintama Rumble, ma alla fin fine quello che mi son ritrovato tra le mani è un titolo che riesce a offrire alcuni buonissimi spunti, sì, ma conditi con altrettanti problemi. È senza dubbio il titolo perfetto per tutti coloro in cerca di un esperienza divertente e non troppo complicata tratta dall’opera originale, uno di quei classici giochi che non punta e non ha mai voluto puntare a essere “il migliore”, ma solo a regalare ai fan della serie la possibilità di immergersi in prima persona nelle sue bizzarre ma allo stesso tempo eccitanti avventure. Dal momento che la serie animata si trova ormai al suo arco narrativo finale, questo titolo potrebbe davvero essere l’ultimo a narrare le avventure del buon Gintoki, e per questo motivo ci si poteva davvero spremere un po’ di più per consegnare un gioco davvero all’altezza della pazza serie che dal 2003 occupa le pagine della celebre rivista Shōnen Jump. Fortunatamente anche la compagnia sembra aver sbattuto contro il muro di problemi presenti nel titolo, e nel momento in cui vi scrivo questa recensione sono già stati rilasciati ben due aggiornamenti di gioco che vanno proprio a migliorare alcuni dei difetti. La volontà c’è, per questo mi aspetto davvero in futuro di avviare nuovamente il titolo e trovarmi davanti il gioco che sarebbe dovuto essere fin dal principio. Nonostante tutto quello che gli si può dire e i rimpianti per tutto quello che sarebbe potuto essere fin da subito con qualche accorgimento in più, il titolo mi ha abbastanza divertito facendomi ripercorrere gli archi narrativi migliori. Solo un’ultima cosa mi sento di dire in tutta sincerità: visti i suoi predecessori videoludici, Gintama Rumble è attualmente il miglior gioco tratto da questa serie.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.