Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai – Recensione

BokuBen, commedia romantica tratta dall’omonimo manga di Taishi Tsutsui, è riuscita nonostante la scarsa inventiva a non passare del tutto inosservata durante questo 2019. Ecco a voi la nostra recensione!

Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai - Recensione

Era il 6 febbraio del 2017, quando sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha iniziava la serializzazione del manga Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai, nato dalla penna di Taishi Tsutsui. Dopo aver raggiunto un discreto successo di vendite, il 27 agosto 2018, mediante il trentanovesimo numero di quell’anno del settimanale, è stata ufficializzata la produzione del suo adattamento animato, curato in co-produzione dallo Studio Silver e da Arvo Animation. La serie attualmente vanta di due stagioni da 13 episodi l’una, la prima pubblicata durante la stagione primaverile 2019, mentre la seconda in quella autunnale dello stesso anno.

La trama di Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai è piuttosto semplice e segue in tutto e per tutto i canoni tipici delle commedie romantiche di stampo harem/ecchi.

Nariyuki Yuiga è uno studente che frequenta l’ultimo anno del Liceo Ichinose. Provenendo da una famiglia numerosa, che dopo la morte del padre si è ritrovata in condizioni di grande povertà, il ragazzo tenterà in ogni modo di ottenere la borsa di studio offerta dal suo liceo, che gli permetterebbe di coprire tutte le spese della sua educazione universitaria. Il preside della sua scuola, osservando la grande costanza e l’impegno mostrato dal ragazzo, decide di assegnare la borsa di studio proprio al giovane ad una importante condizione: far sì che le tre ragazze prodigio, nonché orgoglio della scuola, riescano ad accedere alle università di loro scelta. Così il ragazzo farà la conoscenza di Fumino Furuhashi, genio delle materie umanistiche e vero disastro in matematica, che desidera studiare astrofisica, Rizu Ogata, genio della matematica ma incapace di comprendere le emozioni, che vuole studiare psicologia, e Uruka Takemoto, vera promessa del nuoto ma con una grave insufficienza in inglese che rischia di compromettere l’accesso all’università da lei scelta. Il giovane, nonostante le mille difficoltà del caso, darà tutto se stesso per riuscire nell’impresa. Nel corso delle due stagioni attualmente uscite, Nariyuki incontrerà anche altre ragazze che si uniranno al cast di personaggi, tra le quali spiccano la professoressa Mafuyu Kirisu e l’ex studentessa Asumi Kominami, che andranno a completare l’harem di questa serie.

Il cast di Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai all’apparenza sembrerebbe essere molto ricco e variegato, tuttavia, se si fanno i giusti conti, sono davvero ben pochi i personaggi che durante la storia presentano un qualche tipo di utilità o che vengono caratterizzati in maniera adeguata. Per lo più il cast è dunque formato da personaggi molto stereotipati, partendo dal protagonista, classico inetto che mostra un livello di personalità all’insegna della piattezza, fino alla classica professoressa, all’apparenza severa ma che in fondo desidera solo il meglio per i propri studenti. Durante il corso delle puntate l’attenzione della regia si focalizza a turno su ciascuna delle ragazze presenti all’interno dell’harem, tuttavia, invece di approfondire in maniera soddisfacente i tratti distintivi della personalità di ciascuna, la serie preferisce sguazzare per la stragrande maggioranza delle puntate in situazioni e cliché visti e rivisti.

Ovviamente sparsi qua e là tra la prima e la seconda stagione ci sono diversi momenti in cui la serie riesce ad andare oltre gli stereotipi del caso accennando per un paio di personaggi a sotto trame e/o background contenenti degli spunti interessanti (si pensi al background di Kirisu Mafuyu) ma che per una ragione o per un’altra finiscono per essere trascurati e/o dimenticati. Nel cast dei personaggi principali tuttavia figura il nome di Fumino Furuhashi. Lei, a mio avviso, è probabilmente l’unico personaggio che all’interno della storia riesce il più delle volte a rompere gli stilemi del genere. Infatti, per quanto ella stessa sia per certi versi la classica ragazza un po’ svampita e con la testa tra le nuvole, grazie principalmente ad un background decisamente più profondo e interessante rispetto alle altre, riesce in una discreta fetta degli episodi ad elevare la serie.

Tuttavia un unico personaggio riuscito non può bastare per salvare l’opera, in quanto spesso e volentieri le intenzioni degli autori non sembrano essere molto chiare: la trama di fatto è riassumibile in un continuo susseguirsi di situazioni cliché che non riescono a portare avanti la storia principale, e quelle poche volte che invece sembra prendere una piega ben decisa (come nel caso appunto di Furuhashi) il tutto viene sistematicamente rovinato pur di preservare la classica inconcludenza ormai tipica del genere in questione. (per saperne di più sull’argomento, puoi recuperare il nostro articolo sulle commedie romantiche)

Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai - Recensione

Guardando i 26 episodi che compongono le prime due stagioni dell’anime di BokuBen, è chiaro come la qualità tecnica, pur essendo tutt’altro che perfetta, rimanga su un livello comunque quasi accettabile, attestandosi nella norma delle produzioni attuali. Ogni tanto però la serie subisce dei forti cali di qualità, probabilmente a causa del poco tempo che gli animatori hanno avuto per realizzare le suddette scene o addirittura per un uso casuale e inutile di computer grafica (come ad esempio nella scena in cui la professoressa fa un balletto assieme a Uruka). La regia di Yoshiaki Iwasaki risulta essere semplice e lineare, spesso focalizzata sulla ricerca della risata mediante l’uso di cambi di proporzione, disegni più stilizzati (con la semplificazione dei volti o con il cambio radicale delle figure) ed un range discreto di espressioni facciali. Le ambientazioni e il setting dell’opera non hanno nulla di speciale, si tratta infatti dei classici fondali di una qualsiasi visual novel slice-of-life/scolastica di medio-basso livello. Il cast dei doppiatori è di buon livello e figurano nomi come Haruka Shiraishi, doppiatrice di Fumino Furuhashi, Miyu Tomita, che presta la voce a Ogata Rizu, Lynn, doppiatrice di Kirisu Mafuyu, e Sayumi Suzushiro, che dà la voce a Takemoto Uruka.

La colonna sonora di BokuBen, realizzata da Masato Nakayama, si presenta come una classica soundtrack senza infamia e senza lode ma che, pur non contenendo alcuna traccia degna di nota, riesce ad accompagnare in maniera discreta le avventure di Nariyuki e compagnia. I brani “Seishun Seminar (セイシュンゼミナール)”, “Never Give It Up!!” e “Can now, Can now”, utilizzati come sigle di apertura e chiusura, sono stati interpretati dalle doppiatrici Haruka Shiraishi, Miyu Tomita e Sayumi Suzushiro sotto lo pseudonimo di gruppo Study, mentre l’ending della seconda stagione “Houkago no Liberty (放課後のリバティ)” è stata realizzata dalla cantautrice Halca. Questi risultano essere brani abbastanza orecchiabili, ma non sono di certo canzoni destinate ad essere ricordate nel corso degli anni.

Si può imparare dagli errori?

Bokutachi wa Benkyou ga Dekinai - RecensioneBokutachi wa Benkyou ga Dekinai è un anime che tutto sommato riesce a fare il suo lavoro: far passare del tempo in leggerezza lontano da ogni preoccupazione. Infatti le due serie, pur non brillando quasi mai di luce propria, si lasciano guardare senza problemi, ed in fondo ti ritrovi lì a tifare per la tua ragazza preferita. Il lato tecnico sicuramente non rappresenta un punto di forza delle serie, ma alla fine il tutto passa in secondo piano se si analizzano gli altri aspetti della storia ben più lacunosi. In conclusione, mi sento di consigliare la visione di questo anime a tutti coloro i quali abbiano voglia di guardare una serie leggera e senza troppe pretese e a chi ama le classiche commedie romantiche di tipo harem/ecchi. La sconsiglio invece qualora cerchiate una serie originale e che si distacchi dai canoni del genere.

Consigliato a chi cerca qualcosa di leggero

Da sempre amante di cinema, sceneggiatura e psicologia, la sua passione per il paese del Sol Levante deve tutto alle celebri opere di Gosho Aoyama e Go Nagai, oltre che a quell’amico d’infanzia che senza chiedere nulla in cambio gli prestò il suo primo The Legend of Zelda. Leggende narrano che persino i dipendenti Nintendo abbiano sentito il suo urlo di gioia durante il Direct dell’E3 2019.

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