Yomawari: Midnight Shadows – Recensione

Il survival horror più intrigante e particolare degli ultimi tempi torna sulle nostre console con una nuova iterazione: Yomawari: Midnight Shadows! Riuscirete a sopravvivere anche stavolta?

Yomawari: Midnight Shadows / Yomawari: The Long Night Collection

Yomawari: Midnight ShadowsYui e Haru sono due comunissime bambine di una piccola città giapponese, simile in tutto e per tutto a quella vista, per esempio, nell’anime di Doraemon. Le loro strade purtroppo si divideranno di qui a poco; Yui, infatti, dovrà presto trasferirsi in un’altra città, perciò la sua amica Haru la invita a vedere i fuochi d’artificio per trascorrere più tempo possibile con lei prima della partenza. Sul viale di ritorno però succede qualcosa di molto strano e oscuro che anticipa largamente la loro separazione. Ora le due devono trovarsi e no, la piccola città giapponese non sembra più quella del gattone blu. La città ora è il nostro incubo peggiore.

Yomawari: Midnight Shadows, conosciuto in Giappone come Shin-Yomawari, è un survival horror di Nippon Ichi Software e secondo capitolo della serie dopo Yomawari: Night Alone, titolo disponibile per PS Vita e PC che ha riscosso un discreto successo anche dalle nostre parti per via dello strano connubio tra design “kawaii” e orride creature pronte a ucciderti nel peggiore dei modi. Ho amato alla follia il primo capitolo, che ho avuto anche l’onore di recensire nella sua versione PlayStation Vita, quindi ho scelto di avventurarmi anche in questo nuovo capitolo, stavolta in versione PlayStation 4. Avrò avuto bisogno di vari cambi di mutande anche questa volta?

  • Titolo: Yomawari: Midnight Shadows
  • Piattaforma: PlayStation Vita, PC, PlayStation 4
  • Genere: Survival Horror, Stealth
  • Giocatori: 1
  • Software house: Nippon Ichi Software
  • Sviluppatore: Nippon Ichi Software
  • Lingua: Inglese (testi)
  • Data di uscita: 27 ottobre 2017
  • Disponibilità: digital delivery, retail
  • DLC: nessuno
  • Note: disponibile in edizione limitata sul negozio online di NIS America

Phenomena

Dopo uno dei tutorial più epici e disturbanti della storia del mondo videoludico, dove anche nel primo il gioco si evidenziava subito essere una fantasia malata di qualche pazzo sviluppatore, si passa subito all’azione. Come nel primo capitolo saremo totalmente in balia degli Yokai, e il solo contatto con loro ci farà morire orribilmente. Potremo utilizzare alcuni oggetti trovati durante l’esplorazione della grande mappa di gioco, come per esempio i sassi, che non ci serviranno come arma per abbattere i nemici, ma per cercare di far spostare altrove la loro attenzione per poter proseguire. Come nel precedente capitolo anche qui ritroveremo la barra della stamina, che calerà drasticamente se oseremo correre via dal nemico, perciò quale sarà la soluzione per non affaticarci eccessivamente? Ovviamente nasconderci dagli Yokai.

Potremo inoltre trovare tantissime monetine da 10 yen, che saranno utilissime per salvare la nostra partita attraverso le statue Jizo sparse in mezzo alla mappa. Non si può non dire che questa feature strizzi l’occhiolino a RESIDENT EVIL, dove per poter salvare bisognava possedere i nastri per le macchine da scrivere. Data la moltitudine di volte in cui una delle due protagoniste perirà malamente, saremo costretti a salvare non appena ne avremo la possibilità. Nella storia vestiremo i panni, a turno, delle nostre protagoniste Yui e Haru che faranno di tutto per riunirsi e scoprire che cosa c’è che non va nella piccola città, diventata improvvisamente ospitale come Silent Hill.

Tenebre

Un grosso plauso va fatto ai miglioramenti grafici apportati in Yomawari: Midnight Shadows, dove rispetto al primo capitolo potremo notare molti più dettagli. Nonostante la grafica sia basilare e disegnata a mano, senza eccessivi fronzoli, è possibile notare anche le più piccole imperfezioni degli alberi o delle case, assieme ai fondali che si intrecciano e che aiutano la sensazione di “immersione” all’interno del gioco, specialmente nei personaggi e nella loro paura. Proprio quest’ultima, assieme ai battiti cardiaci, sono splendidamente riprodotti attraverso le vibrazioni del Dualshock 4, ed è forse una delle cose che più ho gradito nella mia migrazione tra la console portatile a quella casalinga Sony. Ho temuto che avrei rimpianto le mie sessioni con il primo gioco in posti decisamente bui grazie alla portabilità di PlayStation Vita, ma con le vibrazioni del pad sfruttate al massimo per questo gioco e un comparto sonoro superlativo, posso davvero ritenermi soddisfatto.

Il comparto sonoro, in particolare, si arricchisce con suoni spettrali, lamenti di bambini e altri mille suoni da far accapponare la pelle, tanto da farvi rimanere nascosti nei cespugli per parecchio tempo prima di prendere coraggio e cercare di aggirare la minaccia. Ho notato un miglioramento anche per quanto riguarda la narrazione, leggermente tralasciata nel primo capitolo e approfondita in questo capitolo che, anche se totalmente in inglese, è di facile comprensione. A differenza del primo capitolo, stavolta non ci limiteremo a esplorare le strade dell’oscura cittadina, ma andremo a visitare anche ambienti interni. Nel caso in cui dovessimo sentirci persi ci basterà trovare dei corvi, quando saremo all’esterno, mentre dei topi nelle aree al chiuso, per poter trovare la strada giusta e continuare la nostra ricerca dell’amica perduta. In giro potremo anche imbatterci in particolari talismani portafortuna chiamati Omamori, che aumenteranno per esempio le statistiche del nostro personaggio come la velocità della corsa oppure la quantità di stamina utilizzata.

Suspiria

Anche se da un lato troviamo notevoli miglioramenti, purtroppo Yomawari: Midnight Shadows continua a portarsi dietro dal primo capitolo un difetto davvero fastidioso: la scarsa longevità. Nonostante le aree da esplorare siano più vaste e più complete, il titolo di per sé offre davvero poche ore di gioco. Il mio consiglio è quindi di giocarci con moderazione, perché una volta finito diventa scarsamente rigiocabile… se non dopo alcuni anni. Piccolo difetto è la mancanza di una versione fisica (se non Limited Edition dal NISA store) per PS Vita, e magari includere anche il primo capitolo nella versione PlayStation 4 (un poco come ha fatto Ubisoft con i titoli di South Park), ma sono giusto considerazioni personali perché avrei preferito avere tutti e due i giochi per una singola console.

A chi consigliamo Yomawari: Midnight Shadows?

Consiglio naturalmente il titolo di Nippon Ichi a chi ha amato il primo episodio e agli appassionati di survival horror, come vi ho già detto nella recensione del primo capitolo, perché questo è un grandissimo esponente di questa categoria, nonostante la grafica possa trarre in inganno. Gli amanti degli stealth inoltre potrebbero apprezzarlo, mentre chi cerca un gioco longevo o un gioco dove poter eliminare i mostri è meglio che si tenga alla larga da questo titolo.

  • Il battito cardiaco riprodotto con le vibrazioni del DualShock
  • Atmosfera ancor più da brividi
  • Il comparto audio supera quello del primo capitolo

  • Scarsa longevità
  • Mancano modalità aggiuntive che ne garantiscano la rigiocabilità
Yomawari: Midnight Shadows
3.6

Una paura che dura poco

L’ultima fatica di Yu Mizokami aggiunge alcuni miglioramenti rispetto al primo capitolo ma, anche essendo superiore per molti aspetti, eredita anche il peggior difetto di Yomawari: Night Alone, ovvero la scarsissima longevità. Sarebbe bastato aggiungere anche qualche modalità o anche un blando multiplayer per aumentarla, perché così purtroppo il titolo offre poche ore di divertimento e immersione pura ad un prezzo non propriamente economico. Come al solito posso solo dirvi di aspettare qualche offerta per farlo vostro, e soprattutto di giocarlo a piccole dosi per farlo durare il più possibile.

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.