Fate/EXTELLA: The Umbral Star – Recensione

Marvelous! porta la saga di TYPE-MOON su PlayStation 4 e PS Vita con un action game Musou-like che prende il nome di Fate/EXTELLA: The Umbral Star

Fate/EXTELLA: The Umbral Star / Fate/EXTELLA Link

Fate/EXTELLA: The Umbral Star – RecensioneB.C.12000. Una stella cadente irradiò il cielo all’alba, una luce intensa che attraversò lo spazio più profondo. Tutti coloro che popolarono la terra alzarono il proprio sguardo. Le persone, gli animali, e anche le piante. La cometa continuò a solcare il cielo. Per quanto veloci, molte di queste sembrano ferme, immobili, almeno dalla nostra prospettiva. Le genti pensarono che questo fosse semplicemente un altro spettacolo inerme, come un gioiello nascosto tra le stelle. Ma non avevano idea della sorte che questa avrebbe portato, nemmeno la minima idea che il loro tempo su questo pianeta fosse giunto al termine.

La superficie della terra andò a fuoco. L’intero pianeta andò a fuoco. Questa catastrofe distrusse tutte le civiltà, senza alcun giudizio, e senza nessuna clemenza. Le bestie subirono orribili mutazioni, impazzirono, e poi caddero come cenere. I profeti protestarono per la fine giunta prematuramente. I governanti chiamarono le persone a combattere. Gli studiosi furono convinti che ormai fosse troppo tardi per tutto. Solo qualcuno rimase aggrappato a una piccolissima speranza, la speranza che almeno qualcuno di loro potesse salvarsi da questo inferno.

…Fin quando la vera minaccia fece la sua comparsa.

Si apre così Fate/EXTELLA: The Umbral Star, il titolo targato Marvelous! per PlayStation 4 e PS Vita tratto dalla celebre serie originariamente creata da TYPE-MOON, ambientato nello stesso mondo di Fate/Extra e Fate/Extra CCC, entrambi giochi per PSP di cui, sfortunatamente, solo il primo è riuscito a sfondare la barriera nipponica e farsi strada verso l’occidente. Sarà riuscita la compagnia a rendere il giusto merito alla serie?

  • Titolo: Fate/EXTELLA: The Umbral Star
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita
  • Genere: Action, Hack and Slash
  • Giocatori: 1
  • Software house: Marvelous!
  • Sviluppatore: Marvelous!
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 20 gennaio 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi alternativi a pagamento
  • Note: Disponibile in versione Moon Crux Edition

Sebbene fin dal suo primo annuncio sia stato indicato come un classico action game, Fate/EXTELLA: The Umbral Star entra a far parte del panorama videoludico, in tutto e per tutto, come hack and slash in stile Musou, ovvero una delle classiche tipologie di gioco non amata proprio da tutti. La compagnia, infatti, pare si sia voluta spingere un gradino oltre a quanto offerto dagli spin-off della serie SENRAN KAGURA, un qualcosa che, considerando l’insieme, avresti più accostato a KOEI TECMO GAMES piuttosto che Marvelous!. Da amante del genere, e da appassionato della serie, non potevo quindi lasciarmi sfuggire l’occasione di recensire questo titolo.

Fate/MASTER

Fate/EXTELLA ha al suo interno un totale di sole tre modalità di gioco: Story Mode, Side Story e Free Mode, delle quali solo la prima disponibile fin dal primo avvio del titolo, mentre le altre verranno sbloccate man mano con il proseguimento delle storie principali assieme a personaggi e vari elementi della modalità galleria. La modalità storia ci richiederà fin da subito la creazione di un Master principale, di cui sarà possibile scegliere il sesso: si tratta di un personaggio che vedremo quasi esclusivamente nelle varie fasi narrative e nelle cut-in, ma mai sul campo di battaglia al fianco della propria Servant.

La modalità principale sarà divisa in tre parti; ci sarà quella dedicata alla narrazione della storia di gioco, quella in cui saremo chiamati a scendere nei vari campi di battaglia e quella in cui faremo ritorno nella nostra stanza. La sezione narrativa occuperà la maggior parte della modalità storia, lasciando davvero poco spazio alle fasi di battaglia, e il tutto verrà raccontato con uno stile visual novel, specialmente per quanto riguarda la parte del protagonista, che riesce a racchiudere quella certa familiarità tipica dei titoli storici della serie. Non mancheranno certo i momenti in cui saremo chiamati a dover effettuare alcune scelte o a dover dare determinate risposte, che però non influiranno minimamente la storia generale del gioco, ma avranno una grande importanza per quanto riguarda il rafforzamento del legame con la nostra Servant principale.

Le uniche risposte utili ad accrescere il legame con la Servant specifica per la parte di gioco, le potremo dare esclusivamente nella My Room, fase che avrà luogo sempre in due momenti precisi: prima di ciascuna battaglia e subito dopo il suo termine. Qui ci sarà possibile non solo interagire con la nostra bellissima Servant ma, a seconda del nostro legame con questa, potremo assegnarle svariate abilità per l’aumento delle statistiche e creare degli appositi comandi da utilizzare mediante la croce direzionale, davvero molto utili e, vista la quantità di combinazioni possibili, riusciremo sicuramente ad adattarle alle necessità e al nostro stile di combattimento.

Fate/WARRIORS

Il gameplay vero e proprio offerto da questo titolo, come detto in precedenza, è in tutto e per tutto quello di un Musou-like, anche se non dei migliori in circolazione. Il sistema di controllo e di combattimento è dei più classici per questa tipologia di gioco, ma dalla sua ha alcune particolari meccaniche aggiuntive che riescono a rendere il tutto piacevolmente più consono alla serie.

Oltre agli immancabili attacchi deboli e forti, troveremo l’Extella Maneuver, ovvero un potente attacco speciale in grado di attaccare nemici in massa, l’immancabile e letale Noble Phantasm, effettuabile con uno dei tasti dorsali a patto che si siano raccolti speciali oggetti disseminati nelle varie aree della mappa di gioco, e addirittura una sorta di sistema di Power Up, che renderà temporaneamente più forti i Servant secondari, e permetterà invece a due delle tre protagoniste di raggiungere una potentissima trasformazione. Inoltre è stato trovato un apprezzabilissimo utilizzo per la feature Code Cast che, mediante l’utilizzo del nostro marchio, non solo ci permetterà di tornare in vita per tre volte durante ciascuna missione, in caso venissimo sterminati più volte, ma anche un’ulteriore potenziamento momentaneo, che però sarà attivabile una volta sola in quanto richiederà tutti e tre gli utilizzi in un colpo solo.

Durante le varie missioni saremo chiamati, il più delle volte, a dover seguire le istruzioni e le condizioni riportate su schermo via via che procederemo. Per ottenere la vittoria sarà necessario conquistare più aree possibili della mappa di gioco e completare tutto il Regime Matrix, un’apposita barra di due colori presente in alto sullo schermo, che rappresenta il dominio da parte nostra e dell’avversario. Per far sì che il boss finale esca allo scoperto, sarà necessario far accrescere la nostra parte di dominio, fin quando un’apposita cut-scene ci mostrerà l’arrivo del nemico principale. In caso di dominio avversario, la missione terminerà all’istante con la nostra sconfitta. Sfortunatamente questo è tutto quello che dovremo fare in gran parte degli stage di gioco per ottenere la vittoria, e non verranno offerti altri metodi alternativi, anche solo per offrire un minimo di varietà a quello che i giocatori dovranno fare.

Anche gli stage, purtroppo, patiranno i medesimi difetti, dal momento che ne verranno offerti davvero pochissimi. Non sarà difficile, infatti, dover affrontare missione dopo missione nella stessa medesima location, anche se con aree posizionate in modo diverso, ma con lo stesso identico look generale. Inutile dire che anche questo, sfortunatamente, non è un vero toccasana per una tipologia di gioco che viene spesso definita monotona e ripetitiva da chi non riesce ad apprezzarlo. Di solito ci si dovrebbe sforzare un minimo per riuscire quantomeno a offrire qualche elemento diverso in quello che ci circonda o migliorare quello che viene offerto e narrato, perché altrimenti si finisce per consegnare davvero un qualcosa di ripetitivo in tutto e per tutto… e non solo per la tipologia di gameplay.

Fate/WAIFU

Per molti giocatori questo potrebbe rappresentare un lato positivo, ma sfortunatamente c’è qualcosa che potrebbe far storcere il naso a chi cerca qualcosa di più completo possibile. Sebbene la storia offerta sia accattivante, almeno per la maggior parte, non ho personalmente gradito il pochissimo tempo dedicato agli altri personaggi che non siano Nero, Tamamo e Altera, ovvero le tre Servant principali. Nonostante la storia venga originariamente presentata come una sorta di guerra tra tre fazioni, ci sarà sfortunatamente davvero poco spazio per tutti gli altri personaggi, relegati a solo qualche dialogo o comparsa casuale sul campo di battaglia o, se più fortunato, a una minima porzione di gioco tramite la funzione “character change“. Non ci saranno, infatti, sezioni di storia che forzino i giocatori a usare quel preciso personaggio in quella precisa missione o a poterlo scegliere, assolutissimamente no.

Per loro è stata pensata la seconda delle modalità di gioco, ovvero quella dedicata alle Side Story, ma anche qui mi permetto di dire che poteva esser fatto molto di più. Qui ciascuno dei Servant secondari, infatti, potrà affrontare le stesse missioni presenti nella modalità storia, in cui ci verrà raccontato un piccolissimo frammento di quello che loro hanno compiuto nella modalità principale, ma anche qualche frangente totalmente slegato dal tutto. Sinceramente avrei preferito che queste parti relative alla storia principale fossero state integrate nella story mode vera e propria, cosa che non solo avrebbe contribuito ad allungarla, ma avrebbe offerto anche un po’ di varietà, un qualcosa che provi a non annoiare i giocatori perché si ritrovano a dover controllare praticamente sempre gli stessi personaggi e basta. Per la Side Story invece avrei preferito più vedere qualcosa di totalmente nuovo e pertinente alla storia principale, sì, ma che non sia proprio la stessa identica cosa riassunta in sole due missioni. Certo, un po’ di variazione la offre Arturia, personaggio che alla fin fine con la storia principale non c’entra niente, ma quello che la riguarda in questa modalità è stato spiattellato talmente in fretta e furia, giusto per fargli fare qualcosa, che non trovo neanche le parole per descriverla.

Ridendo e scherzando però, Arturia è probabilmente stata una delle migliori note positive che sono riuscito a trovare in Fate/EXTELLA. Nonostante il 99% dei personaggi secondari vengano sbloccati in modo fin troppo classico e automatico, ovvero con il proseguimento della storia principale, per lei non è così. In tanti sono impazziti per riuscire a sbloccarla, ammetto di averci perso discreto tempo anche io, ma ne sono rimasto piacevolmente colpito proprio per questo. Vi state chiedendo perché? Perché in mezzo a troppe cose scontate e ripetitive, volontarie e involontarie, il metodo per sbloccarla è stato quel qualcosa in cui, piacevolmente, ti tocca rimboccarti le mani e metterti alla prova, fare qualcosa di non scontato e automatico, non “vai avanti con la storia che tanto sblocchi tutti e fine”, ma più un “se riesci a fare una determinata cosa, a rispettare particolari condizioni, allora la sblocchi, altrimenti rimani senza”. Qualcosa che è riuscito, finalmente, a tenermi incollato allo schermo anche dopo aver finito le due fin troppo brevi modalità principali, proprio quando credevo che ormai avrei potuto chiudere il gioco e smettere di giocarci definitivamente.

Questo, a parer mio, non è stato un gran colpo di genio da parte della compagnia. Voglio dire, già questo genere non è proprio amato da tutti per via della ripetitività e della monotonia che alcuni utenti possono provare nel corso del gioco, se poi si inseriscono modalità totalmente inutili, tutte uguali, con poco e niente da fare e fini a loro stesse, senza nulla di troppo accattivante, vien da sé che il titolo non solo può esser portato a termine in pochissimo tempo, ma è una di quelle cose che, una volta terminate, si tende a mettere via e non toccare più. Diciamo che, per quanto gli hack and slash in stile Musou-like possano piacere o meno, KOEI TECMO GAMES, grazie alla sua esperienza, ha capito qualcosa a cui Marvelous! non è ancora arrivata, ovvero che se vuoi realizzare un titolo di questo genere devi riuscire a offrire qualcosa di più, qualcosa di veramente entusiasmante che non solo riesca a tenersi fedeli gli amanti di questa tipologia di gioco, ma che riesca a intrattenere in più modi anche tutti coloro che non sono grandi fan del genere, ma decidono di acquistarlo comunque perché amanti della serie.

Fate/SOUNDTRACK

Sebbene in linea di massima il titolo non sia graficamente niente male su PS4, è un po’ difficile riuscire a dargli un giudizio completo per quello offerto da Marvelous!. I modelli dei personaggi sono un mix di buona realizzazione e volti totalmente da rivedere e migliorare. Ho vissuto con la convinzione che il titolo, con questa grafica, potesse risultare al meglio su PS Vita, ma dopo aver visto il risultato della versione portatile mi sono totalmente ricreduto. Credo sarebbe bastato un po’ di impegno in più da parte della compagnia per riuscire a ricreare qualcosa di veramente apprezzabile sotto ogni punto di vista, ma sembra proprio che la cura, l’attenzione e tanto altro siano state totalmente messe da parte per concentrarsi sulla storia e sul fare uscire il gioco prima possibile.

Dal lato sonoro, invece, il titolo mi ha colpito molto. Se avete giocato a uno degli altri titoli tratti dalla stessa serie, o se vi siete gustati le varie trasposizioni animate, riuscirete sicuramente a trovare una familiarità nel comparto audio offerto dal titolo. Con questo, ovviamente, non intendo che i brani siano riciclati, ma che siano totalmente e gradevolmente pertinenti all’atmosfera della serie. Almeno sotto questo punto di vista, ottimo lavoro!

A chi consigliamo Fate/EXTELLA: The Umbral Star?

Nonostante i difetti, riuscirete ad apprezzare particolarmente questo titolo se in primis siete amanti della serie da cui è tratto, ovviamente, ma bisogna anche essere grandissimi amanti del genere hack and slash tipico dei Musou-like. E con questo intendo che il vostro amore è talmente smisurato che il tutto può comunque riuscire a divertirvi senza stare a far caso ogni secondo alle cose che, sfortunatamente, non vanno bene.

Certamente, se non rientrate tra queste persone, non voltatevi neanche in negozio nella sua direzione.

  • Storia di gioco a grandi linee apprezzabile
  • Buone meccaniche pertinenti alla serie da cui è tratto
  • Comparto sonoro decisamente godibile

  • …Tutto qui?
  • Modelli dei personaggi da migliorare, specialmente su una console come PS4
  • Troppi pochi stage e modalità secondarie giocabili
  • Servant secondari del tutto in secondo piano
Fate/EXTELLA: The Umbral Star
3.4

Gli eroi di TYPE-MOON debuttano in modo poco leggendario su PS4 e PS Vita

Devo esser sincero: nonostante tutto, Fate/EXTELLA: The Umbral Star è riuscito a farmi passare bei momenti di divertimento e tenermi, anche se non per moltissimo, incollato allo schermo. Tuttavia, questo esperimento di Marvelous! con la serie targata TYPE-MOON deve assolutamente crescere, tenendo conto dell’hardware a cui è destinato, specialmente se si parla di PS4, e ricordandosi che per un hack and slash, genere che tende di per sé a soffrire di un po’ troppa ripetitività, c’è bisogno di offrire molto di più, sia in fatto di meccaniche, che di modalità secondarie e tanto altro, in modo tale da riuscire quantomeno a intrattenere anche i fan della serie che non amano particolarmente questa tipologia di giochi. Marvelous! non è la prima compagnia uscita dal nulla un mese fa, e sono fermamente convinto che, con un po’ di impegno in più, questa possa diventare un serie decisamente godibile da tutti i giocatori. L’esperimento è apprezzabile, e la mia fiducia per un sequel la avete. Speriamo sia ben riposta.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.