Dragon Ball – Le origini videoludiche del mito

Dragon Ball – Le origini videoludiche del mito

Sin dall’alba dei tempi, cioè quasi da allora, il panorama videoludico è stato solito accogliere tra le sue fila non solo nuove e originali IP, ma anche titoli che prendono la propria essenza da film, fumetti e cartoni animati. La formula è semplice: se qualcosa funziona, allora la si può espandere anche al di fuori dal suo contesto originale e finché la barca và… Nel paese del Sol Levante però, esiste una serie di grande successo che è riuscita ad approdare in tutto il mondo trasformando i suoi lettori e spettatori in irriducibili e sfegatati fan, una saga coinvolgente ed enfatizzante che ci ha accompagnato per mano sin dalla nostra infanzia fino a oggi, continuando a regnare incontrastata a suon di repliche occasionali senza scrupolo. Ovviamente, sto parlando di Dragon Ball.

Dragon Ball Z Burst Limit

Dragon Ball Z Burst Limit

Creata dal maestro Akira Toriyama, personaggio che ha offerto un grandissimo contributo sia al panorama fumettistico nipponico, animato e addirittura videoludico ― basti pensare all’intramontabile DRAGON QUEST, all’apprezzatissimo Chrono Trigger e al coinvolgente ma maldoppiato Blue Dragon ― Dragon Ball è una di quelle serie dalla fama talmente smisurata che si può seriamente dubitare che al mondo esista qualcuno in grado di non conoscerla, qualcosa di talmente famoso che può vantare di aver ricevuto trasposizioni videoludiche su gran parte delle principali console, diventando una figura onnipresente.

Sebbene sia iniziata su Super Cassette Vision con Dragon Ball: Dragon Daihikyou, l’avventura di Goku su console comincia a entrare nel vivo solo in piena epoca NES, ricevendo la bellezza di otto titoli interamente dedicati ad essa e due incentrati più generalmente sulle serie Jump. Per la maggior parte, i videogiochi usciti su questa piattaforma sono stati RPG, fra i quali alcuni hanno proprio inaugurato la serie videoludica Gokuden, la cui storia parte fin dal principio dell’avventura originale e arriva fino allo scontro con Imperfect Cell, dirigendosi poi verso un capitolo di storia originale: Il piano per lo sterminio dei Super Saiyan, da cui poi è stato tratto un OVA.

Più il suo successo cresceva, più veniva fatta esordire ovunque potesse, iniziando con il grande salto verso Super Nintendo con Super Saiya Densetsu (no, non è sbagliato, ovunque è scritto senza la N), altro titolo appartenente alla cronologia Gokuden che, appunto, narra il pezzo di storia relativo a Freezer. BANDAI, storica detentrice dei diritti della serie, decise poi di non abbandonare l’ambito RPG, ma di accantonarlo momentaneamente e provare a far incontrare Goku e compagni con un genere che forse più gli si addice: i fighting game. Vede così la luce la serie Butōden, accolta con grande apprezzamento dal pubblico, tant’è che continuerà a far capolino di tanto in tanto fino ai giorni nostri, approdando su svariate piattaforme. Con una decade a disposizione, in contemporanea con SNES, nel corso degli anni ’90 Dragon Ball riuscì a espandere la sua presenza anche su Game Boy, Mega Drive, PC Engine e Playdia, sulla prima PlayStation e su SEGA Saturn. Insomma, non solo fu possibile trovare i nostri guerrieri preferiti un po’ ovunque, ma visto il suo enorme successo in scala mondiale, la serie iniziò a far capolino più frequentemente anche sul mercato videoludico occidentale, dove ottiene il primo vero boom di attenzioni con due dei tre titoli per PSX: Dragon Ball Z: Ultimate Battle 22 e Dragon Ball GT: Final Bout.

Dragon Ball Z Raging Blast

Dragon Ball Z Raging Blast

Dal 2000 in poi la strada di Dragon Ball è completamente in discesa, non solo riuscendo a mantenere costante la propria presenza sulle varie console disponibili, ma diventando quasi un appuntamento fisso anche dalle nostre parti con le serie Budokai e Budokai Tenkaichi, titoli che ancora oggi riescono con molta probabilità a risultare le migliori trasposizioni videoludiche della saga. Oltre alle principali piattaforme casalinghe PlayStation 2, Xbox, GameCube e Wii, Dragon Ball è ospite fisso anche delle console portatili debuttando su Wonderswan, su PSP sempre con la serie Budokai, nonché su Game Boy Advance dove, sebbene possa vantare di svariati titoli, riesce a costruirsi due nuove serie in continuity: The Legacy of Goku (3 giochi) e Supersonic Warriors (2 giochi). Con l’avvento degli smartphone iniziano ad approdare sui dispositivi mobile nipponici anche i primi titoli che verranno poi accomunati sotto il nome di Dragon Ball Mobile Series, sebbene ciascuno risulti essere un titolo a sé stante.

Il successo dei Guerrieri Z è ormai inarrestabile e, anche se la quantità di videogame rilasciati è a tratti inferiore al passato, BANDAI NAMCO riesce comunque a sfornare almeno un titolo all’anno. Oltre alle ormai vecchie PlayStation 3, Xbox 360 e alle nuove PlayStation 4 e Xbox One, la serie inizia il suo cammino anche su PC con il recente XenoVerse che, in futuro, proseguirà anche con il suo sequel XenoVerse 2. Sebbene sappiano volare e ce l’abbiano ampiamente dimostrato, Goku & co. al momento hanno spiccato a malapena il volo sulle portatili della generazione corrente, riuscendo si a costruirsi un minimo di reputazione sul vecchio Nintendo DS, ma andando abbastanza a rilento su 3DS, dal momento che oltre al recente Extreme Butoden, i Dragon Ball Heroes non sono mai riusciti a sfondare la spessa barriera nipponica, complice il fatto che si tratti di porting di un titolo arcade su cui i giocatori difficilmente potranno mettere sopra le mani e di cui, la maggior parte, non lo avrà nemmeno mai sentito nominare. Ma la più grande assenza per le handheld è rappresentata purtroppo su PlayStation Vita, una console dalle ottime potenzialità, ma troppo sfortunata, che non è riuscita a ricevere nient’altro che Battle of Z… e il suo futuro non si prospetta affatto roseo.

Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 2

Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 2

Sebbene ci siamo soffermati a parlare di Dragon Ball solo a livello di console, o comunque sia di dispositivi in mano all’utente, la serie può contare una discreta fortuna anche nelle sale giochi nipponiche, dove ha ricevuto e continua tuttora a ricevere nuove trasposizioni. Il debutto dei Guerrieri Z su arcade avviene nel 1993 sotto forma di picchiaduro, dove però non riuscì a eccellere particolarmente, tanto che si è deciso di cambiare genere fin da subito per il secondo gioco, e provare a ritornarci sopra solo nel 1995, ma riscuotendo esattamente lo stesso risultato. Con la popolarità sempre più crescente dei giochi di carte, Dragon Ball inizia la sua fortunata sperimentazione come card game arcade ricevendo innumerevoli aggiornamenti sia per il cabinato Data Cardass che per Heroes. I giochi di questa tipologia sono di facile sviluppo, dal momento che per la maggior parte sfruttano tutti il motore grafico di Dragon Ball Z: Budokai 3, a volte migliorato e a volte lasciato intatto. Si torna a riparlare di picchiaduro da sala giochi solo nel 2005, offrendo lo stesso identico titolo che di lì a breve sarebbe uscito anche su PS2, Super Dragon Ball Z, e successivamente nel 2011, riuscendo a centrare il bersaglio con Zenkai Battle Royale, un titolo talmente apprezzato e giocato che tuttora è possibile trovare in svariate sale giochi, attraverso il quale tantissima gente ancora si diverte come fosse il primo giorno.

Come avete potuto appurare, Dragon Ball è una delle più grandi serie nipponiche che, con molta probabilità, continuerà ad accompagnarci ancora per tantissimo tempo. La sua presenza all’interno del panorama videoludico sembra tutt’altro che finita, visto i prossimi XenoVerse 2 e Fusions… e, probabilmente, se anche ci sarà mai una fine, sarà ben lontana.

Come concludere al meglio questo recap della serie dal suo esordio fino ai giorni nostri? Presto detto! Passiamo dalle parole ai fatti. Di seguito, infatti, potete trovare la galleria dei titoli dedicati a Dragon Ball usciti fino a oggi.

Fateci sapere quali avete giocato e quali sono i vostri preferiti!

Dragon Ball  – Cronistoria videoludica

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Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.