NightCry – Recensione

Definito da molti come erede spirituale di Clock Tower, l’horror NightCry di Nude Maker è finalmente arrivato sulle nostre PlayStation Vita

NightCry

NightCry, recensione di Akiba GamersEra l’ormai lontano 1995 quando, sulla console Super Famicom Nintendo, uscì Clock Tower, un peculiare gioco punta e clicca a tema puramente horror che, insieme ad Alone in the Dark, viene tutt’oggi considerato come capostipite del genere survival horror, che ci avrebbe donato serie popolari e stragettonate come Silent Hill e RESIDENT EVIL. Il gioco era abbastanza lento e macchinoso, vista la sua interfaccia punta e clicca non esattamente adatta ad un joypad, ma la sua atmosfera agghiacciante e il puro terrore che riuscì a trasmettere furono abbastanza forti da renderlo apprezzato e abbastanza popolare da concepire diverse riedizioni e due sequel, sebbene di qualità abbastanza discutibile. Da lì in poi, non ci furono altri capitoli, se escludiamo uno spinoff esclusivo per il Giappone e l’erede spirituale della serie Haunting Ground, che come meccaniche si rifà pesantemente al terzo capitolo della saga. Poi, nel 2014, in occasione del ventennale della serie di Clock Tower, fu annunciata da parte della casa di sviluppo Nude Maker (Precedentemente nota come Human Entertainment, nonché autrice della serie di Clock Tower) l’intenzione di lavorare su un vero, autentico erede che ricalcasse appieno l’atmosfera e le meccaniche di gioco del primo titolo della serie. Quel progetto, prima noto come Project: Scissors, divenne poi NightCry, e avrebbe contato alla regia lo stesso Hifumi Kono, già regista del precursore, nonché la collaborazione di quel Takashi Shimizu noto per essere regista della serie di film horror Ju-On (o The Grudge).

Inteso all’inizio come un gioco per smartphone, il progetto lanciò in seguito una campagna Kickstarter per la versione PC che superò le aspettative e permise al titolo di sbarcare su Steam nel marzo del 2016. Tuttavia, le recensioni furono al meglio contrastanti, vista la sua realizzazione tecnica scadente e l’esasperante lentezza. Riuscirà questo titolo a rifarsi con il suo recentissimo porting per PlayStation Vita, uscito nel 2019?

  • Titolo: NightCry
  • Piattaforma: PlayStation Vita, PC / Steam
  • Versione analizzata: PlayStation Vita (EU)
  • Genere: Avventura, Survival Horror
  • Giocatori: 1
  • Software house: Playism Games
  • Sviluppatore: Nude Maker
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese e Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 4 settembre 2019
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: disponibili alcuni costumi alternativi

Abbiamo recensito NightCry con un codice PlayStation Vita fornitoci gratuitamente da Playism.

La nostra storia comincia durante una tranquilla crociera in alto mare. Monica, una ragazza bionda e sexy, si distacca momentaneamente da una festa serale per prendere un po’ d’aria e di intimità, girando per la nave e parlando con i suoi amici. Eppure, qualcosa non la convince: il ragazzo alla reception sembra poco reattivo, e le è sembrato di vederlo sanguinare da dietro la testa mentre usciva. Ben presto scoprirà che qualcuno sta girando per la nave, uccidendo in maniera estremamente sanguinosa le sue vittime, che vengono letteralmente tagliate in tanti pezzettini, e osserverà di persona la morte del suo spasimante per opera di un misterioso uomo armato di forbici, che sembra capace di materializzarsi dal nulla dai liquidi.

Ha inizio così un viaggio in mare da incubo per svariati passeggeri, dove emergono misteri sempre più grandi e la vita è sempre e comunque appesa a un filo.

Dritto al punto dell’indagine…

NightCry nasce innanzi tutto come avventura punta e clicca; come tale, ci si aspetta di usare il cursore muovendolo su determinati punti di interesse per poter poi interagire con essi, compiendo svariate azioni o usando un oggetto. Nella versione originale per PC, questa meccanica risultava macchinosa e inutilmente rigida, motivo per cui nella versione Vita la cosa è stata decisamente semplificata: sarà possibile, infatti, usare i tasti dorsali della console per passare da un punto di interesse all’altro automaticamente, senza doverli andare a cercare con il cursore del mouse. Una volta evidenziato un punto di interesse o una persona, basterà premere il tasto azione per interagirci, e addirittura usare un oggetto presente nell’inventario per risolvere gli enigmi, nella migliore tradizione delle avventure di questo stampo… o meglio, questo dovrebbe accadere qualora il gioco funzionasse come si deve: difatti, l’inventario della versione PS Vita presenta un brutto bug, per cui il tasto per accedervi non appare sempre, rendendo impossibile andare avanti e costringendo il giocatore a ricaricare il gioco, anche svariate volte.

NightCry, recensione di Akiba Gamers

Tralasciando l’elemento punta e clicca, ci si muove normalmente con lo stick analogico sinistro, sebbene i continui cambi di telecamera nelle sezioni di esplorazione pura costringano il più delle volte a cambiare rapidamente la direzione in cui muovere il personaggio.

Quando il killer con le forbici farà la sua comparsa, il gameplay cambierà drasticamente: la visuale, non più semi-fissa, si concentrerà alle spalle del personaggio, seguendolo nella sua fuga dall’assassino, e il giocatore dovrà scegliere come scrollarsi di dosso l’assalitore: se trovando un oggetto, correndo via stando attento al consumo di stamina o trovando un nascondiglio. Sebbene sulla carta possa funzionare, nella realtà non è proprio così. Visto che per la maggiore la telecamera sarà alle spalle del protagonista di turno, sarà impossibile vedere quanto l’uomo con le forbici sia vicino e, a meno che non si usino le cuffie, non sarà possibile sentire i cambi di volume dati dall’avvicinarsi o meno del nemico, né capire quanta stamina sia rimasta durante la fuga. E quando la stamina si esaurirà, il personaggio rimarrà senza fiato e impossibilitato a muoversi per svariati, fatalissimi secondi. Più che orrore, griderete per la frustrazione, molto probabilmente.

I sogni durano poco, e anche gli incubi

Non ci vuole molto per concludere una partita a NightCry. Il gioco, suddiviso in diversi scenari, ognuno incentrato su un diverso protagonista, dura sì e no meno di cinque ore. Forse un po’ di più se si va a contare i game over, ma soprattutto l’orrenda, orrendissima magagna degli interminabili caricamenti. In NightCry ci sono caricamenti praticamente per tutto: dall’esaminare un oggetto al parlare con un personaggio, con il caso peggiore che deriva dalle cutscene, con caricamenti che sfiorano addirittura il minuto netto, così come per quando si vuole caricare il salvataggio per riprendere il gioco, magari dopo un truculento game over, cosa non tanto rara, visto che il gioco tiene anche conto dei vari modi in cui si può morire. Ma considerando la frustrazione che richiede ricaricare ogni volta, ne vale davvero la pena?

NightCry, recensione di Akiba Gamers

Ma come corre, quella?!

Per quanto riguarda il comparto tecnico, NightCry è un titolo che si rifà palesemente ai survival horror dei tempi di PlayStation 2, con tutti i pro e (soprattutto) i contro dei titoli del genere sull’ormai vetusta console di casa Sony. Abbiamo già parlato dei problemi della telecamera che cambia inquadratura da una stanza all’altra costringendo a cambiare direzione, ma quella era la punta dell’iceberg. Se nella versione PC il titolo poteva almeno contare su effetti di luci e ombre per creare un senso di profondità, qui su Vita appare spento, con modelli poligonali dall’espressività di un blocco di cemento, la fisica stralunata che segue le sue regole (specialmente per i capelli) e animazioni legnose e improponibili (come ad esempio quando certi personaggi corrono per la nave da crociera), oltre che sfondi dalle texture spesso nebulose e sbiadite.

C’è chi potrebbe lamentarsi che non sia giusto dare addosso ad un titolo prettamente indie per quanto riguarda il comparto grafico subpar, ma considerando che ci sono titoli dal sapore volutamente rétro in grado di essere piacevoli e dettagliati, specialmente su Vita, allora non ci sono scusanti. Ma non è nemmeno la grafica la cosa peggiore di questo titolo sulla console handheld di casa Sony: a peggiorare l’esperienza ci si mette pure un frame rate a singhiozzi, specie negli spostamenti, che arriva perfino ad arrestarsi del tutto durante le sequenze di fuga dal killer con le forbici, causando innumerevoli game over quando si blocca completamente e non si è in grado nemmeno di muoversi o capire cosa stia accadendo. Sono stata letteralmente sul punto di lanciare contro il muro la console quando, cercando di mettermi in salvo, mi sono ritrovata il gioco che non voleva saperne di muoversi a meno di un fotogramma al secondo facendomi morire senza che avessi nemmeno il tempo di reagire.

NightCry, recensione di Akiba Gamers

Come recitano gli attori di B-Movie?

Il gioco di Nude Maker presenta testi in inglese, con doppio audio giapponese e inglese. In entrambi i casi abbiamo dei dialoghi soporiferi, con i doppiatori che probabilmente quel giorno si erano svegliati con zero voglia di lavorare, essendo le voci del tutto prive di qualsivoglia trasporto o emozione, legnose quanto i modelli doppiati. Per quanto riguarda il comparto sonoro, importantissimo per un genere horror… beh, neanche lì possiamo dire di esserci. Anche nelle situazioni di calma, avvertirete un irritantissimo ronzio che fa quasi pensare di trovarsi nella navetta spaziale di un extraterrestre piuttosto che su una nave da crociera, con musiche dimenticabili ed effetti sonori da repertorio. Decisamente poco spettacolare.

A chi consigliamo NightCry?

Onestamente, se proprio avete voglia di giocare questo titolo, magari perché orfani di survival horror stile PS2, vi consiglio caldamente di evitare il porting su Vita come la peste e giocarlo invece su PC tramite Steam. Vero, l’interfaccia col mouse su computer è un po’ ottusa, ma graficamente rende molto meglio, e non presenta neanche l’orrido frame rate che rende ingiocabile il titolo sulla piccola console Sony, sebbene stando alle recensioni risulti comunque un gioco abbastanza mediocre, se non deludente.

  • Uno dei pochi esponenti del genere horror punta e clicca da godere su sistemi moderni
  • Il monster design ad opera del designer di Silent Hill

  • Tecnicamente non ci siamo per niente
  • Il frame rate ballerino rende l’esperienza infernale
  • Troppi caricamenti, troppo lunghi
  • Sonoro al di sotto della media
NightCry
1

Un’esperienza terrificante... ma non per via dell’horror!

NightCry era un progetto che sulla carta sarebbe stato perfetto: prendere ciò che ha reso speciale il buon vecchio Clock Tower agli albori e trasporlo in un gioco moderno. Tuttavia, il prodotto finito è un titolo che fa acqua da tutte le parti, specie su Vita. La grafica è legnosa e inespressiva come nemmeno sui primissimi titoli per PlayStation 2, la telecamera è irritante, il sonoro è dimenticabile e, soprattutto, il gameplay, sebbene decente, viene prepotentemente rovinato da cali assurdi di frame rate e caricamenti che definire frustranti è dire poco. Vedere certi giochi così orrendi nella libreria di una console già abbastanza bistrattata e agonizzante è una pugnalata al cuore.

Una normalissima bimba ultraventenne che ha trafficato con computer e videogiochi per tutta la vita. Nel tempo libero le piace scarabocchiare sul suo sketchbook.

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