VAMPIRES di Osamu Tezuka – Recensione del primo volume

The Vampires, pubblicato da Osamu Tezuka fra il 1966 e il 1967, è sicuramente una delle opere più originali e multiforme dell'autore. Andiamo oggi a recensirne il primo volume

VAMPIRES di Osamu Tezuka - Recensione del primo volume

Toppei Tachibana è un ragazzino all’apparenza normale, che appena arrivato a Tokyo, spinto dalla sua passione per gli anime e dalla ricerca di suo padre, bussa alla porta del leggendario mangaka Osamu Tezuka, chiedendogli un lavoro alla Mushi Productions, la compagnia d’animazione fondata dallo stesso autore nel 1961. Tuttavia, ben presto le cose si complicano, quando il suo datore di lavoro scopre che Toppei non è un semplice campagnolo ma appartiene invece alla razza dei Vampiri, creature che, se sottoposte a diversi stimoli, si trasformano incontrollabilmente in animali: nello specifico, quest’ultimo diventa un lupo. Tezuka si ritrova dunque a dover proteggere il ragazzo non solo da una società che lo rifiuta, ma anche dalle macchinazioni di Rokuro Makube, personaggio ben noto ai cultori dell’autore, in un susseguirsi di scene horror e d’azione con un climax quasi apocalittico. Vampires, diviso in due volumi, è pubblicato come tutti gli altri dello stesso autore da J-POP Manga, nella collana Osamushi Collection.

VAMPIRES di Osamu Tezuka - Recensione del primo volume

  • Titolo originale: バンパイヤ, Banpaiya
  • Titolo italiano: Vampires
  • Uscita giapponese: 1966-1967
  • Uscita italiana: 21 aprile 2021
  • Numero di volumi: 1 (in corso)
  • Casa editrice: J-POP Manga
  • Genere: horror, drammatico, azione
  • Disegni: Osamu Tezuka
  • Storia: Osamu Tezuka
  • Formato: 15×21 con sovraccoperta, brossurato
  • Numero di pagine: 430

Abbiamo recensito Vampires tramite volume stampa fornitoci da J-POP Manga.

(Non) sono il conte Dracula, miii!

Vampires è un manga davvero originale di Osamu Tezuka, a cominciare dal titolo che nulla a che fare con creature simili ad Edward Cullen o Aldo Baglio. I vampiri in questione infatti non si nutrono di sangue umano, e non temono la luce solare: sono solamente degli umani in grado di trasformarsi in animali delle specie più varie, con questa trasformazione scatenata a volte involontariamente da cose di tutti i giorni, come provare una forte emozione oppure osservare una forma sferica. Ed è proprio questo il caso dei fratelli Toppei e Chippei Tachibana, che arrivano a Tokyo pieni di belle speranze dopo essere fuggiti da un remoto villaggio dei vampiri, scampandone alla distruzione da parte degli umani. Proprio il conflitto tra umani e vampiri è uno dei punti cardine della trama, con i due fratelli che si ritrovano involontariamente a fare da pedine per l’una o per l’altra fazione.

In questo manga, Tezuka fa una sapiente commistione di generi. Da un lato abbiamo i siparietti comici di cui lui stesso è protagonista, essendo un personaggio inserito all’interno della trama con una sana dose di autoironia e autocritica, ma in grado di diventare un serio action hero all’occorrenza; dall’altro abbiamo il conflitto fra l’umanità e quello che viene percepito come il diverso, con una trama thriller e un pochino horror, impreziosita da una bella dose di meta-narrazione, in cui l’umorismo stesso è dato da frequenti rotture della quarta parete, come le lamentele di alcuni personaggi per le immagini in bianco e nero, o l’ispettore Geta che viene spesso raffigurato con un sandalo tradizionale, un geta appunto, al posto della testa: classico umorismo “tezukiano” che tuttavia spezza bene la tensione di una trama pesantuccia.

VAMPIRES di Osamu Tezuka - Recensione del primo volume

Il pentolone di Tezuka

A complicare le cose ci pensa Rokuro Makube, in arte Rock, uno dei personaggi ricorrenti più celebri nelle opere del dio dei manga, e grande antagonista di questo volume, realizzato così bene da far venire ribrezzo al lettore sin dalle prime pagine in cui appare. Non è l’unico tuttavia: secondo il sistema di cameo dell’autore che “fonde” insieme universi narrativi diversi riciclando in un certo senso personaggi in numerose opere, fa anche il suo glorioso ritorno Shunsaku Ban, lo zio baffone che chi ha letto o guardato Astro Boy ha imparato ad amare. Qui siamo ben lontani dal Tezuka spensierato, ed è chiara l’ispirazione che Vampires prenda da Kirihito, manga dell’autore uscito proprio negli stessi anni e con una premessa simile. Lo stile di disegno di Tezuka è inconfondibile e anche qui la qualità rimane comunque altissima, lontana dalle linee un po’ più ruvide dei suoi ultimi manga. D’altronde, Vampires è stato scritto tra il 1966 e il 1967, nel periodo d’oro dell’autore.

Quando un ragazzo in fuga bussa alla porta dello studio Mushi Productions, Tezuka lo assume come suo assistente. Presto, però, il mangaka scoprirà che il giovane Toppei appartiene a una tribù di vampiri e lupi mannari intenzionata a dichiarare guerra all’umanità, e si ritroverà suo malgrado in un mondo di intrighi mostruosi che finora aveva solo immaginato…

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Apprezzabile la scelta di J-POP di pubblicare nella sua quasi interezza la bibliografia assolutamente sconfinata di Osamu Tezuka senza fermarsi alle sole opere più conosciute, con la solita cura che viene riposta nella Osamushi Collection: sovraccoperta lucida con la stessa impostazione di altri volumi, e sezione finale dedicata alle note in cui vengono spiegati a noi gaijin tutti i riferimenti particolari al folklore e alla tradizione giapponese che nei balloon vengono mantenuti inalterati. Diviso in due volumi, di cui il primo uscito ad aprile, Vampires è una bella aggiunta a chi si sta “facendo una cultura” recuperando tutti i volumi di questo mangaka leggendario, ma non credo sia un buon punto di partenza per chi si approccia solo ora all’autore, vista la natura molto autoreferenziale dell’umorismo e dell’intreccio contenuto in questo primo volume.

VAMPIRES di Osamu Tezuka - Recensione del primo volume

Uno dei manga più originali di Osamu Tezuka

Come già anticipato nell’apertura di questa recensione, Vampires di Osamu Tezuka è un manga davvero strano e difficilmente collocabile; un manga fatto di opposti, con disegni ancora piuttosto cartooneschi e stilizzati ma inseriti in una trama decisamente non per bambini, dalle forti tinte horror e drammatiche. Eppure, al contempo, l’inserimento autoreferenziale di Tezuka stesso come uno dei personaggi principali all’interno della trama è in molti casi un vero e proprio comic relief, con diverse scene in cui la quarta parete viene continuamente infranta, complici le numerose prese di coscienza dei personaggi, che sembrano ben consci di essere stampati su carta. Anche l’inserimento di altri personaggi celebri già apparsi in altri ruoli in altri manga non è una pratica nuova all’autore. Per questo motivo mi sento di consigliare quest’opera principalmente ai cultori di Tezuka, quelli che nella libreria hanno già una bella sfilza targata Osamushi Collection. Per il pubblico più generale, potrebbe essere un’opera un po’ troppo strana rispetto a classici assoluti come Black Jack, Il Bisturi e la spada e simili, per godersela appieno.

Consigliato agli amanti dell’autore

Ossessionato da Le Bizzarre Avventure di JoJo e METAL GEAR, pensa che TRIGGER abbia salvato gli anime. Darebbe tutto pur di vedere un nuovo Trauma Center e il finale di Berserk; generalmente ti vuole bene, finché non gli parli di microtransazioni.

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