RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

L’attesissimo remake di RESIDENT EVIL 4 ci riporta tra gli orrori di un misterioso villaggio iberico nei panni di Leon S. Kennedy. Sarà ancora più bello di quanto ricordavamo?

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

Gioco del MeseDopo il passo falso compiuto con il sesto episodio, CAPCOM ha riportato in vita l’amatissima saga di BIOHAZARD, RESIDENT EVIL in Occidente, sviluppando un motore grafico di nuova generazione, destinato a supportare un settimo capitolo capace di riportare la saga agli antichi fasti. Sfruttando il medesimo RE Engine, il team di developer ha lanciato l’operazione Remake ricostruendo dalle basi RESIDENT EVIL 2, proseguendo poi con il terzo capitolo e regalandoci infine lo splendido VILLAGE, ottavo episodio numerato. Era solo questione di tempo prima che uno dei capitoli più amati della saga ricevesse lo stesso trattamento. Ed è così che diciotto anni dopo il lancio originale RESIDENT EVIL 4 approda attraverso questo remake sulle console di attuale generazione in una veste completamente nuova, rivoluzionato nella forma e nei contenuti.

Abbiamo avuto modo di giocare questo remake un po’ di tempo prima del lancio ufficiale, avvenuto lo scorso 24 marzo. Dopo aver portato a termine l’avventura di Leon su PlayStation 5 è tempo di tirare le somme: ecco la nostra recensione del remake di RESIDENT EVIL 4.

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

  • Titolo: RESIDENT EVIL 4
  • Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, PC (Steam)
  • Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
  • Genere: Survival Horror
  • Giocatori: 1
  • Publisher: CAPCOM
  • Sviluppatore: CAPCOM
  • Lingua: Italiano (testi e doppiaggio)
  • Data di uscita: 24 marzo 2023
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi alternativi per Leon e Ashley, accessori, armi speciali, musica ed effetti sonori dell’originale
  • Note: disponibile una Collector’s Edition con steelbook, Extra Pack DLC, colonna sonora digitale, statua di Leon, artbook e poster

Abbiamo recensito RESIDENT EVIL 4 con un codice PlayStation fornitoci gratuitamente da CAPCOM tramite PLAION.

 

Uscito originariamente nel 2005 su GameCube, poi approdato su PlayStation 2 quasi un anno dopo, l’originale RESIDENT EVIL 4 segnò un punto di svolta per la saga che, fino a quel momento, era ben salda sui canoni portati avanti per tre capitoli sulla prima PlayStation. Addio ai controlli “tank” e alle inquadrature fisse, nonché ad altri elementi iconici come l’animazione delle porte che si aprono: il quarto BIOHAZARD sposta la telecamera in una posizione del tutto nuova per allora, con scenari completamente esplorabili e un gameplay maggiormente improntato sull’azione. Elementi divenuti quasi tutti lo standard per i successivi episodi, ripresi poi per i remake di secondo, terzo e ovviamente per lo stesso quarto capitolo.

Il remake di RESIDENT EVIL 4 mantiene intatti molti aspetti del gioco originale, mettendo in piedi un’atmosfera ancora più terrificante grazie al progresso tecnologico e implementando numerosi miglioramenti dal punto di vista del gameplay. Uno dei migliori esponenti della serie diventa ancora più bello e appassionante da rivivere o da sperimentare per la prima volta.

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

Vamos a la plaga

Sono trascorsi sei anni dal tragico incidente di Raccoon City, a causa del quale la quasi totalità degli abitanti si è trasformata in zombi e la città è stata spazzata via dalle mappe. Sopravvissuto al traumatico evento, Leon S. Kennedy è stato reclutato, volente o nolente, per un programma governativo top secret. Dopo aver affrontato un durissimo addestramento all’ex poliziotto viene affidata una missione decisamente di rilievo: quella di soccorrere la figlia del presidente degli Stati Uniti, rapita in circostanze misteriose. Le tracce conducono Leon in un villaggio europeo, nella regione iberica. Tuttavia, giunto sul posto, l’ex poliziotto di Raccoon City si accorgerà che qualcosa di strano ha cambiato gli abitanti del luogo e si ritroverà presto a doversi difendere dal loro assalto. Sarà così che si imbatterà nella tremenda minaccia nota come “Las Plagas”.

Se nel 2005 questo episodio è stato capace di rivoluzionare l’intera saga — e in un certo senso l’intera industria videoludica — con questo remake CAPCOM è stata capace di migliorare il titolo come non si credeva possibile e, naturalmente, di renderlo appetibile anche per chi non lo aveva giocato all’epoca. Nonostante la remaster già disponibile su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, infatti, il vecchio RE4 soffriva di alcuni elementi di gameplay e game design invecchiati davvero brutalmente. Ad esempio, non era possibile camminare e sparare contemporaneamente.

Il remake di RESIDENT EVIL 4 perfeziona sotto ogni punto di vista le azioni che Leon è in grado di compiere durante il suo percorso di sopravvivenza nel villaggio spagnolo. Ad esempio, l’eliminazione dei quick time event che tanto andavano di moda due decenni fa in favore di azioni che ad ogni modo andranno eseguite con un tempismo perfetto: la schivata, eseguibile su PlayStation con il tasto cerchio, la pressione rapida del tasto X o l’utilizzo del pugnale per liberarsi dai nemici, l’introduzione di utilissime meccaniche stealth, ma soprattutto di un vero e proprio parry che Leon può eseguire con il medesimo coltello e che ci consente letteralmente di deviare gli attacchi dei nemici e lasciarli scoperti, in modo da poterli colpire con gli attacchi corpo a corpo già presenti nel gioco originale.

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

La meccanica della parata aggiunge un nuovo livello di profondità ai combattimenti, ci permette di risparmiare munizioni e oggetti curativi che magari potrebbero tornare utili con nemici più forti delle semplici plagas. Non per questo, tuttavia, il gioco sarà poco generoso in termini di armi e proiettili: grazie alla presenza di una meccanica di crafting estremamente intuitiva e di risorse in abbondanza, difficilmente rimarremo indifesi, se non in determinate fasi finali del gioco dove — se non saremo abbastanza furbi — ci ritroveremo a sprecare il nostro intero arsenale contro nemici abbastanza ostici da abbattere.

Livin’ la vida loca

Di ritorno dal gioco originale troviamo l’indispensabile Mercante (doppiato in italiano da un riconoscibilissimo Gianluca Iacono) che, in cambio di pesetas guadagnabili con l’uccisione dei nemici o attraverso il loot ottenuto con la distruzione di casse e barili, potrà venderci armi e potenziamenti, oggetti curativi e ricette utili per la creazione di munizioni. Ma non solo: tramite il mercante potremo migliorare le nostre bocche di fuoco (potenza, cadenza di tiro, velocità di ricarica e così via), come anche riparare il nostro pugnale e, non appena lo otterremo, il giubbotto antiproiettile. Diversamente dal gioco del 2005, infatti, la lama di Leon non sarà più l’ultima, indistruttibile, risorsa da utilizzare in assenza di munizioni. All’interno di RESIDENT EVIL  4 sarà possibile appropriarsi di diverse tipologie di coltelli, ognuno dotato di un indicatore di durata che diminuirà ogni qual volta eseguiremo azioni come affondi, parate e quant’altro, e lo stesso vale per il pugnale in dotazione a Leon, che sarà migliorabile in termini di statistiche e non scomparirà una volta distrutto, ma per ripararlo dovremo necessariamente recarci dal nostro amico con la voce di Vegeta.

Il Mercante è legato a doppio filo anche alla meccanica delle richieste delle note blu: si tratta di vere e proprie missioni secondarie che, una volta portate a termine, ci premieranno con degli spinelli, e ci chiederanno ad esempio di distruggere i medaglioni blu, ammazzare una manciata di topi, oppure scovare e abbattere dei nemici speciali dalla potenza notevole. E prima che vi immaginiate una versione piuttosto atipica di Leon e un’atmosfera assai pregna di fumo, gli spinelli sono speciali pietre preziose che potremo cedere al mercante in cambio di una serie di oggetti speciali, come componenti esclusive per le armi, mappe dei tesori, valigette con abilità particolari e tanto altro ancora. Queste ultime, utilizzabili tramite la classica macchina da scrivere per salvare, potranno essere personalizzate anche con degli speciali portachiavi ottenibili tramite il minigioco del poligono di tiro. Sarà possibile accedere al minigame tramite un ascensore situato in alcune delle zone sicure in cui il mercante è presente: saremo chiamati ad abbattere le sagome di legno di alcuni pirati (che sostituiscono gli abitanti del gioco del 2005) utilizzando, di volta in volta, le armi richieste da ciascun livello. In cambio, portando a termine i livelli con giudizio A o superiore, riceveremo degli speciali gettoni che, tre alla volta, andranno inseriti in uno specifico distributore che ci fornirà i suddetti portachiavi, riproduzioni di personaggi e mostri del titolo, in grado di aggiungere bonus alla nostra valigia-inventario personalizzabile. Questi portachiavi sostituiscono i tappi presenti nel titolo del 2005 che avevano unicamente la funzione di collezionabili.

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

Dal villaggio al lago, dal castello Salazar al laboratorio, RESIDENT EVIL 4 ci condurrà per una serie di numerose e variegatissime ambientazioni, nessuna delle quali risulta inserita a forza o strutturata male a livello di game design. Per buona parte dell’avventura Leon agirà da solo, ma non di rado ci capiterà, una volta tratta in salvo, di dover sopravvivere al fianco di Ashley, la dolce figlia del Presidente. Nonostante non sia in grado di aiutarci attivamente in combattimento, potremo impartirle una serie di comandi mediante la pressione dell’analogico destro: Ashley potrà seguirci a stretto contatto, mantenersi a distanza, nascondersi dentro specifici armadietti oppure attivare interruttori a tempo mentre noi attraversiamo una porta. Tuttavia, proteggerla e portarla in salvo rimane il fulcro principe dell’incarico affidato a Leon, per questo motivo dovremo prestare attenzione affinché non venga rapita dalle plagas o uccisa da altri nemici, pena il game over. Fortunatamente, rispetto all RE4 originale, sono presenti degli autosalvataggi in determinati punti di controllo, ma il salvataggio manuale rimane ancora relegato alle immancabili macchine da scrivere.

Se acerca el juicio

Su PlayStation 5, console sulla quale abbiamo portato a termine RESIDENT EVIL 4, è possibile giocare selezionando fra le due, consuete modalità grafiche: quella che predilige un frame rate più fluido e quella che invece mette al primo posto la risoluzione. In entrambi i casi è possibile attivare o disattivare il ray tracing (spesso impercettibile), nonché alcune altre opzioni relative al motion blur e, stranamente, alla qualità della capigliatura di Leon e degli altri protagonisti. L’atmosfera, rispetto all’originale, è stata costruita in modo che le tinte horror fossero più predominanti e la resa generale è il più delle volte ottima, fatta eccezione per alcuni elementi di sfondo che tradiscono la natura cross-gen del progetto. In termini di audio, a colpire maggiormente sono l’ottimo doppiaggio italiano, che si attesta quasi sempre su altissimi livelli, ma soprattutto il sound design, che ci permetterà di anticipare l’arrivo di nemici in una determinata direzione, di scoprire dove si trova l’ennesimo collezionabile scricchiolante, oppure semplicemente ci aiuta a calarci dentro l’atmosfera del gioco estraniandoci totalmente da ciò che ci circonda nel mondo reale.

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

A stupirci ancora di più però è stata l’integrazione del controller DualSense di PS5, che ha saputo dimostrare quanto le potenzialità di questa periferica possano contribuire enormemente a calare il giocatore all’interno del mondo di gioco e nei panni del protagonista, che denota un certo impegno da parte del team di sviluppo. Il controller restituirà feedback a ogni passo o azione svolta, si comporterà diversamente a seconda dell’arma impugnata combinando vibrazioni, sonoro dagli speaker e grilletti adattivi, e ci fa sentire al centro dell’azione alternando il suono proveniente dal DualSense con quello del televisore. Davvero uno dei migliori utilizzi analizzati finora per il controller esclusivo di PlayStation 5.

RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

A chi consigliamo RESIDENT EVIL 4?

Nonostante le differenze con l’originale, il remake di RESIDENT EVIL 4 saprà appagare al meglio tutti coloro che lo hanno giocato quasi un ventennio fa, che avranno modo di apprezzare miglioramenti e innovazioni, così come tagli e aggiunte alla trama originale che lo diversificano dal titolo del 2005 e non una semplice copia carbone tirata a lucido. Chiunque non abbia mai avuto modo di vivere questa avventura di Leon S. Kennedy in passato non potrà che innamorarsi perdutamente dell’ultima fatica di CAPCOM e difficilmente riuscirà a trovare difetti al suo interno. Nonostante sia collegato ai capitoli precedenti, in particolare al remake di RESIDENT EVIL 2, può essere considerato anche un ottimo punto di accesso per i nuovi fan della saga.

Sono passati sei anni dal disastro biologico dell’incidente di Raccoon City. Leon S. Kennedy, uno dei sopravvissuti, è stato assegnato come agente speciale governativo al presidente degli Stati Uniti. Grazie all’esperienza maturata in tante missioni passate, gli viene affidato l’incarico di cercare la figlia del presidente, che è stata rapita. Segue le sue tracce fino ad arrivare a un isolato villaggio europeo, ma c’è qualcosa di molto strano nella gente del posto… Nonostante il suo addestramento e tutta la sua esperienza, niente avrebbe potuto preparare Leon agli orrori che lo stavano aspettando. Si alza il sipario su questa missione di salvataggio, una storia di sopravvivenza e orrori estenuanti.

RESIDENT EVIL 4 è un remake dell’omonimo titolo del 2005, rivisitato in chiave moderna per offrire un survival horror all’avanguardia. RESIDENT EVIL 4 mantiene l’essenza del gioco originale, introducendo allo stesso tempo un gameplay più attuale, una trama riconcepita e una grafica vivida e dettagliata. Grazie a questi elementi, potrai immergerti in un survival horror in cui vita e morte, terrore e catarsi si intersecano.

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RESIDENT EVIL 4 – Recensione del remake

  • Perfeziona sotto ogni punto di vista l’originale
  • Un uso incredibile del DualSense
  • Coinvolgente dall’inizio alla fine

  • Auguriamoci che “Separate Ways” non sia un DLC a pagamento
  • È ora di lasciarsi la vecchia generazione di console alle spalle
RESIDENT EVIL 4
4.8

Il punto più alto toccato dalla saga

Con questo remake di RESIDENT EVIL 4, CAPCOM ha saputo rendere praticamente perfetto un titolo che già all’epoca ha conquistato il cuore di gran parte degli appassionati della serie, pur stravolgendone gli elementi che fino a quel momento l’avevano caratterizzata. Con il massimo rispetto per l’opera originale, il team di sviluppo ha saputo rendere il remake migliore sotto ogni singolo aspetto, dalla trama al gameplay, dall’esperienza audiovisiva all’integrazione con un controller di nuova generazione. Questa versione di RESIDENT EVIL 4 è capace di risucchiare il giocatore e immergerlo completamente nell’esperienza, tenendolo incollato allo schermo per una quantità di ore che spazia dalla decina fino al doppio o anche più, considerando i tesori, i collezionabili, le missioni secondarie e tutto ciò che troviamo da fare all’interno del titolo. Con l’arrivo della modalità Mercenari come aggiornamento gratuito il 7 aprile, l’unico grande difetto di questo remake è la momentanea assenza della campagna dedicata ad Ada Wong, “Separate Ways” — augurandoci che venga aggiunta anch’essa gratuitamente e non come DLC a pagamento.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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