The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia – Recensione

La nostra recensione per The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, il primo gioco dedicato a Nanatsu no Taizai ad arrivare in occidente.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia - Recensione

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia - RecensionePer via di una colpa commessa in passato, i cavalieri più forti del regno di Britannia vennero additati col nome di “Nanatsu no Taizai” ovvero i sette peccati capitali. Si dice che fossero responsabili dell’assassinio del gran cavaliere sacro Zaratras e che vennero sconfitti dai Cavalieri Sacri, che posero delle taglie sulle loro teste. Le leggende però viaggiano velocemente sulla bocca del popolo e in giro si narra che essi siano ancora vivi, nascosti nei meandri della terra. Quando i Cavalieri Sacri organizzano un colpo di stato ai danni del re, la principessa Elizabeth scappa alla ricerca dei fantomatici peccati. Questa è la storia di Nanatsu no Taizai.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è il terzo videogame dedicato all’opera di Nakaba Suzuki: il primo è stato un mobile game dal titolo “Nanatsu no Taizai: Pocket no Naka no Kishidan” che ho evitato come la peste bubbonica per via della mia allergia ai mobage, mentre il secondo è un’avventura per Nintendo 3DS chiamata “Nanatsu no taizai: Unjust Sin” che dovrò recuperare al più presto dal paese del Sol Levante. Sono un discreto fan dell’opera di Suzuki, più che altro lo seguo con interesse dopo aver letto e amato una delle sue opere “Kongoh Bancho” e quindi mi sono offerto in redazione per recensire questo primo titolo ad arrivare in occidente, su PlayStation 4. Sarà un peccato non comprarlo o si tratta solo di una perdita di tempo?

  • Titolo: The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Genere: Fighting Game
  • Giocatori: 1-4 (online)
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 8 febbraio 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: bonus pre-order con alcuni costumi per i 7 peccati capitali
  • Note: disponibile la Collector’s Edition con statua e illustrazione esclusiva

Gioia effimera

Subito dopo il filmato iniziale un brivido mi è salito subito dietro la schiena, assieme a un quesito spontaneo: ma che cacchio di grafica è? Per carità, ho giocato a tanti giochi tratti da anime e manga ma il filmato iniziale, realizzato purtroppo con il motore grafico del gioco, ci catapulta direttamente nella generazione di console precedenti e di certo quelle appena viste non possono essere dei modelli degni di girare su una PlayStation 4. Fin troppo fiducioso e speranzoso, decido di andare avanti fino al menù principale, notando la prima cosa gradita del gioco, ovvero che le voci di personaggi sono (fortunatamente) in lingua giapponese. La soddisfazione però, dura ben poco, perché il menù principale ci offre solamente due opzioni: avventura o duello. Se inizierete, come me, dall’opzione duello, vedrete che la scelta è parecchio scadente: ciò significa pochi personaggi, poche arene e la possibilità di affrontare uno scontro contro avversari pilotati dalla CPU o online. Avendo avuto modo di testare il gioco con largo anticipo rispetto all’uscita, non ho davvero trovato nessuno online, ho giusto provato qualche scontro con i pochi personaggi messi a disposizione all’inizio. Il tutto va sbloccato tramite la modalità avventura, che non mi restava altro che prepararmi ad affrontare.

Che barba, che noia

La modalità avventura è senza dubbio il cuore principale di Knights of Britannia. Le vicende narrate seguiranno quelle del manga e dell’anime senza purtroppo, offrire qualche spunto originale che possa offrire svago e intrattenere chi già segue il manga o la serie animate. Tuttavia, entrambi risultano ancora in corso, quindi molti personaggi appena conosciuti non compariranno minimamente nel gioco in esame e per questo motivo avrei davvero apprezzato una trama “nuova” al posto di quella canonica, presente invece nel gioco per Nintendo 3DS citato precedentemente. La modalità avventura ci porterà a un susseguirsi di missioni, sia principali che secondarie, che ci permetteranno sia di andare avanti con la trama sia di impossessarci di cristalli e oggetti utili a creare alcuni oggetti magici che potremo equipaggiare ai nostri personaggi e che ci garantiranno svariati bonus tra attacco e difesa.

Nonostante l’idea di spostarsi con il Boar Hat sia abbastanza carina, le missioni che andremo ad affrontare saranno molto ripetitive e alcune addirittura orrende, come quella dove Elizabeth dovrà prendere del cibo ma non potrà attaccare i nemici, contando solamente sull’aiuto del maiale Hawk. Dopo varie ore di gioco, senza riuscire a divertirmi se non quando qualche missione secondaria o principale mi garantiva un nuovo personaggio con il quale combattere per variare la ripetitività degli incarichi, stavo quasi per abbandonare l’idea di usare il mio sin preferito, Escanor, disponibile sul finale della storia completando quasi tutte le missioni.

Pessimismo e fastidio

I combattimenti tra i personaggi di The Seven Deadly Sins si svolgono in arene 3D di vario genere, purtroppo tutte molto simili tra di loro. I guerrieri selezionabili si suddividono in tipologie: troviamo i combattenti puri, quelli volti alla velocità e coloro che utilizzano le arti magiche. Dovremo azzerare la barra di vita dell’avversario per poter vincere l’incontro, utilizzando sia attacchi normali, sia le magie che consumeranno — in maniere differenti — la barra del mana. Inoltre, dopo che uno degli indicatori si ricaricherà a furia di mazzuolare l’avversario (o a farci mazzuolare), potremo eseguire una tecnica “ultimate” dall’elevata potenza, come il famoso “Counter” di Meliodas, mentre Ban potrà effettuare una mossa speciale che non consentirà l’utilizzo di mana per le tecniche magiche, dandoci la possibilità di concatenare combo quasi infinite.

Più devasteremo lo scenario più otterremo punti che garantiranno un voto alto a fine missione: “fare casino” ci garantirà dei punti diceria che ci permetteranno di sbloccare nuove missioni. Durante il combattimento inoltre, dalle macerie, potranno spuntare delle trappole magiche che causeranno danni elementali di vario tipo, oppure cureranno chiunque passi nell’area della stessa, delimitata dal colore verde. Purtroppo i combattimenti soffrono di numerosi problemi, sia per la telecamera, sia perché una volta che il nemico toccherà terra avrà una sorta di “invincibilità” e saranno vani sia gli attacchi normali, che le magie e gli attacchi “ultimate”. Inoltre numerosi problemi durante gli scontri imputabili ad un sistema di lock del nemico abbastanza d’aiuto nella modalità contro il singolo avversario, ma che si rivelerà inutile in uno scontro due contro due o contro nemici più numerosi. Come se non bastasse, anche una delle sezioni più divertenti del gioco, ovvero quella in cui saremo chiamati a usare Diane nella forma gigante, è piena di bug che ci faranno davvero cadere le mani dal joypad — se salteremo, con una gigante, sopra i nemici non gli faremo nemmeno un graffio, ad esempio — e la stessa non è disponibile nella modalità duello.

Cosa non ha funzionato?

Purtroppo — e lo dico da amante della serie animata e del manga, mi sono trovato davanti una trasposizione davvero scarna, capace di annoiarmi dopo nemmeno un’ora di gioco. L’unica cosa positiva è la controparte sonora, costellata da ottimi seiyuu e musiche davvero belle e suggestive. Inoltre, l’averlo giocato in anteprima la recensione, mi ha impedito di trovare un numero sufficiente di avversari online; considero quindi che l’online non ancora sia popolato abbastanza o che i i server del gioco non siano in comune con la controparte giapponese, uscita da qualche mese. Non so se a Knights of Britannia aggiungeranno qualche personaggio tramite DLC con la messa in onda della seconda stagione dell’anime, ma mi auguro vivamente che possano farlo per aumentarne la giocabilità e la longevità. Inoltre, ho trovato piuttosto ridicolo inserire nel roster ben tre versioni di Meliodas e altrettante di Hendricksen, quando potevano solamente implementare una combinazione di tasti per farli trasformare in game e non occupare slot inutilmente che altrimenti avrebbero potuto ospitare personaggi inediti, in grado di incrementare il livello di longevità e divertimento.

A chi consigliamo The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia?

Non mi sento sinceramente di consigliare questo gioco a nessuno, specialmente a prezzo pieno. Neanche i fan più sfegatati della serie potranno ritenersi soddisfatti, se non per qualche scambio di battute tra i protagonisti all’interno del Boar Hat che garantisce qualche risata, oppure qualche frase di entrata esclusiva tra coppie di personaggi.

Per il resto, si tratta di un gioco con gameplay da rivedere, contenuti scadenti e una modalità storia decisamente poco divertente e troppo ripetitiva se non per i dialoghi. Tutto ciò fa di The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia un gioco alquanto mediocre.

  • Musiche e doppiatori veramente egregi
  • Testi in italiano
  • Alcune missioni potrebbero risultare divertenti…

  • …Ma non ripeterne 28 varianti
  • Graficamente non all’avanguardia per i tempi
  • Combattimenti fluidi, ma pieni di errori
The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia
2.5

L’unico vero peccato sarebbe comprarlo adesso

Sono piuttosto deluso. Ci tenevo a questo gioco e non vedevo l’ora di recensirlo, visto che sono fan della serie in questione e del suo autore, e i miei colleghi possono confermarvi tutto ciò. Non amo assegnare voti bassi nelle mie recensioni, ma non posso sicuramente mentirvi dicendo che The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è un bel gioco. Risolvendo i problemi che affliggono i combattimenti, aggiungendo varietà nelle missioni e negli stage e qualche altra modalità e personaggio, sarebbe potuto essere sicuramente un gioco ben più interessante, ma il primo approdo in occidente di un titolo della serie di Nakaba Suzuki si rivela un buco nell’acqua. Se la serie continuerà ad avere il successo che merita spero vivamente possano migliorarne le meccaniche e i contenuti per un altro gioco tratto dalla serie, perché The Seven Deadly Sins non si merita certamente una trasposizione così mediocre.

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.