Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY – Recensione della Stagione 1

In attesa dell’arrivo della seconda, analizziamo la prima stagione di Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY nella nostra recensione

Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY – Recensione della Stagione 1

A pochi giorni dall’inizio della seconda stagione, torniamo indietro di qualche mese per analizzare i primi dodici episodi di Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY, la nuova serie di Gundam giunta in Italia grazie al simulcast di Crunchyroll.

Cresciuta da sua madre su Mercurio, la giovane Suletta si iscrive alla scuola di tecnologia Asticassia. Proprio durante il suo ingresso nel Front, finirà per imbattersi nella scontrosa Miorine Rembran nel tentativo di salvarla: la figlia del presidente del gruppo a capo della scuola cercava in realtà di fuggire dall’accademia e dalle grinfie del padre, che ha messo in palio la sua dote come premio per lo studente che più si distinguerà nei duelli fra Mobile Suit. Sarà così che Suletta Mercury finirà per diventare il promesso sposo di Miorine, sconfiggendo il suo più accanito pretendente e diventando l’Holder.

Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY – Recensione della Stagione 1

  • Titolo originale: 機動戦士ガンダム 水星の魔女 (Kidō Senshi Gundam: Suisei no Majo)
  • Titolo inglese: Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY
  • Uscita giapponese: 2 ottobre 2022
  • Uscita italiana: 2 ottobre 2022
  • Piattaforma: Crunchyroll
  • Genere: Sci-Fi, Mecha
  • Numero di episodi: 12 + 1
  • Durata: 20 min
  • Studio di animazione: Sunrise
  • Adattato da: opera originale
  • Lingua: Giapponese con sottotitoli in italiano

Abbiamo recensito Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY tramite piattaforma streaming Crunchyroll.

 

Nel 1979, con l’esordio sulle televisioni nipponiche dell’originale Kidou Senshi Gundam, il modo di concepire anime è cambiato irrimediabilmente. Non solo con l’introduzione del genere denominato poi “real robot”, bensì con una visione totalmente nuova di concepire il medium animato, maturato dagli insegnamenti ricevuti da Yoshiyuki Tomino da mostri sacri come Hayao Miyazaki e Isao Takahata. In tutti questi anni il franchise di Gundam è proseguito e si è evoluto abbracciando innumerevoli media, dai manga ai videogiochi, dai mook ai drama CD, ma soprattutto dal merchandise più disparato agli indispensabili GUNPLA. Pur proseguendo il filone dello Universal Century, quello della serie originale, BANDAI NAMCO Entertainment e Sunrise cercano periodicamente di creare nuove generazioni di fan creando nuovi universi narrativi. Se dal 2015 abbiamo vissuto le strazianti vicende di IRON-BLOODED ORPHANS, nel 2022 è stato inaugurato il calendario Ad Stella, teatro delle vicende di Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY, la nuova serie televisiva del franchise creata per una nuova generazione di appassionati.

Miorine Rembran - Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY – Recensione della Stagione 1

Una promessa è una promessa

La struttura di THE WITCH FROM MERCURY (abbreviato G-Witch dai giapponesi stessi) è assai diversa da qualsiasi altra serie televisiva dell’universo di Gundam — è sbagliato parlare di universi alternativi, meglio definirli “altre epoche storiche” o “calendari alternativi” come vi spiego in questo articolo. Lasciando da parte le serie OVA della durata di 6 o 12 episodi, le serie televisive sono generalmente composte da circa 50 episodi, a partire da Mobile Suit Gundam 00 (2007) ripartite in due stagioni da 25. G-Witch è stata inaugurata da una prima stagione di soli 12 puntate, terminata con un cliffhanger ormai finito nella storia e premiato dalla nostra redazione come miglior colpo di scena dell’anno nella decima edizione degli Akiba Gamers Awards.

In questi dodici episodi non assistiamo ad altro che a una lunga introduzione ai personaggi e al rapporto che li lega all’interno dell’accademia, tralasciando quasi del tutto la situazione geopolitica e della guerra in corso che vede contrapporsi gli Earthian, abitanti della Terra e i più potenti Spacian, che invece abitano i front (controparte delle space colony in questa serie, costruite all’interno di asteroidi naturali). La trama principale, introdotta prepotentemente nel Prologo, lascia intuire un piano di vendetta ordito da Prospera Mercury, madre della protagonista, per vendicarsi della prematura scomparsa del marito e del suo mentore, Cardo Nabo. In questo universo narrativo i Mobile Suit vengono normalmente utilizzati per la difesa e il combattimento, ma quelli noti come “Gundam” sono stati banditi perché capaci di togliere la vita a chi li pilota. Prospera, sfruttando sua figlia, è riuscita a perfezionare il GUND FORMAT e rendere il Gundam Aerial l’arma definitiva, controllata da Suletta senza che quest’ultima riceva danni cerebrali.

Demi Trainer

All’interno di Asticassia, Suletta si distingue per le sue capacità di pilota e per la soverchiante potenza del suo Aerial, in questo modo riesce a rimanere al fianco di Miorine vincendo un duello dopo l’altro e garantendole in un certo senso la libertà che la figlia di Delling desidera. Di lì a poco, tuttavia, la loro ritrovata serenità verrà minata dal fatto che l’Aerial viene riconosciuto come Gundam, perciò bandito dall’Accademia. Suletta viene accusata di essere una “Strega” e rinchiusa in cella: questa volta toccherà a Miorine riuscire a salvarla lottando contro il volere di suo padre.

È tempo di duellare!

La guerra all’interno della prima stagione di THE WITCH FROM MERCURY, come già detto, è appena accennata rispetto a quanto visto nelle altre serie di Gundam, che ci gettavano già dal primo episodio in mezzo a conflitti su scala globale che coinvolgevano due o più fazioni da tempo in contrasto tra loro, per motivi politici, razziali e altro ancora. Sono abbastanza sicuro che il conflitto fra Earthian e Spacian avrà modo di essere sviscerato nella stagione successiva, ma nel frattempo nella prima abbiamo assistito, per gran parte degli episodi, a una serie di combattimenti interni ad Asticassia, dove Suletta ha sfidato — o è stata sfidata — da comprimari appartenenti alle tre potenze tecnologiche del Benerit Group, come Guel Jeturk (che vede un’evoluzione pazzesca nel corso di pochi episodi), Elan Ceres e Shaddiq Zenelli. Duelli che a tratti ci hanno ricordato l’immenso Mobile Fighter G Gundam del ’94, o le più recenti serie del franchise di Gundam Build Fighters, ma con una drammaticità di fondo che, nonostante la posta in palio fosse decisamente meno importante delle sorti di un conflitto vero e proprio, ha saputo tenerci incollati allo schermo senza mai annoiare. Al contempo, la trama ha cominciato a svilupparsi e prendere pieghe inaspettate, mostrando una Prospera con intenti e metodi ancora avvolti nel mistero, personaggi che credevamo antagonisti e che invece si sono rivelati ottimi alleati, e misteri ancora da risolvere soprattuto legati alla protagonista, al suo imprevedibile comportamento e ai poteri latenti del suo Aerial.

Il mecha design di G-Witch è curato da veterani come Kanetake Ebikawa, Kenji Teraoka e Takayuki Yanase, che abbiamo potuto conoscere con serie come Gundam 00, AGE e Build Fighters, da Ippei Gyōbu (Reconguista in G e Build Divers), nonché da new entry nel franchise come JNTHED — che ha curato il design dell’unità protagonista — e Wataru Inada. Sebbene unità come i due Gundam Lfrith Ur e Thorn ricordino unità viste in 00, l’Aerial e i mobile suit come Darilbalde e Michaelis denotano una certa originalità, seppur mantenendo alcuni elementi caratterizzanti di come l’opera è maturata in questi oltre quarant’anni.

Gundam Lfrith Thorn - Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY – Recensione della Stagione 1

Se avanzi ne ottieni due

La qualità visiva di Gundam: THE WITCH FROM MERCURY ha saputo stupirci sin dal primo episodio, specie nelle scene di combattimento a bordo di Mobile Suit. La regia dei combattimenti è a dir poco epica e a renderla tale è anche la suggestiva colonna sonora a opera di Takashi Ohmama, che spicca specialmente grazie al tema principale (chiamato appunto The Witch from Mercury). La scelta dei brani di apertura e chisura è stata più che mai vincente, con il celebre duo YOASOBI che ha curato l’opening “Shukufuku” e Shiyui che invece ha cantato il tema di chiusura “Kimi yo, Kedakaku Are” — entrambi ottimi pezzi che ancora non mi stanco di riascoltare.

Ottima è anche la recitazione dei seiyuu che interpretano i personaggi principali, nella fattispecie Kana Ichinose e Lynn, rispettivamente nel ruolo di Suletta e Miorine, che hanno saputo caratterizzare al meglio i loro personaggi — anche grazie alle indicazioni del regista, Hiroshi Kobayashi. Come ormai accade da qualche decennio a questa parte, la serie viene plasmata settimana dopo settimana, motivo per il quale nemmeno i doppiatori stessi conoscono le sorti dei propri personaggi: in una recente intervista, Kana e Lynn hanno espresso le proprie preoccupazioni riguardo le sorti del cast, augurandosi di prendere parte a un finale che non veda troppi spargimenti di sangue. Tuttavia, come la Ichinose stessa ci tiene a specificare, “purtroppo” si tratta di una serie di Gundam e sappiamo tutti in che situazione ci ritroveremo nelle battute finali.

Prospera - Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY – Recensione della Stagione 1

CrunchyrollQuesto anime è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.

A chi consigliamo Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY?

La prima stagione di Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY è adatta a chiunque non abbia mai visto un singolo episodio di Gundam in vita sua, da chi non ha mai avuto niente a che spartire con le serie mecha e soprattutto alle nuove generazioni di appassionati di anime in età adolescenziale. Ma ciò non esclude che anche i veterani del franchise non possano apprezzare il lavoro svolto da Sunrise nel costruire un nuovo setting dove ambientare le vicende della prima protagonista femminile in assoluto per una serie televisiva del franchise. È di certo molto diverso dai Gundam a cui siamo stati abituati e questa prima stagione — fatta eccezione per alcuni momenti — è risultata leggera e spensierata, ma sono piuttosto convinto che nella seconda l’atmosfera tenderà a diventare molto più pesante e in linea con l’universo gundamico.

  • Qualità audiovisiva su altissimi livelli
  • Ottimi colpi di scena e una trama ancora ricca di misteri irrisolti

  • Un lungo antipasto di ciò che ci attende nella stagione 2
  • È ancora incerto il numero totale di episodi
Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY
4.4

Un punto di svolta generazionale per Gundam

Questa prima stagione di Mobile Suit Gundam: THE WITCH FROM MERCURY, composta da soli dodici episodi invece che dai canonici venticinque, mitiga molto le atmosfere del Prologo, l’episodio zero. Tuttavia, la vita di Suletta Mercury tra le mura di Asticassia non è certo stata tutte rose e fiori: fra duelli, fondazione di un’azienda, attentati e complotti, ciò che ci attende nei prossimi episodi fa ben sperare che il conflitto vero e proprio sia dietro l’angolo. Qual è il vero piano di Shaddiq? Cosa sta tramando nell’ombra Lady Prospera? Perché Suletta sembra comportarsi in modo strano? Cosa cela la sua connessione con il Gundam Aerial? Sono tutte domande a cui ancora non possiamo trovare una risposta, ma che ci mettono una voglia irresistibile di proseguire nella visione. Per stabilire se G-Witch sia una delle migliori serie non-U.C. di Gundam mancano ancora molti episodi — secondo le voci la stagione 2 dovrebbe durarne 25 — ma dopo questa prima, splendida stagione le premesse sono più che mai positive. THE WITCH FROM MERCURY è stata in grado di far progredire il franchise verso tematiche più che mai al passo coi tempi, dall’amore che non fa distinzione di genere all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia per il campo medico, pur non tralasciando tematiche sociali da sempre criticate nella saga come l’odio razziale, la discriminazione sociale e il deterioramento del globo terrestre.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.

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