Hey! PIKMIN – Recensione

La saga creata da Miyamoto ai tempi del GameCube esordisce su console portatile con un capitolo esclusivo per 3DS: Hey! PIKMIN, sviluppato da Arzest

Hey! PIKMIN - Recensione

Hey! PIKMIN - RecensioneDiario del Capitano Olimar, data XXXX, Pianeta Sconosciuto, Settore 1.

Mentre tornavamo a Hocotate ci siamo imbattuti in una tempesta di meteoriti e ci siamo schiantati su un pianeta sconosciuto. La Dolphin II è danneggiata, ma fortunatamente il modulo di controllo è intatto e funzionante, in grado di ospitarmi per la notte e di darmi preziosi consigli sul da farsi. Secondo il modulo bisogna raccogliere trentamila unità di Luminium, energia disponibile in tutto il pianeta. Abbiamo inoltre incontrato degli esserini servizievoli simili alle carote Pik Pik, ho deciso quindi di chiamarli Pikmin e di farmi aiutare nelle mie ricerche. Mi sono inoltre imbattuto in oggetti antichi, dal dubbio gusto ma dalle dimensioni gargantuesche, mentre combattevo con degli insettipodi carnivori utilizzando i Pikmin come proiettili. Si fanno fare di tutto, ma preferirei non ucciderli nel mentre. Dicevo, ho trovato dei reperti antichi, che paiono contenere grandi quantità di Luminium, di questo passo tornerò a Hocotate in men che non si dica!

Per accompagnare il lancio di New Nintendo 2DS XL nei negozi, Nintendo ha distribuito tre nuovi titoli: Brain Training Infernale, Miitopia (di cui abbiamo già avuto modo di parlarvi di negli scorsi giorni) e Hey! PIKMIN, esordio della serie su una console portatile Nintendo. Affidato questo debutto a due dimensioni ad Arzest (Yoshi’s New Island, 2014), Hey! PIKMIN spoglia quasi del tutto la serie del suo tratto strategico, gettando Olimar e i Pikmin in livelli orrizzontali pieni di nemici e segreti. Scopriamo insieme se il debutto in salsa platform (e portatile) è riuscito o meno.

  • Titolo: Hey! PIKMIN
  • Piattaforma: Nintendo 3DS
  • Genere: Platform
  • Giocatori: 1
  • Software house: Nintendo
  • Sviluppatore: Arzest
  • Lingua: Italiano (testi)
  • Data di uscita: 28 luglio 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non presenti
  • Note: titolo di lancio per il New Nintendo 2DS XL

Cinque razze per esplorare

La trama di Hey! PIKMIN, l’abbiamo già riassunta con il nostro prologo: Olimar precipita su un pianeta sconosciuto e dovrà utilizzare i Pikmin per raccogliere trentamila unità di Luminium, riparare l’astronave e tornare a Hocotate. Cinque delle sette razze conosciute di Pikmin trovano il loro spazio nel cast di Hey! PIKMIN: ovviamente non potevano mancare gli ignifughi rossi, gli elettrizzanti e leggeri gialli e i nuotatori blu, mentre direttamente dal terzo capitolo i pesanti rocciosi e i leggerissimi volanti, restano purtroppo esclusi i viola e i bianchi, per ragioni non ben definite.

Ogni livello ci vede alla ricerca di un massimo di venti Pikmin (con relativo trofeo d’oro nel caso riusciste a portarli tutti sani e salvi al termine della zona) tra percorsi segreti che ci porteranno in livelli extra, ostacoli e nemici. Purtroppo, la maggior parte dei livelli ideati da Arzest riguardano una singola razza di Pikmin, e son poche le situazioni dove ci troveremo a guidare due di esse, e ancor meno quelle che ci vedranno a capo di tre tipi di esserini. Questo aspetto di Hey! PIKMIN è il primo difetto riscontrabile dopo aver portato a termine il gioco: la serie di Miyamoto ha sempre fatto della varietà delle abilità uno dei suoi punti di forza, e limitare la scelta ad un unico tipo, senza poter ripetere il livello anche con le altre, mi ha lasciato un po’ interdetto. Soprattutto perchè i livelli con più razze sono quelli più riusciti e divertenti (salvo alcune eccezioni coi Pikmin Volanti). Proprio queste zone sono quelle più divertenti dell’intero gioco, capaci di rompere la monotonia di alcuni dei primi barbosi livelli.

Portare a termine un livello non è mai un’impresa, come non lo è capire dove sono nascosti i divertenti collezionabili, reperti di una civiltà umana ormai estinta, che Olimar descriverà in maniera ironica e senza capire il reale utilizzo dell’oggetto in questione. La sfida di Hey! PIKMIN sta nel portare al sicuro tutti i Pikmin senza perderne neanche uno sul campo di battaglia e, anche in questo caso, i livelli che mi hanno messo in difficoltà sono tutti nell’ultima sezione di gioco.

Decisamente troppo Luminium per i miei gusti

Un punto a favore per Hey! PIKMIN, che avevamo già notato in anteprima, è sicuramente il suo gameplay immediato e che è decisamente un ritorno all’epoca DS. Tutti i comandi di gioco sono raggiungibili infatti tramite pad scorrevole e stilo. Il primo serve soltanto a muovere il nostro Olimar per lo stage, mentre col secondo avremo accesso non solo al jetpack per raggiungere punti lontani, ma ovviamente alla possibilità di lanciare i Pikmin a piacimento e richiamarli tramite il fischio. Sebbene lontano dal gameplay dei capitoli principali, i llavoro di Arzest potrebbe far avvicinare più di un giocatore alla serie, anche per la basilare semplicità del titolo. Fin dall’inizio è bene non lanciare i Pikmin in maniera confusionaria , e agire solo quando necessario, per non rischiare di perderli inutilmente senza danneggiare l’avversario, specialmente contro i boss di fine settore, enormi mostriciattoli (classico della serie di Miyamoto), che il nostro Olimar dovrà affrontare con i fidati Pikmin, trasformando il tutto in uno sparatutto in tempo reale coi proiettili colorati.

Torniamo però a parlare dello scopo principale di Olimar: raccogliere trentamila unità di Luminum. Tra livelli normali, oasi speciali e boss di fine settore però, collezionare il quantitativo richiesto di Luminium ci è risultato fin troppo semplice. Al termine del terzo mondo infatti, avevamo già raggiunto la quota, e di conseguenza sbloccato gli upgrade sia al Jetpack che alla salute di Olimar, e ci è stata data un’ulteriore scusa per proseguire con l’esplorazione dei livelli. Purtroppo però, da lì in poi, il Luminium diventa un mero extra che non serve effettivamente più a nessuno scopo, rendendo molto più veloce l’esplorazione delle zone alla ricerca solamente dei collezionabili. Lo stesso si può dire del Parco Pikmin, in cui, come degli schiavi, i piccoletti salvati potranno cercare luminum e tesori speciali, fino a completare le cinque aree disponibili. Anche in questo caso siamo riusciti a terminare tutte le attività del parco molto prima dell’ultimo mondo, lasciando un’altra fianco scoperto sugli extra di Hey! PIKMIN.

Vita di Pi… kmin

Durante il livello, ogni qualvolta Olimar si imbatterà in un gruppo di Pikmin o cambierà area, assisterete a delle simpatiche scenette, tutte con il motore di gioco, che richiamano molto gli episodi animati rilasciati su Wii U (o tramite My Nintendo) e che fanno trasparire tutta la natura degli esserini creati da Miyamoto. Da piccole gag, a semplici fughe dai predatori, non si può fare a meno che amare i piccoli alieni. Purtroppo il resto di Hey! PIKMIN non brilla sul lato tecnico, risultando un lavoro onesto ma non il meglio per la console portatile della casa di Kyoto. Ottima invece la colonna sonora, che passa da brani tranquilli mentre si costeggia un fiume, a pieni di adrenalina nei confronti con i giganteschi boss.

Hey! PIKMIN supporta gli amiibo: Olimar della serie Super Smash Bros. permette di reclutare Pikmin aggiuntivi e tornare a venti soldatini (non potendo comunque ottenere il bonus senza danno a fine livello), mentre il nuovissimo amiibo dei Pikmin, ci permetterà sia di potenziare il parco sia di ottenere le statue degli altri amiibo compatibili col gioco, che si spargeranno nelle oasi segrete una volta letti dal vostro 3DS (abbiamo provato la compatibilità degli amiibo di Splatoon, di Super Mario e di Animal Crossing, mentre quelli di Zelda e quelli di Smash Bros. non sono utilizzabili). Le statue raccolte seguono i criteri degli altri collezionabili e regalano risate sincere tramite descrizioni fuori luogo fornite dallo stesso Olimar nel proprio album.

A chi consigliamo Hey! PIKMIN?

Sarebbe troppo semplice dire “agli amanti della serie di Miyamoto”, e chiudere il paragrafo ma, bisogna ribadire che Hey! PIKMIN condivide praticamente solo i protagonisti con i capitoli principali usciti negli scorsi quindici anni. È dunque adatto anche a chi la serie l’ha solo sentita nominare e vuole un platform all’acqua di rose da portarsi sotto l’ombrellone, o a chi vuole testare la propria bontà d’animo raccogliendo tutti i collezionabili e salvando tutti gli esserini colorati.

  • Pikmin adorabili e scene video divertenti
  • Livelli con più razze riusciti
  • Colonna sonora ottima
  • Collezionabili divertenti

  • Luminum inutile dopo aver raggiunto la quota
  • Livelli con un solo tipo di Pikmin prevalenti
  • Primi mondi poco brillanti
Hey! PIKMIN
3.8

L’esordio di Pikmin su 3DS è buono, ma non perfetto

Hey! PIKMIN non è un brutto gioco: dopo aver superato i primi due settori, diverte e regala ore di spensieratezza in compagnia di Olimar e dei piccoli Pikmin, mentre si vaga per le lande a due dimensioni create da Arzest. Però, una volta terminato il titolo e completati i livelli con più razze, ci si chiede perché si sia dato così tanto spazio a zone con un solo tipo di Pikmin, riducendo il concetto di varietà di poteri che da sempre da valore alla serie. Un buon esordio su portatile certo, ma che poteva essere molto meglio, se si fosse pensato un utilizzo per il Luminium o dei livelli più ricchi di cose da fare. Quello che è certo è che Hey! PIKMIN potrà servire a nuovi giocatori come porta d’ingresso per avvicinarsi alla serie, in attesa di quel quarto capitolo attualmente in sviluppo per Nintendo Switch.

Videogiocatore da ormai 25 anni, combatte la vecchiaia tra un remake e una remastered, orgoglioso possessore di ogni console ha un amore spesso non corrisposto per le IP Nintendo. La sua pila della vergogna continua a crescere ma questo non lo fermerà dal buttare i suoi soldi in nuovi titoli.