ONE PIECE – Come finisce? Cos’è lo One Piece? E dove si trova Raftel?

ONE PIECE - Come finisce?

Ci sono molte domande importanti nella vita alle quali non è ancora stata data una risposta. Cosa siamo qua a fare? Perché è nato l’universo? Ci sono forme di vita intelligenti che disprezzano manga e anime? e soprattutto, come finisce ONE PIECE? E quando finirà? Misteri che nemmeno la famiglia Angela può risolvere. E tuttavia non per questo l’otaku comune ha rinunciato a cercare queste risposte, sperando di giungere alla verità prima del termine della propria gloriosa vita (Isekai a parte). Quando rifletto sul finale di ONE PIECE tendo sempre al paragone letterario con il Trono di Spade, per i tempi recenti, ma soprattutto a quello (decisamente più azzeccato) con la Torre Nera di Steven King, il cui finale era stato teorizzato da migliaia e migliaia di persone, rimanendo però segreto sino alla fine.

Come il famoso scrittore horror, anche Eiichirō Oda è infatti stato più che prudente a non rivelare il finale ad anima viva, per quando spesso escano nuove indiscrezioni o ne vengano inserite, col contagocce, all’interno degli stessi capitoli dell’opera. Molte di queste le avrete sentite, e altrettante sono già state smentite, ma molti (me compreso) continuano a fantasticare sui possibili finali di questa spettacolare storia, sin da quando Raftel ci fu mostrata per la prima volta, nel capitolo 105 del volume 12, nel lontano 2000. Prima di proseguire con quello che veramente ci interessa devo fornire due doverose precisazioni: il seguente articolo è stato fatto sulla base dei volumi attualmente usciti in Italia, quindi mi scuso se qualche teoria è già stata smentita oltre il 97 esimo volume; inoltre le teorie esposte sono frutto sia di idee personali, sia di teorie diffuse in rete, che potete facilmente ricercare. Detto questo, andiamo a scoprire cosa cela il tesoro più ricercato di tutti i tempi… da noi appassionati di anime e manga!

La fine del manga

Dire che ONE PIECE sia iniziato il secolo scorso non è affatto una presa in giro: il manga infatti fu pubblicato per la prima volta nel 1997, ben 24 anni di gioie, suddivisi in 97 volumi che personalmente ho trovato sempre di livello eccellente, pur con un lieve calo in alcune delle saghe più recenti. Quindi è normale che in molti aspirino a un finale nel breve periodo, non solo per paura di un peggioramento qualitativo (che reputo difficile), ma perché più il tempo passa e più i dettagli che rendono unica la narrazione di Oda finiscono per perdersi o essere dimenticati. Non scordiamoci che l’autore, nonostante qualche errore (che pure sa trasformare in divertimento nelle SBS), è in grado di tessere minuscoli collegamenti a distanza di decine di volumi, cospargendo i capitoli di indizi, dettagli, easter egg e molto altro.

Tutto ciò ha indubbiamente allungato i tempi: Oda ha dichiarato più volte di aver ancora molto da scrivere, così come tantissimi personaggi devono avere ancora ricevere la giusta attenzione, ma nonostante ciò ha anche affermato che il manga è ormai a buon punto (e te credo!). Le poche certezze le abbiamo avute però solo negli ultimi anni.

In un’intervista del 2019, un gruppo di YouTuber, i Fischer’s, ottenne da Oda una risposta sull’effettiva conclusione del manga: cinque anni. Più recentemente, nell’estate 2020, intervistato presso la Fuji Tv, l’autore sostenne che circa quattro anni e mezzo sarebbero stati sufficienti a raggiungere il gran finale. Infine, nel numero 10 di ONE PIECE Magazine (un periodico che fa approfondimenti sul manga, non ancora disponibile in Italia) Eiichiro Oda ha persino dichiarato che la serie è ormai arrivata al suo apice.

ONE PIECE - Come finisce?

Sarà vero, o ci dovremo aspettare altre sorprese? Seguendo l’andazzo delle interviste non saranno probabilmente 5 anni precisi, ma questa volta il mangaka sembra davvero avere l’intenzione di chiuderla in tempi “brevi”…  in ogni caso scommetterei su almeno un annetto bonus (e quindi 2025), senza considerare qualche sequel per i personaggi più amati (come per la novel sui pirati di Picche) o per quelli che hanno vissuto in epoche diverse, come nei 100 anni di vuoto. Tuttalpiù che sembrano mancare ancora molte saghe: quella dei giganti di Erbaf (che attendiamo da decenni), quella di Shanks il Rosso, lo scontro con Teach e le interazioni con Im. Poi c’è tutta la parte necessaria a raggiungere Raftel, le vicende legate alla marina, e sicuramente qualcosa relativo a Sabo e ai rivoluzionari. Insomma, c’è ancora un intero T-rex sul fuoco!

Dove si trova lo One Piece?

Tutti noi abbiamo sognato di trovare il tesoro del re dei pirati, fin da quando ci venne presentata la misteriosa isola di Raftel alle spalle di Crocus nel capitolo 105: avvolta nelle nebbie, con boscaglie superficiali. e quelli che sembravano edifici antichi alternati a ripide scogliere. Il fatto che lo One Piece si trovi su quest’isola è ormai un dato di fatto, è invece ancora impossibile definirne l’ubicazione su di una mappa. Sappiamo però che questa è collocata oltre all’ultima isola del nuovo mondo raggiungibile per mezzo del Log Pose, lungo la rotta seguita da Gold Roger, Lodestar. Inoltre, la sua ubicazione verrebbe rivelata grazie alle indicazioni di quattro Poignee Griffe rossi, tracciando due linee a formare una X… fatto che spiegherebbe perché è rimasta tra i Pirati di segnare il punto in cui nascondono il tesoro con una X sulla mappa. Semplice e Geniale. Il One iece, salvo colpi di scena, si trova quindi ancora su Raftel, anche nota come Raugh Tale.

Ma i misteri che avvolgono la posizione del famoso tesoro non sono ancora stati chiariti. Seguendo la rotta lungo la Grand Line, la posizione di Raftel, una volta oltrepassata la Red Line (la fascia di terra che avvolge il globo) in corrispondenza di Marijoa, dovrebbe essere situato nei pressi della Reverse Mountain, quasi sicuramente nascosta tra le due fasce, oppure proprio in corrispondenza di essa. Secondo alcune teorie infatti, concludendosi la rotta nell’unico lato non accessibile della montagna situata, questa potrebbe nascondere la presenza di Raftel, sia per una questione geografica che di “opportunismo”…ma di questo ne parleremo verso la fine!

Cos’è lo One Piece?

Giungiamo ora alla domanda cruciale, della quale temiamo e allo stesso tempo vogliamo conoscere la risposta. Per opere tanto famose e lunghe c’è infatti l’enorme rischio che un finale non apprezzato dai fan possa affossare l’intero titolo, facendo dimenticare ai lettori la bellezza, le gioie e i brividi di avventura e di amicizia che ci hanno accompagnato volume per volume. A tal proposito, partiamo con dire cosa non è lo One Piece. Come Oda stesso ha rivelato all’autrice Momoko Sakura, parafrasando: “non concluderei la mia storia con un cliché alla Mago di Oz. Dopo averli portati tanto a lungo in un’avventura del genere, non sarebbe giusto non dare loro un vero e proprio premio.” Quindi lo One Piece dovrebbe essere qualcosa di realmente tangibile, e non qualcosa di puramente simbolico. Il timore di molti lettori era infatti che la serie si concludesse senza un vero tesoro, trovando per esempio un Poignee Griffe con inciso “il vero tesoro sono i nakama che ti hanno seguito in questo viaggio”.  Allo stesso modo anche l’avventura o una pura spiegazione storica sono stati esclusi, o perlomeno, siamo abbastanza certi che verranno integrati con qualcosa di veramente prezioso.

Le poche certezze che abbiamo derivano principalmente dal capitolo 967 del 96esimo volume, e sono quelle relative al viaggio di Roger raccontato nel flashback di Oden. Oltre alla posizione, più volte confermata al termine della Grand Line, e al fatto che il misterioso Joy Boy abbia giocato una “burla” alle future generazioni (lasciando sull’isola qualcosa in grado di far ridere tutta la ciurma di Roger), sappiamo sicuramente che il gruppo del re dei pirati, dopo aver lasciato l’isola, viene a conoscenza: del significato del periodo dei cento anni di vuoto, comprese informazioni relative alla grande guerra e al governo mondiale e delle problematiche legate alla volontà della D e al fatto che la marina cerca da sempre di tenerla nascosta. Concludiamo inoltre riportando le considerazioni dell’attuale editor del manga, Yuuji Iwasaki, uno dei pochi eletti a conoscere il finale: dopo aver visto o letto le più comuni teorie in circolazione ha sostenuto come nessuna di esse sia lontanamente vicina al vero finale dell’opera… sarà vero? Considerando la fantasia di Oda è altamente probabile!

ONE PIECE - Come finisce?

Da ora in avanti, se vi piace avere la vostra teoria personale e non volete rischiare di incappare in possibili spoiler (anche solo per pura fortuna) vi conviene fermarvi, altrimenti proseguite, ma non venite a cercarmi quando uscirà l’ultimo volume! Come potrebbe quindi terminare l’opera di Oda? E quale potrebbe essere il tesoro? Ecco alcune delle teorie in circolazione e alcuni pensieri personali (che mi sento di includere da navigato fan della serie) riassunti il più possibile, ma senza trascurare i dettagli più interessanti e importanti:

La volontà della D

Una delle teorie più amate è quella legata al tempo, o meglio, a sopravvivere allo scorrere del tempo, per poter tramandare la volontà di un antico popolo cancellato dall’attuale governo mondiale. Si è sottointeso come Joy Boy, potenziale sopravvissuto di questa stirpe, sia morto sull’isola di Raftel, pur non ci sia una vera certezza. Secondo alcune ipotesi potrebbe essere ancora a guardia dell’isola! In oggi caso in molti sognano che la volontà della D non sia altro che una sorta di imprint, un marchio lasciato da questo personaggio che spinge i suoi “discendenti” a ricercare la verità e l’isola dove questa è contenuta… a ogni costo. In tal modo Joy Boy, non riuscendo a tramandare la storia dei 100 anni di vuoto, può completare l’opera grazie alle future generazioni e alla scintilla che queste portano. Allo stesso modo potrebbe essere stato lo stesso Joy Boy a fare in modo che vengano rilasciati i frutti del diavolo, per fornire ai pirati più valorosi i poteri necessari a raggiungere l’isola. Infine, come ipotizzato da molti, la volontà della D potrebbe essere un semplice sorriso stilizzato (poiché anche in giapponese la D è scritta con i nostri caratteri). Sia le risata di Gol D. Roger, che quella di Monkey D. Rufy, che quella Hagwor D. Sauro assumerebbero quindi un significato maggiore! Il tutto potrebbe, per esempio, riassumersi in un conflitto tra i portatori di questa “solarità” e Im, sul classico contrasto luci-tenebre, e la risata stessa potrebbe nascondere un potere che non è solamente simbolico, ma un lascito del passato (forse persino in grado di attivare qualcosa!).

La democrazia

Rimanendo sul filone della D è innegabile come Oda abbia voluto popolare il mondo di ONE PIECE con decine di specie diverse. Alcune affascinanti teorie ipotizzano che l’insegnamento maggiore dell’opera possa essere proprio quello della libertà: per questo il Re dei pirati sarebbe l’uomo più libero sulla terra, e sempre per tale motivo esiste l’armata rivoluzionaria, con elementi anche ispirati a famosi eroi popolari del passato (come Belo Betty). Per questo la volontà della D. potrebbe essere l’iniziale di una parola che non ha trovato spazio in un mondo di sovrani e governi mondiali, dove ogni regno opprime i sudditi con le tasse o dove isole senza protezione si vedono saccheggiate: “Democracy” dal greco dēmokratiā, ovvero democrazia.

Il One Piece, in giapponese, è chiamato anche  “Hitotsunagi no daihihō”. Non entrerò nello specifico, ma se daihihō, scritto in Kanji, significa “grande tesoro”, “hitotsunagi” invece può anche essere tradotto con  grande tesoro che unisce l’umanità. “Hito” può infatti essere tradotto come “uomo, umanità” e “tsunagi” come “connessione, unione”. E cosa potrebbe essere questo tesoro se non un regolamento che insegni a tutti i popoli come governarsi da soli e che unisca tutte le razze presenti nel mondo di Oda, portando l’uguaglianza e cancellando le oppressioni della Marina e del Governo Mondiale? Se così fosse sull’isola potrebbe davvero esserci un qualcosa, come un Poignee Griffe che indichi questa nuova forma di governo, e spiegherebbe anche perché Raylight riferisce a Robin che le sue conclusioni potrebbero essere diverse da quelle alle quali è giunto lui: in fondo i governi sono ciascuno figlio del suo tempo.

La Reverse Mountain

Come accennato in precedenza molti fan sostengono che Raftel possa essere situata in corrispondenza della Reverse Mountain. I motivi principali sono di “semplicità” geografica: la montagna si trova al termine della Grand Line, ed è uno dei due punti sul globo dove possono riunirsi i quattro mari, e quindi contenere il mitico All Blue (che considero condizione necessaria!). Questo luogo leggendario che racchiude il sogno di Sanji, potrebbe infatti trovarsi solamente sotto Marijoa, nel regno degli uomini pesce (ipotesi scartata col tempo), oppure qua, offrendo una buon motivazione del perché nessuno l’abbia mai visto. In fondo solo una ciurma ha raggiunto Raftel!

Da un punto di vista personale ho sempre trovato affascinanti gli stili degli archi delle correnti, simili a quelle degli antichi popoli (come quelli di Skypea, scommetterei volutamente, vista la lungimiranza del mangaka) e il nome stesso del luogo. La traduzione originale potrebbe essere “rivers mountain” ovvero la montagna dei fiumi, ma Oda potrebbe aver giocato, come spesso è capitato, sui piccoli “malintesi” di traduzione (come nel recente capitolo di Oden) per ribattezzarla appunto “reverse mountain” ovvero montagna invertita. In alcune rappresentazioni degli ultimi decenni Atlantide è stata indicata come un’isola che si è capovolta su se stessa, e quindi la reverse mountain non sarebbe altro che L’isola di Raftel vista al contrario. Forse la via per attraversarla concludendo la rotta è proprio passandoci sotto (come per Marijoa) e lì si potrebbe trovare verosimilmente l’All Blue e il regno antico… e perché no, sottosopra, con un suo magnetismo. Per quanto sia quasi impossibile rimane una delle ipotesi che preferisco.

Struttura di Richat

Seguendo questa scia di riferimenti mitologici (che sappiamo molto apprezzati da Oda) troviamo una realtà che si fonde alla mitologia: la struttura di Richat. Questa conformazione rocciosa, situata nel deserto del Sahara e visibile persino dallo spazio, è composta da anelli concentrici che potrebbero essere i resti di un enorme vulcano andato erodendosi nel tempo. Tale area era stata identificata come la rappresentazione di Atlantide, proprio perché, in un antico periodo in cui il deserto era occupato dall’oceano, questa avrebbe potuto avere l’aspetto di un enorme isola (23 km di diametro per l’anello più esterno) come quella descritta da Platone.

L’isola di Raftel potrebbe essere basata su questa struttura, che divenne famosa attorno agli anni 2000, proprio nel periodo in cui Oda poneva le basi per la sua avventura. E se Raftel si trovasse proprio all’interno della Reverse Mountain, nel camino di un vulcano destinato a distruggersi grazie a qualche sorta di meccanismo?

Questo “tappo” potrebbe saltar via o essere rimosso artificialmente (forse per mezzo degli stessi Poignee Griffe) scoprendo al suo interno l’isola del tesoro. Ciò spiegherebbe la necessità di raggiungere certe condizioni (temporali o logiche) per raggiungere il vero tesoro e come mai Gold Roger se ne sia andato senza portar via nulla, almeno in apparenza. Il fatto che correnti dei quattro mari formino poi una X sopra l’isola mi ha sempre affascinato.

Iperborea

Per concludere con le teorie mitologiche, o meglio, includerle, in rete si trovano interessanti riferimenti (seppur spesso molto vaghi) a Iperborea: una antica civiltà, illuminata dal sole per sei mesi all’anno e idealmente posizionata nell’estremo nord del globo. L’astronomo e letterato francese Jean Sylvain Bailly ipotizzò, dopo aver raccolto varie teorie, che questa civiltà situata presso il continente artico coincidesse con le leggende legate ad Atlantide. Tale posizione la legava inoltre alla concezione mitologica che vedeva gli Iperborei (origine di tutti i popoli) benedetti da Apollo, con un sole che durava 6 mesi all’anno. Considerando che l’ultima isola, Lodestar, non è che un’antico modo per indicare la stella polare, l’ipotesi appare ancor più credibile.

Raftel poi, se paragonata alla posizione indicata sulla mappa di Mercatore, vedeva la presenza di un’isola chiamata Rupes Nigra, al centro di un lago situato nel mezzo del continente antartideo, diviso da 4 fiumi, proprio come la Reverse Mountain finora descritta da Oda. Prima dell’apparizione di Marijoia, osservando quanto il pianeta fosse privo di terra, pensai che questo potesse essere una rappresentazione del cambiamento climatico, e che dopo lo scioglimento di un enorme riserva di ghiaccio le acque fossero andate a sommergere tutto, anche Raftel. Eppure, nel volume 49 viene indicata come “stella blu” anche dai popoli in partenza dalla Luna, quindi è altamente probabile che sotto questo punto di vista non vi sia stato alcun cambiamento. Se Raftel si trovasse sopra la reverse mountain, in un’ isola del Cielo, la reinterpretazione del mito avrebbe invece più senso: in fondo, se qualche meccanismo spingesse le correnti a confluire al centro senza sfoghi creando una sorta di Knock Up Stream (o addirittura tramite un’esplosione) si spiegherebbe perché nessuno l’ha ancora trovata.

Un lascito degli alieni

Tornando al riferimento agli abitanti della Luna, raggiunta anche dal buon Eneru (del quale aspetto con ansia il ritorno) nei vari intermezzi tra i capitoli, gli indizi lasciati da Oda potrebbero essere più importanti di quanto sembri. Questa teoria è una di quelle che più mi aveva più affascinato quando, anni fa, mi era capitato di leggere come i Draghi celesti potessero essere i discendenti di una delle popolazioni che vivevano sulle lune situate attorno alla terra. In effetti, potrebbe essere per questo che indossano tute da astronauti! Nella saga di Ohara, oltre alla Luna, vengono indicati ben sei satelliti che potevano essere abitati da altre razze. Proseguendo su questa teoria mi sentirei di aggiungere che le armi ancestrali potrebbero non essere altro che le navi spaziali (o in alternativa le fonti necesarie al loro funzionamento) utilizzate per raggiungere la terra da quelle popolazioni.

Sappiamo che gli abitanti di Shandia, Bilca e Skypia sono giunti dalla Luna sulla Terra (volume 49) e che proprio sull’isola del cielo veniva conservato un Poignee Griffe che indicava la posizione di una delle armi ancestrali, il Poseidon. Le armi ancestrali di cui si conosce l’esistenza (Pluton, Uranus e Poseidon appunto, nonostante quest’ultima sia attualmente identificata nella principessa sirena Shiratoshi) potrebbero quindi appartenere ad altrettante navi giunte dallo spazio. Anche God Eneru, secondo questa logica, avrebbe costruito la sua Arca Maxim sulla base di un’arma ancestrale. Raftel potrebbe quindi contenere “un pezzo” fondamentale per la più potente di queste navicelle, o essere essa stessa un qualcosa di artificiale. Questo spiegherebbe perché non ha un suo magnetismo! In fondo è bello pensare come la presenza di tante diverse razze disegnate da Oda sia giustificata dal mescolarsi di diverse specie non originate dalla Terra (e non solo , ora sparse per tutto il globo). Se così fosse, l’obiettivo di Joy Boy potrebbe essere quello di riunirle, per opporsi nuovamente al governo mondiale.

L’albero del mondo

A Raftel si potrebbe trovare l’albero che produce tutti i frutti del mare. In tal senso tornerebbe comodo anche il mito dell’All Blue: un mare dove convogliano tutte le correnti e che quindi può contenere tutte le specie, ma anche diffondere tutti i frutti che cadono dall’albero verso i quatto mari. Forse anche il legno leggendario Adam potrebbe derivare dai rami di quest’albero, uno dei due citati nella serie (Eva è l’altro, andato distrutto), anche se lo reputo più difficile. Il principale ostacolo a questa teoria è però il fatto che non possano esistere più frutti uguali in contemporanea: avrebbe più senso fosse una macchina a crearli, e il sistema per il controllo di questi poteri potrebbe proprio corrispondere allo One Piece.

Ma ritengo in questo caso più significativo il simbolismo legato alla presenza di questi particolari Frutti del Diavolo: la loro origine non è ancora chiara e ci sono tante teorie, sia sul loro funzionamento che sulle tradizioni dalle quali possono aver preso spunto. Oda è infatti un mastro nel plasmare leggende e folklore a suo piacimento, ed è quindi strano che non abbia ancora inserito appieno delle mitologie nordiche. Che il mangaka la stia riservando per la storia di Im stesso (che è il nome di uno dei gianti della mitologia norrena, gli Jǫtunn) o per il regno di Erbaf? Fatto sta che, pensando ad alberi famosi, non si può non considerare l’albero del mondo, Yggdrasil.

ONE PIECE - Come finisce?

Il frassino sacro dove gli déi tengono consiglio, conosciuto anche come l’albero cosmico, sosteneva i nove mondi con le loro diverse razze e la sua corrosione avrebbe portato inesorabilmente al Ragnarok, lo scontro finale nelle quali le divinità del cielo si sarebbero scontrate con i giganti, portando devastazione ovunque, ma dando anche vita a un universo rinnovato.

Da questo punto di vista la leggenda potrebbe offrire moltissimi spunti alla conclusione dell’opera. Ad esempio, nella leggenda i suoi rami si estendono per tutto il mondo e ogni tanto cadono a terra come pioggia (sarebbe un’ottima spiegazione sia per il legno usato nella Thousand Sunny). Le sue foglie poi, a volte indicate come frutti, simboleggiano il destino, e in tempi moderni sono spesso state accostate a poteri curativi o divini. Pensando a tutto questo spero tanto che Oda, dopo un arco narrativo tutto dedicato al folklore giapponese, passi a quello nordico!

I Poignee Griffe

Una delle risposte più attese dai fan è relativa ai misteri legati ai Poignee Griffe, indistruttibili pietre lasciate da una civiltà del secolo vuoto e scolpite dagli antenati dei Kozuki del paese di Wa sparse per tutto il mondo. Sin dalla prima apparizione ad Alabasta, nel capitolo 202, ci siamo chiesti quale messaggio possano contenere e a cosa possano servire. Tra questi i più importanti sono i Road Poignee Griffe e il Real Poignee Griffe. Dei primi sappiamo che indicano il tesoro, ed essendo quattro potrebbero segnalarlo con una bella X, recando le coordinate della loro posizione originale. Di questi ne sono stati rivelati tre: quello sull’isola di Zo, quello di Big Mom, e quello di Kaido. Considerando gli equilibri tra i quattro imperatori, e che quello di Zo potesse essere appartenuto a Barbabianca, è probabile che l’ultimo sia in possesso di Shanks il Rosso, personaggio che certamente sarà fondamentale ai fini della storia.

Del Real Poignee Griffe, la pietra che dovrebbe aver incisa la storia del secolo buio, si suppone possa essere situata proprio a Raftel, e che quindi vada a comporre parte del grande tesoro. Ho sempre pensato che la scelta della forma cubica, con le incisioni su una sola faccia, non fosse casuale, ma legata al fatto che questi blocchi debbano essere inseriti da qualche parte, ad esempio in un meccanismo per accedere allo One Piece. Roger infatti riuscì a raggiungere l’isola solamente con i testi delle pietre, ma la famosa burla potrebbe anche essere collegata al fatto che Roger non avesse la chiave per accedere al tesoro. Non vedo l’ora di scoprirlo!

Un finale tragico

Un delle poche informazioni sul finale ce l’ha lasciata il supervisore della serie, Naito, quando aveva affermato che la conclusione sarebbe stata “più toccante della morte di Ace”. Trattandosi principalmente di uno shonen tendiamo a scordarci che anche in ONE PIECE i personaggi possano morire (e non solo nei flashback), come mostrato per la tragica scomparsa di Barbabianca e Ace a pochi capitoli di distanza. Un finale in parte violento, con una sanguinosa battaglia, potrebbe quindi essere necessario al raggiungimento dello One Piece. Le ombre che anche la ciurma di Rufy finisca male ci sono: per esempio Usopp, che in molti ritengono possa prevedere il futuro (come dimostrato più volte, tra pesci mangIa isole, divinità e nemici sconfitti) afferma che sarebbe morto da solo in un isola deserta. In effetti in molti pensano che anche Rufy possa morire al termine della saga. Personalmente, per come Oda ha dimostrato di tenere ai suoi personaggi, dubito in una “mattanza” finale, salvo poi scoprire che può essere posto un rimedio a tali morti, forse proprio grazie allo One Piece. Più probabile è invece che le lacrime sgorgare leggendo la storia antica e le tragedie che hanno portato al mondo come lo conosciamo.

Un viaggio che ricomincia

Tra le tante ipotesi, ho sempre pensato che quest’opera avesse molti parallelismi con la Torre Nera di Steven King. Quando un viaggio si fa lungo ed è improntato al raggiungimento di un particolare luogo è veramente difficile comporre un finale chiuso, perché il lettore si trova senza più uno scopo, come il protagonista del nostro manga. Un luogo segreto, una ricerca senza fine con i compagni che si sacrificano pian piano per permetterti di realizzare il tuo obiettivo (come potrebbe fare la ciurma con Rufy) e un “tesoro” ignoto, difeso da un temibile avversario, come mi immagino possa essere Im che, nonostante tutto, potrebbe essere il boss definitivo da sconfiggere. Una parte di me spera e teme in un simile finale, con la possibilità di scoprire che lo ONE PIECE non è altro che un meccanismo in grado di riavvolgere il flusso temporale e rendere “eterna” questa avventura.

Non dimentichiamo che Oda tiene molto da conto lo scorrere del tempo, sia a livello materiale che di “desideri”. Più di una volta personaggi fondamentali hanno dichiarato che certe volontà degli uomini non si estingueranno mai, e lo stesso Gol. D. Roger è stato mostrato più volte come uomo convinto della ciclicità del divenire delle cose.

Per esempio, se non temporalmente, potrebbe terminare con un portale/nave per raggiungere altri mondi (o con il Real Poignee griffe indicante le coordinate di questi ultimi) per lasciare ai fan l’immaginazione che la ciurma possa continuare nelle sue esplorazioni in libertà.

Il tesoro degli antichi

Veniamo ora alla parte materialistica, che forse è quella che interessa di meno ai fan. Che ci sia un tesoro a Raftel, che valga svalangate di Berry, è pressoché certo. Ricchezze superiori anche all’isola d’oro di Skypea, un lascito dei 20 antichi regni e forse anche di altri esploratori. D’altronde non avrebbe senso terminare un simile manga senza montagne d’oro in stile grotta di Aladdin. Il vero problema è quanto sia effettivamente utilizzabile di questo tesoro. Nel capitolo 967 ci viene detto che Joy Boy lascia il tesoro sull’isola, e anche Roger afferma nella sua più famosa frase di aver lasciato lì il suo tesoro, sottolineando non solo di cercarlo, ma che forse chi lo troverà potrebbe decidere di non prenderlo.

Nel “prendetelo pure se volete” (e successi riferimenti) e il fatto che la ciurma del re dei pirati sembra appunto essere salpata senza alcun tesoro si potrebbero celare alcuni indizi. Il primo è che forse il tesoro è troppo grande per essere trasportato con una normale nave, oppure pesantemente difeso… in entrambi i casi potrebbe servire un’arma ancestrale per trasportarlo o, se questo fosse difeso dai Re del Mare, l’aiuto di Shiratoshi (attuale Poseidon). Questo spiegherebbe anche le profezie e in parte il perché Roger fosse in anticipo sui tempi. Il secondo è che potrebbe trattarsi di qualcosa che uomini liberi e onesti come Roger e Rufy non desidererebbero portar via. Un’energia che regola la vita, una corona per governare su tutte le razze, una tecnologia avanzatissima (nonostante Oda abbia più volte mostrato, come nella saga di Oden, di non amare molto la modernizzazione), un frutto che racchiude i poteri di tutti gli altri… non ci è ancora dato saperlo.

Il terzo, che è quello che più mi affascina, è che il tesoro esso stesso parte di un meccanismo: un eredità che ogni uomo che raggiunge Raftel deposita, per costituire una montagna di ricchezze utili ad un secondo fine: potrebbe essere una fonte di energia (come l’oro per l’arca Maxim) o per un conduttore di qualche imponente meccanismo, o più semplicemente una ricchezza destinata alla ricostruzione dell’antico regno o per porre fine alle tragedie che contraddistinguono molte delle isole dei quattro mari.

Ho sempre trovato strano che venga indicato una sorta di “tempo utile” per l’attivazione del tesoro, come delle condizioni per trovarlo, ma l’idea che ogni nuova ciurma aggiunga “un pezzo” allo One Piece (perdonate il gioco di parole), in una sorta di cassaforte a più chiavi, è una delle prospettive più invitanti per il finale.


Questo è tutto. Se siete riusciti a giungere fino a qui leggendo con pazienza queste supposizioni scommetto che farete compagnia anche a Rufy, il giorno nel quale verranno finalmente rivelati i segreti legati all’isola di Raftel, ai cento anni di grande vuoto, e allo One Piece. “I miei tesori? Se li volete sono vostri… Cercateli. Ho lasciato tutto in un certo posto!” come disse Gol D. Roger.  Volume 1, prima pagina.

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

2 commenti

  1. Concordo con quanto hai scritto riguardo ai parallelismi tra torre nera e One Piece sono tantissimi e anche secondo me il finale potrebbe essere simile. Il One Piece potrebbe essere la fioritura di un albero tipo Bambù secondo me… impossibile?

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    • Mi fa piacere che ti siano piaciuti sia l’articolo che i riferimenti alla Torre Nera.
      Ormai è passato più di un anno dalla pubblicazione dell’articolo ma la situazione rimane incerta, perlomeno Oda ha rilasciato delle toccanti dichiarazioni sull’inizio dell’arco finale. Una conclusione legata alla crescita di qualcosa, come un albero che magari fiorisce ogni tot anni (che si ricollega al tempismo dichiarato), non è così impossibile e sarebbe comunque un bel finale!

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