Detective Pikachu: il ritorno – Recensione

Si apre una nuova indagine a Ryme City in Detective Pikachu: il ritorno. Sarà riuscita a convincerci questa avventura investigativa?

Detective Pikachu: il ritorno – Recensione

Fin dalla sua nascita nel 1996, l’universo di Pokémon ha dato vita a tantissimi spin-off e collaborazioni diventando in breve tempo uno dei franchise più remunerativi della storia. Era il 2016 quando Detective Pikachu fece il suo debutto su Nintendo 3DS, primo capitolo investigativo per il franchise che ci metteva nei panni di un giovane aspirante detective capace di comunicare con un arguto Pikachu dotato di un forte senso per le indagini. Il successo del titolo ha fatto si che da esso fosse tratto un live action hollywoodiano, ma per anni le domande lasciate sospese alla fine del primo capitolo videoludico sono rimaste purtroppo sospese.

Fortunatamente ora potremo finalmente avere delle risposte a questi quesiti grazie a Detective Pikachu: il ritorno, seguito diretto dell’opera disponibile esclusivamente su Nintendo Switch. Ambientato a due anni di distanza dal suo predecessore, questo nuovo capitolo ci metterà nuovamente nei panni di Tim e Pikachu che, tra un’investigazione e l’altra, proseguiranno le loro indagini alla ricerca di indizi sulla scomparsa di Harry, padre del ragazzo. Per l’occasione la software house ha introdotto alcune nuove meccaniche di gameplay che ci permetteranno di sfruttare le abilità speciali di alcuni Pokémon per risolvere i casi sui quali stiamo investigando.

Ma sarà riuscita la software house a superare il capitolo orginale? Scopritelo nella nostra recensione di Detective Pikachu: il ritorno!

Detective Pikachu: il ritorno – Recensione

  • Titolo: Detective Pikachu: il Ritorno
  • Piattaforma: Nintendo Switch
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: Avventura, Investigativo
  • Giocatori: 1
  • Publisher:  Nintendo
  • Sviluppatore: Creatures Inc.
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese o Inglese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 6 ottobre 2023
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: il titolo è il seguito diretto di Detective Pikachu, rilasciato per la prima volta nel 2016 su Nintendo 3DS

Abbiamo recensito Detective Pikachu: il ritorno con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Nintendo Italia.

Pikachu sorseggia il suo caffè

Durante una cerimonia di premiazione per il loro contributo alla salvaguardia di Ryme City, l’inizio di una nuova avventura attende Tim Goodman e il suo arguto Pikachu. Sono passati due anni da quando il duo di detective ha risolto il mistero dell’Agente R, pericolosissima sostanza chimica capace di far impazzire i Pokémon a cui viene esposta, ma purtroppo le loro indagini in merito alla scomparsa di Harry, padre di Tim, sono ancora a un punto morto. Nonostante ciò il legame che permette al ragazzo e al suo Pikachu di comunicare senza barriere linguistiche è ancora attivo, e i due continuano a risolvere misteri e aiutare gli abitanti della città in difficoltà.

In questa nuova avventura i due detective si troveranno nel mezzo di una cospirazione riguardante uno speciale macchinario in grado di controllare i Pokémon, che sembra abbia dei collegamenti con la scomparsa di Harry. Questa volta però non saranno soli durante le indagini, oltre all’aiuto di Rachel Myers, figlia del sindaco della città, ci saranno anche tantissimi Pokémon pronti a prestare le loro abilità speciali al duo in modo da risolvere ogni caso in un batter d’occhio. Ma quale sarà la verità dietro questo misterioso macchinario? È tempo di bere un bollente caffè e tornare a indagare!

Romanzo criminale

Dal punto di vista del gameplay Detective Pikachu: il ritorno mantiene la stessa formula vista nell’originale, andando ad aggiungere degli elementi interessanti. Durante le nostre indagini Tim si occuperà di interrogare gli umani coinvolti, mentre Pikachu fungerà da interprete permettendoci di scoprire informazioni utili anche dagli altri Pokémon presenti sulla scena del crimine. Stavolta però alcuni mostriciattoli si riveleranno particolarmente utili, dato che ci forniranno un aiuto diretto nel corso di un’investigazione. Accompagnati da Growlithe potremo sfruttare il suo fiuto per trovare tracce nascoste, in sella a Darmanitan andremo a eliminare ostacoli a suon di pugni, la visione attraverso i muri di Luxray ci permetterà di indagare senza farci scoprire, Pangoro potrà invece spostare pesantissimi blocchi e infine con Excadrill riusciremo a utilizzare il terreno per spostarci.

Detective Pikachu: il ritorno

Questo farà si che ogni caso avrà un gameplay leggermente differente dall’altro, ad esempio dandoci un assaggio di stealth in sella a Luxray o risolvendo semplici puzzle ambientali per aprirci un percorso accompagnati da Pangoro. Una volta che avremo raccolto abbastanza indizi e ascoltato tutte le testimonianze potremo ragionare sugli elementi che compongono il caso, in modo da svelare le motivazioni e il colpevole dietro ogni crimine. Si tratta di scelte multiple per cui sarà veramente difficile sbagliare e, anche in caso di errore, potremo comunque ritentare senza incappare in alcun svantaggio. Durante ogni caso inoltre potremo aiutare altri abitanti di Ryme City a risolvere i loro piccoli problemi quotidiani, che molto spesso richiederanno l’aiuto del Pokémon che ci accompagna, andando così a risolvere delle missioni secondarie che variano dalla semplice ricerca di un Pokémon scomparso a dei quiz sul mondo dei mostriciattoli tascabili.

Nonostante non ci siano particolari problematiche legate al gameplay, credo che sia forse un po’ troppo semplice anche rispetto al target di giocatori a cui Detective Pikachu: il ritorno è rivolto. Non dico che mi sarei aspettato dei casi pià complicati da risolvere, ma la totale assenza di penalità in caso di errore va a togliere quel minimo di profondità che servirebbe in un’avventura investigativa. Sarebbe bastato aggiungere delle brevi cutscene in caso di errore, invogliando così il giocatore a prestare più attenzione al gioco e non sbagliare risposte. Perché se le nostre azioni negative non hanno un vero impatto all’interno del gioco è facile che la soglia dell’attenzione diminuisca, dato che potremo passare immediatamente all’indizio successivo e risolvere un caso senza doverci ragionare su.

(Not so) Smooth Criminal

Dal punto di vista tecnico Detective Pikachu: il ritorno presenta purtroppo qualche problema. Il comparto grafico del gioco è forse uno dei suoi aspetti più negativi, dato che ci troviamo di fronte a un titolo che visivamente risulta davvero troppo arretrato per l’attuale generazione di console. Considerando che il gioco è composto perlopiù di dialoghi e interazioni una maggiore cura per la grafica del gioco sarebbe stata necessaria. I modelli poligonali dei Pokémon riescono a sollevare un po’ questo aspetto, e fortunatamente il titolo non presenta problematiche a livello di frame rate.

La componente audio è invece decisamente più apprezzabile, grazie soprattutto al suo ottimo doppiaggio. Che lo si giochi in inglese o in giapponese, i doppiatori hanno fatto un ottimo lavoro nel caratterizzare i vari personaggi presenti a Ryme City. Senza contare che la voce di Pikachu, in entrambe le lingue, riuscirà a strapparci qualche sorriso per via di quanto assurda sia accoppiata ad un mostriciattolo così tenero.

A risollevare le sorti di un comparto tecnico un po’ ballerino troviamo la narrazione. La software house è infatti riuscita a chiudere gli interrogativi lasciati in sospeso nel precedente capitolo senza però risultare ripetitiva o confusionaria. La trama di Detective Pikachu: il ritorno è infatti molto gradevole, e i complotti che Tim e Pikachu dovranno affrontare in questa avventura saranno pieni di colpi di scena. Inoltre a Ryme City saranno presenti tantissime citazioni legate all’universo dei Pokémon, a partire dal fatto che il live action del 2019 sarà contestualizzato all’interno del gioco. Insomma un po’ di sano e gradevole fan service che non guasta in un’avventura del genere.

Risolvi un intrigante mistero in Detective Pikachu: il ritorno per Nintendo Switch. Torna a Ryme City e aiuta un Pikachu molto speciale, e il suo amico Tim, a indagare sulla scomparsa del suo partner e su altri strani casi. In precedenza, Tim e il detective Pikachu avevano scoperto una misteriosa sostanza chiamata R. Lasciamo che sia il grande detective in persona a farti un resoconto della sua precedente avventura… Il nostro celebre duo di investigatori opera a Ryme City, una pittoresca metropoli in cui gli umani e i Pokémon convivono in armonia. Durante le loro indagini, i due visiteranno un’elegante villa, delle antiche rovine e altro ancora. Naturalmente, tra un caso e l’altro faranno anche tappa all’Hi-Hat Café per gustarsi una tazza fumante della loro bevanda preferita!

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A chi consigliamo Detective Pikachu: il ritorno?

Detective Pikachu: il ritorno è davvero perfetto per chi si affaccia alle avventure investigative per la prima volta. La sua semplicità unita ad una trama coinvolgente e interessante lo rende ottimale per chi è alla ricerca di un titolo non troppo impegnativo perché magari ha poca familiarità con il genere. Inoltre tutti gli amanti dell’universo Pokémon non potranno che apprezzare il coloratissimo mondo in cui è ambientato il gioco, oltre che le tantissime citazioni al franchise che troveremo sparse per Ryme City.

Detective Pikachu: il ritorno

  • Storia interessante e ricca di colpi di scena
  • Tantissimi rimandi all’universo Pokémon
  • Le abilità dei Pokémon sono interessanti…

  • …Ma il gioco è davvero troppo semplice
  • Graficamente è un po’ troppo arretrato
  • Le missioni secondarie sono piuttosto ripetitive
Detective Pikachu: il ritorno
3.2

Un ritorno un po' barcollante

Nonostante abbia tantissime potenzialità, Detective Pikachu: il ritorno non è riuscito a convincermi totalmente. Oltre alle problematiche legate al comparto grafico, che ormai sembra quasi un marchio di fabbrica di tutti i titoli legati all’universo Pokémon, il fatto che non ci sia alcuna penalità in caso di errore rende un gameplay già di suo semplice ancora meno coinvolgente. Un vero peccato considerando che la trama è ben strutturata e si collega perfettamente con quella del primo capitolo. In definitiva Detective Pikachu: il ritorno è una perfetta prima avventura investigativa per chi non è avvezzo al genere, mentre potrebbe risultare frustrante per via della sua semplicità a coloro che invece vivono di pane e indagini.

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.

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