Little Dragons Café – Recensione

Le disavventure del draghetto e dei gemelli del Little Dragons Café creati da Yasuhiro Wada arrivano finalmente su PS4 e Nintendo Switch, con tanti dubbi quanta adorabilità

Little Dragons Café - Recensione

Little Dragons Café - RecensioneNel piccolo café dove i gemellini Rin e Ren abitano insieme alla loro mamma, sembra un giorno come tanti, ma purtroppo la donna non sembra volersi svegliare. Ed è qui che entra in gioco “Pappy”, uno strano vecchietto, comparso letteralmente dal nulla, che rivelerà ai due bambini l’unico modo di curare la loro madre: allevare un cucciolo di drago fino all’età adulta e nel contempo far diventare il loro locale il più famoso dell’intera zona.

I giapponesi sono indubbiamente ossessionati dai café. Difatti queste caffetterie, dove generalmente ci si trova con un paio di amici a fare quattro chiacchiere e a sorseggiare qualche bevanda, hanno subito una deviazione a dir poco assurda nella terra del Sol Levante. Già solo per le strade della capitale, Tokyo, ne troveremo a decine: dai più celebri e comuni Maid Café, a quelli con maggiordomi al vostro servizio, passando per locali con teneri gattini o conigli a farci compagnia durante la nostra permanenza: la scelta è davvero infinita, e mi sono limitato a nominare i più comuni, lasciando cose come il “prison” café a loro stessi. L’idea per la caffetteria più folle del 2018 però va senza ombra di dubbio a Yasuhiro Wada, autore della serie di Bokujō Monogatari (l’originale Harvest Moon) con il suo Little Dragons Café, che dopo tanti anni (finalmente) decide di far appendere per qualche tempo zappa e forcone al chiodo per far immergere noi videogiocatori in un’avventura tutta nuova nella quale non solo ci troveremo davanti al difficilissimo compito di gestire un locale, ma anche a quello di crescere e accudire un cucciolo di drago appena nato.

  • Titolo: Little Dragons Café
  • Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch
  • Genere: Gestionale
  • Giocatori: 1
  • Software house: Rising Star Games, Aksys Games
  • Sviluppatore: TOYBOX Inc.
  • Lingua: Inglese (testi)
  • Data di uscita: 21 settembre 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: disponibile in edizione limitata con peluche del drago, colonna sonora e card da collezione

Draghi si nasce, non si diventa

È una mattina come tante nel piccolo café dove abitano i gemellini Rin e Ren; i due di buona lena iniziano ad aiutare la loro madre con le piccole faccende domestiche all’interno del locale, ma non tutto va come dovrebbe. Infatti, la madre dei gemelli comincia a sentirsi sempre più debole e, preoccupatissimi, Rin e Ren accorrono subito a soccorrerla. Dopo qualche rassicurazione da parte della premurosa mamma, i due vanno a letto quasi come se non fosse successo nulla. L’indomani, al risveglio, si chiedono perché la loro mamma non si sia ancora svegliata e preoccupati per la situazione decidono di correre in camera sua, dove la trovano in un profondo stato di sonno da cui è impossibile risvegliarla. All’improvviso però, un bagliore accecante pervade la stanza e al centro di quella luce si materializza uno strano vecchietto con un bastone, che senza troppi convenevoli si accerta subito delle condizioni della donna. Dopo pochi minuti il vecchio baffuto emette il suo verdetto: questa situazione è dovuta al fatto che la loro madre è per metà drago e per metà umana, e che le due tipologie di sangue sono al momento in contrasto tra di loro, ed è questo il motivo per cui si trova si trova in quella condizione a dir poco critica. Pappy, questo è il nome con cui vuole farsi chiamare il vecchietto, decide di aiutare i due ragazzini a curare la loro mamma, così preso in mano il suo strano bastone comincia a recitare una formula magica che farà spuntare nella stanza un enorme uovo… Pappy infine svela ai due il segreto per curare la donna: quello di allevare fino all’età adulta il drago che nascerà da quell’uovo.

Little Dragons Café

La storia di Little Dragons Café, come si può intuire dall’incipit della trama, è completamente folle e le situazioni che si creeranno fra i personaggi umani e il draghetto lo saranno ancora di più. La struttura a capitoli non aiuta molto la narrazione della storia principale, infatti ognuno di essi assomiglierà all’episodio autoconclusivo di un anime o di una serie TV, interamente incentrato sul nuovo ospite del Little Dragon Café e sui problemi che lo affliggono. Anche la progressione all’interno del gioco non sarà lineare: infatti, per avanzare e sbloccare un nuovo capitolo, dovremo aumentare piano piano la reputazione del locale, offrendo costantemente piatti e un servizio di buon livello, mentre nel corso del capitolo — per sbloccare un nuovo dialogo o una cutscene, dovremo svolgere semplici azioni come essere presenti a una determinata ora all’interno del bar oppure cucinare un  piatto particolare per un certo cliente. Stranamente la caratterizzazione e lo sviluppo dei personaggi non risente affatto di questa struttura così frammentaria, dando spazio a un ampio cast di bizzarri individui che, nonostante la spesso eccessiva stereotipizzazione, entreranno col passare del tempo a far parte della grande famiglia del Café.

L’ordine del drago

Nonostante mantenga uno stile molto simile alla serie che ha portato al successo Yasuhiro Wada, Little Dragons Café si discosta non poco dal classico gestionale a cui ci aveva abituati la serie Harvest Moon, abbracciando invece uno stile più family friendly che ricorda, seppure alla lontana, il tanto amato Animal Crossing. Il gameplay di LDC si può tranquillamente dividere in due grosse sezioni, ovvero l’esplorazione del mondo esterno insieme al draghetto e il lavoro all’interno del locale insieme agli altri dipendenti. La prima sarà la parte di gameplay che ci terra occupati per la maggior parte del tempo: infatti, oltre alla semplice voglia di esplorare tutto ciò che circonda  l’esterno del Cafè, dovremo anche prodigarci a raccogliere le risorse sparse qua e là per la mappa come verdure, pesci o anche galline che ogni mattina ci forniranno ottime uova fresche. Oltre alle risorse, nel corso delle nostre scampagnate troveremo anche dei “banchetti” che rappresentano il frammento di un nuovo piatto che, portati a Pappy insieme ad altri dello stesso tipo, si trasformeranno letteralmente con un po’ di magia in una ricetta pronta ad essere aggiunta al nostro menù.

Little Dragons Café

La seconda invece, consiste della gestione vera e propria del locale. Nelle ore di punta della giornata, ovvero le 12:00 e le 19:00, il café riceverà un numero via via crescente di persone pronte ad assaggiare i manicaretti preparati dallo chef, e il nostro compito sarà essenzialmente quello di caposala; dovremo infatti prendere gli ordini dei clienti, servire e sparecchiare, ma soprattutto  redarguire il resto dello staff quando deciderà di battere la fiacca. Ultima attività, ma non per importanza, è la cucina: infatti, dopo che avremo ricostruito una ricetta, potremo immediatamente prepararla all’interno del locale e l’atto vero e proprio verrà gestito tramite un semplicissimo mini-gioco musicale, nel quale dovremo premere le frecce direzionali al momento giusto per creare un piatto d’alta qualità, altrimenti… beh, diciamo che il nostro drago non è particolarmente schizzinoso.

Nonostante le buone premesse e lo sviluppo, l’intero gameplay di Little Dragon Café non riesce a convincere del tutto sotto nessun punto di vista. L’esplorazione, già dopo poche ore, comincia a diventare estremamente ripetitiva e banale, le zone nuove sbloccate andando avanti con la trama non convincono ma anzi, tendono ad essere sempre più ingarbugliate solo per il gusto di esserlo; stesso discorso vale anche per le meccaniche legate al drago: farlo combattere contro gli animali che troveremo sul nostro cammino o volare insieme a lui inizialmente ci farà provare sensazioni fantastiche, peccato che tutto il divertimento calerà quasi immediatamente dando di nuovo spazio alla noia più profonda. Per il locale vale un discorso molto simile al precedente: le prime volte è anche interessante fare il cameriere, ma dopo pochissime ore la monotonia comincerà a farla da padrone per colpa dell’eccessiva facilità dei compiti da svolgere, che mista alla totale mancanza di varietà crea una combinazione a dir poco letale.
Little Dragons Café

Allevare un drago e altri racconti

Graficamente parlando, Little Dragon Café fa la sua porca figura con il suo stile ultra carino e coccoloso, che riesce a rendere adorabile praticamente qualsiasi cosa che ci troveremo davanti; purtroppo però nemmeno uno stile grafico così bello e particolare riesce a mascherare la totale mancanza di cura per le ambientazioni, fin troppo spoglie e poco invitanti. Le animazioni dei personaggi e del drago invece risultano a dir poco perfette, ogni singolo movimento dello strano animale domestico trasuda amore verso la creatura, e anche se stiamo parlando di un paragone molto lontano e quasi forzato, mi ha ricordato il tanto amato Trico di The Last Guardian. La colonna sonora accompagna molto bene l’intera esperienza di gioco, variando poco a poco a seconda dell’orario e della zona in cui ci troviamo; LDC non possiede alcun tipo di doppiaggio e quindi l’intera esperienza viene narrata tramite classici ballon posti sopra le teste dei personaggi. Tecnicamente soffre di diverse magagne che ci portano a qualche fastidioso rallentamento in alcune zone della foresta, soprattutto in modalità portatile su Nintendo Switch; con la console inserita nella dock, invece, questi problemi scompaiono del tutto, rendendo l’esperienza infinitamente più godibile.

A chi consigliamo Little Dragon Café?

Teoricamente dovrei consigliare Little Dragon Café a tutti i fan di Harvest Moon e Animal Crossing che non vedono l’ora di ritrovarsi in una terra rilassante, senza l’opprimente pensiero di dover salvare il mondo o la solita principessa, nel solito castello difeso dal solito drago. Tuttavia, il gioco di TOYBOX Inc. non è esente da difetti, anzi questi ultimi spesso risultano fin troppo evidenti. Anteponendo quindi moltissime riserve sull’acquisto, consiglio il titolo di Wada solo ai fan più accaniti delle due storiche serie nominate poc’anzi, ma solo ed esclusivamente a un prezzo più che adeguato.
Little Dragons Café

  • Graficamente adorabile
  • Personaggi e storia intrattengono a dovere
  • Il Drago

  • Qualche magagna tecnica di troppo
  • Estremamente ripetitivo già dopo poche ore
  • C’è davvero poco da fare
  • Spesso il divertimento diventa un optional
Little Dragons Café
2.9

Un drago di cui non c’è da fidarsi troppo

Little Dragons Café non è esattamente ciò che ci aspettavamo dalla nuova IP di Yasuhiro Wada. Infatti, seppur prenda a piene mani tutta l’esperienza accumulata durante gli anni dal papà di Harvest Moon, non riesce a sfruttare a dovere né le vecchie meccaniche della storica saga né ottime idee nuove di pacca come l’allevamento del drago e la gestione del bar. Inoltre, cosa ben più importante e grave, tende a dimenticarsi spesso e volentieri della cosa più importante in un videogioco: il puro e semplice divertimento, rendendo spesso l’esperienza pesante e per nulla rilassante. Little Dragons Café è un esperimento riuscito ancor meno che a metà: la veste grafica ultra adorabile, qualche meccanica interessante e il cast del café non riescono purtroppo a salvare del tutto un prodotto che fin dai primi istanti sembra voler creare una routine costringendo il giocatore a compiere una serie di compiti terribilmente ripetitivi e poco divertenti degni del peggior, alienante lavoro, il che è davvero un grosso peccato.

Pseudo-giocatore di Weiß Schwarz e Love Liver alla costante ricerca di giochi, anime e manga sconosciuti alle masse che lo facciano sentire come un piccolo Indiana Jones. Nonostante i risultati non proprio incoraggianti, continua a sognare di diventare un pro player.

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