Alcuni di voi avranno riconosciuto lo stile peculiare di Waki Yamato, prolifica autrice di manga shojo che pur essendo praticamente inedita in Italia ha catturato il cuore di molti con l’anime di Mademoiselle Anna, tratto dalla sua più celebre opera: Una ragazza alla moda. Con questa riedizione, la 50th Anniversary Edition, Star Comics riaccende i riflettori sul manga, che con la prima edizione del 2008 non aveva proseguito oltre. Ma questa storia merita davvero la nostra attenzione? Scopriamolo come sempre nella nostra recensione!
- Titolo originale: はいからさんが通る (Haikara-san ga Tooru)
- Titolo italiano: Una ragazza alla moda 50th Anniversary Edition
- Uscita italiana: 29 aprile 2025
- Uscita giapponese: 1975
- Numero di volumi: 4
- Casa editrice: Star Comics
- Genere: Romantico, Storico, Drammatico, Slice of life
- Disegni: Waki Yamato
- Storia: Waki Yamato
- Formato: 15,5 x 21,3 cm, brossurato con sovraccoperta, bianco e nero
- Numero di pagine: 410
Abbiamo recensito Una ragazza alla moda tramite volume stampa fornitici gratuitamente da Star Comics.
Un promesso sposo per Benio
La storia del primo volume, che copre un quarto della serie, è ambientata nel lontano 1918 e ci propone il punto di vista di una ragazza “anticonformista” dell’ epoca, Benio. La ragazza, cresciuta solamente dal padre ortolano, passa le giornate della sua infanzia comportandosi come un maschiaccio, a partire dai duelli di scherma che fa ogni giorno con Ranmaru, il suo più caro amico e vicino: quest’ultimo è un ragazzo delicato, effemminato, con i capelli lunghi e destinato a diventare attore di Kabuki. Anche a scuola la fanciulla si comporta da ribelle, dimenticandosi i compiti e lamentandosi delle lezioni che la vorrebbero trasformata in una donna di casa; in questo viene supportata dalla sua compagna, Tamaki, una nobile di famiglia con idee molto progressiste che ben presto diventerà la sua migliore amica: la ragazza infatti la sosterrà anche quando Benio si troverà suo malgrado coinvolta in un matrimonio combinato (tipica usanza dell’epoca) e lei farà di tutto per opporsi, a partire dall’organizzazione di una fuga attraverso la città di Tokyo. Riuscirà la fanciulla a liberarsi dalle catene della società e ad opporsi al matrimonio con il sottotenente dell’esercito di nome Ijuin? Oppure l’amore la colpirà in modo inaspettato come un colpo di scherma sferrato alle spalle? Potrete scoprirlo leggendo il primo volume di questa squisita storia di tempi passati.
Un tradizionale dramma amoroso
Se c’è una cosa che questo volume vi trasmetterà sin dalla prima pagina è per l’appunto il sapore, dolce o amaro che sia, per le tradizioni giapponesi; d’altronde l’opera parte sulle note della canzone popolare “La melodia del Buio Profondo” diventata jingle di una pubblicità di penne a sfera, che come tante altre verranno canticchiate nel corso dei volumi. Le usanze del popolo del Sol Levante che si si tramandano di generazione in generazione, fin nell’epoca moderna, pervadono la trama: matrimoni pilotati dalle famiglie, comportamenti da tenere di fronte al marito o ai suoi parenti, e il ruolo della donna nella società, ancora marginale rispetto a quello dell’uomo.
Provando a scardinare questi confini si sviluppa, almeno all’inizio, uno strano quadrilatero amoroso che coinvolge Benio, il suo amico d’infanzia Ranmaru, il suo promesso sposo Ijuin e la sua amica Tamaki. Abbiamo rapporti fatti di intrecci e delusioni, adattati al background del Giappone dell’epoca, ma che hanno come base una classica storia di amore da favola dove un “principe” incontra la sua amata tra il popolo, conquistandola a discapito delle tradizioni.
Non a caso la famiglia del sottotenente Ijuin, ancorata al passato, non accetta Benio sin da subito, e lo stesso ragazzo ha subito discriminazioni per questioni di discendenza che gli hanno cambiato la vita. Per fortuna questo dramma è stravolto dallo stile comico dell’autrice, che lo arricchisce di tutto ciò che serve a renderlo una simpatica rom-com invecchiata perfettamente: insegnamenti, regole, camuffamenti, possibili relazioni nascoste e il tipico disinteresse della protagonista che si trasforma in amore. Una struttura simile al recente Il mio matrimonio felice, e in miriadi di altre storie attuali che fanno da sempre la loro porca figura.
Tra guerra ed emancipazione
I lettori più accaniti e appassionati di storia avranno riconosciuto nell’anime molte tinte dell’epoca Meiji (1868-1912), fatta di rinnovamento, modernizzazione e guerre, dove sono ambientati titoli come Kenshin samurai Vagabondo, Ai Tempi di Bocchan, Golden Kamuy, ma soprattutto le sfumature del periodo Taishō (1912-1926), un’epoca dove occidentalizzazione e guerre si contrappongono (Demon Slayer per intenderci). Da una parte ci sono la miseria e la disperazione date dalle battaglie con Russia e Cina, e dall’altra la ricchezza e le conquiste della società nelle grandi città, come quelle legate alla condizione della donna.
Segni di emancipazione, oramai quasi ridicoli, come guidare la bicicletta o bere alcolici al bar, e più profondi, come andare all’università o decidere chi sposare, sono disseminati in tutto il volume, non in modo opprimente, ma con sagacia e ironia. L’insegnante, che spiega ancora come una donna debba aspirare a diventare brava nelle faccende domestiche, e di conseguenza a trovare marito, è perfettamente integrata nella logica dei tempi, alla quale si oppongono proprio “le ragazze alla moda”, dato che in quel periodo avevano iniziato ad indossare abiti più comodi e pratici nello stile occidentale.
La contaminazione nella cultura non si vede solo nell’abbigliamento, ma in molti altri fattori: gli spettacoli al cinema, lo spettacolo del Boccaccio a teatro, l’uso delle posate occidentali e il galateo correlato, e per l’appunto tutte le conquiste per la società femminile. A margine di questo, trovo assurdo che sia necessaria un’intera pagina di disclaimer per spiegare come si debba tenere conto del contesto per leggere questo manga, come se le persone non sappiano cosa stanno comprando e cosa stanno leggendo.
Il “gruppo 24” e il “gruppo Hokkaido”
Se il background dell’opera per i suoi aspetti rivoluzionari vi conquisteranno, soprattutto considerandone l’età, vi piacerà sapere da dove nascono le convinzioni dell’autrice. Fino agli anni ’60 in Giappone lo shojo era dominato da storie semplici e rivolte a un pubblico di giovani ragazze, ma generalmente scritte da uomini. Negli anni ’70 però un gruppo di autrici nate intorno al 1949 (24º anno dell’era Shōwa, da qui il nome con cui sono state additate, ovvero Gruppo 24) hanno rivoluzionato il genere, introducendo tematiche complesse, profonde e incredibilmente attuali, che includevano identità di genere, sessualità e psicologia.
Queste autrici hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo del genere shonen ai, oltre che produrre opere amate da tutti. Ne facevano parte per esempio Riyoko Ikeda di Le rose di Versailles (Lady Oscar), Keiko Takemiya, mangaka di Il poema del Vento degli Alberi. Accanto a questo gruppo, che aveva fatto di Tokyo la sua sede (nello specifico nell’Ōizumi Salonun, un centro condivisio per lo sviluppo di idee) è nato un altro gruppo noto come Gruppo Hokkaido, composto da autrici trasferitesi da questa prefettura nella capitale per diventare mangaka professioniste: ne facevano parte Yumiko Igarashi (autrice di opere come Candy Candy, Anna dai Capelli Rossi e Giorgie), Tadatsu Yoko (amata in Giappone, ma poco nota in Italia) e per l’appunto Waki Yamato.
Quindi, almeno per ciò che mi risulta, la nostra autrice viene erroneamente associata al gruppo 24, perché il suo percorso è stato parallelo al loro per tempo e contenuti, ma con uno stile distintivo e più tradizionale e per adolescenti. Cito una frase del blog di Shoujo Manga Outline, che mi ha chiarito vari punti a riguardo:
“Le sue opere, confrontate con quelle del famoso Gruppo ’24, sembrano muoversi a prima vista su un solco tradizionale: certamente è così, ma tra le loro pagine trapela a volte un certo disagio per la condizione femminile, che trova sfogo nelle sue protagoniste, ragazze giapponesi forti e dichiaratamente anticonformiste. Analogamente, in diverse sue opere, il matrimonio non è visto come punto d’arrivo ideale, tappa finale che dovrebbe risolvere i conflitti femminili, ma piuttosto solo come una delle fasi che una donna si trova a vivere.”
Una storia interessante vero? Per questo i due gruppi sono spesso mischiati, tanto che la stessa Star Comics (probabilmente per semplificare) e molti altri hanno associato il nome di Waki Yamato al gruppo 24, pur considerando le differenze di cui vi ho appena parlato.
Tutto quello che può trasmettere uno sguardo
Considerando quello di cui vi ho parlato precedentemente, capirete perché lo stile dell’autrice vi sembri tanto familiare, assomigliando in particolare per la conformazione dei volti e delle iridi alle opere di Riyoko Ikeda e Keiko Takemiya, (per esempio, il sergente Onijima è molto simile a un personaggio che ben ricorderete di Lady Oscar). Abbiamo una tecnica chiara e pulita, fatta di linee nette, senza sfumature o retini a riempire le figure, dove domina il bianco a esclusione di qualche sfondo e del colore di vestiti o capelli scuri. Uno stile decisamente consono per il periodo, che include anche altri topos: le immagini e figure stilizzate per interventi esterni o scene comiche, espressioni come linguacce e occhi a stella, tanti dialoghi ricchi di annotazioni, e molte vignette poco uniformi e generalmente separate da spazi bianchi.
La riedizione dei 50 anni è poi completamente diversa rispetto alla precedente della Star Comics, con inchiostri più delicati, ma soprattutto con traduzioni rinnovate a fondo: ora i dialoghi sono resi in modo più fluido e moderno, e soprattutto tengono conto dei termini originali giapponesi (per esempio, un “Kusamochi” era riportato prima come un generico “dolcetto”) gestiti tuttalpiù attraverso delle note a fine volume; questa è forse una delle poche pecche in verità, perché con un manga di tali dimensioni sarebbe stato meglio posizionarle a fondo pagina e non negli ultimi fogli, in ordine di apparizione e senza nemmeno un riferimento numerico.
Giappone, era Taisho. Benio Hanamura, la figlia del maggiore dell’esercito imperiale, è una ragazza allegra e vivace, un vero e proprio spirito libero, che fa fatica ad adeguarsi ai codici di grazia e femminilità previsti dalla sua educazione e che non manca mai di combinare qualche pasticcio. Le sue giornate vengono sconvolte il giorno in cui scopre di essere stata promessa in sposa al tenente Shinobu Ijuin, un affascinante tenente nippo-tedesco, ma Benio è una ragazza moderna, che non si piega ai vecchi metodi di un Giappone ormai “passato”, e ne farà passare delle belle al promesso sposo, pur di mandare il matrimonio a rotoli! A 50 anni dalla sua prima pubblicazione in Giappone, Star Comics è orgogliosa di presentare la nuova edizione di una delle pietre miliari dello shojo manga, firmato da una delle più importanti rappresentanti del “Gruppo 24”, Waki Yamato. Preparatevi a rivivere le avventure di Benio, Shinobu, Ranmaru, Tousei e compagni in questa nuova edizione, completa in 4 preziosi volumi di grande formato.
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A chi consigliamo Una ragazza alla moda?
Se vi piacciono gli shojo fatti di intrighi e triangoli amorosi non potete perdervi uno dei manga capostipiti del genere, perché per apprezzare le opere moderne è fondamentale leggere quelle che hanno ispirato le nuove generazioni. Chi non possiede la vecchia edizione ha un’ottima opportunità per appropriarsi della serie, con disegni e dialoghi che ne esaltano i contenuti. Quattro volumi al costo di 14,90 euro l’uno, caruccio, ma che ci può stare viste le dimensioni e i prezzi attuali. Anche gli appassionati di storia giapponese lo apprezzeranno per le sue molte citazioni culturali. Non fa invece per voi se siete tipi da shonen classico, ma non nego che c’è parecchia azione attorno alla protagonista Benio.
- Una storia romantica senza età
- Manga innovativo e ancora ricco di spunti riflessivi
- Dinamico, interessante e divertente
- Troppi siparietti comici e testo per i canoni attuali
Una ragazza alla moda 50th Anniversary Edition
Un'opera storica, ma ancora moderna
Star Comics rende omaggio a un’opera che ha segnato la storia del genere shojo con una fantastica edizione in grande formato per l’anniversario dei 50 anni, con una traduzione aggiornata che mantiene intatto lo spirito originale di Una ragazza alla moda. Un manga lontano nel tempo, che però è arrivato ai giorni nostri mantenendo intatta la sua capacità di coinvolgere e far riflettere: Benio è una protagonista divertente, frizzante, che lotta a testa alta contro i pregiudizi, determinata a vivere secondo le proprie regole. Waki Yamato con il suo stile stupendo e ricco di ironia riesce esplorare temi profondi come il ruolo della donna nella società e le tensioni di una società che muta rapidamente in modo divertente e appagante, raggiungendo i cuori dei lettori con la sua combinazione di romanticismo e riferimenti storici. Se siete appassionati di storie d’amore e volete esplorare le radici del manga moderno non fatevi scappare questa riedizione, capace di offrire emozioni, sorrisi, personaggi indimenticabili e riflessioni incredibilmente attuali.