TOKOYO: The Tower of Perpetuity – Recensione

Abbiamo recensito TOKOYO: The Tower of Perpetuity, particolare roguelike sviluppato da una singola persona e uscito su Nintendo Switch e PC

TOKOYO: The Tower of Perpetuity - Recensione

Frutto del lavoro di un solo sviluppatore, //commentout, TOKOYO: The Tower of Perpetuity è un’avventura roguelike caratterizzata da meccaniche atipiche e da una pixel art dal taglio fortemente anime. Basteranno queste caratteristiche a renderlo un prodotto degno di nota, capace di spiccare all’interno di un genere così in voga? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

Il canovaccio narrativo di The Tower of Perpetuity si presenta in maniera essenziale: in un momento non meglio specificato della vita della nostra protagonista (selezionabile da un roster di cinque eroine), quest’ultima si troverà a vagare nei pressi di una misteriosa torre che modifica la propria struttura ogni ventiquattro ore. Al termine di un breve tutorial (disponibile, per qualche ragione, solo se si è connessi a internet), raggiungeremo la base della torre, dove una misteriosa divinità chiamata “Dito” ci esporrà la situazione: in quanto anime perdute, dovremo raggiungere la cima della misteriosa struttura per poter poter tornare a casa, ma la strada sarà irta di pericoli.

TOKOYO: The Tower of Perpetuity - Recensione

  • Titolo: TOKOYO: The Tower of Perpetuity
  • Piattaforma: Nintendo Switch, PC / Steam
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: Platform, Roguelike
  • Giocatori: 1
  • Publisher: PLAYISM
  • Sviluppatore: //commentout
  • Lingua: Inglese (testi)
  • Data di uscita: 2 giugno 2022
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: il gioco necessita di una connessione a internet per essere fruito al meglio

Abbiamo recensito TOKOYO: The Tower of Perpetuity con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da PLAYISM.

Un Roguelike atipico

Come accennato precedentemente, The Tower of Perpetuity mette a disposizione dei giocatori cinque personaggi diversi con cui affrontare la scalata, ognuno dotato di un proprio background narrativo: Shippo de Tail, malaticcia ragazza-drago incapace di gestire il suo immenso potere; Kukuri, spirito di una volpe dall’animo guerriero; Kanae, robot addetto alle pulizie che desidera tirare a lucido i pavimenti della torre; Cocoa, una maid proveniente dall’inferno, dotata di corna di diavolo; Inibi, volpe mutaforma di più di 1000 anni catapultata davanti alla torre mentre si concedeva un bagno in acque termali.

A seconda del personaggio selezionato, si avrà a disposizione un unico attacco speciale, una sorta di barriera protettiva che ci permetterà allo stesso tempo di sfoltire le schiere di nemici, rendendo più agevole il nostro cammino verso la vetta. Ed è qui che le cose si fanno interessanti: TOKOYO non mette a disposizione dei giocatori un set di attacchi base, da utilizzare in qualsiasi momento tramite la pressione di un pulsante, ma una sola abilità speciale, estremamente potente e dalla durata limitata, che richiederà un periodo di cooldown prima di poter essere riutilizzata.

TOKOYO: The Tower of Perpetuity - Recensione

Scegliere quando attivare la propria abilità, dunque, sarà determinante: un’attivazione prematura, in una situazione potenzialmente risolvibile con le sole nostre abilità, ci porterà più avanti a trovarci braccati da ogni direzione, potenzialmente senza via di uscita. Sebbene esistano modi per aggirare questa meccanica (basterà, per esempio, indugiare qualche secondo in più in una zona sicura per far ricaricare la barra annessa all’abilità), oltre a upgrade che renderanno più rapidi i tempi di cooldown, la necessità di scegliere accuratamente quando passare all’offensiva innesca sempre un piacevole meccanismo di risk-and-reward, che spinge i giocatori ad affinare i propri riflessi e imparare la struttura della mappa per riuscire a sopravvivere con le proprie forze. Purtroppo però la piacevolezza del gameplay è stemperata dalla rigidezza dei comandi, oltre che da un generale sovraffollamento dell’immagine, tra gettoni, punteggi, proiettili, e lapidi (queste ultime, presenti solo nella modalità online, indicano il punto in cui un altro giocatore ha subito un game over).

La Torre di Babele

Raggiungere l’apice della torre richiederà circa una trentina di minuti, segnando la conclusione del nostro viaggio verso casa. Eppure, in virtù della sua natura procedurale, TOKOYO continuerà a offrire novità agli esploratori più caparbi, che troveranno nella componente online una fonte più o meno ricca di nuovi stimoli.

Al termine di ogni partita avremo totalizzato un punteggio, il quale ci permetterà di guadagnarci un posto in una classifica mondiale, arricchendo il titolo di un retrogusto arcade. Se da una parte riteniamo fisiologico che l’esperienza di chi non ha a disposizione una connessione risulti più povera (alcuni elementi, come la classifica stessa, è naturale che compaiano solo in questa modalità), non riusciamo a spiegarci come mai il tutorial e la presenza di collezionabili (tra cui preziosi gettoni il cui esborso ci permetterà di riportare in vita il nostro personaggio e proseguire, a patto di rinunciare al posto in classifica) siano stati esclusi dalla modalità offline (almeno nella nostra prima partita!), rendendo quest’ultima un’esperienza a tutti gli effetti incompleta.

TOKOYO: The Tower of Perpetuity - Recensione

I cambiamenti giornalieri della torre poi, per cui si dovranno attendere 24 ore nel mondo reale, potranno rendere sufficientemente fresca l’esperienza mordi e fuggi, ma i giocatori più accaniti si ritroveranno a dover modificare l’orologio interno della console per non incorrere in una spiacevole sensazione di ripetitività. Comprendiamo l’intenzione di //commentout di trovare un giusto equilibrio tra improvvisazione e apprendimento, ma, seppur distribuiti in maniera diversa, i nemici e gli ostacoli ambientali rimarranno sempre gli stessi. La mancanza di varietà delle boss fight, con poche variazioni sul tema a ogni nuova partita, ci sembra inoltre un’occasione sprecata: difficile scatenare il brivido dell’imprevedibilità quando ci si accorge presto che alcuni passaggi rimangono sostanzialmente invariati.

A chi consigliamo TOKOYO: The Tower of Perpetuity?

Grazie al suo carattere ibrido tra platform e roguelike, oltre che a un tasso di sfida sicuramente impietoso ma mai proibitivo, TOKOYO: The Tower of Perpetuity si rivela un titolo intrigante per tutti gli appassionati dell’uno e dell’altro genere. Manca la profondità di un Dead Cells, e di certo la piacevolezza senza tempo di platform come Celeste, eppure il gioco ha saputo regalarci qualche momento di fugace divertimento, più che abbastanza da giustificarne il prezzo irrisorio di circa 12 €.

  • Un roguelike diverso dagli altri
  • Prezzo contenuto
  • Elementi procedurali ben integrati

  • Gameplay ripetitivo
  • Poche boss fight
  • Modalità offline decisamente più debole
TOKOYO: The Tower of Perpetuity
3.3

Esperimento imperfetto ma riuscito

TOKOYO: The Tower of Perpetuity è sicuramente un titolo dotato di personalità, che offre un’interpretazione interessante del genere roguelike, capace di differenziarlo da tanti altri prodotti. Le ambizioni del gioco sono modeste e non mancano delle sbavature, legate soprattutto a scelte di game design non del tutto azzeccate, ma il costo ridotto e il carattere procedurale della torre, che sorprende ogni giorno con nuovi stage, sono elementi decisamente apprezzabili. Peccato per alcune meccaniche poco chiare come il “Karma”, e peccato anche per le cornici narrative delle nostre protagoniste, tutte ben differenziate, con tanto di finali unici a seconda del personaggio utilizzato, ma prive di reale valore nell’economia di gioco. Con un maggior numero di contenuti, un gameplay più fluido, e qualche boss fight in più (tutti elementi che non escludiamo possano arrivare in seguito), TOKOYO avrebbe potuto rivelarsi una vera chicca.

Dopo anni di relazione con la sua prima fiamma, il cinema, ha finalmente abbracciato il suo amore adulterino per il videogioco, abbandonandosi a un mondo di indie, soulslike e JRPG. Gioca per passione, scrive per necessità.

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