The Legend of Zelda: Tri Force Heroes, intervista agli sviluppatori

The Legend of Zelda: Tri Force Heroes, intervista agli sviluppatori

Nintendo Italia rende pubblica la traduzione dell’intervista agli sviluppatori di The Legend of Zelda: Tri Force Heroes dove si è parlato dell’assenza di un Link viola, della collocazione temporale di questo nuovo titolo e della scelta di renderlo appetibile solo a uno o tre giocatori.

Vi ricordiamo che The Legend of Zelda: Tri Force Heroes è disponibile nel nostro paese dal 23 ottobre su Nintendo 3DS.

Intervista

Dove si colloca The Legend of Zelda: Tri Force Heroes nella cronologia della serie? Il regno di Hytopia ha qualche legame con quello di Hyrule? E cosa è successo a Link viola? Abbiamo deciso di chiedere tutto questo, e molto altro, agli sviluppatori di The Legend of Zelda: Tri Force Heroes!

Dove si colloca The Legend of Zelda: Tri Force Heroes nell’arco temporale della serie?

Il gioco è ambientato qualche anno dopo gli eventi di A Link Between Worlds e ha come protagonista lo stesso eroe. Determinati eventi lo portano nel regno di Hytopia, dove si traveste per nascondere le sue eroiche origini. Non sappiamo da dove arrivino gli altri aspiranti eroi, ma il personaggio che controllate è il vero eroe di Hyrule di A Link Between Worlds. Se non siete al corrente delle sue avventure in A Link Between Worlds, vi consiglio di giocare a quel titolo.

Cosa è successo al Link viola di The Legend of Zelda: Four Swords Adventures?

Il Link viola di Four Swords Adventures era uno dei cloni di Link creati dal potere della Quadrispada stessa. I tre protagonisti di questo gioco, invece, sono “aspiranti eroi”, diversi da Link. L’idea di controllare un trio funzionava bene anche da un punto di vista di design del gioco, quindi Link viola questa volta resta in panchina.

Perché The Legend of Zelda: Tri Force Heroes è un titolo per tre giocatori e non per quattro?

Ci sono vari motivi. In primo luogo, in questo gioco volevamo che i personaggi potessero “impilarsi” l’uno sull’altro, creando un totem per raggiungere punti sopraelevati. Farlo in quattro sarebbe stato più complicato, e i due giocatori in mezzo non avrebbero avuto molto da fare per gran parte del tempo. Anche in termini di visuale, avremmo dovuto zoomare troppo indietro per accomodare totem di quattro giocatori, il che avrebbe reso più piccoli i personaggi.

Inoltre, essere in trio crea certi vantaggi. Se uno dei giocatori si ritrova separato dagli altri due si metterà a cercarli, e viceversa. Di conseguenza, i giocatori tenderanno a rimanere insieme e a collaborare in trio. In più, quando un gruppo di persone deve prendere una decisione, generalmente si affida al voto a maggioranza. Se si è in quattro, c’è la possibilità di avere due voti favorevoli e due contrari, il che rende il tutto più lento e complicato. Collaborare in trio si addice bene alla soluzione di enigmi.

La maggior parte dei giochi della serie di The Legend of Zelda hanno un collegamento con Hyrule. Il regno di Hytopia è collegato in qualche modo a quello di Hyrule?

Hyrule e Hytopia sono collegati. La storia si svolge qualche anno dopo A Link Between Worlds, e l’eroe che visita Hytopia è lo stesso che ha salvato Lorule.

A cosa vi siete ispirati per creare The Legend of Zelda: Tri Force Heroes?

Abbiamo tratto ispirazione dal sistema di The Legend of Zelda: Spirit Tracks, che permetteva ai giocatori di controllare il proprio personaggio e gli Spettri. Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante prendere la meccanica di alternanza Spettro/giocatore e trasferirla in un gioco dove si può giocare con gli amici, i familiari o il proprio partner.

Anche Mr. Aonuma, il producer, desiderava da tempo creare un altro titolo multiplayer alla Four Swords. Pensava che il motore di gioco di A Link Between Worlds si sarebbe adattato bene al concetto e quindi ha proposto la creazione di un nuovo Zelda multiplayer non appena terminato lo sviluppo di A Link Between Worlds.

Fonte: Nintendo Italia

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.