MY HERO ONE’S JUSTICE – Recensione

Altro giro, altra corsa! I potenti eroi di Kōhei Horikoshi sono pronti a tornare con una nuova trasposizione videoludica: MY HERO ONE’S JUSTICE

MY HERO ONE’S JUSTICE – Recensione

MY HERO ONE’S JUSTICE – Recensione“In un mondo in cui circa l’80% dell’umanità possiede una specie di Quirk che conferisce doti sovrannaturali, il lavoro che un tempo le persone potevano solo sognare è diventato alla portata di tutti. Gli Eroi. Persone che proteggono il prossimo dal soprannaturale, difendendolo da malvagi Villain che minacciano la vita quotidiana. Ma c’era un uomo, il migliore tra gli eroi, che si elevava a simbolo di pace fra tutti. Dopo averlo visto in un vecchio video, l’ho ammirato con tutto me stesso.

Si chiamava All Might, un eroe che risolleva ogni situazione con un sorriso in volto, a prescindere dall’entità del pericolo. Era l’eroe fra tutti gli eroi. Mi ha insegnato che anche una persona come me senza Quirk sarebbe potuta diventare un eroe. Ha perfino permesso che ereditassi il suo Quirk: One for All. In questo modo, il mio sogno è improvvisamente divenuto realtà. Questa è la storia di come sono diventato il più grande tra gli eroi.”

Con questo piccolo riepilogo si aprono le avventure di MY HERO ONE’S JUSTICE, seconda trasposizione videoludica per console (quarta se consideriamo i free-to-play per mobile) dedicata alla popolare serie JUMP del momento creata da Kōhei Horikoshi. Dopo un debutto come esclusiva giapponese su Nintendo 3DS, Deku e compagni sono riusciti a farsi strada non solo su altre piattaforme decisamente più importanti, ma addirittura a debuttare anche in Occidente, mettendosi a disposizione dei tantissimi fan sparsi in tutto il mondo che apprezzano sempre di più questa opera a tema supereroi. Insomma, il perfetto connubio fra Giappone e USA.

  • Titolo: MY HERO ONE’S JUSTICE
  • Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
  • Genere: Fighting Game
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: BANDAI NAMCO Entertainment
  • Sviluppatore: Byking
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 25 ottobre 2018
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: Personaggi aggiuntivi
  • Note: Arcade Mode e Izuku Midoriya Shoot Style disponibili gratuitamente

Da quando mi sono ritrovato a parlare di questa serie con la recensione del primo, vero gioco a essa dedicato, ovvero My Hero Academia. Battle For All, ammetto che l’opera ha fatto davvero passi da gigante… e non solo in Giappone. La strabiliante forza degli eroi di Horikosh è riuscita a sfondare l’impenetrabile barriera nipponica per giungere anche sul nostro territorio, seppure con un nome che possiamo definire mutilato (stessa cosa che accadde a suo tempo all’A.O.T. di KOEI TECMO GAMES).

We can be Heroes, just for one day

Anche stavolta, lo stile generale del gioco, le interfacce e l’aspetto in generale vogliono richiamare in qualche modo il tipico stile fumetti americani, specialmente per quanto riguarda la narrazione della storia, dove il tutto viene proposto all’utente attraverso simpatiche vignette animate, di tanto in tanto accompagnate da cutscene ricreate con il motore grafico del titolo. Niente di originale stavolta in quanto trama, a differenza di tanti altri tie-in di BANDAI NAMCO Entertainment rilasciati nel corso degli ultimi anni. Certo, non si tratta di un punto negativo a suo sfavore, ma di una mera preferenza personale, dal momento che ormai mi ritrovo ad adorare molto di più quelle particolari trasposizioni videoludiche che offrono al giocatore e fan della serie un qualcosa di unico, di vivibile esclusivamente attraverso questo formato. Quanto narrato all’interno di MY HERO ONE’S JUSTICE copre una buona porzione della seconda stagione animata e un po’ della terza, iniziando proprio dagli avvenimenti seguenti all’U.A. Sports Festival Arc, facendomi capire che questo capitolo vuole quasi fungere come una sorta di sequel (e lo fa anche sotto molti aspetti e meccaniche, come gli alleati, la personalizzazione e altro ancora) proprio del titolo per Nintendo 3DS, dato che la sua storia finiva proprio dove inizia questa.

Il pacchetto offerto da questo titolo regala all’utente una piacevole longevità, sia per quantità di archi narrativi offerti al suo interno, che dovremo affrontare sia dalla parte degli eroi che in seguito dalla prospettiva dei villain, che dai vari scontri suddivisi in realmente accaduti e what if, una minima parte ma comunque presenti come extra. Il gioco, infatti, non perderà occasione di metterci contro uno dei tanti personaggi per intrattenerci in enfatizzanti combattimenti; se poi ci aggiungiamo il fattore rigiocabilità, necessario per riuscire a sbloccare i vari oggetti di personalizzazione offerti per ogni missione solo soddisfacendo particolari requisiti (a meno che non si decida di comprare tutto con valuta di gioco), quanto vi ritroverete a giocare nei prossimi giorni riuscirà finalmente nell’arduo compito di proporre un giusto bilanciamento, sia come quantità che come tempistiche per il completamento, tra modalità single player e multiplayer. Dopo tanti titoli buttati lì, senza troppi fronzoli, con componenti offline praticamente inesistenti in favore della controparte online, pare che stavolta abbiano finalmente capito che per offrire un prodotto valido si deve vercare di proporre un qualcosa di ben strutturato anche per chi non stravede per il lato competitivo, ormai è divenuto onnipresente (anche giusto per aumentare notevolmente la vita di un videogioco).

Ecco quindi che, una volta finita la storia dopo le tante peripezie per sbloccare tutti gli sbloccabili senza spendere alcuna moneta virtuale, entra in gioco la Mission Mode, una seconda modalità che arricchisce l’esperienza single player e che scaraventa i giocatori in apposite mappe, dalla difficoltà sempre crescente, in quella che sembra in tutto e per tutto una classica Survival Mode. Oltre a lla possibilità di sbloccare ulteriori oggetti per la personalizzazione del proprio eroe, ogni battaglia richiederà il massimo impegno da parte del giocatore, dal momento che il quantitativo di HP rimasti alla fine di un combattimento ce li ritroveremo in quello immediatamente successivo. Un buon passatempo per tutti coloro che, dopo la storia, hanno ancora voglia di spingere al massimo le proprie forze e mettersi alla prova.

Piccola postilla: nel momento esatto in cui sto scrivendo questa recensione è stato annunciato il rilascio imminente (proprio al day one del gioco) di un piccolo aggiornamento, che porterà con sé un’altra modalità destinata all’esperienza in giocatore singolo, la Arcade Mode. Inutile ribadire ancora l’ottimo bilanciamento tra le possibilità offline e online offerte dal titolo. Una situazione decisamente diversa, tanto come il giorno e la notte, rispetto all’ultima manciata di tie-in della compagnia.

Float like a butterfly, sting like a bee

Per descrivere al meglio il gameplay del gioco si può prendere in esempio i classici arena fighter di BANDAI NAMCO Entertainment, come Saint Seiya: Soldiers’ Soul, la serie NARUTO SHIPPUDEN: Ultimate Ninja STORM o il decisamente più attuale JUMP FORCE, tutti  caratterizzati da un ampio spazio in cui muoversi a proprio piacimento, qualcosa di decisamente più libero di un classico pichiaduro, nel quale saremo chiamati sconfiggere chiunque ci si pari contro sfruttando appunto tutto lo stage a nostra disposizione e la portata delle varie tecniche che compongono il parco mosse di ciascun personaggio. Gli eroi (e i villain) di Kōhei Horikoshi, grazie ai loro Quirk univoci, riescono a regalare tanta variazione tra un personaggio e l’altro, chi più lento e chi invece più immediato. Un gioco divertente e appassionante per tutti i fan della serie in questione, dato che è facilmente approcciabile e godibile da tutti senza aver bisogno di particolari allenamenti intensivi o esperienza maturata nel provare e riprovare. Scordatevi quindi dei comandi profondi e variegati, e preparatevi ad abbracciare un qualcosa che sì, offre la possibilità di combinare vari tasti per creare sequenze anche molto carine che poi concludono in uno degli enfatizzanti colpi finali, ma tutto quanto eseguibile con una discreta facilità.

Anche stavolta, così come accaduto nella precedente trasposizione della serie per 3DS, saremo affiancati in (quasi) tutti i combattimenti da alcuni personaggi che fungeranno come spalle o aiutanti, selezionabili a piacere del giocatore nelle modalità libere ma preimpostati di default (così come lo stesso personaggio da controllare) nello story mode. Grazie a questi le combinazioni di letali mosse che infliggeremo agli avversari saranno variegate, particolari e più o meno forti, ovviamente a seconda di quale sarà l’azione intrapresa da quel preciso aiutante e dal nostro stile di gioco o le varie tattiche che vorremo eseguire e, sempre grazie a questi, potremo scagliare una mossa speciale combinata. Se però c’è qualcosa se non sono riuscito a mandare giù, è il problema dei movimenti standard dei vari personaggi, molto lenti e fiacchi (sebbene l’animazione voglia suggerire diversamente) di quanto ci si possa aspettare da un gioco di combattimento. Per avere dei movimenti degni della serie su cui questo gioco si basa, qualcosa che ha come base scontri frenetici e davvero enfatizzanti, sarà infatti necessario ricorrere spesso e volentieri al tasto dorsale L1, con il quale finalmente potremo effettuare una breve corsa capace di regalare per quel piccolo lasso di tempo un ritmo discretamente sostenuto ai combattimenti.

SMASH!

Una volta provato il tutto, avendo più volte usato la CPU come sorta di punching ball per affinare le proprie abilità e vedere un po’ quali sono le combinazioni di personaggi + spalle che rispondono alle nostre esigenze, potremo immergerci nella modalità multiplayer per dare battaglia ai tantissimi giocatori alle prese con MY HERO ONE’S JUSTICE. Una delle cose davvero di spicco per questa modalità è proprio la presenza di tanti, bellissimi oggetti con cui è possibile personalizzare il proprio combattente, non proprio liberamente, ma comunque in modo davvero divertente e apprezzabile. Insomma, un metodo decisamente migliore e più ragionato del far ritrovare contro due stessi personaggi, con la sola differenza del cambio di colorazione.

Questi oggetti, come detto in precedenza, saranno sia sbloccabili attraverso le altre modalità, o più comodamente acquistabili in modo diretto (con valuta di gioco), lasciando quindi a indiscrezione dell’utente il metodo preferito per ottenerli: se spendere e spandere, o se si preferisce risparmiare e dedicarsi al completamento di ogni condizione nascosta. Immancabile, almeno quando si parla di questo genere di giochi, è la tipica galleria in cui poter visualizzare tutti i bellissimi artwork sbloccati durante le varie partite, decisamente un punto a favore per tutti coloro che adorano la serie e il suo personalissimo stile.

ODD FUTURE

Il comparto sonoro abbastanza eroico, o quantomeno in gran parte capace di offrire una selezione di brani capaci di esprimere al meglio l’atmosfera eroica e l’intensità delle situazioni e dei combattimenti, si sposa perfettamente con il lato visivo, con personaggi e scenari realizzati nel classico stile cel shading. Per quanto consideri i modelli dei personaggi visivamente appaganti nella loro interezza, talvolta sono gli scenari a preoccupare un po’, con una realizzazione sì notevole ma talvolta un po’ superficiale. La telecamera, per quanto voglia offrire degli spunti interessanti per le inquadrature, minerà spesso l’esperienza di gioco per via di un piccolo fastidiosissimo dettaglio: durante alcune fasi particolari della battaglia, la telecamera potrebbe spostarsi dalle spalle del giocatore per andare a quelle dell’avversario, in caso si trovi nelle vicinanze dello schermo. Un cambio di prospettiva carino, ma solo se momentaneo: la prolungata presenza di questo particolare riesce a spezzare il ritmo del combattimento, riuscendo a confondere e non far capire più quale diavolo personaggi stiamo effettivamente controllando.

PROMEMORIA: se mai mi capitasse di incontrare qualcuno dei piani alti di BANDAI NAMCO Entertainment, mi piacerebbe chiedergli perché non stiano più realizzando le opening animate.

A chi consigliamo MY HERO ONE’S JUSTICE?

Apro questo paragrafo con la cosa più ovvia: ai fan della serie. La fin troppa semplicità dei controlli e la tipica attinenza a un prodotto ben preciso, tipiche dei tie-in, lo rendono godibile al suo 100% da tutti coloro che stravedono per l’opera su cui si basa. Purtroppo non è affatto dedicato ai giocatori hardcore, o comunque tutti coloro in cerca di qualcosa con dei controlli profondi e permissivi, con un parco mosse ampio e davvero competitivo. Però insomma, se si è fan alla follia, magari ad alcune cose ci si può davvero passare sopra. Ma solo in quel caso.

  • In Italiano! Così almeno potete smettere di rompere il ca…
  • Ottimo bilanciamento tra modalità single player e multiplayer
  • Comandi che cercano di accontentare tutti, neofiti e non…

  • …Ma un parco mosse poco profondo e variegato limita le possibilità di combinazioni varie
  • Le inquadrature traggono spesso in inganno
  • Acchiapparello 2k18
MY HERO ONE’S JUSTICE
3.5

AMAZING! Più o meno…

MY HERO ONE’S JUSTICE è il titolo perfetto per tutti gli amanti della serie, siano essi videogiocatori da tempo o alle prime armi (che, tuttavia, tende a volersi approcciare più a quest’ultima categoria). Era inutile sperare in un gioco simile a DRAGON BALL FighterZ: là dove il fandom si è espresso per un 90% in favore del disastroso XenoVerse 2, è davvero inutile sforzarsi per un qualcosa di profondo e davvero divertente ma che, allo stesso tempo, sarebbe principalmente dedicato agli amanti del competitivo e a chi ha voglia di quella “spinta in più” nel gameplay, piuttosto che un qualcosa di abbastanza facile e intuitivo in modo che tutte, e dico davvero tutte, le tipologie di giocatori possono prendere in mano il controller e iniziare senza troppi problemi. A differenza di altri titoli, almeno MY HERO ONE’S JUSTICE riesce con successo a rendersi interessante sia per gli amanti del single player che da quelli che preferiscono l’online e non gli si può negare il tentativo di offrire la possibilità di affrontare battaglie con classiche auto-combo ma anche qualcosa di vagamente più manuale, a indiscrezione del giocatore che ci si approccia. Guardando la precedente trasposizione della serie in videogame, posso dire senza alcun dubbio che questo è un risultato davvero degno di nota.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.

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