Toukiden 2 – Cosa è cambiato dall’ultima volta?

Toukiden 2 - Anteprima

Sono passati circa tre mesi da quando la divisione nipponica di KOEI TECMO Games ha rilasciato sul PlayStation Store del Sol Levante la prima demo giocabile per Toukiden 2 in versione PlayStation 4. Come avrete probabilmente letto nella mia precedente anteprima (In prima linea a difesa di Mahoroba), da fan del primo The Age of Demons e del suo enhancement Kiwami sono rimasto un po’ deluso dalla svolta intrapresa da Omega Force per questo primo, effettivo sequel, che ha prediletto una struttura open world (se mi concedete tale definizione) piuttosto che le classiche aree à la Monster Hunter.

Tuttavia, il vero problema non era di certo la rivoluzione in termini di gameplay, bensì le gravi carenze dal punto di vista tecnico che, col passaggio all’ammiraglia casalinga di Sony (sebbene il titolo esca anche su PS Vita e PS3 in Giappone), non sarebbero nemmeno dovuti sussistere. Cosa è cambiato, quindi, rispetto a tre mesi fa? Analizziamo insieme questo nostro secondo viaggio al villaggio di Mahoroba.

Verremo accolti in questa seconda demo dal suggestivo filmato introduttivo del gioco finale, nel quale vedremo i protagonisti impegnati in un duro scontro contro il gigantesco Shinragou (uno dei nuovi Oni del secondo capitolo) in un’ambientazione desertica. Dopodiché saremo ancora una volta chiamati a creare da zero il nostro guerriero Mononofu (o Slayer, se preferite l’adattamento anglofono) con le già appurate opzioni di personalizzazione di livello maniacale (parliamo di oltre 70 pettinature differenti fra cui scegliere) e l’arma iniziale con la quale decideremo di combattere, a scelta fra tutte quelle presenti nel primo gioco e tante altre nuove come la spada e scudo in stile occidentale, la spada-serpente (o frusta, se preferite) e altro ancora. Per questa prova ho deciso di affidarmi all’accoppiata spada e scudo, che ben si sposano all’aspetto da guerriero gaijin che ho deciso di dare al mio alter-ego.

Ci ritroveremo davanti a una situazione profondamente diversa rispetto a quella della prima demo, in maniera analoga alla missione-tutorial del gioco originale: per un po’ dovremo rimandare il pacifico tour del villaggio e i piacevoli dialoghi con gli NPC visti nella prima demo. Saremo catapultati immediatamente al centro dell’azione, dopo una cutscene introduttiva in CG, in seguito alla quale saremo chiamati a difendere la città di Yokohama, sotto assedio dei demoni nel corso dell’evento noto come Risveglio, tra casolari in fiamme e colonne di fumo che si addensano nel cielo notturno, fino a culminare con il nostro primo, vero incontro con il succitato Shinragou. Arrivato un ulteriore Oni a dar man forte ai nemici, verremo spazzati via assieme ai nostri compagni e ci risveglieremo, soccorsi dal bizzarro Tokitsugu, all’interno della nostra casuccia al villaggio. Ho notato subito come Mahoroba sia stato ampliato e di come sia stato risolto definitivamente il problema che affliggeva la precedente demo, ovvero i pesanti cali di frame rate e la fastidiosissima telecamera che, per ogni movimento, risultava tutto fuorché fluida.

Tokitsugu ci chiederà di dirigerci verso l’abitazione del Doc (l’affascinante Hakase), all’interno della quale discuteremo della sanguinosa invasione di Yokohama, fino a che non suonerà l’allarme anti-Oni che metterà in stato di allerta l’intera popolazione. Senza nemmeno il tempo di ambientarsi e di conoscere qualche altra bella ragazza, il nostro protagonista non potrà far altro che lanciarsi con tutte le scarpe in difesa di quella che è la sua nuova patria: “Dopo tutto, sei anche tu un Mononofu”. Torneremo, quindi, in azione subito fuori dal villaggio, dove noto ancora una volta, con estremo piacere, che tutti i problemi di natura tecnica riscontrati tre mesi fa sono solo un brutto ricordo, sebbene il frame rate non vada oltre i trenta fotogrammi al secondo. Le combo che saremo in grado di sferrare con le nostre armi nuove di zecca, inoltre, saranno davvero rapide e degne del migliore degli action game e, in combinazione con il già sperimentato artiglio demoniaco (novità assoluta di questo sequel) ci garantiranno una discreta libertà di azione e movimento, ben lontana dalla legnosità caratteristica dei classici hunting game. Come nel caso del primo Toukiden, anche qui potremo contare sui potenziamenti del Mitama che conquisteremo subito dopo questa battaglia, utilizzando i tasti azione in combinazione con R1, usufruendo quindi di una maggiore potenza offensiva, di un ripristino parziale della nostra energia vitale e altro ancora; i Mitama, inoltre, potranno essere equipaggati anche sull’armatura, oltre che sull’arma adoperata. Tuttavia, ho notato come il problema dovuto ai vasti ambienti aperti sia stato in parte risolto restringendo le aree di azione in una sorta di barriera spirituale, oltre la quale non potremo avventurarci mentre saremo impegnati a combattere demoni più grandi ― ciò, fortunatamente, non accadrà con quelli normali. Dopo aver sterminato la prima ondata di minion faremo la conoscenza della bella Benizuki e della sua naginata, che ci aiuterà a sconfiggere una creatura leggermente più ostica, permettendoci di scatenare la potenza delle nostre devastanti combo.

Completato il già citato tour degli NPC (tra fabbri, gestori di Mitama, mercanti e quant’altro) verremo chiamati al cospetto dei piani alti del villaggio (in tutti i sensi, visto che la scalinata da percorrere è piuttosto alta) dove faremo la conoscenza degli austeri Touya e Yakumo, nonché della splendida sacerdotessa Kaguya. Sarà assieme alla già nota Benizuki e al nuovo compagno Homura che potremo finalmente avventurarci nel mondo esterno con la massima libertà, ulteriormente accentuata non appena ci accorgeremo della possibilità di correre a velocità Barry Allen mediante la pressione del tasto L3: il nostro Mononofu concentrerà il chakra sui piedi (che manco Naruto) e se la darà a gambe levate, il tutto senza il minimo rallentamento nel motore di gioco. Davvero notevole, se consideriamo che nella demo precedente tutto l’ambiente scattava anche solo con la normale andatura. Azioni come questa, così come la normale corsa, consumeranno la barra della stamina su cui stavolta non graverà, tuttavia, il peso dei nostri attacchi: questi ultimi influiranno invece sulla durevolezza dell’arma e dello scudo (così come accade nel cugino Monster Hunter) che potranno essere riparati o potenziati sfruttando gli appositi oggetti consumabili dall’NPC del fabbro. Tra le altre novità, la mappa sarà disseminata di oggetti da raccogliere, elementi collezionabili e bauli dove riporre gli oggetti in eccesso e NPC con i quali interagire; lo svolgimento del gioco sarà scandito da una serie di missioni secondarie che potremo accettare direttamente sul campo e portare a termine senza la benché minima interruzione, come invece accadeva nel gioco originale. Potremo girare in lungo e in largo per la mappa di gioco e decidere di tornare al villaggio ogni qual volta avremo bisogno di riparare o potenziare equipaggiamento e Mitama o quando la trama principale ce lo richiederà.

In conclusione

Attraverso il leggero ritardo nella data di uscita e il rilascio una seconda demo, Omega Force e KOEI TECMO Games hanno dimostrato di saper ascoltare il feedback dei giocatori. Ero rimasto impressionato assai negativamente dalla prima versione di prova rilasciata dalla compagnia, ma ammetto di dovermi ricredere su tutta la linea grazie a questa seconda demo, che risolve ogni tipologia di problema dal punto di vista tecnico, pur sacrificando in parte la resa grafica finale, che predilige una maggiore fluidità facendo a meno di alcuni dettagli che, probabilmente, appesantivano il motore grafico causando qualche problema. Tuttavia, il risultato è più che buono e non vedo l’ora che KOEI TECMO Europe ne annunci la versione localizzata, per consentirci di apprenderne al meglio ogni meccanica relativa al gameplay, ancora più incentrato sullo svolgimento delle vicende rispetto al passato. Sono particolarmente curioso di scoprire quanto sarà vasto il mondo del gioco finale e in che modo sarà possibile integrare il tutto con la modalità multigiocatore, se sarà possibile affrontare le missioni nel corso della storia assieme ad altri tre giocatori online o se il team di sviluppo implementerà una serie di incarichi esclusivi da giocare in compagnia.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.