WARRIORS ALL-STARS – Recensione

Ninja, samurai, alchimisti e cacciatori di demoni si radunano in un mondo di furry per festeggiare i 20 anni di Omega Force: questo è WARRIORS ALL-STARS!

WARRIORS ALL-STARS - Recensione

WARRIORS ALL-STARS - RecensionePer molti anni questo mondo è prosperato per merito dei poteri delle miracolose Sorgenti Termali. Tuttavia, in questo momento, le Sorgenti si trovano sulla via della distruzione. Il sovrano che ne ha controllato il potere è scomparso improvvisamente e, allo stesso tempo, le Sorgenti Termali hanno cominciato a prosciugarsi. È per questa ragione che la Regina ha narrato a sua figlia un’antica profezia: “Quando le Sorgenti Termali perderanno il loro potere e il mondo si troverà sull’orlo della catastrofe, gli Eroi provenienti da altri mondi arriveranno a salvarci. Gli Eroi concederanno il loro potere ai templi e consentiranno alle Sorgenti di tornare in vita. E colui che guiderà gli Eroi verrà incoronato come nuovo monarca, restaurando l’antica gloria di questo mondo.”

Seguendo le parole di sua madre, la principessa Tamaki ha provato a compiere la cerimonia richiamando gli eroi da svariati mondi. Tuttavia, qualcosa è andato storto ed essi si ritrovano disseminati ognuno agli angoli del mondo. Così, dinnanzi a ciascuno  si parerà davanti uno sconosciuto, che chiederà loro il proprio aiuto. Infatti, non vi è solo Tamaki alla ricerca degli eroi: ci sono tre esponenti della famiglia reale, ognuno con le proprie ragioni per appropriarsi del trono. Per questo motivo gli Eroi vengono divisi in tre gruppi diversi, costretti a combattersi gli uni con gli altri.

Omega Force, team di developer interno a KOEI TECMO GAMES, è divenuto famoso principalmente per le sue due saghe di punta: DYNASTY WARRIORS e SAMURAI WARRIORS, quelle che hanno plasmato e consacrato il franchise dei Musou e in qualche modo un genere che potremmo definire Musou-like. Per celebrare i vent’anni dalla fondazione dello studio, il team e il publisher hanno deciso di riunire le maggiori IP nate nel corso di questi anni per tirare fuori dal cilindro un titolo d’azione che potesse coinvolgerle, in qualche modo, in un’unica tipologia di gameplay, così come accaduto per i due titoli succitati nei tre WARRIORS OROCHI. È così che nasce Musou ☆ Stars, giunto in occidente col titolo di WARRIORS ALL-STARS, un titolo d’azione che vede i guerrieri provenienti da Ninja Gaiden, DEAD OR ALIVE, Atelier, Nioh e tanti altri franchise, approdare in un mondo che invoca il loro prezioso aiuto.

  • Titolo: WARRIORS ALL-STARS
  • Piattaforma: PlayStation 4, PC / Steam
  • Genere: Action, Hack and Slash
  • Giocatori: 1
  • Software house: KOEI TECMO GAMES
  • Sviluppatore: Omega Force
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 1 settembre 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: costumi speciali per i vari Eroi
  • Note: disponibile in Giappone anche su PS Vita

Il Fantacalcio dei Furry

Sarà con la cerimonia di invocazione di Tamaki che si apriranno le danze e saremo chiamati a scegliere il nostro primo alter-ego: il roster iniziale, non ancora completo, ci metterà di fronte a personaggi del calibro di Zhao Yun, Yukimura Sanada, Kasumi, Ryu Hayabusa e William Adams, ma anche ospiti non convenzionali come Rio, croupier che combatte con carte e fiche (i dischetti del casinò, eh… non pensate male) proveniente da una serie di cabinati pachinko, nonché il buffissimo Oda Nobunyaga, felina parodia del temibile condottiero dell’epoca Sengoku. Ciascun guerriero verrà coinvolto, assieme a compagni provenienti dallo stesso titolo o a colleghi nuovi di zecca, a prendere parte a battaglie che lo porteranno ad unirsi al fianco di Tamaki, Setsuna e Shiki, i pelosissimi abitanti di questo mondo.

Lunedì mattina.

Per una serie di motivi che ci verranno spiegati mano a mano che avanzeremo nel corso della storia, ciascuno dei tre furry cercherà in tutti i modi di formare il miglior esercito personale di Eroi in modo da garantirsi un posto sul trono a discapito dei due parenti e rivali. Per questo motivo assisteremo alle classiche battaglie cross-over che costringeranno il nostro alter-ego e la sua squadra a conoscere a sue spese il potere di personaggi provenienti da altre saghe, ma anche di affrontare missioni che ci porteranno a far unire volti nuovi ai nostri ranghi, in maniera davvero molto simile a quanto accadeva nella serie di giochi DYNASTY WARRIORS GUNDAM, da cui WARRIORS ALL-STARS trae svariati espedienti narrativi. In Gundam Musou, infatti, i vari personaggi provenienti dalle numerose timeline dell’epopea animata si ritrovavano, per un motivo o per un altro, a conoscersi sul campo di battaglia, decidendo se combattere o collaborare tra loro per un obiettivo o per un altro.

Siamo una squadra fortissimi

Le classiche missioni che hanno reso celebre il genere in questa nuova iterazione sono collegate da una vera e propria world map, concettualmente simile a quella vista in titoli come SAMURAI WARRIORS 4, che ci metterà davanti a segnalini corrispondenti ognuno a una diversa tipologia di incarico. Ciascuna varia, oltre che per l’icona che la contraddistingue, anche per la tipologia di traguardo e per le ricompense ottenute: ci sono le già citate missione finalizzate al reclutamento di nuovi alleati, quelle di difesa di roccaforti appartenenti alla nostra fazione e altre ancora in cui dovremo sconfiggere orde di banditi e accaparrarci gustosi bottini. Tra una missione e l’altra non ci risparmieremo le immancabili sezioni di narrativa: le bellissime ma sporadiche cutscene realizzate in CG saranno intervallate da delle meno interessanti porzioni di dialogo illustrate tramite artwork completamente statici per ognuno dei personaggi, su fondali altrettanto immobili e finestre di dialogo con discorsi più o meno interessanti. Inutile dire che, anche se non seguirete per filo e per segno ciò che i personaggi avranno da dirsi, non cascherà di certo il mondo e riuscirete ugualmente a comprendere gli avvenimenti che si susseguiranno una battaglia dopo l’altra.

All’interno delle missioni saremo chiamati a svolgere le più basilari azioni viste in un qualsivoglia Warriors del team Omega Force, ovvero conquistare roccaforti, sconfiggere generali e scortare alleati, ma stavolta potremo contare su un vero e proprio squadrone della morte al nostro fianco che, a mio parere, facilita un po’ troppo le cose. Il nostro team, infatti, non sarà composto unicamente dal personaggio selezionato all’inizio, ma anche da altri quattro guerrieri che scenderanno sul campo insieme a noi; potremo richiedere il loro aiuto attraverso le speciali azioni “Hero Skill” eseguibili tramite la pressione del tasto dorsale più frontale corrispondente (ad esempio, R1 + triangolo): il personaggio in questione scenderà in campo, tipo invocazione, per effettuare un attacco speciale in direzione dei nemici e cavarci dai guai, per poi tornare disponibile al termine del periodo di cooldown. A queste si aggiungono le spettacolari Hero Chain, che ci permetteranno di prendere le redini di un altro dei combattenti del party per eseguire delle spettacolari combo, ma a stupirmi e divertirmi di più è stata sicuramente la geniale quanto inutile funzionalità che risponde al nome di Musou Rush.

Che bello, ci sono gli arcade come in Yakuza! Peccato solo che siano lì solo per bellezza…

Un Musou per domarli…

Cos’è la Musou Rush? Semplicemente, quando l’apposito indicatore a forma di stella sarà pieno, con la pressione di R3 potremo entrare in una sorta di buia dimensione alternativa nella quale il numero di nemici sullo schermo è praticamente decuplicato, con il contatore di kill azzerato e un rapido conto all rovescia di pochi secondi. In sostanza, dovremo uccidere quanti più nemici possibili, incrementando di volta in volta di qualche secondo il countdown e riuscendo a superare i mille K.O. in pochi istanti. La cosa buffa è che, oltre al fatto che i nostri compagni di squadra arriveranno a fare il tifo per noi nella parte inferiore dello schermo in maniera un sacco esilarante, la Musou Rush non servirà praticamente a nulla. L’unico vantaggio, se così possiamo definirla, è che al termine di essa riceveremo una serie di ricompense bonus come un incremento del livello di Bravery e oggetti vari utili a ripristinare energia o accrescere il potenziale del nostro alter-ego. È puramente un eye candy capace di farci scaricare lo stress facendoci uccidere un numero ancora più elevato di minion contemporaneamente.

Inoltre, è proprio la funzione del Bravery accennata poc’anzi a rendere le cose ulteriormente più facili all’interno del gioco. Accanto alla nostra energia esiste un valore espresso in numeri, da uno a dieci, che fungerà come da “livello provvisorio” del nostro team e determinerà l’efficacia dei nostri colpi nei riguardi degli avversari. Tale valore salirà ogni qual volta compiremo azioni eroiche come sconfiggere un generale, portare a temine un incarico o conquistare un settore, ad esempio, ed è stato studiato principalmente per obbligarci in qualche modo a “fare cose” nel corso della missione per poterci confrontare con i mini-boss più forti, dotati anch’essi del medesimo numeretto. Tuttavia, come già ribadito, tale meccanica non fa altro che rendere incredibilmente più facile le nostre partite perché, quasi senza rendercene conto, la maggior parte delle volte finiremo per arrivare al livello massimo in un battibaleno semplicemente sconfiggendo una manciata di ufficiali, diventando delle vere e proprie macchine da guerra invincibili in una manciata di minuti, mandando letteralmente a troie il livello di sfida dell’intero titolo. Divertente, certo: ma l’impegno è praticamente pari a zero, a meno che non decideremo di cambiare il personaggio controllato per ogni missione, ricominciando ogni volta a prendere confidenza con le combo e portandolo al livello degli altri in termini di punti esperienza.

Oltre alla mappa del mondo, esiste un altro luogo, a mio paere quasi del tutto trascurabile, che fungerà da quartier generale per il nostro team e gli NPC che li accompagnano. All’interno del Santuario costruito attorno alle Sorgenti Termali potremo accettare delle subquest che ci garantiranno nuove carte utili a migliorare le statistiche dei nostri personaggi, ma soprattutto potremo approfondire i legami coltivati in battaglia con gli altri guerrieri e recarci con loro alle terme, proprio come accadeva nella serie di Toukiden. Se, per esempio, il nostro Hayabusa sarà in ottimi rapporti con Ayane o Naotora, ci saranno buone probabilità che le donzelle in questione decidano di condividere con noi il momento più intimo a disposizione all’interno del gioco… a meno che un fastidiosissimo panda non deciderà di metterci i bastoni fra le ruote. Per il resto, al Santuario potremo acquistare punti esperienza per i nostri personaggi secondari e discorrere amabilmente con una pletora di furry impegnati a svolgere le proprie attività quotidiane, ma in fin dei conti si tratta di una sezione davvero quasi del tutto trascurabile… specie perché è proprio qui che vengono evidenziati maggiormente i problemi del motore grafico.

Ecco, appunto…

…E in un pessimo frame rate incatenarli

Il comparto tecnico è il difetto più grande di WARRIORS ALL-STARS, che soffre più che mai della sua natura cross-platform, dato che in Giappone è giunto anche sulla cara vecchia PlayStation Vita. La versione PlayStation 4, quella sotto torchio per la mia recensione, conta su poligoni fin troppo scarni per l’attuale generazione, giustificata però dalla forte presenza di nemici sullo schermo, il numero più alto mai visto finora su un titolo di questo franchise, ma anche della scelta di mixare la classica grafica poligonale con i modelli in cel-shading per protagonisti provenienti, ad esempio, da Atelier Sophie, Nights of Azure e Haruka: Beyond the Stream of Time.

Tuttavia, è soprattutto il frame rate a farne le spese, e ce ne accorgeremo andando a zonzo per le mappe a una velocità disumana (doveroso, per via dell’assenza delle cavalcature che caratterizzano SAMURAI e DYNASTY WARRIORS), ma ancora di più all’interno del Santuario: inspiegabilmente, un qualsiasi movimento del nostro avatar o dell’inquadratura farà crollare miseramente la fluidità del motore grafico. In sostanza, sembra quasi di giocare ad un titolo PS Vita in alta definizione: un vero peccato, dato che PC e PS4 avrebbero potuto offrire molto di più e rendere il gioco almeno più bello da vedere. Per quanto concerne il comparto tecnico, la “solita” colonna sonora da Musou è accompagnata da numerosi brani provenienti dai titoli originari di ciascun personaggio e il doppiaggio, unicamente in giapponese, stona solo quel po’ che basta a darmi noia col povero William: a differenza dei colleghi, il samurai weeaboo parlerà inglese e nonostante ciò verrà perfettamente compreso da tutti gli altri.

A chi consigliamo WARRIORS ALL-STARS?

Musou ☆ Stars è certamente un titolo rivolto agli appassionati delle IP di KOEI TECMO GAMES, in particolare di quelle assenti in titoli come WARRIORS OROCHI, che fino a questo momento era considerato il “Musou celebrativo” che univa i mondi di Cina e Giappone antichi. In questo titolo i fan potranno imbracciare le armi di Plachta, Arnice, Marie Rose e tanti altri personaggi finora estranei a questo genere di titoli, ma allo stesso tempo potrebbe un po’ scontentare i fan del genere Musou-like per via di meccaniche un po’ troppo semplificate e di un livello di difficoltà decisamente tarato verso il basso rispetto anche ad altri esponenti della stessa casa, specie con l’utilizzo di taluni personaggi (ditemi quello che volete, ma Ryu Hayabusa è talmente forte da sembrare quasi rotto). Se volete avvicinarvi al franchise dei Warriors, forse questo potrebbe essere un bel trampolino, ma vi consiglierei comunque di aspettare una sorta di price cut, piuttosto che acquistarlo al lancio a prezzo pieno.

Non preoccuparti, non disturbi affatto!

  • Il numero di nemici su schermo più alto mai visto
  • Personaggi originali ben caratterizzati
  • Un cast di ospiti d’eccezione…

  • …Bilanciato davvero malissimo
  • Per i veterani è davvero fin troppo facile
  • Pieno di inutili fronzoli inseriti solo “per bellezza”
  • Soffre della sua natura cross-platform
WARRIORS ALL-STARS
3.3

Le stelle di KOEI TECMO non brillano abbastanza

Inutile nascondere la delusione provata subito dopo aver passato le prime ore in compagnia di WARRIORS ALL-STARS. Sebbene sia un titolo in grado di divertire almeno un po’ chi ama i Musou di Omega Force e i fan delle IP di KOEI TECMO GAMES, purtroppo soffre della sua natura cross-platform e non sfrutta al meglio le potenzialità offerte da PS4. La grafica in HD non riesce a sopperire un frame rate tarato verso il basso, ma non è questo il suo più grande difetto: l’ho trovato tanto, troppo facile rispetto ad altri esponenti del franchise, e non tutti i personaggi, a causa della propria natura differente, sono utilizzabili allo stesso modo. Sarà facile prediligere guerrieri armati di spada o lancia a combattenti di DEAD OR ALIVE che invece lottano a mani nude e possiedono un raggio di azione più ristretto e moveset un po’ forzati per questa tipologia di gioco. Nonostante ciò, ci troviamo davanti a un titolo in grado di regalare ore e ore di missioni, seppur ripetitive, e caratteristiche inutili ma dannatamente appaganti come la Musou Rush, ottimo antistress per i momenti in cui volete staccare il cervello e dedicarvi alla macellazione di migliaia di nemici con pochi fendenti. La scelta è vostra: festeggiare il ventennale di Omega Force col Musou più atipico di sempre, oppure attendere Fire Emblem Warriors e DYNASTY WARRIORS 9?

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.