DEATH STRANDING – Recensione

Vesti i panni del fattorino Sam Porter Bridges e riunisci le persone degli ormai distrutti Stati Uniti in DEATH STRANDING, il nuovo titolo di Hideo Kojima. La nostra recensione!

DEATH STRANDING - Recensione

La Terra è ormai sull’orlo della catastrofe. Un misterioso cataclisma è riuscito a decimare l’umanità costringendo i pochi sopravvissuti a vivere nascosti in piccoli rifugi o città bunker. È il Death Stranding. Le porte del mondo dei morti si sono aperte e le anime dei defunti si sono riversate sulla terra sotto forma di orribili creature conosciute come CA. Esse sono capaci di divorare gli esseri umani, vivi o morti che siano, causando come conseguenza un’esplosione di una potenza tale da distruggere un’intera città creando una Voragine. Ma non è tutto, a causa di questo evento anche un fenomeno atmosferico banale come la pioggia ha subito una trasformazione pericolosissima. Il mondo è infatti colpito dalla Cronopioggia, capace di accelerare notevolmente l’invecchiamento di tutto ciò che tocca.

Abbiamo dovuto aspettare anni in cui l’hype nei confronti di questo titolo è cresciuto esponenzialmente, ma ora finalmente DEATH STRANDING è disponibile in tutto il mondo su PlayStation 4. Si tratta del primo titolo di Hideo Kojima a capo di una KOJIMA PRODUCTIONS che non ha niente più a che fare con KONAMI. Creato grazie alla collaborazione con Sony Interactive Entertainment, in questa nuova opera ci troveremo ad esplorare un mondo in rovina nei panni del fattorino Sam Porter Bridges. Grazie a un cast stellare e una delle figure più interessanti del panorama videoludico nipponico alla regia sembrerebbe un capolavoro annunciato, ma sarà davvero così?

DEATH STRANDING - Recensione

  • Titolo: DEATH STRANDING
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Avventura, Action
  • Giocatori: 1
  • Publisher: Sony Interactive Entertainment
  • Sviluppatore: KOJIMA PRODUCTIONS
  • Lingua: Italiano (testi e doppiaggio)
  • Data di uscita: 8 novembre 2019
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: il titolo verrà rilasciato anche su PC nel corso dell’estate

Abbiamo recensito DEATH STRANDING con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da Sony Interactive Entertainment.

Gli Stati Uniti si sono ormai disgregati e, oltre ai problemi causati dalle CA, dei gruppi terroristici sono riusciti a destabilizzare ancora di più le condizioni del paese grazie ad atti estremi. In mezzo alle difficoltà però ci sono delle persone che hanno votato la propria vita ad aiutare gli altri, i fattorini. Sprezzanti dei pericoli esterni, essi effettuano consegne in tutti i rifugi e le città rimaste in piedi, aiutando così i pochi sopravvissuti alla catastrofe. Sam Porter Bridges è un fattorino e, durante una sua consegna, sarà costretto a raggiungere una grotta per ripararsi dalla Cronopioggia. Esso però non sa che all’interno della caverna sono presenti delle CA e, fortunatamente, riesce a scampare al pericolo grazie all’aiuto della misteriosa Fragile.

DEATH STRANDING, la recensione di Akiba Gamers

Nonostante l’invito della ragazza ad unirsi alla sua compagnia di fattorini, Sam deciderà di proseguire da solo verso la meta della consegna. Il suo prossimo incarico prevede il trasporto di un cadavere in necrosi all’inceneritore più vicino, in modo che le CA non vengano a reclamarlo. Purtroppo però quest’ordine non andrà a buon fine e la mancata consegna causerà un’altra tremenda Voragine alla quale però Sam sopravvive. Esso è infatti un Riemerso, ovvero una persona capace di tornare in vita tramite la Spiaggia. Dopo quest’ultima catastrofe Sam riceverà una chiamata dall’ultimo presidente degli Stati Uniti, sua madre, Bridget Strand che in punto di morte darà al ragazzo un nuovo ordine: unirsi all’organizzazione Bridges e ricollegare gli Stati Uniti creando una rete chirale tra tutti i suoi abitanti. E così che, controvoglia, inizierà un viaggio che lo porterà a scoprire i misteri che si celano dietro il Death Stranding.

Army of Me

Dal punto di vista del gameplay DEATH STRANDING è un titolo estremamente particolare e complesso, tant’è che Kojima stesso ha dichiarato in passato di non riuscire ad incanalarlo in un genere specifico. Questo è perché all’interno del gioco si incontrano elementi provenienti da generi differenti, togliendo quindi il titolo da quelli che sono i canoni binari con i quali lo potremo definire. Sullo sfondo di un fortissimo elemento esplorativo grazie a una mappa dalle dimensioni davvero impressionanti troviamo elementi tratti da giochi survival, stealth, horror e persino puramente action. Tuttavia, si tratta di un mix che manca di equilibrio: andando avanti nell’avventura infatti tutti gli elementi di tensione dovuti alla presenza delle CA verranno eliminati grazie alla possibilità di difenderci dai loro attacchi con armi apposite, e non ci sarà più bisogno di nasconderci dai MULI che cercheranno di rubarci i nostri preziosi pacchi perché ci basterà sferrare qualche pugno ben assestato per mandarli a terra e fuggire senza troppi problemi.

DEATH STRANDING, la recensione di Akiba Gamers

Eliminando dunque gli elementi stealth e horror rimangono l’esplorazione e l’azione, oltre che un sistema di risorse e creazione oggetti degno del migliore dei titoli survival in circolazione. Nel corso dell’avventura Sam sarà infatti in grado di recuperare preziose materie prime con le quali creare non solo oggetti utili per il viaggio, ma persino veicoli e strutture capaci di aiutarci durante le fasi esplorative. Tra gli strumenti più utili troviamo i chiodi da arrampicata, con i quali potremo piazzare una corda che ci permetterà di percorrere più facilmente le pareti scoscese, ma anche armi come lo spara-bolas con il quale intrappolare i nemici umani.

Quest’azione sarà fondamentale perché, per quanto possibile, è fondamentalmente sconsigliato uccidere altri esseri umani per quanto aggressivi nei nostri confronti. Se uccideremo qualcuno progressivamente il suo cadavere andrà in necrosi e avremo un tempo limitato per trasportarlo alla fornace più vicina prima dell’arrivo delle CA. Se non dovessimo fare a tempo verrà causata un’altra Voragine che si rifletterà nella mappa di gioco andandone a distruggere una porzione notevole e rendendo così quel luogo non più esplorabile. Si tratta dunque di un dettaglio non indifferente a cui i giocatori dovranno prestare una notevole attenzione, se non vorranno rischiare che la loro avventura venga compromessa in modo definitivo.

Tutte le strade portano a…

Ma passiamo all’elemento chiave del gameplay di DEATH STRANDING, ovvero l’esplorazione. Nei panni di Sam dovremo infatti portare a termine tutte le consegne che i superstiti alla catastrofe ci richiederanno e, per farlo, dovremo attraversare l’intero continente. Potremo scegliere diversi approcci esplorativi, dal camminare lungo dei percorsi predefiniti che potremo notare grazie alla presenza di strade sterrate nel terreno, al cercare il modo per arrivare nel luogo predefinito della nostra consegna nel tempo più breve possibile decidendo di utilizzare il nostro ingegno e gli strumenti in nostra dotazione per arrampicarci su pareti rocciose o addirittura montagne tagliando notevolmente la strada percorsa.

DEATH STRANDING, la recensione di Akiba Gamers

C’è però una cosa di cui dovremo tenere sempre conto, il carico. Avremo infatti un limite di peso trasportabile, che andando avanti nel gioco aumenterà, e dovremo decidere come posizionare i vari pacchetti trasportati da Sam in modo che il tutto sia bilanciato e gli permetta di camminare in modo stabile senza perdere l’equilibrio troppe volte. Se da una parte abbiamo delle infinite possibilità per quanto riguarda l’equipaggiamento e i movimenti del protagonista, l’esplorazione ha un punto debole fin troppo evidente: l’essere poco gratificante e spesso ripetitiva.

Non per fraintenderci, le ambientazioni create da KOJIMA PRODUCTIONS sono qualcosa di visivamente meraviglioso, ma di questo ne parleremo dopo. Il problema sta nel fatto che se decideremo di girare per la mappa senza una missione assegnata, qualsiasi bunker troveremo non sbloccato in precedenza sarà per noi inutilizzabile. E non essendoci altre missioni secondarie che non siano di consegna, questo fa si che l’esplorazione di una determinata regione della mappa senza una missione attiva risulti totalmente inutile. Si tratta di una vera pecca considerando altri titoli dello stesso genere in cui si può davvero esplorare liberamente il mondo di gioco, scoprendo nuove strutture utilizzabili, segreti e missioni secondarie dando così al giocatore una vera e propria gratificazione personale nell’essere riusciti per conto proprio a scoprire nuove aree della mappa. Una sensazione che purtroppo manca all’interno del nuovo titolo di Hideo Kojima.

Human Behavior

Per quanto presenti delle pecche a livello di gameplay, dal punto di vista tecnico DEATH STRANDING è sicuramente un capolavoro. Dal punto di vista grafico ci troviamo di fronte ad un titolo visivamente impeccabile che ci trasporterà in un mondo iper realistico e curato nei minimi dettagli. La scelta di utilizzare volti noti di Hollywood per raffigurare i personaggi principali poi risulta essere estremamente complementare al taglio registico cinematografico che contraddistingue le opere di Hideo Kojima. Esso inoltre viene enfatizzato ulteriormente da una colonna sonora che è qualcosa di realmente straordinario unita a un ottimo lavoro svolto in fase di localizzazione e doppiaggio.

DEATH STRANDING

Il vero fiore all’occhiello di DEATH STRANDING sta però nella sua trama principale e nel modo in cui viene narrata. All’inizio sapremo ben poco di ciò che è successo alla Terra, né tanto meno saranno molto esaustive le informazioni su Sam e sul suo passato. Avanzando nella trama principale Kojima tende a voler confondere il giocatore, mischiando eventi di passato, presente e futuro per non dargli la possibilità di capire quale sia la direzione che vuole prendere la narrazione. Il tutto troverà il suo giusto senso alla fine del gioco, dove finalmente potremo avere un’idea chiara di tutti gli eventi di gioco e dove verranno chiusi tutti gli interrogativi che ci saremo posti nel corso dell’avventura. Ma non è solo la trama principale ad essere incredibile, la cura posta da Kojima nel caratterizzare i nostri comprimari e le loro storie personali è davvero stupefacente. Senza ombra di dubbio ci troviamo di fronte ad una delle migliori esperienza narrative viste negli ultimi anni.

Un altro aspetto davvero interessante di DEATH STRANDING sta nel suo multiplayer. All’inizio della propria partita il giocatore verrà automaticamente inserito in un gruppo di giocatori provenienti da tutto il mondo e ogni volta che collegheremo una nuova area alla rete chirale avremo la possibilità di interagire con loro in una maniera del tutto particolare. Non solo avremo modo di lasciare nella mappa di gioco cartelli per avvisare pericoli, o per consigliare la direzione da intraprendere ma persino gli oggetti che utilizzeremo durante l’esplorazione, come le scale e i chiodi da arrampicata permettendo a tutti di utilizzarli. Ovviamente ci sarà anche l’effetto contrario quindi ci capiterà spesso di trovare strutture già pronte per il nostro uso o di capire quale direzione intraprendere grazie agli strumenti lasciati in giro dagli altri giocatori in un mondo di gioco che sarà in continua evoluzione grazie all’ausilio degli altri. Un’ottima scelta che va a riflettere quello che è il tema principale del titolo, connettersi con le persone.

Sviluppato da KOJIMA PRODUCTIONS, DEATH STRANDING è uno dei titoli più attesi dell’ultima decade e vanta la partecipazione di Norman Reedus, Mads Mikkelsen e Léa Seydoux e ulteriori apparizioni del regista vincitore dell’Academy Award Guillermo del Toro, l’attore e presentatore televisivo Conan O’Brien e l’ideatore dei The Game Awards nonché personalità del mondo videoludico, Geoff Keighley. DEATH STRANDING narra la storia di Sam Porter Bridges, che dovrà viaggiare attraverso un paesaggio devastato per salvare l’umanità dall’annientamento imminente, dopo che misteriose esplosioni hanno scatenato una serie di eventi soprannaturali e creature ultraterrene hanno cominciato a infestare il mondo.

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A chi consigliamo DEATH STRANDING?

Senza ombra di dubbio DEATH STRANDING è uno di quei titoli che è consigliato a tutti quei giocatori che sono alla ricerca di una storia coinvolgente e ricca di suspance e colpi di scena. Nonostante i problemi evidenziati il gameplay risulta comunque scorrevole e non troppo difficile rendendo il titolo accessibile anche a chi non è un esperto di giochi action o di avventura. Grazie alla localizzazione e al doppiaggio italiano anche chi generalmente ha problemi con l’inglese può goderselo senza perdersi nemmeno una linea dei dialogo.

DEATH STRANDING

  • Tecnicamente è un capolavoro
  • La trama principale ci terrà incollati allo schermo
  • L’innovativo sistema di interazioni online
  • Gameplay ambizioso e allo stesso tempo semplice…

  • …Ma che spesso può risultare ripetitivo
  • IA dei nemici troppo semplice anche nei livelli di difficoltà più alti
  • Senza avere una missione l’esplorazione è poco gratificante
DEATH STRANDING
4.5

L’alba di un nuovo genere

Ogni volta che Hideo Kojima annuncia un nuovo progetto, il mondo dei videogiocatori entra in una sorta di reverenziale crisi mistica in cui attende con ansia ogni stralcio di informazione che il maestro rilascerà sulla sua prossima opera. Questo è successo anche con DEATH STRANDING è devo ammettere di essere stato tra i tanti affascinato da un titolo che, finché non ho avuto modo di giocare, avevo quasi difficoltà a comprendere. Questo perché la direzione intrapresa da Kojima stavolta non è lineare né banale, DEATH STRANDING è un progetto ambizioso che vuole rivoluzionare l’industria non solo videoludica, ma quella dell’intrattenimento in generale. Abbiamo già visto altre compagnie produrre film interattivi interpretati da attori celebri, in cui però il gameplay era davvero limitativo. Kojima vuole spingersi oltre cercando di implementare degli elementi di gameplay provenienti da diversi generi videoludici, riuscendoci però solamente in parte. Parliamoci chiaro, DEATH STRANDING è un capolavoro a cui però manca qualcosa. La ripetitività del gameplay e la sua poca varietà, soprattutto nelle fasi avanzate di gioco, sono una pecca da tenere in conto ma che passa in secondo piano se si va ad analizzare il titolo nel suo complesso. Una trama affascinante, avvincente, con dei comprimari interessanti e dalle storie che spesso vi faranno scendere una lacrima, una colonna sonora praticamente perfetta e un mondo di gioco realizzato in maniera impeccabile sono dei pilastri che sorreggono un gameplay che è si divertente, ma che sarebbe potuto essere qualcosa di più. Detto ciò resta comunque uno dei migliori titoli di questa generazione di console, e sicuramente un ottimo trampolino di lancio per la carriera in solitaria di KOJIMA PRODUCTIONS.

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.

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