Attack on Titan: The Final Season – Part 2 – Recensione

La seconda parte della Stagione Finale si è da poco conclusa: la nostra recensione della trasposizione anime di uno dei manga più celebri degli ultimi anni.

Attack on Titan: The Final Season - Part 2 - Recensione

Ci lascia un po’ con l’amaro in bocca Attack on Titan: The Final Season – Part 2. Se da una parte fin da subito si era capito che la seconda parte della stagione conclusiva non sarebbe riuscita a adattare tutto l’arco narrativo finale del manga cult degli ultimi dieci anni, forse da una parte ci speravamo un po’ tutti: un viaggio lungo e tortuoso, quello dell’anime tratto dal successo di Hajime Isayama, che sembra ancora non voler lasciarci. Appuntamento con la terza, e si spera ultima, parte della stagione finale di Shingeki no Kyojin a inizio 2023. I 12 episodi che hanno composto la seconda parte della Final Season sono disponibili interamente su Crunchyroll, in lingua originale sottotitolati: al momento non sembra esserci possibilità di un eventuale doppiaggio. Seguendo questo link potrete invece ritrovare le nostre impressioni sulla prima parte di questa Final Season.

Attack on Titan: The Final Season - Part 2 - Recensione

  • Titolo originale: Shingeki no Kyōjin: The Final Season – Part 2
  • Titolo inglese: Attack on Titan: The Final Season – Part 2
  • Uscita giapponese: 10 gennaio 2022
  • Uscita italiana: 11 gennaio 2022
  • Piattaforma: Crunchyroll
  • Genere: horror, fantapolitico, psicologico, azione
  • Numero di episodi: 12 (completo)
  • Durata: 23 minuti circa
  • Studio di animazione: MAPPA
  • Adattato da: manga di Hajime Isayama
  • Lingua: giapponese (audio), italiano, inglese, portoghese, spagnolo, francese, tedesco, russo, arabo (sottotitoli)

Abbiamo recensito Attack on Titan: The Final Season – Part 2 tramite la piattaforma streaming Crunchyroll.

La scelta di non affrettare il finale

Se da una parte la notizia, prevedibile, di un’ulteriore divisione della stagione finale abbia suscitato malcontenti o comunque perplessità, bisogna notare come sia stato funzionale per una distensione necessaria delle vicende che riguardano l’ultima parte del manga. La deriva ideologica intrapresa da Eren e la decisione di attivare il Boato per distruggere gli oppressori degli abitanti di Paradis, con le conseguenze fantapolitiche derivanti da questa imposizione, sono state trattate in modo non frettoloso e con la giusta cadenza ritmica e narrativa. Questo ha permesso di comprendere appieno i passaggi più delicati e meccanici che, incontrovertibilmente, hanno segnato gli sviluppi successivi ma hanno, di riflesso, anche spiegato molti passaggi precedenti. La narrazione si è concentrata sull’adattamento di 15 capitoli (dal 115 al 130), non affrettando le tempistiche o tagliando eventuali pezzi non rilevanti. Al contrario, sono stati rimodulate alcune sequenze in modo da riuscire a far fluire la diegesi e l’efficacia narrativa nella trasposizione animata, che in ogni caso differisce lievemente da quella cartacea, anche solo per delle sfumature di dialoghi o di posizionamento dei personaggi. Questo espediente si pone come un’aggiunta ulteriore di senso per chi ha già letto il manga, conferendo una visione ulteriore anche dei risvolti psicologici dei personaggi principali. Anche solo il posizionamento dei soggetti da angolature differenti (come Eren che guarda se stesso bambino nei ricordi dentro la Coordinata) è la rappresentazione della differente visione di soggettività e l’implementazione da parte dell’autore (che ricordiamo essere comunque a supervisione anche della trasposizione animata) di aggiungere delle sottili ombreggiature aggiuntive che strizzano un po’ l’occhio a chi il manga lo ha già concluso.

 

CrunchyrollQuesto anime è disponibile sottotitolato in italiano su Crunchyroll, la prima piattaforma online internazionale completamente dedicata al mondo dell’animazione giapponese, dei manga e dei drama. Puoi guardare gratuitamente Crunchyroll sul tuo PC, sul tuo smartphone e sulla tua console iscrivendoti con un account gratuito oppure sottoscrivendo un piano di abbonamento mensile che ti permetterà di seguire gli anime in simulcasting con il Giappone.

Nonostante la Final Season dell’Attacco dei giganti abbia ricevuto, soprattutto nelle prime battute, delle forti critiche da parte di chi non apprezzava il lavoro svolto dallo Studio MAPPA, più aderente per certi versi alla deriva grafica quanto contenutistica che il manga di Hajime Isayama ha assunto dopo il time skip, bisogna notare come in particolare le ultime due puntate di questa seconda parte dell’ultima stagione abbiano portato una potenza intrinseca di animazione e di determinate scene. Il particolare del sangue che schizza sul tetto dopo che Mikasa ha ucciso numerosi Jageristi, la CGI i utilizzata a favore dell’accrescimento di intensità emozionale unita alla musica epicamente incalzante nelle scene della marcia dei giganti colossali, sono degli esempi di studio registico atto a risollevare probabilmente la serie dalle critiche.

Se da una parte, infatti, la macchinosità dell’animazione in certi punti permane, bisogna notare come vi sia stato da parte di Mappa uno sforzo ulteriore per cercare di sopperire a delle evidenti mancanze all’inizio del loro lavoro sull’anime di Attack on Titan. Questo ha permesso all’animazione, in generale, di sganciarsi da una mancanza di spessore grafico, forse accentuato anche da una trattazione del comparto del color design non estremamente curata, per compensare sul lato dell’azione, dei movimenti di macchina virtuali e dell’animazione ibrida, implementando all’animazione tradizionale la computer grafica in tecnica mista.

A te tra 2000 anni…

In linea generale la trattazione della seconda parte di questa stagione finale non ha destato particolari critiche dal punto di vista della trasposizione narrativa perché, come affermato in precedenza, la ricchezza degli elementi della storia cartacea che sono stati mostrati è notevole, a differenza di quello che ci si poteva aspettare temendo che in soli 12 episodi venissero raccontati tutti i numerosi avvenimenti che si accavallano a catena alle azioni e reazioni scatenate da Eren nel finale. Questo ha permesso di comprendere ancora meglio i sentimenti dei personaggi e la loro caratterizzazione, che bisogna notare come, dopo la simbolica “scena del mare” e quindi il time skip che intercorre tra questa e le vicende narrate dalla trasposizione Mappa, siano forse il tema principale per la comprensione di tutta la vicenda. E lo spazio che viene loro riservato è emblematico per comprendere come effettivamente le conseguenze di tutti gli ultimi eventi siano dettati dal singolo, piuttosto che dalla massa.

Che sia Eren, che sia Ymir, poco importa: il desiderio di rivalsa rispetto all’oppressore non conosce limiti, ed è in grado di scatenare un potere illimitato in grado potenzialmente di distruggere il mondo. “A te tra 2000 anni” è la richiesta e il messaggio che ora sappiamo chi sia stato a inviare: Ymir è la rappresentazione dell’agnello sacrificale, l’incipit di un vortice di risentimento che ha come obiettivo finale, almeno apparentemente, Eren. Egli è colui che potrà mettere fine al giogo di oppressori e oppressi, ma si pone come vittima egli stesso di un’ideologia erroneamente interpretata che lo porta a decidere di distruggere il mondo intero per salvare i suoi amici e tutti gli abitanti di Paradis, considerati dei demoni dai Marleyani e dagli Eldiani stessi che vivono fuori le mura. Ma questo desiderio deviato di porre fine alla sofferenza lo porta drasticamente a infierire sulla definizione stessa del mondo narrativo, attraverso l’espediente utilizzato da Isayama della possibilità da parte del Gigante d’Attacco di poter vedere i ricordi futuri del portatore successivo del potere, in modo da modificare il futuro e di conseguenza il passato, amplificato dalla visione da parte di Eren delle prospettive future delle proprie conseguenze dopo che il Gigante Progenitore è entrato in contatto con un membro della famiglia reale, cioè Historia.

La seconda parte della Stagione Finale de L’attacco dei giganti si dimostra essere un buon adattamento da parte dello Studio Mappa, che in linea generale si risolleva dalle pesanti critiche derivate dalla Prima Parte e che cerca di lasciare quella distensione narrativa di cui questa serie necessita anche nella sua trasposizione animata. La scelta di adattare solamente una parte dell’arco narrativo finale, premettendo una terza parte forse può sembrare una scelta in qualche modo non convincente, ma di sicuro permette di trattare con la doverosa tranquillità e attenzione il finale di una serie che ci accompagna ormai da più di dieci anni.

A chi consigliamo Attack on Titan: The Final Season – Part 2?

Come di consueto, si consiglia la visione della seconda parte de L’attacco dei giganti- Stagione Finale principalmente a chi segue in modo regolare la serie dalle prime stagioni, anche perché questi episodi in particolare sono esplicativi di alcuni meccanismi propri di tutta la storia che qui vengono esplicitati e che quindi fungono da chiave di lettura per quello che è venuto prima. La storia di Ymir, inoltre, è funzionale per comprendere tutta la lore del mondo de L’attacco dei giganti. Nonostante ciò, la serie è strutturata narrativamente molto bene da essee comprensibile e coerente anche per chi dovesse eventualmente decidere di passare dalla lettura del manga alla visione della serie anime.

  • Animazione che riesce a ben bilanciare 2D e CGI, potenziandola
  • Dilatazione narrativa che permette di apprezzare ogni sfumatura della storia
  • Musiche sempre in grado di potenziare l’azione grafica e narrativa

  • Animazioni a volte macchinose e impacciate
  • Ancora una volta, dobbiamo aspettare per poter vedere il vero finale!
Attack on Titan: The Final Season - Part 2
3.8

Sulla strada verso la fine

La seconda parte della quarta stagione di Attack on Titan è un buon ponte di congiunzione tra la prima parte della nuova dinamica narrativa intrapresa dopo lo sbarco a Marley affrontata all’inizio dell’ultima stagione e il vero e proprio finale, atteso per il 2023, in cui si espliciteranno tutte le conseguenze derivanti dal Boato attivato da Eren. Anche questa trasposizione animata, così come la precedente sempre ad opera dello Studio MAPPA, si riconferma essere molto attento alla convergenza di due stili di animazione in grado di potenziare ai massimi livelli le dinamiche di azione, che in questa seconda parte sembrano raggiungere dei livelli tecnici estremamente alti. La distensione che viene riservata all’interiorità dei personaggi, alle loro pulsioni e alle loro incertezze interiori è quel contrappunto in grado di rendere L’attacco dei giganti un anime fantapolitico, imponendo un’introversione necessaria a introdurre l’atteso, controverso finale.

Una mahō shōjo che vive sommersa tra libri e fumetti, Pokémon e dadi di D&D. Divoratrice compulsiva di film e serie TV, nel tempo libero complotta con il suo gatto per conquistare il mondo. Sogna un giorno remoto di disegnare una storia a fumetti incentrata su una campagna di Dungeons & Dragons.

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