Gal*Gun Returns – Recensione

Gal*Gun Returns - Recensione

Da imbranato nell’ombra ad idolo delle donne in un secondo: tutto può accadere se un cupido pasticcione esagera con le sue frecce magiche e ci rende, improvvisamente, l’oggetto dei desideri di (quasi) ogni ragazza presente in Gal*Gun Returns.

C’è stato un momento in cui Microsoft ha scelto di puntare con forza sul Giappone, realizzando una serie di titoli smaccatamente rivolti all’utenza dell’arcipelago. Un periodo, quello di Xbox 360, in cui non avrebbe stupito giocare sulla console statunitense JRPG del calibro di Blue Dragon e The Last Remnant. Non furono, però, soltanto queste le incursioni del colosso di Redmond all’interno del mondo degli otaku che si aggirano per i vicoli di Akihabara, dato che non mancarono anche produzioni minori, decisamente più piccanti, in grado di avvicinarsi ancor di più ai gusti di quella lontana platea.

E tra questi lavori non possiamo che citare un curioso on rail shooter, che proprio in questi mesi ha compiuto dieci anni, e che si è deciso a tornare a grandi balzi anche su Nintendo Switch e PC, grazie a Gal*Gun Returns.

Gal*Gun Returns - Recensione

  • Titolo: Gal*Gun Returns
  • Piattaforma: Nintendo Switch, PC
  • Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
  • Genere: Rail Shooter, Arcade
  • Giocatori: 1
  • Publisher: PQube
  • Sviluppatore: INTI CREATES
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 12 febbraio 2021
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: remake dell’originale Gal*Gun, rilasciato per la prima volta in Giappone nel 2011

Abbiamo recensito Gal*Gun Returns con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da PQube.

Questione di feeling

Tenzou è il classico adolescente figlio di centinaia e centinaia di manga e anime, il classico imbranato con le donne che si ritrova a vivere la propria giovinezza in perenne ricerca dell’amore. Una situazione che abbiamo già visto, letto o, perché no, vissuto mille e più volte, ma che come tradizione vuole è destinata a subire un repentino cambiamento. Tutto, difatti, subisce una svolta improvvisa quando la sbadata cupido Patako, nel tentativo di superare il proprio esame alla scuola delle divinità, finisce per tempestare di frecce il nostro povero Tenzou, scatenando in lui un cambiamento inimmaginabile: data l’enorme carica erotica dei dardi, difatti, lo studente si ritrova improvvisamente ricolmo di una carica feromonica mastodontica, capace di attrarre senza riserva tutte le donne in cui si imbatte.

C’è però un piccolo problema, come gli comunica la stessa Patako: se entro 24 ore non riuscirà a trovare il vero amore, la sua carica attrattiva finirà per mutarsi in repulsione, condannandolo così ad una vita di miseria e solitudine.

Gal*Gun Returns - Recensione

Toccherà pertanto a Tenzou scegliere la destinataria delle proprie attenzioni amorose tra quattro ragazze disponibili, che stranamente saranno le uniche a resistere al suo improvviso fascino, e che dovremo pertanto conquistare facendoci strada tra orde di studentesse (e professoresse) desiderose di ricoprirlo di affettuose attenzioni. Estremamente surreale ed assurda, la narrazione che fa da cornice al gameplay di Gal*Gun Returns non brilla certo per qualità, visti i numerosi cliché di cui è letteralmente ricolma, ma si lascia comunque seguire con piacere, pur non presentando particolari guizzi di scrittura.

Di sicuro, date le premesse bislacche, era difficile aspettarsi qualcosa di più, considerando che il nocciolo dell’azione ruoterà principalmente attorno ai piccoli elementi ecchi che hanno reso celebre il debutto della serie (e gli episodi successivi). Non troppo originale anche la caratterizzazione delle quattro waifu che potremo conquistare, ognuna incarnante uno dei classici stereotipi del mondo nipponico.

A caccia di donne

Una volta scelta la nostra route, Gal*Gun Returns metterà sul piatto un’azione di stampo prettamente on rail shooter, sulla falsa riga di Time Crisis, chiedendoci di affrontare cinque distinti capitoli (per ciascuna ragazza), durante i quali dovremo colpire tramite il nostro Pheromone Shot, il particolare potere concessoci da Patako, ogni figura femminile incontrata: in soldoni non faremo altro che muovere il mirino visibile sullo schermo, nel tentativo di colpire tutte le fanciulle che ci si getteranno contro, nel tentativo di fermare le loro avances. Sarà, ovviamente, necessario un certo numero di colpi per metterle al tappeto, ma se saremo particolarmente abili da scovare il loro “punto segreto” (non di pressione!), potremo toglierle di mezzo con un singolo dardo. Non mancheranno, ovviamente, elementi più coriacei, come le varie professoresse, che richiederanno una dose più alta di feromoni per essere messe al tappeto, ma in questi casi, oppure quando lo schermo sarà invaso da numerose donzelle, potremo ricorrere a un colpo speciale, capace di dare vita alla Doki Doki Mode.

Doki Doki Mode

Si tratta di una sorta di mini-gioco, durante il quale ci troveremo al cospetto del modello tridimensionale della fanciulla scelta, di cui dovremo calmare i bollenti spiriti colpendo le varie zone del corpo, fino al riempimento di un apposito indicatore. Riuscire nell’intento genererà una potente onda d’urto, simile ad una vera smart bomb, che eliminerà tutte le donne presenti sullo schermo. A chiudere il cerchio delle opzioni ludiche troviamo i vari scontri con la ragazza della route selezionata che, pur non rifuggendo alle meccaniche shooter base, accompagneranno il tutto con alcune derivazioni del caso, come il dover colpire dei punti di una gabbia, sfidare dei guardiani spirituali e molto altro. A spezzare la routine del tutto troviamo anche una spruzzata di dialoghi a scelta multipla, che uniti a un insieme di statistiche serviranno a determinare l’esito della nostra operazione di conquista finale. Si tratta, in definitiva, di un sistema di gioco estremamente semplice e lineare, decisamente piatto e privo di guizzi, che ha soltanto negli scontri alla fine di ciascun capitolo i suoi momenti migliori. Il resto scorre lungo stage dalle dinamiche sempre uguali a loro stesse, e che non richiedono particolari abilità o approcci per essere superati, restituendo al giocatore una sensazione di piattezza e monotonia sin troppo marcata. È innegabile che se non fosse per gli elementi vagamente ammiccanti, tutto avrebbe finito per cadere sin troppo rapidamente nel dimenticatoio.

Lasciati guardare

A rinvigorire l’offerta dello story mode, Gal*Gun Returns provvede con una serie di attività collaterali, che prevedono anche una ampliamento della campagna principale. Raggiungendo il true ending con una delle quattro ragazze, difatti, sbloccheremo il Doki Doki Carnival, un vero e proprio proseguo narrativo delle vicende, che invero aggiunge molto poco a livello ludico: in pratica ci ritroveremo a percorrere livelli in cui utilizzeremo unicamente la Doki Doki Mode per ammaliare più ragazze contemporaneamente. Tutto qua, ancora una volta senza che sia richiesta al giocatore una particolare abilità. A completare il quadro delle divagazioni ludiche abbiamo anche il classico Time Attack Mode, in cui affronteremo i vari stage senza essere interrotti dagli intermezzi narrativi, il tutto in cerca del miglior punteggio possibile.

Presente anche una gallery, dove potremo ammirare gli artwork sbloccati giocando, oppure acquistarne di altri tramite i punti accumulati durante le varie run. Immancabile anche una feature che ci permetterà di vestire a piacere i modelli delle ragazze sbloccate durante il gioco, la classica chicca per gli amanti delle personalizzazioni. In pratica, ad eccezione della presenza dei vari DLC resi disponibili a suo tempo, Gal*Gun Returns non è altro che la copia fedele di quanto già visto 10 anni fa su Xbox 360, con soltanto una intro animata inedita ed un comparto grafico leggermente più pulito a distinguere la nuova iterazione dalla release originale. Un’offerta che, onestamente, se rapportata al prezzo di commercializzazione fissato a 49,99 Euro, ho trovato leggermente sbilanciata verso il basso.

Gal*Gun Returns

A chi consigliamo Gal*Gun Returns?

Ingenuo nel gameplay e monocorde nello sviluppo, Gal*Gun Returns è un titolo che si rivolge senza dubbio alla nicchia degli amanti sfegatati delle produzioni nipponiche, di cui il titolo INTI CREATES incarna tutta la debordante follia. Un on rail shooter elementare, che punta tutto sul presentare elementi velatamente ammiccanti, che si lascia giocare senza troppi sbattimenti, ma che proprio per questo potrebbe annoiare un po’ troppo in fretta.

Somma le eroine principali, gli angeli e tutti gli studenti/docenti dell’accademia di Gal*Gun Returns e ottieni un immenso cast, con oltre 70 personaggi! In aggiunta agli studenti e ai docenti, potresti pure imbatterti in alcune signorine che sono un raro avvistamento! Usa la tua Pistola a Feromoni per fermare le orde di ragazze che cercano di confessarti il loro amore, e potresti arrivare a un felice finale con il tuo unico vero amore! Ogni ragazza possiede un punto debole su cui la Pistola a Feromoni è più efficace! Saprai di averlo trovato quando vedrai apparire cose come 「ハッ」 e 「キュン」! Tieni ferma la mira e colpisci quel punto, provocando così un Colpo d’Estasi che renderà euforica la ragazza in un colpo solo.

Acquista Gal*Gun Returns per Nintendo Switch seguendo questo link al prezzo di 49,99 €. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!

  • Visivamente gradevole
  • Scontri di fine livello piacevoli

  • Gameplay ripetitivo
  • Nessuna novità rispetto all’originale
  • Prezzo un po’ eccessivo
Gal*Gun Returns
2.5

Un ritorno agrodolce

Gal*Gun festeggia dieci anni dal proprio debutto, ma confesso che i festeggiamenti iniziati tramite questo Returns sono risultati decisamente un po’ troppo fiacchi. Il ritorno di Tenzou, difatti, si è limitato a riproporre in maniera sin troppo pedissequa quanto già giocato in origine e, considerando la risicatezza dell’offerta ludica di questo primo episodio della saga, sarebbe stato lecito aspettarsi qualche ritocchino. Decisamente più acerbo rispetto ai capitoli successivi della serie, Gal*Gun Returns ha il suo perché soltanto se inquadrato nell’ottica di recupero di un titolo a suo modo storico e, sicuramente, particolare, ma il cui prezzo di vendita risulta quanto mai ingiustificato in rapporto all’offerta.

Gamer cresciuto all’ombra del tubo catodico, sia in casa che in sala giochi, amante del Giappone in ogni sua forma, traduttore freelance e aspirante musicista non ancora pronto ad appendere lo strumento al chiodo. Quando non sogna di attraversare per l’ennesima volta l’incrocio di Shibuya, si diletta con ogni tipo di console presente sulla terra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà reso pubblico.I campi obbligatori sono contrassegnati con *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.