Bullet Girls: fucili, studentesse e secchiate di fanservice

In attesa del nuovo Bullet Girls Phantasia, ripercorriamo i passi della particolare serie che unisce delle pericolosissime ragazze armate, uno sparatutto in terza persona, e fanservice a profusione: Bullet Girls!

Bullet Girls 2

Era il 7 maggio del 2014 quando D3 PUBLISHER, un po’ a sorpresa, esordì sulle pagine di Famitsu annunciando il futuro arrivo su PS Vita di un particolare titolo dai toni piccanti: Bullet Girls. La compagnia produttrice nipponica non è nuova alla realizzazione di titoli del genere, basti pensare che tra le sue file può contare su giochi del calibro di Onechanbara, serie che non si è mai vergognata di nascondere le grazie delle proprie eroine.

Lo scopo del gioco fu chiaro fin da subito: quasi come fosse una corsa automobilistica, la compagnia di Tokyo ha tentato di posizionarsi esattamente dietro Marvelous!, che qualche mese prima è riuscita a far debuttare il suo SENRAN KAGURA Burst sui Nintendo 3DS occidentali ottenendo un discreto successo, quasi a volerne sfruttare la scia. Da cosa lo si capisce è presto detto: sebbene entrambe le serie siano piene zeppe di fanservice e belle ragazze, SENRAN KAGURA ha originariamente narrato una storia costellata di giovani shinobi a conoscenza di letali arti ninja, mentre dalla parte di Bullet Girls veniva offerto tutto l’opposto, ovvero abilissime ragazze soldato addestrate nell’utilizzo di armi da fuoco.

Il titolo ha finalmente debuttato sugli scaffali nipponici nell’agosto del 2014 come sparatutto in terza persona. Anche se non era decisamente il migliore del suo genere, la presenza di provocanti ragazze che, a seconda dei colpi subiti, venivano pian piano private dei loro indumenti, ha fatto subito breccia tra i giocatori nipponici. Sfortunatamente però, solo tra quelli. Il gioco, infatti, ha avuto un forte impatto ed è stato ben accolto, ma non benissimo. Per questo motivo, si è deciso di tenerlo confinato all’interno del Sol Levante, senza mai offrirgli la possibilità di respirare almeno una volta l’aria occidentale.

In patria, il gioco ha riscosso apprezzamenti tali da spingere la compagnia a creare un sequel, Bullet Girls 2, annunciato originariamente nel corso del 2015. Questo secondo capitolo, che ha debuttato in Giappone nell’aprile del 2016, è andato leggermente a migliorare quelli che erano i punti deboli del suo predecessore, offrendo una storia vagamente più accattivante e degnando finalmente le protagoniste di un’accademia rivale, dal momento che all’interno del primo le protagonista erano state costrette a farsi la guerra tra di loro. Purtroppo, anche in questo caso, bene ma non benissimo. Il titolo aveva una marcia in più, ma ancora la sua velocità non è bastata per sfondare il muro nipponico, che lo ha tenuto nuovamente lontano dagli occhi occidentali.

Ormai la serie sembrava sconfitta, apprezzata quanto basta in Giappone ma non nel resto del mondo. Nel 2016 non venne annunciato alcun eventuale sequel. Ma tra le tante lezioni che la vita ci può insegnare nel suo corso una è sicuramente “mai vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”. Proprio per questo motivo, nel 2017, quando nessuno se lo sarebbe aspettato, ecco che D3 PUBLISHER e le ragazze di Bullet Girls tornano alla carica… più o meno.

Se nei due passati titoli continuava a mancare qualcosa, qualcosa di cui abbiamo ampiamente parlato nelle apposite recensioni di Bullet Girls e Bullet Girls 2, la compagnia pare non aver capito minimamente il problema che affliggeva la serie, e invece che darle semplicemente quel poco che le mancava (tra cui rivali sempre nuove) ha ben deciso di spedire le tanto amate protagoniste in un setting fantasy, affiancando le ragazze con tecnologiche e moderne armi da fuoco a quelle con spada e armatura.

Per quanto conosca e possa aver apprezzato, anche se non a livelli altissimi, questa particolare serie, devo ammettere che questo Bullet Girls Phantasia mi ha lasciato alquanto perplesso, confuso… ma curioso. Curioso di vedere cosa la compagnia ha in mente, di cosa D3 PUBLISHER può aver pensato di così tanto interessante da spingere le studentesse dell’Accademia Misakimori a passare dagli scontri a fuoco contro accademie rivali, al combattere contro orde di mostri dall’aria poco rassicurante.

Come premesse il gioco non sembra poi tanto male, nonostante si vada a perdere in parte l’atmosfera di sparatutto in terza persona offrendo un personaggio, parliamo della nuova eroina fantasy armata di spada. Quello che possiamo sperare è che, nonostante tutto, la serie non venga snaturata più di tanto in favore di qualcosa molto a livello close combat di cui, ormai, SENRAN KAGURA fa da padrone indiscusso.

Per avere un titolo come si deve, ci auguriamo che questo Bullet Girls Phantasia possa offrire scenari dispersivi e ben realizzati, popolati da creature che non siano un semplice copia e incolla del solito mostro spammato all’inverosimile, modalità di tortura nuove, visto e considerato che siamo in una realtà fantasy quasi feudale dove si può tranquillamente ricreare qualcosa di particolare e mai visto prima, ma soprattutto, e ripeto soprattutto, più di una sola eroina inedita.

Esatto! Per quanto bella e intrigante, la nuova e bionda combattente armata di spada al momento è l’unico personaggio novità presentato dagli sviluppatori. Sinceramente in cuor mio mi aspetto davvero molto di più in quanto a ragazze giocabili, e mi auguro davvero che la compagnia abbia in serbo ancora tantissime sorprese da questo lato, che magari verranno rivelate pian piano in vista dell’uscita del gioco.

Una sola cosa è sicura: solo provando con mano la nuova fatica della compagnia sarà possibile capire la motivazione che li ha spinti a utilizzare questo setting. Intrigante, ma non propriamente fedele a quella che originariamente era la serie di base.

Dal nostro canto, non vediamo davvero l’ora di metterci sopra le grinfie e partire per questa imprevedibile avventura!

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.