Bullet Girls 2 – Recensione

Bullet Girls 2 – Recensione

bullet-girls-2-recensione-boxartLe nostre soldatesse preferite sono tornate e, dopo un intenso e piccante addestramento alle armi, sono finalmente pronte ad affrontare le loro prime rivali. Aya, Yurina, Remi, Tsukiyo, Sakai, Minagi, Aki e Mai dovranno adesso vedersela con le pericolose ragazze dell’Istituto Privato Elda, che le metterà di fronte alle spietate Ran, Jelly, le sorelle Kasumi e Kirino, Miu e la provocante Chiharu.

Impugniamo le nostre armi, scendiamo nei campi di battaglia e dimostriamo alla scuola rivale di che pasta siamo fatti, facendoci largo tra innumerevoli soldatesse semplici fino ad arrivare a loro: i pericolosissimi membri del Ranger Club avversario. La sfida inizia a farsi intensa! Quale tra l’Istituto Privato Elda e l’Accademia Privata Misakimori riuscirà a portarsi a casa la vittoria? Solo le nostre abilità potranno deciderlo!

Dopo i numerosi apprezzamenti ricevuti per il primo capitolo della serie, D3 PUBLISHER richiama alle armi il suo team per realizzare Bullet Girls 2, nuovo capitolo dello sparatutto in terza persona che vede come protagoniste non il solito gruppo di studentesse qualsiasi, ma i membri del Ranger Club: ragazze ben addestrate che, se provocate, non staranno di certo con le mani in mano, ma potrebbero farvi ingerire del sano e buon piombo in un batter d’occhio. Guardatevi le spalle!

  • Titolo: Bullet Girls 2
  • Piattaforma: PlayStation Vita
  • Genere: Sparatutto in terza persona
  • Giocatori: 1
  • Software house: D3 PUBLISHER
  • Sviluppatore: Shade
  • Lingua: Giapponese (testi e doppiaggio)
  • Data di uscita: 21 aprile 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: indumenti intimi e costumi alternativi
  • Note: costruito sulla falsariga di SENRAN KAGURA, ancora esclusivo per il Giappone

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Sebbene il primo titolo fosse piuttosto lontano dalla perfezione, mi sono avvicinato alla serie acquistandone il primo episodio in uno dei tanti negozietti di Akihabara, curioso di provare questo particolare sparatutto con elementi ecchi. Il mio approccio non fu dei peggiori, ma sentivo che mancava ancora qualcosa, quel qualcosa che questa seconda iterazione ha dichiarato di possedere sin dalla diffusione delle prime informazioni… e ovviamente non ci ho pensato due volte a metterci sopra le mani. Eccoci finalmente giunti a tirare le somme di Bullet Girls 2 con la classica domanda di rito: riuscirà a surclassare il suo predecessore?

Alle armi!

Già dal primo avvio del gioco, non appena selezionata la modalità principale, pronti a impugnare nuovamente le armi e a controllare una delle svariate protagoniste, ci verrà offerta una particolare scelta: dal momento che lo story mode offre un maggior numero di personaggi e una scuola rivale, questo secondo capitolo della serie permetterà ai giocatori di immergersi nella trama sia dal punto di vista dell’Accademia Privata Misakimori che da quello dell’Istituto Privato Elda. Non sarà necessario terminarne una prima di sbloccare l’altra, dal momento che sono entrambe disponibili sin dal principio, quindi sarà sia possibile affrontare per prima quella di nostro gradimento, sia portarle avanti contemporaneamente, in modo da capire di pari passo come si sta preparando una scuola e cosa sta facendo l’altra in quel preciso frangente di storia.

"Ma te... sei per caso imparentata con un certo Full Frontal?"

“Ma te… sei per caso imparentata con un certo Full Frontal?”

Ahimé, come accaduto con il primo Bullet Girls, anche la trama offerta da questo nuovo gioco sarà abbastanza lontana dall’essere accattivante, né riuscirà a offrire una narrazione enfatizzante e ricca di misteri o complotti degni di un gioco di “guerra”, se comunque di guerra si può parlare. Una volta immersi nel titolo apprenderemo che si tratta della classica sceneggiatura degna di una tranquillissima serie animata di stampo nipponico, narrata sempre tramite modelli poligonali dei personaggi su schermo che interagiscono fra di loro, senza offrire minimamente alcuna sorta di filmato.

Panties are the Key of Victory

Stavolta i personaggi giocabili offerti da Bullet Girls sono tanti e, ciascuno di essi, così come nel precedente capitolo, disporrà di un’arma preferita di default con la quale sarà specializzato. Inutile dire che equipaggiandola o meno, l’arma da loro prediletta non offrirà nessun bonus particolare né farà più danni, quindi possiamo tranquillamente ignorare le preferenze delle ragazze e, in barba a tutto, personalizzare i tre slot adibiti alle armi da fuoco, che ci serviranno a intercambiare le stesse in ogni missione mediante la semplice pressione del tasto triangolo. Tuttavia, in questo capitolo, ciascuna delle soldatesse avrà a disposizione una sorta di mossa o abilità speciale, denominata Scramble Over Drive, che cambierà da personaggio a personaggio; c’è chi sarà in grado di recuperare vita, chi aumenterà la difesa, chi potrà contare su un boost momentaneo nell’attacco, chi potrà effettivamente disporre di un’attacco speciale in grado di “denudare” all’istante chiunque colpisca, nonché molti altri ancora. Il numero di utilizzo di queste tecniche viene riportato sullo schermo e varia da ragazza a ragazza, prestandosi come una funzione ben pensata da utilizzare nelle missioni in cui ci ritroveremo con le spalle al muro.

Per quelle determinate occasioni, lo sviluppatore ha ben pensato anche a una nuova “sfaccettatura” del panty touching system: se nel primo titolo, nel tentativo di aggirare i nemici in modalità stealth, avevamo solo la possibilità di toccare il sedere al nostro personaggio disteso per terra (giusto per il gusto di farlo e senza nessun vantaggio), adesso ci sarà possibile toccare anche il sedere dei nemici, a patto che si trovino di spalle. Questa nuova trovata, a differenza del palpeggiamento senza scopo, ci offrirà invece un grandissimo vantaggio nel caso in cui ci trovassimo di fronte a nemici o boss particolarmente ostici e dotati di buona concentrazione e persistenza, per intenderci: quelli che non ci lasciano andare facilmente e si trovano continuamente in guardia. In quel caso, basterà attendere che si siano voltati di spalle e a quel punto toccargli il sedere per fargli compiere un piccolo salto, come se fossero spaventati o presi alla sprovvista: inizieranno così a sentirsi imbarazzati, abbassando totalmente la guardia, e sarà momento perfetto nel quale potremo uscire allo scoperto e aprire il fuoco. Colpendo svariate volte una delle nostre avversarie, così come può succedere nel più classico dei SENRAN KAGURA, assisteremo nuovamente alla feature del danneggiamento del vestiario, dove qualsiasi personaggio in gioco (noi compresi), dopo un certo numero di colpi subirà un danneggiamento all’abbigliamento fino a rimanere letteralmente nudo, subendo il doppio dei danni rispetto al normale.

Parlando di equipaggiamento, le tante soldatesse provette potranno contare su svariate possibilità di personalizzazione in grado di renderle ulteriormente uniche e più adatte alle varie missioni di gioco. Oltre alla possibilità di assegnare armi e di sbloccarne via via di nuove e più potenti, ciascuna delle ragazze potrà essere equipaggiata sia con costumi alternativi sia con reggiseno e mutandine. Nel primo caso, l’abbigliamento apporterà svariate migliorie alle statistiche, mentre per quanto riguarda gli indumenti intimi, oltre a un fattore perversamente estetico, sarà possibile assegnare sia a reggiseno che mutandine alcune “opzioni” che andranno a migliorare ulteriormente capacità di tiro, danni inflitti, quantità di HP in nostro possesso e molto altro ancora. Ciascun oggetto utile a questo scopo potrà essere sia sbloccato durante le svariate missioni di gioco che acquistato nell’apposito negozio gestito da Rumi, altro personaggio che nel corso del gioco ci ritroveremo a poter utilizzare.

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Nonostante le svariate migliorie e novità apportate dal titolo, tutti coloro che hanno avuto il piacere di provare il primo Bullet Girls avranno non pochi déjà vu; a partire dalla maggior parte degli scenari, ai menu e alle schermate di selezione delle missioni e moltissime altre cose ancora, il titolo è praticamente un copia e incolla del precedente. Sebbene i personaggi siano raddoppiati, andando a influire non solo sulla longevità del titolo ma riducendone anche la monotonia (il non doversi immergere in un gioco dove tutta la storia è basata su un allenamento), l’impegno profuso dalla compagnia nello sviluppo di questo secondo capitolo è stato veramente minimo: le novità consistono giusto nei personaggi, nella storia e in qualche nuova funzione, mentre tutto il resto è stato riportato intatto. Il titolo continua a presentare anche gli stessi difetti che lo affliggevano nel 2014, come ad esempio avversari fin troppo facili da affrontare. In ciascuna missione, prima di arrivare al boss vero e proprio, dovremo farci largo in mezzo a frotte di soldatesse nemiche randomiche e noteremo subito che saranno tutte basate sullo stesso modello: sempre il solito personaggio ripetuto che avrà come uniche differenze l’abbigliamento e il colore dei capelli. Era un bel problema due anni fa ed è un problema peggiore adesso, visto che in due anni di tempo D3 PUBLISHER se n’è largamente sbattuta il cazzo.

Ma parliamo un po’ di cose belle! Anche all’interno di questo titolo ritroveremo la tanto apprezzata modalità Jinmon, o più comunemente la classica “tortura per scucire informazioni ai nemici”. Quali informazioni? Esattamente… nessuna di vitale importanza, ma perché perdere occasione per qualche scena di fanservice che tanto ci piace? Infatti, in Bullet Girls 2, non solo ritroveremo questa modalità, ma addirittura ulteriormente migliorata e ampliata, con la possibilità di torturare (guarda caso) due delle ragazze avversarie contemporaneamente. Ovviamente saranno richiesti oggetti speciali sempre più utili e un’elevata dose di destrezza per poter portare l’indicatore delle ragazze torturate fino a uno dei limiti raggiungibili, che sia “buono” o “cattivo”, per poter assistere alla classica scenetta in cui questa, o queste, andranno totalmente in estasi e inizieranno ad agitarsi più del normale. Insomma, la classica funzione per cicciofapponi che tanto ci piace.

Masters of War

Questo è un paragrafo di cui è estremamente difficile parlare, perché, come ho già detto in precedenza, il titolo è rimasto praticamente invariato anche sotto questi due aspetti. Graficamente identico al suo predecessore, possiamo solo aggiungere che questo secondo capitolo offre come novità delle brevi cutscene ogni qualvolta danneggeremo i costumi delle avversarie o in caso verranno danneggiati i nostri ma, sinceramente, continuo a ripetere che qualche filmatino animato prima di una battaglia importante non avrebbe fatto poi tanto schifo. Per il comparto sonoro, idem con patate: invariato, invariato, con gli stessi brani ed effetti sonori, fatta eccezione per le voci dei nuovi personaggi e del tema di apertura, che stavolta verrà eseguito nella schermata iniziale perché, ahimé, il titolo non gode di alcun filmato di apertura… e ve lo dico perché son stato la bellezza di un’ora a fissare lo schermo e ripetere: “Ora parte! No… ecco, ora! Ah no, forse ora?”. E niente.

A chi consigliamo Bullet Girls 2?

Devo esser totalmente sincero, se avete apprezzato da cima a fondo il primo titolo della serie e non avete grandissime pretese, sicuramente adorerete questo nuovo capitolo: la longevità della storia, i nuovi personaggi e finalmente una rivalità degna di nota che non sia un semplice “addestramento fra amici” era quello che al titolo mancava. Non è affatto difficile da giocare anche per tutti coloro che non masticano la lingua nipponica, dal momento che l’unica cosa che si rischia di non capire è la storia, altamente trascurabile e di cui non se ne sente affatto la mancanza, mentre come tipologia di gioco è facilmente fruibile anche dai più cocciuti. Se invece vi aspettavate semplicemente un “nuovo capitolo della serie”, potreste rimanere delusi dal titolo e dal suo voler attingere… no, rubare a piene mani, dal suo predecessore per riportarlo pari pari.

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  • Finalmente una scuola rivale
  • Ottima longevità
  • Tante nuove armi e oggetti
  • Modalità tortura che gode di tante sfiziose nuove funzioni

  • Per il resto, è praticamente lo stesso titolo del 2014
  • No, non sto scherzando…
Bullet Girls 2
3.5

Ciò che Bullet Girls doveva essere sin dal principio

Tirando le somme, diciamoci la verità: come ho visto io questo Bullet Girls 2? Semplicemente non come un sequel, non come un secondo titolo della serie, ma semplicemente come il gioco che doveva essere in origine. Bullet Girls 2 incarna perfettamente quello che sarebbe dovuto essere e quello che avrebbe dovuto offrire il suo predecessore, ma di cui sfortunatamente era sprovvisto. Più che un nuovo capitolo numerato della serie quindi, mi piace pensare a questo titolo più come un “Bullet Girls ReMix”, un titolo che può tranquillamente esser giocato come “primo” per godersi al meglio quello che D3 PUBLISHER avrebbe dovuto realizzare fin dal principio, dal momento che la storia del suo predecessore era ancora più trascurabile di questa e la si può quindi tranquillamente saltare a piè pari. In definitiva, tanto di cappello agli sviluppatori per aver capito, meglio tardi che mai, come sarebbe dovuta veramente essere questa serie per essere apprezzabile e divertente e per essersi adoperati nella sua realizzazione, quasi come per volerci mettere una toppa. Mi auguro con tutto il cuore che, se in futuro verremo deliziati con un eventuale terzo capitolo della saga, questo possa riuscire a portare dei cambiamenti e delle migliorie di cui veramente un secondo titolo ha bisogno e non una sorta di “remake aggiornato e migliorato” del primo.

Prestigiatore, ballerino di break dance, produttore cinematografico, traduttore ufficiale di frasi imbarazzanti per prodotti R18, fondatore di Akiba Gamers: un curriculum da fare invidia a Johnny Sins, ma che non regge il confronto con la sua smodata passione per i giochi d’importazione e per i tegolini.