YO-KAI WATCH in Italia: è stato un flop?

YO-KAI WATCH

Dopo un esordio travolgente in Giappone, YO-KAI WATCH sbarca nel vecchio continente ma non riesce a farsi strada nel cuore dei giocatori. Cosa sarà andato storto?

Nel corso degli anni il confine tra videogiochi e animazione si è fatto sempre più sottile, tanto che spesso capita che le software house pianifichino una strategia di mercato per le proprie nuove IP basata su più di una piattaforma mediatica, in modo da catturare l’attenzione di diverse fette di pubblico e creare un vero e proprio fenomeno culturale. Negli ultimi cinque anni LEVEL-5 è riuscita a creare un marchio capace di scuotere notevolmente il mercato nipponico: si tratta di YO-KAI WATCH. Il mix particolare tra folklore giapponese e un character design dall’aspetto accattivante è riuscito a fare breccia nel cuore del pubblico, specialmente tra quello più giovane.

Al momento il franchise comprende tre titoli principali per Nintendo 3DS, dieci spin-off sparsi su diverse piattaforme, una serie animata, quattro lungometraggi, sei serie a fumetti e una valanga di gadget di ogni tipologia possibile e immaginabile. Ma se in Giappone è stato accolto fin da subito con un vero e proprio boom di vendite, tanto da essere considerato come il nuovo Pokémon, in Italia non è riuscito a farsi strada nel modo giusto, risultando quasi un flop. Ma quali possono essere le cause di questi scarsi risultati?

Non possiamo parlare di YO-KAI WATCH senza fare un paragone con il suo diretto rivale. Era il 1999 quando anche l’Italia si preparava a venire sommersa da un fenomeno culturale che, ancora ad oggi, non ha precedenti. Parliamo della Pokémania che, dopo il lancio dei primi due capitoli videoludici e della serie animata a loro ispirata, è stata capace di sconvolgere il mercato occidentale. Non solo, è stato proprio grazie a Pokémon che il Game Boy ha avuto una vera e propria impennata facendo dominare a Nintendo il settore delle console portatili. Ma se sulla carta i due franchise hanno molti punti in comune, nella pratica gli spiritelli creati da LEVEL-5 non hanno avuto l’impatto sperato in occidente.

Uno delle possibili cause di questa frenata è lo stretto legame che YO-KAI WATCH ha con la cultura folkloristica nipponica. Il termine stesso Yōkai è radicato nella cultura del Giappone e indica tutti gli spiriti, sia malevoli che benevoli, narrati nelle storie di folklore. LEVEL-5 si è quindi ispirata a delle storie tramandate da secoli per la creazione delle sue creature che spesso a noi occidentali possono sembrare bizzarre, mentre il pubblico nipponico riesce a carpire ogni riferimento alle leggende della propria cultura. Questo fattore ha influenzato fortemente gli adattamenti occidentali, motivo per il quale prima che il primo capitolo della saga arrivasse in Italia ci sono voluti ben tre anni.

Un altro problema è legato al target di pubblico al quale il franchise si approccia. YO-KAI WATCH è infatti visto come un prodotto principalmente per l’infanzia, soprattutto per la leggerezza trattata nella serie animata. A differenza dei giochi, l’anime non possiede una vera a propria trama e si tratta soprattutto di episodi a sé stanti in cui viene presentato lo Yōkai di turno, causando spesso risvolti che sfociano nella comicità. Il problema del pubblico lo troviamo anche nei titoli per Nintendo 3DS che, per via di un sistema di combattimento abbastanza semplice e di una difficoltà spesso irrisoria, vengono quasi snobbati da una grossa fetta di videogiocatori.

Nonostante i fattori sopra indicati siano tangibili mi viene da pensare una domanda. Siamo sicuri che i problemi siano dovuti al franchise e non al nostro pubblico? Pensate a quando è arrivato Pokémon in Italia, non solo le piattaforme e le tipologie di videogiochi erano numericamente molto inferiori rispetto ad oggi, ma anche a livello televisivo non c’era un’ampia scelta per quanto riguarda i canali adatti a bambini e ragazzi. Questo è stato sicuramente uno dei motivi che ci ha spinti verso i Pokémon, legandoci indissolubilmente con un franchise che sarebbe poi cresciuto assieme a noi.

I ragazzi di oggi hanno invece delle possibilità maggiori sia per quanto riguarda videogiochi, basti pensare alla possibilità di giocare ovunque si voglia tramite il proprio smartphone, che per quanto riguarda l’intrattenimento. Facciamo parte ormai della generazione del bingewatching, dove ogni contenuto è fruibile in ogni momento grazie a piattaforme digitali come YouTube e Netflix, non c’è più quel legame che si creava tra uno spettatore e il proprio programma preferito, che andava in onda ad un orario fisso e su una determinata rete televisiva.

Inoltre è un peccato vedere come vengano sottovalutati i capitoli videoludici della serie YO-KAI WATCH per Nintendo 3DS. Se è vero che la difficoltà offerta durante il corso della campagna principale è spesso fin troppo tarata verso il basso, legata anche ad un sistema di gioco che risulta semplicistico, il tutto viene stravolto una volta terminata la trama. Ci troviamo di fronte ad un post-game ricco e con una difficoltà che impenna vertiginosamente, non potremo infatti staccare gli occhi dallo schermo senza rischiare che la nostra squadra venga devastata dagli attacchi dei nemici. Senza considerare la cura posta non solo da parte della software house in fase di sviluppo, ma anche del team di localizzazione che ha svolto un lavoro davvero eccellente.

In sintesi quindi ci troviamo di fronte ad un franchise che ha sì dei punti deboli, ma allo stesso tempo non merita certo di essere messo in secondo piano. Se la strategia di marketing usata da LEVEL-5 non ha portato ai suoi frutti in quanto a vendite di gadget e accessori legati agli spiritelli, è impossibile non considerare i capitoli videoludici di YO-KAI WATCH dei giochi ben realizzati e con un concept davvero forte. Purtroppo a penalizzarlo c’è anche il cambio generazionale, uno dei grandissimi punti di forza di Pokémon Rosso e Blu era infatti dovuto all’assenza di internet all’epoca della sua uscita. Questo ha fatto in modo che fossimo noi giocatori confrontandoci a trovare delle strategie di gioco e creare delle teorie, basti pensare alla famosa leggenda metropolitana per la quale avremmo potuto catturare Mew trovandolo sotto un camioncino.

Questo si è perso con i videogiochi di oggi, è infatti fin troppo facile riuscire a reperire una guida strategica e andare così a scoprire tutti i segreti di un gioco fin da subito. Anzi capita spesso che siano le software house a toglierci quell’effetto sorpresa, dandoci fin troppe informazioni su un titolo ancor prima della sua uscita. Purtroppo al momento il futuro di YO-KAI WATCH non è dei più rosei nemmeno in Giappone, il terzo capitolo ha infatti subito un calo drastico nelle vendite. Speriamo quindi che LEVEL-5 riesca a rinnovare la serie, ma spetterà poi a noi giocatori il compito di supportarla.

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.