WILD HEARTS – Recensione

Affronta i Kemono e la natura selvaggia nel nuovissimo WILD HEARTS, disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC

WILD HEARTS – Recensione

WILD HEARTS, uscito lo scorso 17 febbraio, è stato un titolo discusso sin dal suo annuncio a causa della sua promessa di reinventare i titoli basati sulla caccia. Sviluppato da Omega Force, lo studio giapponese dietro Toukiden e DYNASTY WARRIORS, ci ritroveremo immersi in un mondo letteralmente al confine tra lo storico e il reale, lasciando che sia il giocatore a decidere se abbandonarsi alla sua parte umana o più bestiale, facendo affidamento su misteriosi congegni chiamati karakuri.

Abbiamo così provato il titolo per oltre cinquanta ore, cercando di analizzarlo in ogni sua più piccola componente. Dalla personalizzazione del personaggio, alla caratterizzazione del mondo di gioco, fino a tutte le nuove meccaniche inserite all’interno delle “cacce”, scoprite con noi tutto ciò che il nuovo prodotto di Omega Force ha da offrire.

WILD HEARTS – Recensione

  • Titolo: WILD HEARTS
  • Piattaforma:  PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC
  • Versione analizzata: Xbox Series X (EU)
  • Genere: Azione, Avventura
  • Giocatori: 1-3
  • Publisher: EA Originals, KOEI TECMO GAMES
  • Sviluppatore: Omega Force
  • Lingua: Italiano (testi e voci)
  • Data di uscita: 17 febbraio 2023
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: nessuno
  • Note: il titolo è disponibile anche nella Edizione Karakuri che include al suo interno due set di armatura, la Lanterna Tsukumo decorativa e tre emote

Abbiamo recensito WILD HEARTS con un codice Xbox Series X|S fornitoci gratuitamente da Electronic Arts.

Nessuno ormai ricorda più cosa fu a scatenare l’implacabile ira dei kemono. Alimentate dalla disperazione, queste maestose creature che incarnano la forza primordiale della natura seminano morte e distruzione. Per molto tempo nessuno osò sfidare la loro furia, ma ora ad un nuovo cacciatore toccherà riaccendere la speranza. Attraverso l’uso di armi sempre più letali e la potenza degli antichi karakuri, è il momento di volgere le sorti della battaglia in nostro favore…

WILD HEARTS – Recensione

Che il filo celeste vi guidi

WILD HEARTS è ambientato in un mondo fantasy ispirato al Giappone feudale, in particolare nella terra di Azuma, dove le misteriose creature chiamate kemono vagano ormai libere. La nostra storia inizia in modo frettoloso, con il protagonista (completamente personalizzabile) alle prese già con una pericolosa caccia. Da questo momento poi si delinea, oltre l’intero meccanismo del titolo, anche la profonda trama alla base dell’universo di gioco. Scopriamo infatti che una atroce guerra ha spinto tutti i samurai ad allontanarsi dalle proprie terre per proteggere il regno, costringendo anche i cacciatori a dover prendere una scelta: smettere di cacciare i kemono per dedicarsi anch’essi alla guerra, oppure fuggire lontani. I primi dialoghi serviranno proprio a delineare il passato del nostro protagonista, permettendoci di scoprire un notevole background dell’intero mondo.

La prima differenza che infatti notiamo rispetto a tanti altri esponenti del genere è che WILD HEARTS non usa la trama come semplice contorno, ma come vero e proprio filo conduttore dell’intera esperienza. Questo lo si avverte maggiormente avanzando nella trama e arrivando finalmente al villaggio di Minato dove, dialogando con i numerosi NPC, possiamo avere un’idea più chiara della nostra missione, dello stato in cui versa il Giappone, e da cosa siano mossi effettivamente i kemono o i nostro potenti karakuri.

Il punto di forza del titolo sono infatti questi ultimi, i karakuri, potenti meccanismi che potranno essere evocati in un batter d’occhio dal nostro protagonista, a patto di disporre di sufficiente “filo“, una materia prima ricavabile da rocce e alberi. I karakuri rappresentano uno dei principali fulcri di gioco tanto da disporre di un albero e menu dedicato. Alla fine di ogni caccia (o distruggendo determinati parte di kemono) guadagneremo una speciale valuta che ci consentirà di sbloccare nuovi karakuri o potenziare quelli in nostro possesso. Le cacce diventano così non solo un utile espediente per ottenere materiali con cui forgiare armi e armature, ma anche la principale fonte attraverso cui potenziare i nostri assi nella manica. Questi si dividono in tre categorie: kakuri semplici, karakuri combinati e karakuri del drago. I karakuri semplici si sbloccheranno avanzando nella trama di gioco e potremo portarne fino a quattro diverse tipologie con noi (uno per ogni tasto azione). Infatti il termine “costruire” è quasi riduttivo. I karakuri (evocati con il dorsale superiore sinistro più uno dei quattro tasti azione) verranno letteralmente evocati all’istante, rendendo il gameplay sempre veloce e mai un impedimento alla caccia.

WILD HEARTS – Recensione

I karakuri semplici si riveleranno non solo utili per la caccia in sé, ma anche per l’esplorazione, permettendoci ad esempio di scalare più velocemente lunghe pareti di roccia oppure planare da un punto all’altro della mappa in tutta comodità. I karakuri combinati nascono, come anticipa la parola, dall’unione di più karakuri semplici tra loro. Questi servono in particolare per i combattimenti, creando ad esempio cancelli indistruttibili per interrompere la carica di un mostro, balestre a ripetizione per impedire che volino via, oppure bombe incendiarie per sfoltire folti gruppi di piccoli kemono. Gli ultimi sono i karakuri del drago, costruibili lungo tutta la mappa e utili sia per decorare la propria base che per orientarsi nel mondo di gioco, come ad esempio le torrette di segnalazione utili per scoprire la posizione dei kemono (e successivamente anche dei collezionabili) lungo tutta l’area. Per costruirli avremo bisogno di particolari punti elementali, aumentabili risvegliando le fonti di drago attraverso particolari risorse.

La mappa di gioco è costituita da un totale di cinque macro aree, dove, avanzando nei capitoli della storia, cambieranno anche i biomi e i kemono al suo interno. WILD HEARTS però trasforma ogni mappa di gioco nel nostro parco giochi personale, lasciandoci totale libertà su come agire, cosa costruire e quando farlo. Per tutta la mappa si respira sempre un’area di antico Giappone, rendendo ogni esplorazione e caccia talmente suggestiva da rimanere incantati da ogni paesaggio. La mappa segnerà anche costantemente piccoli kemono e risorse, così che non dobbiate mai vagare la ricerca di qualcosa per ore senza sapere effettivamente dove cercare.

La via del cacciatore

Come anticipato, in WILD HEARTS saranno numerosi i kemono incontrati, siano essi di piccola o di grande taglia. Questi ultimi in particolare rappresentano l’obbiettivo di ogni missione, sia essa principale o secondaria. Ogni volta che sconfiggeremo un kemono sbloccheremo anche una sua specifica missione secondaria, che ci permetterà di cacciarlo direttamente invece di doverlo cercare e cacciare in modalità libera. Completate queste missioni ne sbloccheremo una seconda, ma di maggiore difficoltà e con una ricompensa di caccia rara garantita, anche se molto spesso avremo solo metà del tempo (quindi mezz’ora) per completarla. Per terminare la sola campagna principale ci vorranno dalle trenta alle quaranta ore, ma è impossibile non fermarsi qualche volta ad accumulare utili componenti per craftare armi e armature. Particolarità del titolo è nel non dover necessariamente uccidere i kemono più piccoli, ma bensì avvicinarci lentamente e “accarezzarli”, per ottenere specifici materiali. Alcuni kemono ancora più piccoli, definiti “addomesticabili“, saranno invece raccoglibili (come se fossero un semplice materiale) all’interno della mappa.

WILD HEARTS – Recensione

Ogni missione di caccia è strutturata allo stesso modo. Una volta entrati in missione dobbiamo individuare il kemono, stanarlo e inseguirlo finché non è sconfitto. Dov’è la particolarità vi chiederete? Beh essa risiede nelle cosiddetta “versione furia” di ogni Kemono. Più si avvicinerà la sua morte e più il kemono entrerà facilmente in questa sua versione potenziata (riconoscibile anche per il cambio di aspetto) che non solo lo renderà maggiormente letale, ma ci permetterà anche di tagliare e distruggere parti che altrimenti sarebbe impossibile ottenere in forme a base. Ogni kemono possiede anche determinati debolezze ad armi o elementi, permettendoci di variare spesso il nostro arsenale, così come le nostre difese.

Per dare la caccia ai possenti kemono potremmo affidarci a diverse armi, che siano esse semplici katana o più pericolosi cannoni. Ogni arma possiede un suo albero di potenziamento, che permetterà all’arma di guadagnare danni elementali o particolari abilità in base alla strada intrapresa. Le abilità acquisite potranno essere poi “ereditate” dal prossimo potenziamento, creando molteplici combinazioni differenti. A differenza di altri similari titoli ciò che aiuta il giocatori è la possibilità di tornare indietro nei potenziamenti in qualsiasi momento, annullandoli e ottenendo in cambio tutti i materiali spesi per sbloccarlo. Non sarà necessario quindi portare con sé diverse armi con differenti abilità se magari dobbiamo cacciare tre kemono diversi nella stessa missione, ma basterà andare al banco da forgiatura nell’accampamento (quindi non saremo costretti a tornare all’hub principale) e cambiare i potenziamenti, senza rimetterci elementi farmati in precedenza (ma solo denaro necessario per il cambio abilità). Questo ovviamente non vi impedisce di portare più armi della stessa tipologia con voi, però attenzione, una volta creata l’arma, se vorrete rimuoverla per sempre dal vostro “baule”, non otterrete in cambio i materiali spesi, ma andranno perduti per sempre con l’arma.

WILD HEARTS – Recensione

Non ci sono però armi impossibili da padroneggiare oppure che richiedono un forte allenamento. Basta pensare all’arco, sbloccabile già nella seconda missione principale e che si rivelerà l’arma perfetta nel caso vogliate tenervi sicuri e a distanza dagli attacchi delle pericolose creature. Ovviamente (per non rendere il tutto eccessivamente semplice) non è stata fornita un’eccessiva gittata, così da rendere il tutto sempre bilanciato. Tutte le armi giocano sugli stessi tre pulsanti di attacco (due tasti azione e il dorsale inferiore destro), con i comandi sempre ben visibili in alto a destra, così da avere sempre a disposizione le poche (ma efficaci) combo eseguibili. Anche le armature in WILD HEARTS trovano anima propria, distinguendosi per la particolare “via intrapresa“. Una volta plasmato un pezzo di equipaggiamento potremo potenziarlo successivamente scegliendo due opzioni, la via degli umani o la via dei kemono. Più pezzi equipaggeremo della stessa via e più saranno i bonus ottenuti. Ma non temete, una volta potenziato il pezzo non perderemo la sua versione base, quindi non dovremo craftarlo nuovamente, ma solo sbloccare il potenziamento della via opposta nel caso fossimo interessati. Se invece è l’estetica quella a cui badiamo, il titolo ci permette di creare anche elementi decorativi per la nostra armatura (oltre che modificarne il colore) e di non mostrare l’elmo nel caso volessimo sfoggiare tutte le ore perse nell’editing personaggio.

Durante le cacce saremo persino aiutati da un particolare karakuri, Tsukumo. Questa “sfera” karakuri dotta di proprio intelletto ci fornirà “filo”, distrarrà i nemici, ricaricherà attraverso un vapore curativo i nostri HP e sarà potenziabile ottenendo gli ingranaggi dai suoi simili sparsi per le mappe (circa cinquanta per ogni mappa), permettendoci persino di modificare il suo aspetto.

La bellezza del vecchio mondo

WILD HEARTS conquista pienamente anche con un mondo vivace e colorato, creando un soddisfacente colpo d’occhio positivo, anche se questa cura va perdendosi poi con i diversi cali di frame durante le cacce, creando spesso rallentamenti. Non mancano le più comuni penetrazioni tra poligoni oppure Kemono che, senza un preciso motivo, iniziano a bloccarsi tra le rocce diventando spesso anche totalmente inermi ai nostri colpi.

Il doppiaggio italiano non è dei più eccelsi, soprattutto nelle prime battute di gioco dove è evidentemente sopra i toni, ma con il tempo trova la giusta armonia. A colpire invece molto di più troviamo un fantastico doppiaggio giapponese (che permette anche di non sentire quelle fastidiose discrepanze quando i personaggi parlano in italiano inserendo ogni tanto termini giapponesi), capace di catturare il giocatore e farlo sentire realmente a casa.

Nota a margine, ho apprezzato molto la possibilità che il gioco fornisce in fase di editing del personaggio, dove abbiamo la totale libertà di assegnare caratteristiche prettamente maschili (come la barba) a personaggi femminili, così come il tono di voce e persino i pronomi scelti all’interno dei dialoghi, lasciando un sentore di “inclusività” che, a detta mia, non fa mai male inserire.

In WILD HEARTS, il nuovo titolo che reinterpreta il genere dei giochi di caccia, userai antichi congegni per sconfiggere enormi belve che incarnano lo spirito della natura. Affrontale in solitaria, oppure vai a caccia con gli amici in modalità cooperativa. Nessuno ormai ricorda più cosa fu a scatenare l’implacabile ira dei kemono. Alimentate dalla disperazione, queste maestose creature che incarnano la forza primordiale della natura seminano morte e distruzione. Per molto tempo nessuno osò sfidare la loro furia, ma un giorno qualcuno venuto da molto lontano riaccese la speranza. Brandisci le armi più letali e sfrutta la potenza degli antichi karakuri per volgere le sorti della battaglia in tuo favore. Sviluppato da Omega Force, lo studio giapponese dietro la serie DYNASTY WARRIORSWILD HEARTS ti porterà alla scoperta di un epico mondo fantasy ispirato al Giappone feudale.

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WILD HEARTS – Recensione

A chi consigliamo WILD HEARTS?

WILD HEARTS è fortemente consigliato a tutti coloro che hanno amato al saga di MONSTER HUNTER, ma ora cercano un pizzico di novità e diversità. Il titolo è anche consigliato a tutti coloro che si approcciano per la prima volta al genere, trovando tra le mani un prodotto capace di divertire sia il neofita alle prime armi che il cacciatore più esperto.

  • Pieno di novità sul fronte degli hunting game
  • Mondo di gioco bello da vivere quanto da vedere
  • Divertentissimo sia da soli che in compagnia…

  • …Ma può annoiare presto chi si aspetta dei cambiamenti consistenti in termini ludici
  • L’IA dei Kemono non sempre risulta all’altezza delle situazioni
  • Numerosi cali di frame anche in modalità prestazioni
WILD HEARTS
4

Una nuova e promettente caccia ha finalmente inizio

WILD HEARTS è di sicuro una delle più grandi sorprese di questi primi mesi del 2023. Attraverso un perfetto sistema di avanzamento e potenziamento, mostri ispirati alla natura e miti giapponesi, cura per le ambientazioni e trama non di semplice contorno, ha saputo crearsi una propria identità tale da porre fine a tutti i possibili paragoni con altri esponenti del genere. Ho amato ogni dettaglio del gioco, ma purtroppo chiudere gli occhi sui diversi problemi riguardanti il lato tecnico non è semplice. Mi auguro che le future patch possano andare a limare alcuni degli scogli incontrati, ma sicuramente rimane un titolo che già allo stato attuale è difficile abbandonare, soprattutto se rimaniamo in attesa dei futuri update che introdurranno nuovi kemono e nuove armi. Un plauso ancora all’inclusività che il titolo ha voluto fornire, rendendo l’esperienza sicuramente più piacevole a tanti giocatori.

Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, ama perdersi nella scrittura ascoltando le OST di FINAL FANTASY e KINGDOM HEARTS. Convinto fieramente che la bellezza di un equip sia più importante delle sue statistiche, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla sua collezione videoludica.

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